Carlo Malinconico

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Carlo Malinconico
Carlo Malinconico con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
con delega all'editoria
Durata mandato28 novembre 2011 –
10 gennaio 2012
Capo del governoMario Monti
PredecessorePaolo Bonaiuti
SuccessorePaolo Peluffo

Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri
Durata mandato17 maggio 2006 –
8 maggio 2008
Capo del governoRomano Prodi
PredecessoreMauro Masi
SuccessoreMauro Masi

Dati generali
Partito politicoIndipendente

Carlo Malinconico (Roma, 31 maggio 1950) è un giurista e avvocato italiano, è stato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'editoria dal 29 novembre 2011 al 10 gennaio 2012 nel governo Monti.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la maturità classica ha studiato all'Università degli Studi di Milano, laureandosi in Giurisprudenza nel 1972. Avvocato dello Stato fra il 1976 e il 1985, è stato consigliere di Stato per concorso pubblico dal 1985 al 2002.

Ha ricoperto vari incarichi pubblici, in qualità di capo dell'ufficio legislativo del ministero delle partecipazioni statali (1990-1992) e del ministero del Tesoro (1995-1996), Consigliere giuridico dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (1992-1997), capo del dipartimento degli affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio (1996-2001), direttore generale dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas (2001-2002) e segretario generale della presidenza del Consiglio con Romano Prodi (2006-2008).

È stato presidente della Federazione degli editori, presidente dell'Audipress, consigliere di amministrazione dell'Agenzia di stampa Ansa, di Autostrade per l'Italia e Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l'Italia. Inoltre, ha ricoperto, per un periodo di sei mesi, l'incarico di Commissario straordinario della Fondazione Valore Italia, ente che si occupa della promozione del made in Italy.

Nel 2003 ha fondato lo Studio Legale Malinconico che si occupa principalmente di diritto amministrativo, diritto europeo, della concorrenza, civile e societario[1]. Nel 2016 gli stato assegnato il Premio Le Fonti quale avvocato dell'anno nel settore del diritto amministrativo[2].

Alla fine del 2020 ha fondato a Roma, assieme all’avvocato Domenico Gentile, lo studio associato Malinconico Gentile che nel 2021 ha aperto una sede anche a Milano, offrendo assistenza in tutti gli ambiti del diritto amministrativo, nel diritto civile e del lavoro.[3]

Carriera giuridica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976 superato l'esame di abilitazione a procuratore legale, vince i concorsi pubblici in magistratura e per Procuratore dello Stato. Successivamente viene assegnato all'Avvocatura dello Stato di Milano. Nel 1979, vince i concorsi pubblici ad avvocato dello Stato, giudice del TAR e giurista della Comunità europea. Presta servizio per nove anni, dal 1976 al 1985, come avvocato nell'Avvocatura dello Stato a Milano. Ha lavorato negli anni di piombo, rappresentando lo Stato anche come parte civile in processi difficili, come quello per l'assassinio del giornalista Walter Tobagi. Nel 1984 diventa consigliere di Stato, ricoprendo tale carica dal 1985 al 2002.

Carriera universitaria[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2002, dopo aver lasciato il Consiglio di Stato, entra come professore ordinario di Diritto dell'Unione europea alla Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze (SSEF) del Ministero dell'Economia. Successivamente, a seguito di concorso pubblico e in applicazione di una legge che consentiva ai docenti della stessa scuola di transitare verso i ruoli dell'Università[4], Malinconico si trasferisce alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Udine, dove insegna da novembre 2002 a ottobre 2005. Nel mese di novembre 2005 viene chiamato ad insegnare alla Facoltà di Giurisprudenza, dall'Università di Roma – Tor Vergata, dove permane sino al mese di novembre 2011.

Vicende giudiziarie, arresto, prese di posizione e polemiche[modifica | modifica wikitesto]

Il no ai Savoia[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre 2007, mentre ricopriva la carica di segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Carlo Malinconico rispose negativamente alla richiesta danni da parte dei discendenti di Casa Savoia allo Stato italiano di un risarcimento complessivo pari a 260 milioni di euro. Avanzò invece la possibilità di chiedere a sua volta i danni ai Savoia per la loro responsabilità nei confronti della storia nazionale[5].

La nomina a Sottosegretario di Stato e le successive dimissioni[modifica | modifica wikitesto]

Malinconico venne nominato nel Consiglio dei ministri del 28 novembre 2011[6] Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Monti con delega all'editoria[7].

Il 10 gennaio 2012 si dimise dall'incarico a seguito del clamore mediatico suscitato dalla pubblicazione da parte di alcuni giornali di una notizia relativa ad alcuni soggiorni all'Hotel "Il Pellicano" di Porto Ercole risalenti al 2007/2008 che sarebbero stati pagati dall'imprenditore Francesco De Vito Piscicelli[8]. Interpellato dagli organi di stampa, De Vito Piscicelli lasciò intendere che il pagamento di tali soggiorni sarebbe stato connesso al ruolo di Malinconico e alla possibilità di ottenere da quest'ultimo dei favori[9]. Circostanza quest'ultima sempre negata da Malinconico e che, in ogni caso, risulta priva di qualsiasi riscontro e non ha costituito oggetto di indagine da parte alla magistratura[10].

Per tali accuse, in ogni caso, e in particolare per le dichiarazioni rese nell'ambito di un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica nell'ottobre del 2012, il 14 marzo 2014 Francesco De Vito Piscicelli è stato rinviato a giudizio per diffamazione dal giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma.[11]

Il caso Sistri[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile del 2013 Malinconico viene arrestato [12] nell'ambito dell'indagine avviata dalla Procura di Napoli in relazione al sistema di tracciamento dei rifiuti denominato Sistri.

Nel gennaio del 2014 il Gip di Roma, su richiesta del pubblico ministero, ha però accertato la completa estraneità di Malinconico ai fatti contestati e ha conseguentemente disposto l'archiviazione della posizione, escludendo così qualsiasi responsabilità penale.

Progetto Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 marzo 2020 ha presentato a Roma una iniziativa politica da lui presieduta e denominata Progetto Italia per la buona politica, il cui coordinatore nazionale è l'ex parlamentare Massimo Baldini.[13]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 21 marzo 2005[14]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

È autore e curatore di numerose pubblicazioni di diritto amministrativo e comunitario.

  • Le funzioni amministrative delle Autorità indipendenti, in I garanti delle regole, a cura di S. Cassese e C. Franchini, Bologna, il Mulino, 1999.
  • Codice degli appalti pubblici e privati, Milano, Il Sole 24 Ore, 2006.
  • Manuale breve di diritto amministrativo, Milano, Giuffré, 2006.
  • Codice dell'energia. Disciplina statale, comunitaria e atti di regolazione dell'AEEG, di Carlo Malinconico, Sergio Fidanza e Angelo Gigliola, Gruppo 24 Ore, 2012.
  • Come superare il socialismo municipale. Dalle municipalizzate al libero mercato, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2016.
  • Il Governo populista. Una critica ragionata, a cura di Giancarlo Capaldo, Carlo Malinconico e Pino Pisicchio, Il Periscopio delle Idee, 2019.
  • Una svolta culturale per la crescita del Paese. La sfida del Next Generation EU, a cura di Carlo Malinconico e Maurizio Maresca, Udine, Forum Edizioni, 2021.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente della Federazione Italiana Editori Giornali Successore
Boris Biancheri luglio 2008 - dicembre 2011 Giulio Anselmi
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