Agrostidinae

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Agrostidinae
Agrostis stolonifera
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidae
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Avenaea
Sottotribù Agrostidinae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Avenaea
Sottotribù Agrostidinae
Fr., 1835
Generi

Agrostidinae Fr., 1835 è una sottotribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia delle Poacee (ex Graminaceae) e sottofamiglia Pooideae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Agrostis L., 1753 la cui etimologia è sconosciuta: si tratta di una pianta da foraggio greca non identificata in epoca classica.[3] Uno dei primi riferimenti a questa pianta si trova in Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.), che è stato un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici.[4]

Il nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dal micologo e botanico svedese Elias Magnus Fries (Femsjö, 15 agosto 1794 – Uppsala, 8 febbraio 1878) nella pubblicazione "Corpus Florarum Provincialium Sueciae. I. Floram Scanicam" (Fl. Scan.: 196. 1835) del 1835.[5][6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Ammophila arenaria
Le foglie
Polypogon interruptus
Infiorescenza
Calamagrostis arundinacea
Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente da lineari a filiformi, piatte (a volte arrotolate) con punte acuminate.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze sono formate da alcune spighette ed hanno la forma di una pannocchia aperta o contratta e densa. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un solo fiore (occasionalmente con 2 fiori in Calamagrostis e Lachnagrostis). Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sopra le glume persistenti (in Polypogon la disarticolazione avviene a metà strada sul pedicello). Le spighette in genere sono lunghe meno di 7 mm. L'estensione della rachilla è presente o assente. Le spighette in Gastridium hanno la forma di un vaso.
  • Glume: le glume sono più lunghe dei fiori (in Deyeuxia possono essere più corte) ed hanno una sola vena e apici acuti.
  • Palea: la palea è un profillo con due venature (i margini spesso sono più ampi dello spazio tra le venature); può essere cigliata. In genere è ialina. La forma è minuta e a volte è mancante.
  • Lemma: il lemma si presenta ialino o sottilmente membranoso o rigido; è percorso da 3 - 5 venature longitudinali; la forma varia da oblunga a ellittica con apice troncato o dentato (da due a quattro denti o barbe) o frastagliato, diritto o genicolato; è privo di peli (o al massimo è pubescente sulla parte abassiale).
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[7]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme oblunghe e con un solco sul lato ventrale, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. L'endosperma può essere duro, morbido o liquido. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questa sottotribù sono distribuite in tutto il mondo in regioni soprattutto temperate.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa sottotribù (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[10]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la sottotribù Agrostidinae è posizionata all'interno della sottofamiglia Pooideae.[2][7]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù Agrostidinae, più precisamente, è descritta all'interno della tribù Aveneae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. La tribù Aveneae (formata da diverse sottotribù suddivise in alcune supersottotribù) è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae). All'interno della tribù, la sottotribù Agrostidinae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1 "[14]) e in particolare alla supersottotribù Agrostidodinae (Soreng, 2017) insieme alle sottotribù Brizinae, Calothecinae e Echinopogoninae.[1][15]

All'interno della Agrostidodinae, la Agrostidinae occupa una posizione vicina al "core" della supersottotribù e insieme alla sottotribù Calothecinae formano un "gruppo fratello".[1] Il gruppo della sottotribù Agrostidinae, caratterizzato dalle spighette con un solo fiore, è ben supportato dal punto di vista filogenetico dalle analisi sul DNA del plastidio.[15] Altre analisi tuttavia presentano altre possibilità da indagare ulteriormente.[16]

Il genere principale di questo gruppo, Agrostis, si lega morfologicamente con Calamagrostis; tuttavia la maggior parte delle specie di Agrostis forma un clade ragionevolmente ben supportato, distinto da Calamagrostis. Le specie del genere Ammophila si ibridano facilmente con quelle del genere Calamagrostis; gli ibridi sono morfologicamente intermedi tra i due genitori e apparentemente in gran parte sterili. Calamagrostis è polifiletico e il numero delle specie è incerto, inoltre sembra essere poliploide (tetraploide o di ordine superiore). In Calamagrostis la poliploidia e l'apomissia sono ben documentati, suggerendo che il genere potrebbe essere interamente di origine allopoliploide, non sorprende quindi che la storia evolutiva e la sua tassonomia siano complesse. Deyeuxia è interamente poliploide. Lachnagrostis è polifiletico (alcune specie sono legate a Polypogon e altre ad Agrostis).[2]

Le seguenti sono sinapomorfie relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[2]

  • la fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli;
  • le spighette sono compresse lateralmente;
  • i margini embrionali della foglia non si sovrappongono;
  • l'embrione è privo della fessura scutellare.

