Chiesa di Santa Maria del Guasto

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Chiesa di Santa Maria del Guasto
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
LocalitàL'Aquila
IndirizzoPiazza Giulio Natali, 1, 67100 L'Aquila AQ
Coordinate42°21′21.48″N 13°23′58.3″E / 42.355967°N 13.399529°E42.355967; 13.399529
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria
ArcidiocesiAquila
Inizio costruzioneXIII secolo
Demolizione1934

La chiesa di Santa Maria del Guasto, o del Vasto, è una chiesa scomparsa dell'Aquila, anticamente situata nel quarto di Santa Maria.

Dovette la sua realizzazione ai castellani del Guasto, o Vasto, che contribuirono così alla fondazione della città nel XIII secolo. Fu demolita tra il 1931 e il 1934 per permettere la costruzione dell'ospedale civile San Salvatore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'edificazione della chiesa si fa risalire al periodo immediatamente successivo alla fondazione dell'Aquila, a cavallo tra il XIII e il XIV secolo[1], dagli abitanti del castello del Guasto, località situata nell'omonimo altopiano sopra l'abitato di Assergi[2]. La costruzione fu eretta tuttavia nel locale della Ienca (o Genca), e non in quello del Guasto[3].

La datazione è testimoniata dalle dimensioni dell'edificio, rispondenti alle disposizioni redatte da Niccolò dell'Isola nel 1290[1]. Il Serra, riprendendo le analisi storiche dell'Antinori, colloca la chiesa al periodo 1422-1428, ma quest'ultima, presumibilmente, è la datazione riferibile alla sola elevazione della facciata[4]. Peraltro trattasi presumibilmente di una ricostruzione del prospetto originario con il riutilizzo di alcuni elementi stilistici, come il portale romanico e il rosone trecentesco[4]: l'Antonini ipotizza che quest'ultimo — per le sue dimensioni considerate sproporzionate rispetto a quelle modeste della chiesa — venne traslato su Santa Maria del Guasto da un altro edificio[5].

Nel XV secolo il castello di Guasto era ormai considerato abbandonato e diruto e la stessa sorte toccò al locale cittadino, soppresso per permettere la costruzione del Forte spagnolo[3]; prima di riferimenti intra e extra-moenia, la chiesa manteneva quindi una sua particolare autonomia all'interno dello scacchiere geopolitico aquilano.

Tra il 1931 e il 1934 l'area viene scelta per la localizzazione del nuovo ospedale civile, comportando quindi la demolizione del monastero di Sant'Agnese e quella della chiesa di Santa Maria del Guasto[3]. Durante i lavori, nel 1932, si scelse di smontare la facciata della chiesa per rimontarla su un altro edificio di dimensioni similari, la chiesa di Santa Maria degli Angeli[5]. Con il successivo spostamento dell'ospedale nella località di Coppito, la zona è stata concessa all'Università degli Studi dell'Aquila.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Santa Maria del Guasto era situata lungo la parete settentrionale delle mura dell'Aquila, in un'area densa di edifici religiosi come i monasteri di Sant'Agnese, di Sant'Amico e di San Basilio[1]; curiosamente l'edificio non era compreso nel locale di riferimento, bensì in quello della Ienca, località vicina al Guasto[3]. Precisamente, la chiesa era posta all'estremità settentrionale dell'asse di via Cascina, adiacente a Sant'Agnese, in corrispondenza dell'attuale polo di Scienze Umane dell'Università degli Studi dell'Aquila[3].

Le caratteristiche formali della chiesa erano rispondenti al canone stabilito dalle disposizioni ufficiali di Niccolò dell'Isola, redatte nel 1290, e sono del tutto similari ad altri edifici di questo periodo che non hanno subito trasformazioni, come ad esempio San Vito alla Rivera, Santa Maria di Forfona e Santa Maria di Rascino[1]. Il portale in stile romanico riprende quello della chiesa di Sant'Antonio fuori le mura, mentre il rosone è da riferirsi a quello di San Silvestro o a quello destro di Santa Maria di Collemaggio[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Orlando Antonini, p. 271.
  2. ^ Touring Club Italiano, p. 158.
  3. ^ a b c d e Stefano Brusaporci, Mario Centofanti, Il Disegno della città e le sue trasformazioni (PDF), su ing.univaq.it. URL consultato il 14 marzo 2020.
  4. ^ a b c Orlando Antonini, p. 272.
  5. ^ a b Orlando Antonini, p. 274.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Clementi e Elio Piroddi, L'Aquila, Bari, Laterza, 1986.
  • Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi, Tau Editrice, 2010.
  • Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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