Anatolij Emel'janovič Golubov
Anatolij Emel'janovič Golubov | |
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Nascita | Novomarkovka, 29 aprile 1908 |
Morte | Mosca, 29 gennaio 1978 |
Luogo di sepoltura | cimitero di Kuntsevo |
Dati militari | |
Paese servito | Unione Sovietica |
Forza armata | Voenno-vozdušnye sily SSSR |
Specialità | Caccia |
Anni di servizio | 1930-1955 |
Grado | maggior generale |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Assedio di Leningrado Operazione Bagration Offensiva della Prussia Orientale (1945) Battaglia di Königsberg |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Анатолий Емельянович Голубов[1] | |
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Anatolij Emel'janovič Golubov (in russo Анатолий Емельянович Голубов?; Novomarkovka, 29 aprile 1908 – Mosca, 29 gennaio 1978) è stato un generale e aviatore sovietico, è stato un asso dell'aviazione da caccia nel corso della seconda guerra mondiale abbattendo individualmente 8 aerei nemici, più due in collaborazione.[2] Insignito dell'onorificenza di Eroe dell'Unione Sovietica e del'Ordine di Lenin[3][4].
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nacque il 29 aprile 1908 nel villaggio di Novomarkovka, (ora Kantemirovskij rajon, Oblast' di Voronež), all'interno di una famiglia di contadini.[2] Frequentò la scuola elementare e poi quella media frequentando i corsi serali per il diploma di scuola secondaria.[1] Dal 1922 al 1925 lavorò per ricchi contadini come pastore e bracciante agricolo, e dal 1925 al 1927 lavorò nello stabilimento di Okhra presso la stazione ferroviaria di Zhuravka, Kantemirovskij rajon, come stalliere, operaio di mulino a pale, e assistente autista.[1][3] Dall'ottobre 1927 al dicembre 1929 lavorò nella città di Šachty, nella Oblast' di Rostov, nelle miniere di carbone che prendevano il nome dalla Rivoluzione d'ottobre e nelle prime miniere statali come minatore.[1] Dal 1929 è conducente di trattori e caposquadra di una brigata di trattori nella comune “Paese dei Soviet”.[5] Nel 1930 fu arruolato nell'Armata Rossa, frequentando la scuola reggimentale del 25 ° Reggimento di artiglieria della 25ª Divisione di fucilieri Chapayev.[1] Ha servito come comandante di pezzo e assistente comandante del plotone dei vigili del fuoco.[1] Allo stesso tempo completò un corso di 6 mesi per prepararsi alla scuola militare.[1] Divenne membro del PCUS nel 1931.[1] Nell'agosto 1932 entrò come cadetto nella 3ª Scuola militare congiunta per tecnici e piloti di Perm', da dove, nel maggio 1933, fu trasferito all'8ª Scuola per piloti militari di Odessa.[2] Conseguì il brevetto di pilota nel novembre 1933 e poi prestò servizio presso la scuola, come pilota istruttore, fino al dicembre 1936. Dal gennaio 1937 all'ottobre 1940 fu comandante del distaccamento della 2ª Scuola militare di pilotaggio di Borisoglebsk.[2] Dal dicembre 1940 al giugno 1941 studiò presso il dipartimento operativo per l'addestramento dei comandanti di reggimento dell'Accademia dell'aeronautica militare.[1] Al termine degli studi fu nominato responsabile dei corsi per l'addestramento dei comandanti di volo presso la neocostituita 67ª Divisione dell'aviazione da caccia (IAD); allo stesso tempo prestò servizio come assistente comandante di reggimento.[1] A causa dello scioglimento della divisione nel settembre 1941, fu inviato sul fronte di Leningrado come assistente comandante del 523. IAP, equipaggiato con i caccia Lavochkin Gorbunov Gudkov LaGG-3.[1]
Il suo reggimento prese parte alle operazioni di combattimento dal 2 ottobre al 26 dicembre 1941 in forza al 3° Gruppo aereo della riserva, subordinato alla 54ª Armata, e partecipò alle operazioni difensive e offensive di Tijvin in supporto all'esercito nelle aree di Volchov e Voybokalo.[1] Dal 3 dicembre 1941 il gruppo fu operativamente subordinato all'aeronautica della flotta del Baltico, svolgendo compiti di copertura aerea alle navi e alle strutture della flotta.[1] Da gennaio a giugno 1942 operò nelle retrovie durante la riorganizzazione dell'aeronautica.[1] Nel febbraio 1942, divenuto maggiore, fu nominato comandante del 523. IAP che ritornò al fronte presso la 234ª IAD della 1ª Armata aerea.[1][3] Prese parte alla prima operazione Rzhev-Sychev e poi ai combattimenti nell'area di Kalinin (30 luglio-23 agosto 1942).[1] Il 14 agosto 1942 conseguì la sua prima vittoria abbattendo un caccia Messerschmitt Bf 109 e poi un aereo da ricognizione bimotore Focke-Wulf Fw 189.