Tommaso Gallo

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Tomba di Tommaso Gallo nella Basilica di Sant'Andrea a Vercelli.

Tommaso Gallo, chiamato anche Tommaso di Vercelli o Tommaso di San Vittore, (12001246 circa) è stato un filosofo francese. È noto per i suoi commenti sullo Pseudo-Dionigi e le sue idee sulla teologia affettiva. I suoi elaborati schemi mistici influenzarono Bonaventura e La nube della non-conoscenza e fornirono inoltre a Meister Eckhart, come sottolinea Vladimir Lossky[1], la mediazione rispetto all'esegesi biblica dei Nomi Divini dello pseudo-Dionigi Areopagita cui deve in parte la trattazione dell'apofatismo per cui è noto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in Francia nel tardo XII secolo, Tommaso Gallo divenne canonico regolare di San Vittore a Parigi, dove insegnò teologia fin dal 1207. Nel 1219 partì da Parigi e andò a Vercelli insieme a due compagni, per fondarvi un nuovo monastero. Questo monastero fu istituito su iniziativa del cardinale Guala Bicchieri, ex legato pontificio in Inghilterra e Francia. Bicchieri era originario di Vercelli e desiderava fondare un monastero e un ospedale nella sua città natale.

Alla fine del 1225 o all'inizio del 1226, Tommaso fu nominato abate del nuovo monastero. Come abate, si dedicò non solo ai compiti amministrativi quotidiani del monastero, ma anche a comporre vari commentari ai libri della Bibbia (un commentario ad Isaia e tre commenti al Cantico dei cantici) e agli scritti dello Pseudo-Dionigi. Intrattenne una stretta relazione con il nascente ordine francescano; i francescani trasferirono il loro Studium Generale da Padova a Vercelli intorno al 1228. Conosceva personalmente Sant'Antonio da Padova. Gallo conosceva anche Roberto Grossatesta che potrebbe avere incontrato nel 1238 quando visitò l'Inghilterra per assicurarsi un beneficio associato alla chiesa di Sant'Andrea a Chesterton. Gallo e Grossatesta si scambiarono alcuni scritti attraverso un discepolo di Grossatesta, il francescano Adam Marsh. Quando scoppiò la guerra tra i guelfi di Vercelli e i ghibellini della vicina città di Ivrea, Gallo fu costretto a fuggire da Vercelli nel 1243 e a rifugiarsi a Ivrea dopo che molte accuse gravi furono fatte contro di lui dai sostenitori del Papa. Alcuni documenti suggeriscono tuttavia che sia riuscito a tornare a Vercelli prima della sua morte nel 1246.

Un monumento funerario a Gallo è oggi visibile nella chiesa di Sant'Andrea a Vercelli.

Pensiero[modifica | modifica wikitesto]

Gallo scrisse molte opere tra il 1218 circa e la sua morte.

L'interpretazione data da Tommaso Gallo alle opere dello pseudo-Dionigi viene considerata una delle due tradizioni interpretative del Corpus Dionysianum emerse nel tredicesimo secolo: il "Dionisismo speculativo" sviluppato dal domenicano Alberto Magno e il "Dionisismo affettivo" che ricevette una prima formulazione sistematica nell'interpretazione data da Gallo allo pseudo-Dionigi, ed esercitò una grande influenza sulla successiva letteratura mistica in lingua volgare.[2] Nel dibattito allora ordine del giorno sul rapporto tra amore e conoscenza nella teologia mistica, Gallo sosteneva che l'affettività tende ad escludere (piuttosto che semplicemente sussumere) la conoscenza umana nelle tappe più alte dell'itinerario mistico.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Commentari allo Pseudo Dionigi[modifica | modifica wikitesto]

