Utente:Aangelo/sandbox

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Unità di misura[modifica | modifica wikitesto]

Tradizionalmente, le unità di misura per le dimensioni (di corpi e spaziature) sono espresse in frazioni di pollici e le unità più usate sono:

Queste unità di misura assolute, utilizzate nella tipografia 'classica', non sono particolarmente adatte ad essere utilizzate per specificare i caratteri da presentare su dispositivi video.
Con l'avvento delle pagine HTML e dei relativi fogli di stile, sono infatti entrate nell'uso corrente altre unità di misura più adatte per una presentazione a video:

  • Pixel [px] corrispondente alla dimensione di 1 pixel del dispositivo video correntemente usato
  • em [em] corrispondente alla altezza media del tipo di caratteri correntemente visualizzati
  • en [en] corrispondente alla metà di un em (ma è raramente usato)

Queste unità di misura sono relative in quanto non hanno alcuna relazione assoluta con altre unità di misura per la lunghezza.

Giustezza, spaziatura ed interlinea[modifica | modifica wikitesto]

La giustezza è lo spazio disponibile sulla riga. Se il testo non riempie pienamente una riga, si avrà un testo allineato a sinistra od a destra. Alternativamente, oppure occorrerà giustificarlo.

La spaziatura è la distanza orizzontale fra una parola e l'altra mentre l'interlinea è lo spazio libero, verticale, fra le righe.

Per motivi stilistici è possibile aumentare la spaziatura per ottenere un testo giustificato orizzontalmente, ossia che sia allineato all'inizio ed alla fine della giustezza. Sempre per motivi stilistici, in taluni casi si richiede una giustificazione verticale in modo da occupare tutto lo spazio verticale disponibile nella pagina.

Iconoclastia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Impero Bizantino, negli anni attorno al 727 una porzione sempre maggiore della popolazione iniziò ad adorare le raffigurazioni sacre (icone) in se stesse e non più come raffigurazioni della divinità.
Le icone potevano essere raffigurazioni sacre di qualsiasi genere: dalle miniature dei codici alle pitture murali. Alla base di questo era l'opinione che l'icona fosse effettivamente un luogo nel quale poteva agire il santo o, comunque, l'entità sacra che vi era rappresentata.

Per troncare queste correnti eretiche, l'Imperatore Leone III Isaurico, originario di Germanicea, nel 730 decretò l'eliminazione di queste raffigurazioni, dando inizio al periodo detto iconoclastia (od iconoclasmo) e portando alla rivolta gli iconofili dell'Impero.
((L'opinione popolare era contraria ma i pochi che effettivamente opposero resistenza vennero puniti.))

( Le icone vennero bandite dall'Imperatore Leone III, portando alla rivolta gli iconofili dell'Impero. Grazie agli sforzi dell'Imperatrice Irene, il Secondo Concilio di Nicea si riunì nel 787 e affermò che le icone potevano essere venerate ma non adorate. Irene tentò anche un matrimonio di alleanza con Carlo Magno, che avrebbe unito i due imperi, ma questi piani non giunsero a nulla. La controversia iconoclasta ritornò nel IX secolo, ma le icone vennero ripristinate nell'843.

Ravenna rimase sede dell'Esarca fino alla rivolta del 727 sull'Iconoclastia. Successivamente, la crescente minaccia dei Longobardi e la divisione tra Chiesa d'oriente e Chiesa d'occidente, provocata dall'Iconoclastia, resero la posizione di esarca sempre più ingestibile

Gregorio III si appellò immediatamente all'Imperatore Bizantino Leone III perchè moderasse la sua posizione sulla controversia iconoclasta. Quando da parte di Leone non giunse alcuna risposta, Gregorio riunì un sinodo nel novembre 731, denunciando l'iconoclasita e scomunicando i demolitori di icone.

Adriano I rimase fedele all'alleanza con i Franchi, e le relazioni amichevoli tra il Papa ed il Re non vennero disturbate dalle differenze che sorsero tra di loro sulla questione della venerazione delle immagini, alla quale Carlo Magno e i vescovi francesi si opponevano fermamente, mentre Adriano appoggiava il punto di vista della Chiesa d'Oriente, e approvò il secondo concilio di Nicea (787), confermando la pratica e scomunicando gli iconoclasti. Fu in relazione a questa controversia che vennero scritti i Libri Carolini, ai quali Adriano replicò con una lettera, anatemizzando tutti coloro che si rifiutavano di venerare le immagini di Gesù Cristo, della Vergine Maria, o dei santi. Ciononostante, un sinodo tenutosi a Francoforte nel 794, condannò nuovamente la pratica, e la disputa rimase irrisolta alla morte di Adriano.

