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Biblioteca Scarabelli

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Biblioteca Scarabelli
File:02.jpg
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneBandiera della Sicilia Sicilia
CittàFile:Caltanissetta-Stemma.png Caltanissetta
IndirizzoCorso Umberto I, 88
Caratteristiche
ISILIT-CL0005
Numero opere142.000 volumi, 1.042 cinquecentine, 281 manoscritti, 69 riviste, 11 incunaboli, 2 pergamene
Apertura1862
[biblioteca.caltanissetta@amicomune.it Sito web]

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«Un paese, ha vita propria, quando attua quei mezzi che tendono direttamente a migliorarlo. Or uno, dei più efficaci, che concorre a civiltà e a progresso, è certo un fondamento di studi, una pubblica biblioteca.»

La Biblioteca Scarabelli è la storica biblioteca nissena fondata nel 1862 con un decreto del prodittattore Antonio Mordini ed ospitata nei locali dell'ex Convento dei Gesuiti.

La blibioteca, fondata su numerosi lasciti di collezioni di volumi, prende il nome da Luciano Scarabelli il quale operò negli anni cospicue donazioni che si sommarono ai preziosi volumi requisiti per decreto ai vari ordini religiosi presenti sul territorio.

I personaggi che in epoche e per motivi diversi contribuirono in modo precipuo a rendere preziosa e culturalmente importante la biblioteca furono: il frate priore cappuccino Girolamo Maria al secolo Pietro Guadagno di Caltanissetta, il prefetto l'avv. Domenico Marco d'Ivrea, il prof. Luciano Scarabelli, piacentino, e il bibliotecario nisseno Calogero Manasia.

La biblioteca comunale vanta un importante patrimonio di volumi, riviste e manoscritti diversi, ed inoltre possiede una collezione di opere storiche tra cui 11 incunaboli[2] di argomenti filosofici e religiosi del 1476-1496, 2 pergamene, e diverse preziose cinquecentine.[3]

In omaggio all'illuminata generosità dello Scarabelli, si volle dedicare a lui il nome della Biblioteca il 12 maggio 1882.[4]

Storia

La biblioteca fu istituita con il decreto n. 264 dal prodittatore della Sicilia Antonio Mordini nel 1862. Lo stesso anno l'avv. Domenico Marco d'Ivrea, primo illuminato prefetto di Caltanissetta, prese l'iniziativa di lanciare un appello pubblico a tutti gli Ordini religiosi, Enti Pubblici, Famiglie Patrizie e professionisti, affinché donassero volumi per la costruenda Biblioteca Comunale di Caltanissetta.[5]

Il servizio pubblico della biblioteca ebbe iniziò l'anno 1888, grazie ad un primo stanziamento da parte del comune e per il fattivo lavoro di preparazione effettuato dal bibliotecario sacerdote Calogero Manasia.[6][7]

Le donazioni di privati

Nonostante la documentata resistenza del vescovo dell'epoca e di molti enti ecclesiastici, diversi donatori diedero sostegno all'iniziativa donando volumi in modo pari al loro prestigio sociale. Tra le più importanti donazioni vanno ricordati i volumi donati da:[8]

insieme a molti altri donatori di ogni parte d'Italia.

Tra le donazioni di cittadini nisseni si ricordano:[8][9]

  • Il priore dei Benedettini Cassinesi di Caltanissetta
  • Il Barone Lanzirotti
  • Il Barone Di Figlia
  • Il Barone Canalotti

insieme ad altri volumi acquistati da privati con fondi comunali.

Le confische agli ordini religiosi

Il contributo più cospicuo e sicuramente più pregevole venne da parte dei disciolti ordini religiosi; infatti nel 1867, un decreto ministeriale assegna alla città il patrimonio librario degli ordini religiosi, presenti a Caltanissetta; per un totale di oltre 12 367 volumi.[5]

Gli ordini che contribuirono con le proprie opere, sono stati per la gran parte i Frati Cappuccini; poi quelli dei Riformati, di San Antonio di Santissima Maria degli Angeli, di San Francesco, dei Benedettini di Santa Flavia, degli Agostiniani Scalzi, dei Fatebenefratelli, dei Domenicani e dei Gesuiti. La consegna dei volumi, eccezion fatta per quelli dei Gesuiti, che avvenne in data 9 ottobre 1867.[6]

I 1469 volumi dei Gesuiti furono acquisiti dal patrimonio della Biblioteca solo nel 1889, dopo essere stati scoperti casualmente in un sottotetto della chiesa di Sant'Agata attigua ai locali della biblioteca. Lì furono nascosti, per evitare la confisca, prima della partenza dei gesuiti dalla città, avvenuta nel 1860 quando il 17 giugno Garibaldi con un editto espulse i Redentoristi e i Gesuiti a causa del loro attivo ruolo nella formazione superiore che veniva concessa in esclusiva al Re di Napoli.