Le sinapomorfie relative alla tribù sono:[2]

Le seguenti sinapomorfie sono invece specifiche per la sottotribù di questa voce:[2]

  • Agrostidinae: un fiore per spighetta (sinapomorfia generale per tutto il gruppo);
  • Agrostis: la palea è minuta o mancante;
  • Bromidium: l'apice del lemma ha quattro denti o barbe, più una barba centrale sul lato abassiale;
  • Calamagrostis: i lemmi sono più rigidi delle glume;
  • Gastridium: le glume si gonfiano attorno al frutto e si restringono all'apice e si allargano distalmente; i lemmi, nella stessa infiorescenza, possono essere barbati oppure no.
  • Limnodea: gli internodi sono solidi; la disarticolazione avviene sotto le glume.

Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo è il seguente: 2n = 14, 28, 35, 42, 56 e 70.[2]

Il cladogramma tratto dallo studio citato[15] e semplificato mostra una possibile configurazione filogenetica della sottotribù.

Agrostis

Gastridium

Podagrostis

Deyeuxia

Calamagrostis canescens

Calamagrostis

Calamagrostis arenaria

Generi della sottotribù[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù si compone di 12 generi e circa 630 specie:[1][2]

Genere Specie Distribuzione e habitat
Agrostis
L., 1753
264 Cosmopolita delle regioni temperate
Ammophila
Host, 1809
3 Europa (oceanica), Nord Africa e Nord America
Bromidium
Nees & Meyen, 1841
5 Sud America
Calamagrostis
Adans., 1763
98 Tutto il mondo nelle regioni temperate.
Chaetotropis
Kunth, 1830
(12[17]) Cosmopolita
Deyeuxia
Clarion ex P. Beauv., 1812
207 Regioni temperate in tutto il mondo e montagne tropicali.
Gastridium
P. Beauv., 1812
2 Europa, Nord Africa e Medio Oriente.
Lachnagrostis
Trin., 1820
20 Australasia
Limnodea
L.H. Dewey, 1894
Una specie:
Limnodea arkansana (Nutt.) L.H. Dewey
USA e Messico
Podagrostis
(Griseb.) Scribn. & Merr., 1910
6 Nuovo Mondo
Polypogon
Desf., 1798
26 Regioni temperate calde di tutto il mondo e montagne tropicali
Triplachne
Link, 1833
Una specie:
Triplachne nitens (Guss.) Link
Mediterraneo

Note:

  • Solamente con gli ultimi studi il genere Chaetotropis è stato rienserito nella sottotribù prelevando alcune specie da Polypogon.[1]
  • Deyeuxia e Ammophila spesso sono incluse in Calamagrostis.[1][15]
  • Deyeuxia in precedenti trattazioni era riconosciuto anche come Dichelachne Endl., 1833.[2]
  • Limnodea da alcuni Autori è descritta all'interno della sottotribù Poinae (tribù Poeae).[2]
  • Cyathopus tradizionalmente descritto in questa sottotribù, ora è posizionato nella sottotribù Cinninae.[1]
  • Hypseochloa tradizionalmente descritto in questa sottotribù, forma una sua sottotribù (Hypseochloinae).[1]

Specie della flora italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nella flora spontanea della penisola italiana sono presenti i seguenti generi di questo gruppo (il numero delle specie può essere approssimativo):

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Soreng et al. 2017, pag.285.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Kellogg 2015, pag. 234.
  3. ^ Etymo Grasses, pag. 19.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 40.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
  6. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 27 agosto 2019A (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  7. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  8. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  9. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  10. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  11. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  12. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 27 agosto 2018.
  13. ^ Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 24 agosto 2018.
  14. ^ PeerJ 2018, pag. 22.
  15. ^ a b c d Tkach et al. 2019.
  16. ^ Saarela et al.2017, pag 58.
  17. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/search?q=Chaetotropis. URL consultato il 14 aprile 2020.
  18. ^ Conti et al. 2005, pag. 47.
  19. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
  20. ^ Conti et al. 2005, pag. 52.
  21. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
  22. ^ Conti et al. 2005, pag. 65.
  23. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
  24. ^ Conti et al. 2005, pag. 99.
  25. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
  26. ^ Conti et al. 2005, pag. 146.
  27. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 27 agosto 2019.
  28. ^ Conti et al. 2005, pag. 178.
  29. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 27 agosto 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]