When I Get Home (Solange Knowles)

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When I Get Home
album in studio
ArtistaSolange
Pubblicazione1º marzo 2019
Durata38:54
Dischi1
Tracce19
GenereFunk
Neo soul
Contemporary R&B
Jazz
Trap
Hip hop
EtichettaColumbia, Saint Records
ProduttoreSolange (exec.), Earl Sweatshirt, Standing on the Corner
FormatiCD, download digitale
Solange - cronologia
Album precedente
(2016)
Album successivo
Singoli
  1. Almeda
    Pubblicato: 1 marzo 2019
  2. Binz
    Pubblicato: 11 marzo 2019
  3. Way to the Show
    Pubblicato: 1 aprile 2019
  4. Beltway/ Things I Imagined / Down with the Clique
    Pubblicato: 3 aprile 2019

When I Get Home è il quarto album in studio della cantante statunitense Solange, pubblicato il 1º marzo 2019.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'album è stato prodotto da Solange con Earl Sweatshirt e Standing on the Corner. Nonostante nessuna traccia sia accreditata a un artista collaboratore, all'album partecipano vocalmente numerosi artisti, tra cui Gucci Mane, Tyler, the Creator e Dev Hynes. Alla produzione contribuiscono, fra gli altri, il polistrumentista e membro della band The Internet Steve Lacy e Metro Boomin.[2] Sono inoltre presenti Pharrell Williams e John Key.[3]

L'album mescola jazz "cosmico", hip hop e R&B, ed è stato descritto anche come psichedelico soul, new age e funk.[4][5] È stato descritto come un'ode alla scena hip hop di Houston, ed è narrato da una serie di donne afro-americane campionate dal distretto della città dove la Knowles è cresciuta.[6] Nello scrivere l'album, la cantante è stata ispirata dall'uso della ripetizione in The secret life of plants di Stevie Wonder, così come dalla musica di Steve Reich, Alice Coltrane e Sun Ra. Solange ha anche sottolineato come, mentre in A Seat at the Table aveva molto da "dire", in quest'ultimo lavoro prevale ciò che "prova".[7]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
Metacritic[8]90/100
Entertainment Weekly[9]
The Guardian[10]
The Independent[11]
Rolling Stone[12]
NME[13]
The New York Times[14]

L'album ha generalmente ricevuto recensioni molto positive ed è stato universalmente acclamato dalla critica. Metacritic assegna un punteggio di 90/100 mentre Israel Daramola di Spin scrive che "l'album è sapientemente realizzato, curato ed esteticamente abbagliante; coreografato, estremamente serio e auto-assorbito; intellettualizzato, fonicamente avventuroso, ma spesso si sente troppo provato e pulito".[15]

The Guardian lo definisce come 'The Snapchat Album', commentando "Solange ha fatto un disco che suona a volte come una raccolta di demo - impressioni fugaci di canzoni soul fluide e contemporanee che svaniscono nel momento in cui vengono deposte, come un album degli Snapchat. È in linea con la natura sempre più d'avanguardia della produzione R&B di oggi, che può essere ascoltata in tutti, da Frank Ocean ad Ariana Grande: le canzoni sembrano schizzi, i ganci e i cori contano meno; e la musica è concepita, forse, con un'ottica visiva - alla maniera di Lemonade di Beyoncé. Questo tipo di musica richiede molto da parte dell'ascoltatore - canzoni brevi sono più difficili da ascoltare rispetto a quelle lunghe. È come se Solange dicesse: qui c'è uno stato d'animo, ed ecco un altro..... ma forse, con le nostre abitudini d'ascolto sempre più insulari, uno "stato d'animo" è esattamente quello che vogliamo che sia la nostra musica."[16]

The Independent scrive che "l'album dà voce all'infinita frustrazione di essere neri nel mondo, di essere puniti su questa base, e per sostenere la spinta che spesso sentiamo tutti di respingere tutto". Aggiunge che "ci sono melodie abbastanza lente da farti sprofondare in uno stato di tranquillità, e batte duro e forte abbastanza da spingerti a ondeggiare e ballare mentre questo accade".[17] Variety scrive: " 'When I Get Home' è un impegnativo e soddisfacente seguito di 'A Seat at the Table', un seguito che probabilmente sconcerterà alcuni fan, ma intriga e coinvolge ancora di più".[18]

Rolling Stone fa notare che "la crescita di Solange come artista è stata una delle storie più affascinanti della musica, e, come 'A Seat at the Table', 'When I Get Home' serve a ricordare che questo è solo l'inizio del futuro che deve ancora disfare. Se riesce a realizzare un album così significativo per un party, abbiamo a malapena visto la punta della sua visione".[19]

Jon Pareles del The New York Times osserva: "La solidarietà nera che è stato il messaggio più forte di Solange su 'A Seat at the Table' è ancora presente in 'Stay Flo' e in 'Almeda', dove elogia 'Guance nere, trecce nere, onde nere, giorni neri' e insiste 'Queste sono cose di proprietà nera'. Ma la maggior parte dell'album ha le sue riflessioni su questioni più private, domestiche e guardando verso se stessa".[20]

Film[modifica | modifica wikitesto]

Diretto e montato da Solange, la visione creativa del film di 33 minuti è stata in parte ispirata dalla devastazione dell'uragano Harvey a Houston. Il direttore musicale è Alan Ferguson, il regista Terence Nance, l'artista visivo Jacolby Satterwhite e il video Ray Tintori. La cantante ha presentato in anteprima il film in nove locali per i membri della comunità Black Houston.[21]