I libri dei gesuiti furono consegnati alla città grazie al decreto prodittoriale del 1860, per intercessione dell'allora ministro della pubblica istruzione Boselli, che conosceva ed apprezzava la biblioteca.[10]

Le donazioni di Luciano Scarabelli

Ritratto del 1882 di Luciano Scarabelli dell'artista Michele Tripisciano

La donazione più importante è quella dello studioso Luciano Scarabelli, professore di Estetica all'Università di Bologna, che nel periodo compreso tra il 1862 e il 1875 donò oltre 2.500 volumi alla biblioteca, con vari invii. La biblioteca prende da lui il nome per decisione del Consiglio Comunale del 12 maggio 1882, in segno di riconoscenza per le ripetute e pregevoli donazioni fatte, e per lo spirito democratico e di grande mecenate mostrato verso la comunità della città di Caltanissetta. Tra i libri donati da Luciano Scarabelli a Caltanissetta vanno segnalati i libri, avuti a sua volta in dono, della biblioteca personale del suo maestro Pietro Giordano.

Scrive il Vitellaro:[11]
il filo rosso che unisce il piacentino Luciano Scarabelli ad una sperduta città nel centro della Sicilia, trova risposta nell'opuscolo "Per un fondamento di studi in una citta di Sicilia", 1865. Pubblicato in anastatica del 2008.

Dove lo Scarabelli scrive che il suo maestro Pietro Giordano lo salvò dall'ignoranza e lo plasmò come studioso grazie al dono che questi gli fece dei propri libri, a patto che egli una volta letti e studiati li avesse a sua volta donati a:

«chi conosciate abbisognane. ...
E io mantenuta la parola seminando a pubblico e a privato dovunque me trovavo quello che avevo e di mio, e di altrui venutomi da altri.
... lessi che Caltanissetta votato aveva di comporre ed aprire al pubblico una biblioteca, rivolgeva agli amorosi degli studii perché volessero, donando libri, aiutare l'attuazione di quello concetto. Io feci una coltè di quello che avevo innanzi e spedii.»

L'edificio

L'ex convento dei Gesuiti sede della Biblioteca Scarabelli vista da Corso Umberto I all'altezza di Piazza Calatafini

La biblioteca nasce il 17 ottobre 1860 per decreto del prodittatore Antonio Mordini che con il decreto n. 264 assegna i locali del Convento Gesuitico attigui alla Chiesa di Sant'Agata.

La biblioteca fu sin dal primo momento dalla sua fondazione fu collocata nell'edificio conventuale dei Gesuiti, che era stato costruito nel 1588 per volere di Luisa e Francesco Moncada. Questo Collegio presenta all'interno un ampio cortile con porticato, opera di Natale Masucci (1605). L'edificio si sviluppa in altezza su due piani, ed è in stile barocco, con lesene, portali e nicchie in pietra arenaria, con finestre con cornici finemente ornate, oltre a decorazioni in pietra calcarea bianca che danno molta eleganza all'edificio nel suo complesso. Ê caratteristica la grande eterogeneità dei materiali utilizzati per la sua costruzione come il legno, il ferro, la pietra e il gesso, che armonicamente si armonizzano tra loro. Contribuirono alla sua edificazione i frati gesuiti Alfio Vinci e Salvo Blasco.

Contestualmente alla biblioteca l'edificio è anche stato sede di strutture scolastiche della città di Caltanissetta, che hanno modificato l'originaria disposizione degli ambienti interni. Infatti, sin dal 1875 venne iniziata un'opera di alterazione dell'antico Convento gesuitico, per adattarlo alla creazione delle locale Liceo Classico Ruggero Settimo e la Scuola Media Rosso di San Secondo. Solamente dopo quasi un secolo nel 1966, il Liceo Classico fu trasferito negli attuali, più idonei locali; mentre la Scuola media si trasferì solamente nel 1990.[12]

Il restauro

Scopo

Subito dopo il trasferimento della Scuola Media, furono ricercati i fondi per consentire un restauro integrale che potesse restituire all'antico spendore la struttura, valorizzandola come meritava.