Attorno al'800, l'imperatore bizantino Michele I Rangabe persegue gli iconoclasti sulle frontiere settentrionali e occidentali dell'Impero) )


Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

anno attore evento
727 Papa Gregorio II Ravenna rimane sede dell'Esarca fino alla rivolta del 727 sull'Iconoclastia
731 Papa Gregorio III si appella inutilmente all'Imperatore Leone III Isaurico contro l'iconoclastia e quindi, nel novembre 731, denuncia tale movimento e scomunica gli iconoclasti
754 Imperatore Costantino V convoca un concilio di 338 vescovi (durante il pontificato di Papa Stefano III) i quali accettano senza discutere le posizioni iconoclaste, formalizzando così l'assenso ufficiale della Chiesa
769 Papa Stefano IV durante il concilio del 769 viene confermata la pratica della devozione alle icone
Carlo Magno Carlo Magno ed i vescovi francesi si oppongono alla venerazione delle immagini
786 l'Imperatrice Irene tenta di reintrodurre il culto delle icone indicendo un concilio, ma viene ostacolata dai soldati i quali avevano prestato giuramento a Costantino V
787 Papa Adriano I Appoggiato dall'Imperatrice Irene, il Secondo Concilio di Nicea nel 787 afferma che le icone possono essere venerate ma non adorate e scomunica gli iconoclasti
794 Un sinodo tenutosi a Francoforte condanna nuovamente la venerazione delle icone
l'imperatore Michele I Rangabe attorno all'800 persegue gli iconoclasti sulle frontiere settentrionali e occidentali dell'Impero bizantino
815 Papa Leone III viene tenuto in Santa Sofia, a Costantinopoli, un sinodo iconoclasta
843 Papa Gregorio IV viene ufficialmente abolita definitivamente l'iconoclastia


Nell'odierna Turchia, nella valle di Lhara (Peristrema), vi sono numerose chiese rupestri bizantine dove si può ancora vedere come nella maggior parte dei casi i volti delle raffigurazioni sacre sulle pareti siano stati deliberatamente danneggiati in quel periodo, anche se in realtà l'iconoclastia proseguì in maniera più o meno occulta per numerosi anni.

grafico di Nikuradse[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1930 Johann Nikuradse effettuò una serie di esperimenti impiegando tubi di differenti diametri, con scabrezza omogenea e nota, rapportata al diametro equivalente od idraulico).

Dalla sperimentazione e dal confronto con altri dati sperimentali di Blasius si trassero le seguenti conclusioni:

  • L'indice di resistenza dipende solo dalla scabrezza relativa
  • I dati di Nikuradse sono validi per scabrezze relative elevate (moto turbolento in tubo scabro)
  • I dati di Blasius sono validi per scabrezze relative basse (moto turbolento in tubo liscio)
  • Per numeri di Reynolds superiori a 4000, il confine fra regime di transizione e regime turbolento dipende dalla scabrezza relativa
  • Fra il regime di moto turbolento in tubo scabro ed il regime di moto t. in tubo liscio vi è una zona di transizione.

I dati rilevati da Nikuradse si spiegano considerando che anche in regime turbolento esiste un substrato laminare, aderente alle pareti del condotto:

  • Finché lo spessore del substrato laminare è maggiore della scabrezza, la scabrezza è ininfluente
  • Man mano la scabrezza raggiunge e supera lo spessore del substrato limite, arrivando ad interferire col moto turbolento, questa influisce sempre più sull'indice di resistenza.

Scorrimento laminare[modifica | modifica wikitesto]

Ha luogo per Re <= 2000 circa e la scabrezza non ha effetto sul coefficiente di perdita:

Regime di transizione[modifica | modifica wikitesto]

Regime quadratico[modifica | modifica wikitesto]

Non dipende più dal numero di Reynolds, ma unicamemte dalla scabrezza delle pareti.

