Erillo
Erillo di Cartagine o di Calcedonia[1] (in greco antico: Ἥριλλος?, Hérillos; 250 a.C. circa) è stato un filosofo greco antico, stoico, allievo di Zenone di Cizio.[2] Visse nel III secolo a.C.
Pensiero
[modifica | modifica wikitesto]Si allontanò significativamente dagli insegnamenti di Zenone e ritenne che la conoscenza (ἑπιστήμη) fosse l'obiettivo (τέλος) della vita:
«Erillo diceva che il bene principale era la conoscenza, ossia l'orientare se stessi in modo da riferire ogni cosa al principio del vivere secondo conoscenza e in modo da non essere indotti in errore dall'ignoranza[3]»
Sostenne anche l'esistenza di un secondo fine subordinato (ὑποτελής): questo fine subordinato faceva riferimento al termine stoico οἰκείωσις [4]. Erillo riteneva che anche coloro che non fossero stati saggi avrebbero potuto aspirare al fine subordinato; tuttavia, solo i saggi avrebbero raggiunto il fine principale.[5]
Erillo considerò anche gli aspetti pratici della vita di tutti giorni: li ritenne necessari e pertanto non aventi alcun valore etico. Fu inoltre accusato da Cicerone di suggerire che vi fossero due obiettivi distinti nella vita.[6]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Diogene Laerzio[7] gli attribuisce le seguenti opere:
- Περὶ ἀσϰήσεως - Sulla formazione
- Περὶ παθῶν - Sulle passioni
- Περὶ ὐπολήψεως - Sul giudizio
- Νομοθέτης - Il legislatore
- Μαιευτιϰός - La maieutica
- Άντιφέρων - L'avversario
- Διδάσϰαλος - Il maestro
- Διασϰευάζων - Il preparatore
- Εὐθύνων - Il correttore
- Ἑρμῆς - Hermes
- Μήδεια - Medea
- Θέσεων ἠθιϰῶν - Tesi sull'etica
- alcuni dialoghi
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Viene riportato in Diogene Laerzio, Vite dei filosofi VII 37 che il filosofo proveniva da Cartagine. Tuttavia, in VII 165, viene indicato come proveniente da Calcedonia.
- ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VII 37
- ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VII 165
- ^ Long, A., Sedley, D., (1987), The Hellenistic Philosophers. pag. 355. Cambridge University Press
- ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VII 165
- ^ Marco Tullio Cicerone, De finibus bonorum et malorum, IV 40.
- ^ Vite dei filosofi, VII 166.
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[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 37304686 · SBN CUBV066333 · CERL cnp00284785 · GND (DE) 102395055 |
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