In data 23 settembre 1995 fu ottenuto il nulla osta al restauro dell'edificio per una spesa di quattro miliardi e 400 milioni di Lire.[13]

Indagini preliminari

Il restauro[14] ha avuto lo scopo di recuperare l'intera struttura per destinarla interamente alla Biblioteca Scarabelli; con l'eccezione della parte attualmente occupata dal locale Liceo musicale e coreutico provinciale intitolato a Vincenzo Bellini. Il comune ha anche ricevuto dalla provincia una donazione di ambienti del convento di sua proprietà per 326 m². Spazi che sono serviti per la realizzazione di un auditorium e una scala antincendio di emergenza.

Fino a tutto il 1999 sono stati eseguiti una serie di indagini geologiche e strutturali che hanno permesso di individuare i necessari interventi per il consolidamento dell'intera struttura. Indagini che hanno mostrato come l'edificio, nel suo compless osi presentava in discrete condizioni, pur danneggiato dagli anni e dagli inteventi urbanistici circostanti, in particolare per l'abbassamento della quota stradale del prospiciente Corso Umberto I.

Il consolidamento inizialmente previsto, avrebbe comportato una creazione di una paratia fondale continua con pali attorno tutto l'edificio, ma la costatazione in corso d'opera che la struttura fondale era integra a fatto decadere quest'ipotesi.

Realizzazione

Il restauro ha comportato[15] il consolidamento delle parti strutturali a rischio di cedimento con iniezioni di calce idraulica, inserimento di barre in acciaio, risarcitura e cuci e scuci. Nei solai sono stati inseriti portanti in ferro. All'interno sono stati eliminati tutte le tramezzature ripristinando le aperture originali e i percorsi originali; inoltre sono stati rifatti gli intonaci, e si provveduto anche al restauro della pietra viva delle cornici e decorazioni interne ed esterne.

Infine, sono state previste e create uscite e scale di sicurezza ed accessi ai disabili con un opportuno ascensore.

Sul piano terra è stato creato un Auditorium, con 110 posti a sedere, che è un'alternativa all'aula consiliare del palazzo del Carmine. I portici sono un ulteriore spazio espositivo all'aperto parzialmente coperto che può accogliere anche 300-350 posti a sedere. Nel primo piano nel loggiato, è stata prevista la creazione di una galleria espositiva collegata ai locali dalla biblioteca.

Unico tra gli arredi preesistenti che ha meritato un restauro è una libreria della vecchia Biblioteca che si fa risalire al 1760-1770. Essa ospitò i testi trasferiti da vecchio Convento dei Frati Cappuccini diventato prima nosocomio e poi nel 1905 Ospedale Vitt. Emanuele II.[16]

Patrimonio

La biblioteca Scarabelli vanta, a tutto il 2009,[3] un patrimonio di 142.166 volumi, 69 riviste varie, 281 manoscritti diversi, ed inoltre possiede una collezione di opere storiche che comprende: 1.042 cinquecentine, 11 incunaboli di argomenti filosofici e religiosi del 1476-1496, tra cui un incunabolo attribuito a Pico della Mirandola[17] ed infine 2 pergamene.[3]

In data 8 settembre 2010 viene denunciata la scomparsa di un prezioso testo il: "Psalterium" del XVII secolo classificato fra le cinquecentine, sottratto da ignoti il 3 settembre.[18][19]

Fondi e sezioni

Diversi patrimoni privati sono confluiti nella biblioteca costituendo alcuni Fondi, molti organizzati per argomento:[3]

  • Fondo Scarabelli
  • Fondo Pietro Giordani (Letteratura)
  • Fondo Mulè Bertolo Giovanni (Storia Locale)
  • Fondo Pulci Francesco (Religione)
  • Fondo Le Moli (Giurisprudenza)
  • Fondo Sanna Luigi (Varia Umanità)
  • Fondo canonico

Sezioni speciali

  • Sezione storia locale
  • Sezione ragazzi
  • Sezione periodici e quotidiani
  • Archivio Rotariano[20]

Fondo antico

L'apporto di oltre 12 000 volumi da parte dei locali conventi religiosi fece si che la Biblioteca Scarabelli si caratterizzasse subito come una biblioteca storica. I testi di orgigine religiosa sono stati 12 367, ad oggi è difficile attribuire i singoli libri a ciascun ordine ecclesiastico come contributo alla creazione del fondo antico, così come fu organizzato da Bibliotecatio Manasia, che per primo pensò e creò una corretta archiviazione dei testi ricevuti dalla biblioteca.

