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Cesare Berlingeri (Cittanova, 1948) è un artista italiano.


Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cesare Berlingeri nasce in Calabria e comincia a dipingere già da giovanissimo nel suo paese natale presso lo studio del maestro Deleo, docente in pensione dell’Accademia di Liegi.
Negli anni '60, dopo essere emigrato in Piemonte, lavora come decoratore di chiese. Nel '68 comincia i suoi viaggi in Europa, conoscendo altri artisti ed immergendosi nel mondo della cultura contemporanea.
Gli anni ’70 lo vedono a Roma come scenografo e costumista per il teatro e per la televisione con il regista E.Vincenti. Sempre in quegli anni è responsabile per il settore Arte dei centri servizi culturali CIF della Calabria. Al lavoro per teatro continua sempre ad affiancare il percorso pittorico per il quale utilizza agenti atmosferici come pioggia, vento, fuoco e materiali come la calce, la cartastraccia, il cemento e la tela.
La sua prima personale è del 1975 presso la Galleria AxA di Firenze. Qui vengono esposti lavori ad olio che vedono nella loro realizzazione anche l’uso del fuoco.
Nel 1978 inizia un nuovo ciclo di lavori, Trasparenze, che rappresentano “una ricerca sulla tela e sulla sua penetrabilità, sulla visibilità dell’oltre la tela: un tentativo di non irrigidire il sistema della visibilità” [1] (C. Benincasa).
Queste opere, create sovrapponendo leggerissime tele di lino, vengono presentate nel 1979 alla Galleria Soligo di Roma ed alla Galleria Civica di Saint Vincent.
Negli anni '80 tra le varie esposizioni vi è quella presso la Galleria Soligo di Roma dove viene presentato il ciclo delle Fioriture (1985), grandi tele dipinte ad olio e a smalti industriali con ampi gesti. F. Menna così scrive nel catalogo della mostra: “[…] l’artista lavora per serie, come questa delle Fioriture che dà corpo alla mostra odierna, o come le serie precedenti degli strappi e delle piegature: il che vuol dire che le opere singole si inseriscono in un discorso più articolato, dove ciascuna conferisce e riceve qualcosa dalle altre”. [2]
Partecipa anche alla mostra 5 mosaici per 5 artisti, con Schifano, Mafonso, Parres e Festa con il quale nascerà una grande amicizia. Nel 1986 viene invitato ad una collettiva a Tokio, Mostra sul disegno italiano, ed alla XI Quadriennale di Roma.
Nel 1989 la Galleria d’Arte Moderna di Paternò (CT) ospita una sua personale, Nero, Bianco, Rosso e Blu. Le opere in mostra sono per lo più dittici e trittici costituiti dall’accostamento di tele monocrome a lastre di ferro e realizzate con tecniche quali pigmenti naturali, smalti, acrilici e cere.
Tra gli anni '80 e '90 le collaborazioni teatrali come scenografo e costumista si intensificano: nel 1981 realizza una grande installazione per La lunga notte di Medea con la regia di W. Schroeter; una scena del Candido ovvero… con la regia di R. Guicciardini, per la Biennale Teatro di Venezia (1982). Per lo Stabile di Calabria nel 1987 cura scene e costumi di Italian Opera Graffiti (sette melodrammi).
Dal 1989 al 1995 è docente all’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria per la quale realizza scene e costumi per gli spettacoli; fra questi Le parole, le emozioni, i linguaggi (1989), Rose di ghiaccio, studi in dieci movimenti (coreografia di Daniela Bonsch, 1990), Intrighi d’amore (regia di A. Piccardi, 1991) per il quale realizza “una grande scena-piega che si apriva e richiudeva, variando lo spazio continuamente” (C. Berlingeri), Albergo di montagna realizzato per il Festival Internazionale Teatro di Praga (regia di F. Però, 1994), La lunga notte di Medea per il Festival di Taormina Arte (regia di A. Piccardi, 1995). Nel 1998 realizza per la compagnia “Rossotiziano” di Napoli scene e costumi per Variazioni Majorana (regia di A. Postiglione e F. Saponaro).
Berlingeri ama il teatro anche perché gli permette di sperimentare le sue tecniche pittoriche. In occasione di un’intervista dice: "A teatro potevo fare dei grandi quadri che si muovevano sul palcoscenico. Ho spinto al massimo la mia tendenza a fare del palcoscenico un quadro dinamico ed ho usato per questa operazione anche i personaggi come pure indicazioni di colore in movimento" [3]
Nel ’90, dopo l’incontro con Tommaso Trini vengono esposti per la prima volta i dipinti piegati. Opere Recenti, questo il titolo della mostra a cura di Trini, allestita nel foyer del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Le piegature, tele piegate ed impregnate di pigmento puro, già abbozzate sin dal 1976 in piccole dimensioni, adesso vengono riprese e sviluppate. Già in un ricordo della sua infanzia vi era l'idea della piegatura: un piccolo amuleto che sua madre era solita tenere al collo, un involucro di stoffa nero opaco. Ma è mentre lavora ad una scenografia che l’atto del piegare grandi tele dipinte viene messo in pratica: dipinge una notte stellata su un grande fondale e a spettacolo finito, quando è giunto il momento di smontarlo, si rende conto come di piega in piega, questa grande tela diventi un fagotto di circa ottanta centimetri.