  • 1224: Glose super angelica ierarchia (Glosse sulla Gerarchia Celeste).[4]
  • Prima del 1233: glosse su tutte e quattro le opere di Dionigi e su due delle dieci lettere, realizzate usando la traduzione latina di Dionigi di Johannes Sarracenus. Includeva un commento alla Teologia mistica noto come Exposition, Expositio o Exposicio.[5]
  • 1238: L'Extractio, una traduzione e parafrasi dei quattro grandi trattati dello Pseudo-Dionigi e della sua Lettera a Tito. Gallo riscrive le traduzioni fatte fatte da Eriugena e Johannes Sarracenus con uno stile semplice (stilo communi), talvolta riassume e vi aggiunge brevi parafrasi, con l'intento di renderle comprensibili a un pubblico più vasto.
  • 1241-1244: L'Explanatio (o Explanacio) delle opere dello Pseudo-Dionisio è il magnum opus di Gallo. È un commento completo all'intero Corpus Dionysiacum, contenente abbondanti riferimenti alle Scritture e riferimenti incrociati ad altri passaggi del Corpus.
  • 1244-46: Spectacula contemplationis, un trattato sulla contemplazione.[6]
  • 1244-46(?): Qualiter vita prelatorum conformari debet vite angelice (Come la vita dei Prelati dovrebbe conformarsi alla vita angelica), un sermone che mira a incoraggiare gli ecclesiastici ad adottare le caratteristiche e le funzioni dei nove ordini di angeli come modello per il loro ministero.[7]
  • Super mentem exsultemus: una sequenza poetica sugli angeli, probabilmente scritta da Gallo; Gallo ha sicuramente scritto un commento (perduto) su questa sequenza (data sconosciuta).

Commentari biblici[modifica | modifica wikitesto]

  • Concordanza biblica, che Gallus chiama Concordantie nostre (data sconosciuta).
  • 1218: Commento su Isaia (Vidi Dominum sedentem), o più probabilmente solo su una parte di Isaia. Ci è pervenuto solo un frammento di questo commentario.[8]
  • ca. 1224: Primo commento sul Cantico dei Cantici, oggi perduto.
  • 1237/38: Secondo commento sul Cantico dei Cantici, che analizza Ct, 1,1-5,8[9].[10]
  • 1243: Terzo Commento al Cantico dei Cantici, un più ampio commento su tutto il libro.[11]
  • Sermone sulla Pentecoste (Iam advenerat dies tertius), oggi perduto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ V. Lossky, Teologia negativa e conoscenza di Dio in Meister Eckhart, Milano, La vita felice, 2016, p. 20.
  2. ^ Paul Rorem, Pseudo-Dionysius, (1993). Vedi anche Bernard McGinn, 'Thomas Gallus and Dionysian Mysticism', Studies in Spirituality, 8, (1998), pp. 81–96.
  3. ^ Bernard McGinn, 'Thomas Gallus and Dionysian Mysticism', Studies in Spirituality, 8, (1998), pp.81–96.
  4. ^ Il testo latino è in D. Lawell (ed.): Thomas Gallus, Glose super angelica ierarchia. Accedunt indices ad Thomae Galli Opera, Corpus Christianorum Continuatio Mediaevalis, vol. 223A (Turnhout: Brepols, 2011).
  5. ^ Una traduzione inglese dell'opera si può trovare in James McEvoy (ed.), Mystical Theology: The Glosses by Thomas Gallus and the Commentary of Robert Grosseteste on «De Mystica Theologia» (Dallas Medieval Texts and Translations 3). Louvain and Paris: Peeters, 2003. ISBN 978-90-429-1310-3. Il testo latino è stampato parzialmente in Philippe Chevalier, Dionysiaca, 2 vols, (Paris: Desclée, 1937), 1:673-717.
  6. ^ Il testo latino è stato pubblicato in D. Lawell, "Spectacula contemplationis (1244-1246): A Treatise by Thomas Gallus", Recherches de Théologie et Philosophie médiévales 76.2 (2009), 249-285.
  7. ^ Il testo latino è stato pubblicato in D. Lawell, "Qualiter vita prelatorum conformari debet vite angelice: A Sermon (1244-1246?) Attributed to Thomas Gallus", Recherches de Théologie et Philosophie médiévales 75.2 (2008), 303-336.
  8. ^ Il frammento è stato curato da G Théry, 'Commentaire dur Isaïe de Thomas de Saint-Victor', La vie spirituelle, Supplement 47, (1936), 146-162
  9. ^ Ct 1,1-5,8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Ne esiste una traduzione francese, pubblicata in Jeanne Barbet, Thomas Gallus: Commentaires de Cantique des Cantiques, (Paris: Vrin, 1967), pp65-104; una traduzione parziale in lingua inglese dell'opera si può trovare in Denys Turner, Eros and Allegory: Medieval Exegesis of the Song of Songs, (Kalamazoo: Cistercian Publications, 1995), pp. 317-339
  11. ^ Ne esiste una traduzione francese, pubblicata in Jeanne Barbet, Thomas Gallus: Commentaires de Cantique des Cantiques, (Paris: Vrin, 1967), pp. 105-232

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