Provenienza:[21]

  • I libri dei Cappuccini provenivano dal Convento di contrada Pigni poi diventato Nosocomio e nel 1905 l'Ospedale Vitt. Emanuele II fondato nel 1540.
  • I libri dei Benedettini Cassinesi provenivano dal Monastero di Santa Flavia fondato nel 1592.
  • I libri dei Domenicani provenivano dal convento di San Domenico fondato nel XV secolo.
  • I libri dei Carmelitani provenivano dal Convento del Carmine poi diventato Palazzo del Carmine-Municipio fondato nel 1371.
  • I libri dei Francescani Conventuali provenivano dal Convento di San Francesco fondato nel 1507.
  • I libri dei Agositniani Scalzi provenivano dal convento di Santa Maria delle Grazie fondato nel 1623.
  • I libri dei Benedettini Cassinesi provenivano dal Monastero di Santa Flavia e del Convento di Santa Caterina.
  • Altri libri quelli degli Antoniani di Sant'Agostino (1637) e quelli dei Minori Osservanti di Santa Maria degli Angeli (1507).
I libri dei Cappuccini

Di particolare pregio ed importanza per la nascente biblioteca Scarabelli fu l'apporto dei libri provenienti dal Convento dei Cappuccini. Il pregio e l'importanza di questi testi, nasce dal fatto che lo stesso convento era sede di noviziato, tanto che richiese nel 1698 la creazione di una biblioteca ad hoc per contenere la mole dei volumi presenti.[22]

Gran parte dell'importanza delle opere presenti nel convento de Cappuccini di Caltanissetta si deve all'azione illuminata del priore Girolamo Maria al secolo Pietro Guadagno. Egli nacque il 10 marzo 1712 e visse per 20 anni a Roma rimanendo molto vicino, per motivi di ufficio, ai papi Clemente XIII e Clemente XIV; cosa questa che gli permise di poter usufruire di lasciti e acquisiszioni di libri provenienti da biblioteche private di monaci e prelati deceduti a Roma. Ciò anche grazie all'autorizzazione avuta ad usare le elemosine raccolte per l'acquisto di libri. Quando morì nel 1786 aveva contribuito a creare la prestigiosa e preziosa biblioteca del convento dei Cappuccini più di ogni altro. La biblioteca, secondo gli storici, era superiore ai 6400 volumi, volumi che poi confluiranno nella Biblioteca Scarabelli. La preziosità della Biblioteca creata è testimoniata dal fatto che Papa Alessandro VII Chigi concesse ai Cappuccini il potere di scomunicare chi avesse danneggiato o rubato i volumi della biblioteca.[23]

Il valore culturale della biblioteca per i laici e religiosi di Caltanissetta superava ogni altra biblioteca del posto, anche rispetto quella dei Gesuiti che assicuravano a Caltanissetta una formazione di "primo livello" per poi dirottare i discendi verso altre "Scuole maggiori" a Palermo, Catania, Siracusa e Trapani o presso il Seminario diocesano di Girgenti (Agrigento). Per comparare il valore della biblioteca dei Cappucini di Caltanissetta, con i suoi oltre 6400 volumi, va ricordato che la biblioteca dei Cappuccini di Messina possedeva 1131 testi, quella di Catania 554, le altre sparse per la Sicilia poche centinaia ciascuna.[24]

Benché i libri dei cappuccini fossero tutti contrassegnati da un bollo di riconoscimento proprio, a tutt'oggi non è stato possibile fare un censimento della provenienza dei libri dei vari fondi confluiti nella Biblioteca Scarabelli.[25]

L'elegante libreria in legno che li conservava, nel convento dei Cappuccini, fu trasferita insieme ai libri nella biblioteca Scarabelli quando questa fu creata dopo il 1860.

I libri dei Gesuiti

I libri dei Gesuiti confluirono nel patrimonio della Biblioteca Scarabelli, in modo fortuito, solamente 32 anni dopo la partenza degli stessi gesuiti dalla città. Partenza dovuta al decreto di Garibaldi che confiscava i beni dei Gesuiti e dei Redentoristi per il loro supporto esclusivo ai Borboni.

