Benelli 650 Tornado

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Disambiguazione – Se stai cercando la moto costruita dal 2001, vedi Benelli Tornado Tre.
Benelli 650 Tornado
Una "Tornado 650 S" del 1972
CostruttoreBandiera dell'Italia Benelli
TipoStradale
Produzionedal 1971 al 1975
Sostituita daBenelli Quattro
Modelli similiBSA A65
BMW R 75/5
Ducati 750 GT
Honda CB 750 Four
Italjet Grifon
Laverda 750 GT
Moto Guzzi V7 Special
Norton Commando 750 Fastback
Triumph Bonneville T120
Yamaha XS 650

La 650 Tornado è una motocicletta costruita dalla Benelli (ma venduta anche come MotoBi) dal 1971 al 1975.

Il contesto[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della Tornado sono da ricercarsi nel "boom" del mercato motociclistico statunitense degli anni sessanta. La prima idea è di una 350 cm³ bicilindrica, il cui progetto viene affidato a Piero Prampolini, già noto per i motori monocilindrici MotoBi "a uovo". L'idea viene però tralasciata per passare a una cilindrata più sostanziosa: una 650, sull'esempio delle moto inglesi, ma anche di Laverda, Moto Guzzi e Gilera, che a metà anni '60 stanno sviluppando progetti di moto da 500 a 700 cm³.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Prampolini progetta un motore leggero e compatto, un bicilindrico con manovellismo a 360°; il cambio è un 5 marce. Il telaio (un doppia culla chiusa) è invece opera di Luigi Benelli. I primi prototipi sono pronti nel 1967: a collaudarli, tra gli altri, Eugenio Lazzarini e Renzo Pasolini, viene chiesto anche il parere del noto attore Steve McQueen, uomo-immagine dell'importatore americano Benelli, il quale richiederà alcune modifiche al telaio (simile agli inglesi Rickman-Metisse) e alle sovrastrutture.

La nuova Benelli ha però alcuni difetti. Oltre alla mancanza dell'avviamento elettrico, il motore vibra moltissimo, soprattutto dai 4000 giri/min in avanti. A tal fine Piero Prampolini impostò la Tornado 650 S, con avviamento elettrico Bosch, albero motore riequilibrato, rapporto di compressione aumentato, rapporti del cambio e impianto di scarico rivisti.

Con la cessione dell'azienda pesarese a Alejandro De Tomaso, sotto la cui gestione la 650 S debuttò nel 1972, con nuove grafiche, nuova strumentazione e un generale ammodernamento del design. Nel 1973 si presentò la versione S2, dotata di una veste più sportiva, con cupolino in plexiglas, sella con codino e manubrio ribassato.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La moto viene ultimata nel 1968; a causa di alcuni ritardi nella consegna dei macchinari per la costruzione, però, i primi esemplari per gli USA escono dalla catena di montaggio di Pesaro solo nel 1970, mentre quelli per i mercati europei nel 1971, quando sono già arrivate sul mercato la Honda CB750 Four e la Kawasaki H1 500, mezzi decisamente più sofisticati e dalle prestazioni più elevate rispetto alla Tornado. In compenso, la 650 pesarese (venduta anche sotto il marchio MotoBi) uscì vincente dal confronto con le bicilindriche britanniche cui si ispirava, vendendo sul mercato italiano più delle Triumph e BSA sue dirette concorrenti.

La difficile situazione finanziaria della Benelli portò alla cessione dell'azienda pesarese a Alejandro De Tomaso, che segnò però anche il canto del cigno per la Tornado: il vulcanico imprenditore argentino aveva ambiziosi progetti per la Benelli, concretizzatisi nelle 4 e 6 cilindri monoalbero e nelle "2C" bicilindriche due tempi. A ciò si aggiunse un calo nelle vendite, che si cercò di tamponare con la versione S2, presentata nel 1973. Le ultime versioni della Tornado rimasero in catalogo fino al 1975, anno in cui la Tornado uscì di produzione dopo circa 2000 esemplari costruiti.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche tecniche - Benelli Tornado 650 (Tornado 650 S)
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.) 2112 (2110) × 790 (775) × 1130 (1070) mm
Interasse: 1380 mm Massa a vuoto: 190 (210) kg Serbatoio: 12 litri
Meccanica
Tipo motore: quattro tempi, bicilindrico parallelo frontemarcia inclinato in avanti di 12° Raffreddamento: ad aria
Cilindrata 642,8 cm³ (Alesaggio 84 × Corsa 58 mm)
Distribuzione: ad aste e bilancieri, 2 valvole per cilindro Alimentazione: 2 carburatori Dell'Orto VHB 29
Potenza: 50 CV a 7400 giri/min (52 CV a 7200 giri/min) Coppia: 5,5 kgm a 4000 giri/min Rapporto di compressione: 9:1 (9,6:1)
Frizione: multidisco in bagno d'olio Cambio: 5 marce in blocco, comando sulla destra
Accensione a ruttore
Trasmissione primaria a ingranaggi elicoidali, finale a catena
Avviamento a pedale (a pedale ed elettrico)
Ciclistica
Telaio doppia culla chiusa
Sospensioni Anteriore: forcella ø 35 mm / Posteriore: forcellone oscillante con due ammortizzatori
Freni Anteriore: tamburo centrale quattro camme ø 230 mm / Posteriore: tamburo centrale monocamma ø 200 mm
Pneumatici anteriore: 3.50-18"; posteriore: 4.00-18"
Prestazioni dichiarate
Velocità massima 176 (190) km/h
Fonte dei dati: Motociclismo d'Epoca 12/2002-1/2003

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

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