[1] Il 28 dicembre 1942 fu nominato comandante del 18. IAP della 303. IAD.[1][3] Dopo aver completato la sua formazione, il reggimento entrò in combattimento nel febbraio 1943, equipaggiato con i caccia Yakovlev Yak-7b, sostituiti nel settembre 1943 con gli Yakovlev Yak-9.[1] Prese parte all'operazione offensiva Rzhev-Vyazemsk, alla battaglia di Kursk, alle operazioni offensive di Smolensk e Orsha.[N 1] Mentre era al comando del 18. IAP, divenuto poi della guardia (18. GvIAP), nel novembre 1942 accettò il primo gruppo di piloti francesi, riuniti nel 4° squadrone, detta "Normandie".[1][5] Successivamente, sulla base di questo reparto, nel 1943 fu formato il Reggimento "Normandie-Niémen".[1] All'inizio dell'operazione Bagration il suo reggimento era schierato sul 3º Fronte bielorusso, e il 28 giugno 1944, mentre effettuava un volo di ricognizione su uno Yak-9D, il suo aereo fu attaccato da due caccia tedeschi Bf 109.[1] Ne abbatté uno, ma quando cercò di rientrare alla base, mentre lo Yak-9D attraversava la linea del fronte a a bassa quota, il velivolo venne colpito dal fuoco dell'artiglieria antiaerea tedesca.[2][4] In vista dell'aeroporto cercò di effettuare un atterraggio di emergenza ma l'aero si incendiò, e giunto ad un metro da terra, capito che l'aereo stava per esplodere, slacciò le cinture di sicurezza e si gettò fuori dall'abitacolo.[4] Toccò terra riportando gravi ferite, fratture, traumi cerebrali e ustioni e subito dopo l'aereo esplose.[2][4] Dopo una lunga convalescenza presso l'ospedale militare centrale di Mosca ritornò al reggimento il 6 ottobre 1944 e, sebbene camminasse con un bastone, continuò a svolgere missioni di combattimento.[2] Nel gennaio 1945, allora tenente colonnello della guardia, fu promosso colonnello e nominato vice comandante della 303. IAD.[1] Nel gennaio-aprile 1945 condusse operazioni di combattimento nel corso dell'operazione offensiva della Prussia orientale.[1] Entro il 15 aprile 1945 aveva effettuato 355 missioni, abbattuto 8 aerei nemici, più due in collaborazione, in 43 combattimenti.[2][4] Durante il periodo sotto il suo comando il reggimento completò con successo 5.190 missioni di combattimento, condusse 279 combattimenti aerei, nel corso dei quali abbatté 220 aerei nemici.[1] Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS del 29 giugno 1945 fu insignito del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica con stella d'oro e dell'Ordine di Lenin.[1] Fino al 9 maggio 1945 effettuò altre 2 missioni di combattimento (il totale divenne 357), ma non entrò più in combattimento.[1] Dopo la fine della guerra continuò a prestare servizio nell'aeronautica militare.[2] Fino al 1946 prestò servizio come vice comandante della 303. IAD assegnata al distretto militare bielorusso-lituano, quindi fu inviato a studiare all'accademia militare.[2] Nel 1949 si laureò presso l'Accademia militare superiore K. E. Voroshilov.[2] Dal 1955 passò in riserva con il grado di maggior generale dell'aeronautica.[2] Stabilitosi a Mosca, decedette il 29 gennaio 1978, e la salma fu tumulata nel cimitero di Kuntsevo.[2]
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Per essersi distinto nelle battaglie, al reggimento fu assegnato il nome onorifico "Vitebsk", fu insignito dell'Ordine della Bandiera rossa (23 ottobre 1943) e dell'Ordine di Suvorov di terza classe (23 luglio 1944), e fu nominato per il secondo Ordine della Bandiera rossa.
Fonti[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Hans D. Seidl, Stalin's Eagles, Schiffer Publishing, 1998, ISBN 0-7643-0476-3.
- (EN) Tomas Polak e Christhoper Shores, Stalin's Falcons, London, Grub Street, 1999, ISBN 1-902304-01-2.
- (EN) Frank Olynyk, Stars & Bars, London, Grub Street, 1995, ISBN 1-898697-17-5.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Anatolij Jemel'janovič Golubov
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (RU) Голубов Анатолий Емельянович, su Warheroes. URL consultato il 10 febbraio 2024.
- (RU) Голубов Анатолий Емельянович, su Allaces. URL consultato il 10 febbraio 2024.
- (RU) Голубов Анатолий Емельянович, su Soviet Aces. URL consultato il 10 febbraio 2024.
- (RU) Голубов Анатолий Емельянович, su Airaces. URL consultato il 10 febbraio 2024.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 311341317 · WorldCat Identities (EN) viaf-311341317 |
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