I Gesuiti credendo, come altre volte successo, di poter tornare nel loro convento, nascosero piuttosto che "trafugare" i propri testi, in un sottotetto della chiesa di Sant'Agata, attigua al Convento, dietro un muro creato apposta per occultare gli stessi. Solamente a seguito di lavori furono scoperti in modo del tutto casuale, successivamente furono acquisiti nel patrimonio della Biblioteca. Infatti questi volumi, piuttosto che entrare nel demanio dello Stato, furono affidati in via definitiva alla biblioteca, grazie all'interessamento del ministro dell'Istruzione.[26]

Questi libri furono contati in 1469 volumi dal bibliotecario Calogero Manasia[7] e quindi classificati, per la gran parte, come testi a carattere religioso.

Solamente 16 furono le più preziose cinquecentine con opere di Sant'Agostino e di Averroè, di Cicerone, di Demostene e di San Girolamo. 51 furono le seicentine e le settecentine 145, mentre i testi dell'Ottocento furono 143, parecchi quelli in lingua francese.

Incunaboli

Gli incunaboli posseduti dalla biblioteca Scarabelli sono in tutto 14, pur numerati fino a 17 per l'inserimento di volumi successivi al 1500.[27]

  • Gregorius S. magnus Moralia beati Gregori pape super librum Job, Venetis, Andrea de Torrefanis de Asual. 11 aprile 1496.
  • Giovanni de Ferrara, Liber de coelesti vita Venetiis Matheus Capcasa parmensis, 19 dicembre 1494.
  • Pico della Mirandola, Giovanni Opuscula Bonomiae, Benedictus Hectoris, 20 marzo 1496.
  • Gaetano (S.) da Thiene, De anima Aristotelis, Venetiis, antonius de Strata de Cremona, 2 ottobre 1481.
  • Antonino (S.) da Firenze, Sancti Antonini Summa. Venetiis Leonardus Wild, 1491.
  • Tomaso (S.) d'Aquino, Tractatus de veritate catholicae fidei et errores Gentilium, Venetiis, Francisuset Nicolaus de Franckfordia, 1473-1477.
  • Michele (P.) da Milano, Sermones,
  • Angelo (Frate) da Chivasso (Angelo Carletti), Summa Angelica de casibus conscientiae per fratem Angelicum de Clavasco, Venetiis, Georgius de Rinolensis Mantuanus, 11 novembre 1487.
  • Jacopo da Varazze, Liber Sanctorum ac festorum per totum annum, Venetiis, Manfredus de Nomteferato 20 settembre 1493.
  • Landolfo de Chartes, Meditationes vitae Jesu Christi, Venetiis, Simonis Papiensis dictus Bevilaqua, 7 dicembre 1498.
  • Michele (P.) da Milano, Sermonarium de penitentia per adventum et quadragesimam, Venetiis, Georgius de Arrivabenis 28 settembre 1496.
  • De Salis Battista, Summa Rosella, Venetiis, Georgius Arrivabeni, 17 settembre 1495.
Cinquecentine

La provenienza e le origini del fondo antico spiegano l'importanza e il valore delle opere conservate nella Biblioteca. Il corpus di opere più prezioso è certamente quello delle cinquecentine, che con più di mille volumi rende particolarmente importante la bliblioteca Scarabelli nel panorama delle Biblioteche nazionali e non.

Le cinquecentine sono a carattere religioso ma non solo; tra le opere di maggior valore e pregio il Vitellaro[28] sceglie le seguenti:

Autore Opera Luogo Data Formato
Tommaso d'Aquino Commentaria in Evangelium Venezia 1527
Silvestro (P.) da Piero Summa Silvestrina Venezia 1514
Pesotto Nicolò Cornucopie sive commentarium linguae Venezia 1504
Pindarus Carmina s.l. 1586 24º
Cicerone Opere varie Venezia 1586 24º
Cicerone Biblia sacra cum glossa ordinaria Lugdumi 1590
Cicerone Biblia sacra cum glossis interlinearibus Venezia 1587-8
Bartolo da Sassoferrato Opera ad corpus Juris Justinianei Venezia 1596 In fol.
Bartolo da Sassoferato Repetitionum in universam
Bartolo da Sassoferato Juris canonici, Vol. 7 Venezia 1587 In fol.
Aurelio (S.) Agostino Opera Omnia, Vol. 9 Lugdumi 1541 In fol.
Platone Opera omnia Marsilio Ficilio interprete Lugdumi 1557
Aristotele Libri de coelo et mundi Venezia 1543
Pietro Ispano Summulae logicales Venezia 1583 16º
Torquato Tasso Di Gerusalemme conquistata Pavia 1594 16º
Valla Lorenzo Elegantiarum latinae lingae libri sex Venezia 1563
Jacopo da Varazze Legendario Venezia 1525
alunno Francesco Della fabrica del mondo Venezia 1562
Plutarco Vite Venezia 1570
Boccaccio Il Filoloco Milano 1520 16º
Ovidio Nasone Heroides epistolae
Tacito C. Cornelio Opera quae exstant Lione 1595 16*
Aulo Gellio Noctes Atticae Lione 1539 16º
Torquato Tasso La Gierusalemmeliberata Genova 1590
Boccaccio La genealogia degli dei gentili Venezia 1574
Plutarco Altri opuscoli e le cose morali Venezia 1567 16º
Cesare C. Giulio Commentari Venezia 1567 16º
Terenzio Il Terenzio latino commentato in lingua toscana Venezia 1567 16º
Plinio C.S. Historiaenaturalis libri octo Lione 1561 24º
Cicerone M.T. Orationum Venezia 1597 16º
Tucidide De bello peloponnesiaco Francoforte 1589 16º
Ariosto L'Orlando Furioso Venezia 1580
Demostene Opera Basilea 15.?
Nizolio Thesaurus ciceronianus Venezia 1576
Livio T. Historiae romanae Lutetiae 1573
Varchi Benedetto Lezioni lette da lui sopra diverse materie Firenze 1590