La scabrezza relativa

La formula di Colebrook-White permette di calcolare l'indice di resistenza nella zona di transizione, ed è anche ragionevolmente precisa in tutti i regimi turbolenti:

Nell'intervallo

Formula di Swamee e Jain[modifica | modifica wikitesto]

Per il calcolo dell'indice di resistenza da impiegare nel caso di moti turbolenti, nel 1976 è stata definita la formula di Swamee e Jain che presenta un errore massimo dell'1% rispetto alla formula di Colebrook-White:

valida negli intervalli:

Serie della Tremolite-Actinolite[modifica | modifica wikitesto]

Tremolite-Actinolite
Classificazione StrunzTremolite : VIII/F.10-10

Actinolite: VIII/F.10-20 Fe-Actinolite: VIII/F.10-30

Formula chimicaCa2(Mg,Fe+2)5Si8O22(OH)2
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinomonoclino
Classe di simmetriaprismatica
Parametri di cellaa=9,84, b=18,1, c=5,28
Gruppo puntuale2/m
Gruppo spazialeC 2/m
Proprietà fisiche
Densità3—3,3 g/cm³
Durezza (Mohs)5—6
Sfaldaturaperfetta {110}
Fratturascheggiosa
Coloreda verde bottiglia a bianco
Lucentezzavitrea
Opacitàda translucida ad opaca
Strisciobianco
Diffusionecomune
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La serie Tremolite-Actinolite appartiene al gruppo degli anfiboli. Ne fanno parte gli inosilicati a catena doppia compresi fra i due termini estremi Tremolite ed Actinolite, i quali si differenziano unicamente per il contenuto di Fe2+.

È normalmente presente una piccola frazione di Fe2+ ma se è in quantità superiore al 2% si ha la Actinolite. Se la percentuale è particolarmente elevata, il termine prende il nome di Ferro-actinolite.

Il nome Actinolite deriva deriva dal greco aktinos che significa "raggio" per via della forma tipica di aggregati raggiati nei quali si presenta.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Giacitura[modifica | modifica wikitesto]

  • La tremolite è diffusa nelle dolomie metamorfosate e nei talco-scisti.
  • La actinolite è abbastanza frequente negli scisti cristallini ai quali frequentemente impartisce un colore verdastro.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

  • Il termine tremolite si presenta normalmente in forma di aggregati aciculari di colore bianco. talvolta di aspetto setoso, od anche in individui lamellari ed allungati.
  • Il termine actinolite, ricco in Fe2+, si presenta frequentemente sotto forma di cristalli allungati di colore verde bottiglia, talora curvi.

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

Bissolite[modifica | modifica wikitesto]

Bissolite - Miage, Monte Bianco, Italia

La bissolite è una varietà fibrosa, molto fine, che in Italia si rinviene nelle litoclasi del granito del Monte Bianco.

Nefrite[modifica | modifica wikitesto]

È una varietà compatta, dalla quale proviene buona parte del materiale noto come giadeite. È suscettibile di polimento e, pertanto, viene usata per realizzare piccoli oggetti.

Il nome deriva dal fatto che, anticamente, era comunemente ritenuta benefica per le affezioni renali.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Cornelius S.Hurlbut. Dana's Manual of Mineralogy. 18th ed. John Wiley & Sons, New York

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


[[Categoria:anfiboli]] [[categoria:inosilicati]]

Materiali abrasivi usati per la lucidatura[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni fra i materiali abrasivi più usati:

  • Allumina (ossido di alluminio)
  • Barnesite (marchio commerciale relativo a ossidi di terre rare diversi dall'ossido di cerio)
  • Ossido di berillio
  • Ossido di ferro (magnetite sintetica)
  • Carburo di boro
  • Nitruro di boro
  • Bort, Carbonado (diamante nero)
  • Ossido di cerio
  • Farina fossile (o diatomite, terra di infusori, kieselguhr o tripoli: tutte costituite da polvere di silice)
  • Carbone di legna (per via dell'elevato contenuto di silice)
  • Ossido di rame
  • Granato
  • Caolino (limitatamente alla lucidatura di materiali teneri)
  • Linde A e Linde B (allumina con granulometria pari a 0,3-0,05 micron)
  • Pietra pomice
  • Ossido di stagno

Prova template centrali idroelettriche[modifica | modifica wikitesto]

Template:Infobox centrale idroelettrica2/Sandbox

Aangelo/sandbox
Localizzazione
Stato{{{Paese}}}
Informazioni generali
Tipo di centrale{{{TipoCentrale}}}


Eligio Donato Jotti-Neri[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Badia Polesine nel 1895 da famiglia patrizia, fece studi storici sull'Andreani, sul Cagnola, sul Padre Lana, su Landriani, Veneziani e sul francese Arban.

Le ricerche sugli argomenti tecnici aeronautici lo resero noto nel mondo accademico e collaborò a riviste aeronautiche, fu redattore capo della "Rivista Aeronautica", e de "L'Ala d'Italia".

Fu membro di varie accademie e partecipò a due congressi internazionali di aeronautica.

Documenti sopra le ascensioni aerostatiche eseguite da Francesco Arban, aeronauta di Lione; raccolti, ordinati e notati da Jotti da Badia Polesine [pseud.]