Chiesa di San Domenico (L'Aquila)
Chiesa di San Domenico | |
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Stato | ![]() |
Regione | Abruzzo |
Località | L'Aquila |
Indirizzo | Piazza Angioina - 67100 L'Aquila AQ |
Coordinate | 42°21′08.53″N 13°23′39.55″E / 42.35237°N 13.39432°E |
Religione | cattolica di rito romano |
Arcidiocesi | Aquila |
Stile architettonico | Romanico-gotico(esterno)
barocco (interno) |
Inizio costruzione | 1309 |
Completamento | XVIII secolo |
La chiesa di San Domenico è un edificio religioso dell'Aquila. Venne fatta costruire nel XIV secolo adiacente all'omonimo complesso conventuale, già Palazzo Reale, donato da Carlo II d'Angiò all'ordine domenicano in adempimento di un voto fatto mentre si trovava prigioniero a Barcellona[1]. Nel 1902 è stata dichiarata monumento nazionale.[2] È rimasta gravemente danneggiata dal terremoto del 2009 ed è attualmente inagibile.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il luogo di costruzione della chiesa era occupato come credeva Claudio Crispomonti, nel XIII secolo, dal Palazzo Reale, residenza aquilana degli Angiò; tale affermazione è stata smentita dallo storico Raffaele Colapietra, il quale ipotizzò l'esistenza di una piccola chiesa che fu affidata da Carlo II ai domenicani. L'intera struttura, che occupava gran parte di un colle tra i più alti della città, fu poi ceduta da Carlo II d'Angiò, con diploma del 24 febbraio 1300, ai frati domenicani che la affiancarono da una chiesa, forse in ricostruzione di una San Domenico precedente[3] o di un'altra chiesa dedicata alla Maddalena[4].

La costruzione dell'edificio religioso iniziò nel 1309 ed inglobò le preesistenze duecentesche, l'attuale ex oratorio di Santa Croce con portale romanico su via Barete, ma venne rinnovata più volte nel corso del XIV secolo soprattutto in seguito ai frequenti terremoti, fra cui quelli del 1315 e 1349[5]. I lavori si prolungarono per diverso tempo e in alcuni casi, come il rivestimento lapideo del prospetto principale, non vennero mai portati a termine. Nel 1461 un altro terremoto provocò il crollo della navata centrale e di una laterale e diede origine ad un nuovo restauro dell'impianto, mentre nei secoli successivi gli interventi sulla chiesa riguardarono prevalentemente gli aspetti decorativi, con l'inserimento, tra le altre cose, di opere di Saturnino Gatti e Cola dell'Amatrice[6].
Particolarmente tragico fu invece il bilancio successivo al terremoto del 1703 che riporta tra i 600[7] e gli 800[6] decessi nella sola San Domenico in seguito al crollo del soffitto, di parte del transetto e dell'intera parte absidale; la chiesa era gremita poiché il giorno del sisma, il 2 febbraio, coincidette con la popolare festa della Candelora e l'ora, mezzogiorno circa, con quella della messa. Il processo di ricostruzione, che per la sola parte strutturale si completò nel 1712[6], non portò come nella maggior parte degli altri monumenti aquilani danneggiati ad un rinnovamento architettonico dell'impianto basilicale, con il nuovo gusto barocco che si limitò alla cornice di portali e finestre ad a elementi decorativi interni, per lo più attribuiti al milanese Piazzola[8].
Nella metà dell'800, l'ex convento veniva adibito a carcere, chiuso soltanto negli anni '90 del Novecento.
Nel 2009, colpita nuovamente dal terremoto, ha fatto registrare crolli nella parte sommitale della facciata e lesioni gravi sulle pareti dell'abside e delle navate centrale e, pertanto, non è attualmente agibile; le operazioni di restauro del monumento hanno un costo totale stimato di 9.000.000 euro ed un tempo di lavoro di 4 anni[9].
Al momento sono stati restaurati il convento e la facciata.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa è situata nel rione di San Pietro, in uno dei punti più elevati della città. È posta in asse alla vicina chiesa di San Pietro a Coppito ed è circondata da due piccole piazze rettangolari in corrispondenza della facciata e del prospetto laterale (rispettivamente piazza Angioina e piazza San Domenico, oltre che dal complesso conventuale, visibile anche da viale Giovanni XXIII.
La facciata[modifica | modifica wikitesto]
L'edificio presenta una solenne, e tuttavia semplice, facciata rivestita già dal XIV secolo in pietra squadrata ma mai completata per motivi economici. Il prospetto è alleggerito dalla presenza di due finestroni circolari laterali e da una finestra rettangolare, sostituzione di un terzo vuoto circolare crollato nel terremoto del 1703[10]. Il portale romanico in pietra bianca e rossa è preceduta da una piccola scalinata e porta similitudini con quello la Porta Santa in Santa Maria di Collemaggio, che per il resto sarebbe una derivazione in chiave quattrocentesca della facciata di San Domenico[11].
Il prospetto laterale[modifica | modifica wikitesto]
Particolarmente interessante è anche il prospetto laterale, chiusura orientale del transetto, che si staglia sulla piazza San Domenico. Il prospetto, disposto su due livelli con cornice marcapiano e ampia zoccolatura, incanalato tra due grandi e sporgenti contrafforti angolari e rivestito interamente in conci, presenta un portale (anch'esso su scalinata) di carattere protogotico o borgognone, risultato dei disegni portati da Carlo II d'Angiò dalla Provenza e dalle maestranze francesi che contribuirono alla realizzazione della chiesa[12]
L'interno[modifica | modifica wikitesto]
L'interno si presenta a tre navate con transetto sporgente e cinque absidi, come nell'impianto originario di Santa Maria di Collemaggio, di cui il centrale a forma poligonale mentre gli altri a pianta rettangolare. L'ultimo abside di sinistra, la cosiddetta Cappella del Rosario, si presentava in origine interamente coperta da affreschi di Saturnino Gatti. Il rifacimento barocco di Piazzola ha portato al rivestimento delle arcate delle navate.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Touring Club Italiano, p. 206.
- ^ Elenco degli edifizi Monumentali in Italia, Roma, Ministero della Pubblica Istruzione, 1902. URL consultato il 27 maggio 2016.
- ^ Antonini, p. 206.
- ^ Citata da Buccio di Ranallo nelle sue Cronache aquilane.
- ^ Antonini, p. 216.
- ^ a b c Antonini, p. 220.
- ^ Walter Capezzali, L'Aquila in L'Abruzzo nel settecento, Ediars, 1993.
- ^ Antonini, p. 221.
- ^ Scheda di valutazione del danno sismico (PDF), su terremotoabruzzo09.itc.cnr.it. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
- ^ Antonini, p. 217.
- ^ Antonini, p. 218.
- ^ Antonini, p. 208.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, Todi (Pg), Tau Editrice, 2010.
- Raffaele Colapietra, Il complesso conventuale di San Domenico all'Aquila, L'Aquila, Libreria Colacchi, 1999.
- Maurizio D'Antonio, Il Convento Domenicano dell'Aquila, L'Aquila, Libreria Colacchi, 2010.
- Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Scheda di valutazione del danno sismico (PDF), su terremotoabruzzo09.itc.cnr.it. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
- Chiesa di San Domenico, su cultura.regione.abruzzo.it. URL consultato il 15 maggio 2016.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 188754938 · LCCN (EN) no2002083658 · GND (DE) 4672468-0 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2002083658 |
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