"Il film è un'esplorazione dell'origine, chiedendoci quanto di noi stessi ci portiamo dietro di noi, contro il resto della nostra evoluzione", hanno detto i rappresentanti di Solange in una dichiarazione. "L'artista è tornata al quartiere Third Ward di Houston per rispondere a questa domanda".[22]

Il film accompagna tutti i diciassette brani in un continuo visivo con vari aspetti dedicati alla storia di Houston, compresa la sua scena hip-hop. La diciassettesima traccia "Sound of the Rain" è accompagnata da un'animazione surreale, simile a Second Life, con opere originali di Satterwhite.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Things I Imagined – 1:59
  2. Interlude: S McGregor – 0:16
  3. Down with the Clique – 3:42
  4. Way to the Show – 2:55
  5. Interlude: Can I Hold the Mic – 0:22
  6. Stay Flo – 2:56
  7. Dreams – 2:28
  8. Interlude: Nothing Without Intention – 0:24
  9. Almeda – 3:56
  10. Time (Is) – 3:40
  11. My Skin My Logo – 2:56
  12. Interlude: We Deal with the Freak'n – 0:32
  13. Jerrod – 3:02
  14. Binz – 1:51
  15. Beltway – 1:41
  16. Interlude: Exit Scott – 1:01
  17. Sound of Rain – 3:06
  18. Interlude: Not Screwed! – 0:22
  19. I'm a Witness – 1:52

Successo commerciale[modifica | modifica wikitesto]

When I Get Home è il terzo album dell'artista ad entrare nella Top10 statunitense, debuttando alla settima posizione con 43.000 unità equivalenti ad album venduti.[23] Raggiunge inoltre la Top20 in Australia, Regno Unito, Canada e Belgio.[24][25][26]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chris DeVille, Solange Shares Apparent Tracklist For New Album Possibly Titled When I Get Home, su Stereogum, 28 febbraio 2019. URL consultato il 1º marzo 2019.
  2. ^ (EN) Solange’s new album When I Get Home has arrived, su The FADER. URL consultato il 1º marzo 2019.
  3. ^ (EN) Solange’s New Album When I Get Home Full Credits: Panda Bear, Earl, Tyler, Gucci Mane, More, su Pitchfork. URL consultato il 1º marzo 2019.
  4. ^ (EN) Kyann-Sian Williams, Solange – 'When I Get Home' review, su NME. URL consultato il 7 marzo 2019.
  5. ^ (EN) Here Are the Creatives Behind Solange's 'When I Get Home' Album, su Highsnobiety, 6 marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  6. ^ (EN) 5 Takeaways From Solange’s New Album, When I Get Home, su Pitchfork. URL consultato il 7 marzo 2019.
  7. ^ (EN) Solange Talks New Album When I Get Home: Collaborations, Inspirations, Production, More, su Pitchfork. URL consultato il 7 marzo 2019.
  8. ^ When I Get Home by Solange Reviews and Tracks, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 5 marzo 2018.
  9. ^ Maura Johnston, Solange finds space to dream on When I Get Home, su Entertainment Weekly, 5 marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  10. ^ Solange: When I Get Home review – lose yourself in Knowles' hazy vision, in The Guardian, 17 agosto 2018. URL consultato il 4 marzo 2019.
  11. ^ (EN) Lemonade is Beyoncé's Career-Defining Album, su prettymuchamazing.com, Pretty Much Amazing. URL consultato il 25 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2016).
  12. ^ Brittany Spanos, Review: Solange's 'When I Get Home' is a Therapeutic Tribute to Her Native Houston, in Rolling Stone, 5 marzo 2019. URL consultato il 6 marzo 2019.
  13. ^ Kyann-Sian Williams, Solange – 'When I Get Home' review, in NME, 4 marzo 2019. URL consultato il 5 marzo 2019.
  14. ^ Jon Pareles, Review: Solange Defies Pop Expectations on ‘When I Get Home’, in The New York Times, 5 marzo 2019. URL consultato il 6 marzo 2019.
  15. ^ Solange's 'When I Get Home' Is Proudly Enigmatic, su Spin, 6 marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  16. ^ (EN) Kate Mossman, Solange: When I Get Home – the Snapchat album, in The Observer, 9 marzo 2019. URL consultato il 14 marzo 2019.
  17. ^ (EN) Solange's new album When I Get Home is an uplifting antidote to the painful reality black people face, su The Independent, 1º marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  18. ^ (EN) Jem Aswad, Jem Aswad, Album Review: Solange’s ‘When I Get Home’, su Variety, 1º marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  19. ^ (EN) Brittany Spanos, Brittany Spanos, Review: Solange’s ‘When I Get Home’ is a Therapeutic Tribute to Her Native Houston, su Rolling Stone, 5 marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  20. ^ (EN) Jon Pareles, Solange Defies Pop Expectations on ‘When I Get Home’, in The New York Times, 6 marzo 2019. URL consultato il 7 marzo 2019.
  21. ^ (EN) Noelle Huser / Montana Kaimin, Solange’s 'When I Get Home' provides Southern surrealism, su Montana Kaimin. URL consultato il 14 marzo 2019.
  22. ^ (EN) Condé Nast, Solange Drops New When I Get Home Film: Watch, su Pitchfork. URL consultato il 14 marzo 2019.
  23. ^ Hozier Debuts at No. 1 on Billboard 200 Albums Chart With 'Wasteland, Baby!', su Billboard. URL consultato il 19 luglio 2019.
  24. ^ Solange Chart History, su Billboard. URL consultato il 19 luglio 2019.
  25. ^ australian-charts.com - Solange - When I Get Home, su australian-charts.com. URL consultato il 19 luglio 2019.
  26. ^ (EN) when i get home | full Official Chart History | Official Charts Company, su www.officialcharts.com. URL consultato il 19 luglio 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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