Ugo De Carolis (1887-1941)

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Ugo De Carolis
NascitaCapua, 7 ottobre 1887
MorteChazepetowka, 12 dicembre 1941
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaCavalleria
Artiglieria
SpecialitàBombardieri
Anni di servizio1908-1941
GradoGenerale di brigata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
BattaglieSesta battaglia dell'Isonzo
Nona battaglia dell'Isonzo
Battaglia di Caporetto
Battaglia di Chazepetovka
Comandante di19º Reggimento "Cavallereggi Guide"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
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Ugo De Carolis (Capua, 7 ottobre 1887Chazepetowka, 12 dicembre 1941) è stato un generale italiano. Pluridecorato combattente della prima guerra mondiale, cadde in combattimento sul fronte russo, venendo decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria italiana e con la croce di cavaliere della croce di ferro tedesca.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Capua il 7 ottobre 1887 e, dopo aver compiuto gli studi presso la Regia Accademia Militare di Modena, nel 1908 divenne sottotenente di cavalleria del Regio Esercito. Dal maggio 1913 partecipò alle operazioni di polizia coloniale in Tripolitania col 15º Reggimento "Cavalleggeri di Lodi", riportando una ferita a Zuetina nel marzo 1914. Mentre prestava servizio nel 18º Reggimento "Cavalleggeri di Piacenza"[1] si distinse nel fatto d'arme di Gabr Abdalla nel luglio 1915[2] dove, per il valore dimostrato, venne decorato con la Medaglia di bronzo al valor militare. Rimpatriato nel mese di ottobre, fu promosso al grado di capitano, entrando in azione nel corso della prima guerra mondiale, al comando della 19ª batteria bombarde del 30º Reggimento artiglieria da campo.

Si distinse sul Monte San Michele[3] (agosto 1916), ricevendo una seconda Medaglia di bronzo, e poi sul Veliki Kribac (ottobre-novembre dello stesso anno),[4] venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare. A Dosso Faiti, nell'ottobre 1917,[5] ricevette una Croce al valor militare per il coraggio dimostrato. Dopo la fine del conflitto fu mandato a Napoli e poi, nel 1923, ricoprì il ruolo di comandante del 9º Reggimento "Cavalleggeri di Firenze" e, poi, del 14º Reggimento "Cavalleggeri di Alessandria".[6] In quegli anni ottenne la promozione a tenente colonnello e svolse l'attività di giudice al Tribunale militare di Firenze. Nel 1935 assunse il comando del 19º Reggimento "Cavallereggi Guide"[7] e l'anno seguente fu promosso colonnello. In seguito divenne comandante della Scuola Centrale per Truppe Celeri e nell'ottobre 1940 fu promosso generale di brigata.

Durante la seconda guerra mondiale fu dapprima incaricato della difesa della città di Napoli; nel giugno 1941 assunse il comando della fanteria della Divisione "Torino",[8] destinata a far parte del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR). Morì in combattimento il 12 dicembre 1941 a Chazepetowka, sul fronte russo. Fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria, massima onorificenza italiana, e con la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro tedesca.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nobile ed eroica figura di soldato e di comandante, durante cinque mesi di guerra era di costante e luminoso esempio per ardimento e sprezzo del pericolo. Comandante della fanteria di una divisione, durante un’accanita battaglia, durata sette giorni, visse tutte le ore fra i suoi soldati. Alla settima giornata della strenua lotta, mentre, come sempre, in prima linea coi fanti li animava con l’esempio e con l’azione, una raffica di mitragliatrice ne troncava la vita. Suggellava col supremo sacrificio sul campo la sua nobile esistenza tutta dedicata al dovere ed all’ideale della Patria. Fronte russo, luglio - dicembre 1941
— Regio Decreto 18 marzo 1943[9]
Medaglia d'Argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con intelligente operosità, dimostrando grande ascendente sui propri dipendenti, metteva la propria batteria in condizioni di far fuoco in poco tempo, nonostante le gravi difficoltà causate dalle cattive condizioni atmosferiche e dalla natura del terreno, ed assolveva poi pienamente, col tiro efficace della sua batteria il compito affidatogli. Durante il tiro rimaneva nell'osservatorio, sebbene molto prossimo alla linea nemica e fortemente battuto, finchè fu ridotto un cumulo di macerie. Veliki Kribac-Pecinka, 18 ottobre- 1º novembre 1916
Medaglia di Bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di batteria abile e coraggioso, sempre primo nel rischio, dava ai propri dipendenti, in ogni circostanza, ottimo esempio di virtù militari. Per scegliere le nuove postazioni delle sue bombarde, seguiva, di sua iniziativa, l'assalto della prima ondata di fanteria, rimanendo ferito e assolvendo brillantemente il suo compito. San Michele, 6 agosto 1916
Medaglia di Bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la bella prova di prontezza di decisione data nel combattimento. Gabr Abdalla, 16 luglio 1915
Croce al merito di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sotto vivo bombardamento nemico, a scopo di ricognizione, di propria iniziativa si spingeva arditamente oltre le prime linee con due soli compagni mettendo in fuga pattuglie nemiche. Dosso Faiti, 27 ottobre 1917

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Cavaliere della Croce di Ferro (Germania nazista) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brignoli 2007, p. 24.
  2. ^ Del Boca 2011, p.296.
  3. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p.126.
  4. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p.139.
  5. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p.239.
  6. ^ Brignoli 2007, p. 13.
  7. ^ Brignoli 2007, p. 82.
  8. ^ Tale divisione era al comando del generale di divisione Luigi Manzi.
  9. ^ Registrato alla Corte dei Conti lì 4 maggio 1943, registro 15 Guerra, pagina 156.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marziano Brignoli, Cavalleria a Voghera. I Reggimenti di guernigione a Voghera dal 1859 al 1943., Voghera, Società Cooperativa Editoriale Oltrepò, 2007.
  • Alberto Cavaciocchi, Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922, Milano, A. Mondadori Editore, 2011, ISBN 978-88-04-42660-8.
  • Giovanni Messe, La guerra al fronte russo, Milano, Ugo Mursia Editore, 2005, ISBN 88-425-3348-3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]