Questi nuovi lavori vengono esposti negli anni successivi in diverse personali e collettive, tra le più importanti si ricordano due personali alla Fondazione Mudima di Milano nel 1994 e nel 1999, la collettiva Riflessione e ridefinizione della pittura astratta, alla Civica Galleria d’Arte di Gallarate, una personale dal titolo Viaggi presso la galleria La Polena di Genova. Nel 2001 la New Art Gallery, di Padova ospita Dipinti Piegati.
Questo un pensiero dell'artista sul lavoro delle Piegature: “A teatro potevo fare dei grandi quadri che si muovevano sul palcoscenico. Ho spinto al massimo la mia tendenza a fare del palcoscenico un quadro dinamico ed ho usato per questa operazione anche i personaggi come pure indicazioni di colore in movimento” [4].
Nel 2003 tiene una personale alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Nello stesso anno T. Trini cura un’importante monografia sul suo lavoro edita da Skira e il suo paese natale lo omaggia con una retrospettiva dove sono presenti anche dei lavori storici figurativi che rappresentano una sorta di diario per immagini della sua vita. Sempre nel 2003 viene invitato, dal Comune di Padova, a tenere una personale a Palazzo Moroni.
Nel 2004 partecipa ad una collettiva al Museo Nazionale di Arezzo, Da Picasso a Botero.
L'anno successivo la Calabria si fa promotrice di due retrospettive: presso il Castello Aragonese di Reggio Calabria La pittura piegata e Materia 1975 – 2005 che si tiene presso il Complesso del S. Giovanni, a Catanzaro.
Nel 2006, alla personale che si tiene a MUDIMAdrie ad Anversa, viene presentato un nuovo ciclo di lavori dal titolo Corpi: "opere create con una materia “che agisce come il pane, cioè respira, si gonfia, cresce come la vita, come gli alberi. E poi la curiosità più bella è che bastano tre chiodi puntati qui e là e questa forma cresce in maniera diversa […]” C. Berlingeri.
Nel 2007 il MAC Museo de Goiania sarà la prima tappa di un’ampia antologica itinerante, circa 200 opere dagli anni Sessanta fino ai lavori più recenti, che proseguirà al MAM Museo di Arte Moderna di Salvador de Bahia ed al MAM Museo di Arte Moderna di Rio de Janeiro. Tra le più importanti esposizioni del nuovo millenio: 11th International Cairo Biennale, (2008-2009); Italian Shape, Anniart 798 Factory, Pechino; Università Della Calabria, CAMS Centro Arti Musica e Spettacolo, Cosenza (2009).
La Fondazione Rocco Guglielmo, la Fondazione Rotella e la Vecchiato Art Galleries organizzano nel 2012, presso la Casa della memoria e la chiesa di Sant’Omobono a Catanzaro, un’esposizione dal titolo Ghiacci ed ombre. “[…] L’installazione dei Ventinove avvolti con ombra nell’azzurro […] e Primordiale […] sono due stazioni che avvicinano ulteriormente il nodo cruciale, rappresentato dalla presenza dell’umano in ogni forma visibile che ci circonda.[5]
Dello stesso anno la personale Andar per stelle, in occasione della rassegna RAM, presso il Centro culturale Alinate San Gaetano di Padova con la curatela di L. Beatrice, dove collabora, per un’installazione, con il musicista giapponese KK Null (Kazuyuki Kishino).
Tra il 2013 ed il 2015 i suoi lavori saranno esposti in collettive come Il libro: d’arte e d’artista organizzata dall’Istituto italiano di cultura presso il Beit Ha’ir, Museo di Cultura Urbana di Tel Aviv-Giaffa e curato da C. Siniscalco; Artisti nello spazio da Lucio Fontana ad oggi: una storia dell’arte ambientale italiana a cura di M. Meneguzzo, B. Di Marino e A. La Porta presso il San Giovanni di Catanzaro; Rigorismo presso Istituto Italiano di Cultura di New York con la collaborazione della Galleria Arte Centro Lattuada.
A Cosenza, nel 2014, viene organizzata una personale dal titolo Compenetrazione , dove l’artista progetta le sue installazioni in rapporto con le opere di alcuni maestri del Seicento, presso la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone.
Il 2017 è a Miami con due personali: presso la Valli Art Gallery e inaugura la Galleria Italia all'interno del Consolato Italiano.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ C. Benincasa, in “Corriere della Sera”, 21 dicembre.
  2. ^ F. Menna, Fioriture, catalogo della mostra, Studio Soligo, Roma.
  3. ^ F. Gallo, E. Longari, Nero, Bianco, Rosso e Blu, catalogo della mostra, Galleria d'Arte Moderna, Paternò (CT), Fabbri Editori, Milano.
  4. ^ Tratto dal diario di studio dell'artista.
  5. ^ M. Meneguzzo, Ghiacci e ombre, catalogo mostra, Fondazione Guglielmo, Fondazione Rotella, Catanzaro.


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/A0020-00667/?view=istituti&offset=797&hid=8&sort=sort_int http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Testo%20di%20De%20Chirico-imported-43766.pdf