Particolarmente famosa ed importante la Biblia Polyglotta in sei vol. di Brian Wolton Ed. Londra 1654-7, catalogata con il numero 1 dell'inventario della biblioteca proveniente dal Convento dei Cappuccini.

Manoscritti

I Bibliotecari

  1. Sac. Vincenzo Polizzi
  2. Sac. Vincenzo Caprera
  3. Sac. Calogero Manasia dal 1870 al 1905
  4. Sac. Alfonso Guarneri
  5. Avv. Giuseppe Geraci
  6. Sig. Eugenio Mulè
  7. Prof. Attilio Noto
  8. Can. Michele Palermo
  9. Prof.Sac. Salvatore Piccillo
  10. Prof. Salvatore Gruttadauria fino al 1981
  11. Vacante dal 1981

Monumenti viciniori

Nel raggio di 1 km sono presenti diversi importanti palazzi ed edifici di culto che pongono la Biblioteca Scarabelli nel cuore del centro storico della città di Caltanissetta, i più noti sono:

Note

  1. ^ A. Vitellaro2009, p. 59.
  2. ^ British Library - Incunabula Short Title Catalogue, su istc.bl.uk. URL consultato il 27 maggio 2011.
  3. ^ a b c d Biblioteca Scarabelli | Portale Turistico della Provincia di Caltanissetta, su scoprirecaltanissetta.it. URL consultato il 5 maggio 2011. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "urlBiblioteca Scarabelli | Portale Turistico della Provincia di Caltanissetta" è stato definito più volte con contenuti diversi
  4. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 59.
  5. ^ a b A Vitellaro dicembre 2000, p. 7.
  6. ^ a b A Vitellaro dicembre 2000, p. 7.
  7. ^ a b AIB. DBBI20. Manasia, Calogero, su aib.it. URL consultato il 7 maggio 2011. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "urlAIB. DBBI20. Manasia, Calogero" è stato definito più volte con contenuti diversi
  8. ^ a b A Vitellaro dicembre 2000, p. 14 - 22.
  9. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p.7.
  10. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 28.
  11. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 45.
  12. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 2.
  13. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 2 e 3.
  14. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 4.
  15. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 5.
  16. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 6.
  17. ^ C. Miceli 29 ottobre 2005, p. 357.
  18. ^ www.comune.caltanissetta.it (PDF), su comune.caltanissetta.it. URL consultato il 5 maggio 2011.
  19. ^ N. 30 - Interrogazione biblioteca Scarabelli - Comune di, su comune.caltanissetta.it. URL consultato il 5 maggio 2011.
  20. ^ http://www.carlomarullodicondojanni.net (PDF), su carlomarullodicondojanni.net. URL consultato il 20 maggio 2011.
  21. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 25- 26.
  22. ^ C. Miceli 29 ottobre 2005, p. 357.
  23. ^ C. Miceli 29 ottobre 2005, p. 365.
  24. ^ C. Miceli 29 ottobre 2005, p. 367.
  25. ^ C. Miceli 29 ottobre 2005, p. 367.
  26. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 28.
  27. ^ Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia. Compilato da T.M. Guarnaschelli e E. Valenziani [et al.]. 6 vols. Roma, 1943-81.
  28. ^ A Vitellaro dicembre 2000, p. 33.

Bibliografia

Collegamenti esterni