Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti: differenze tra le versioni

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*[[Chiara Gioncardi]]: Jai
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'''''Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti''''' è un [[film]] del [[2010]] scritto e diretto da [[Apichatpong Weerasethakul]], vincitore della [[Palma d'oro]] al [[Festival di Cannes 2010|63º Festival di Cannes]].<ref>{{cita web|url=http://www.festival-cannes.fr/en/archives/2010/allAward.html|titolo=Awards 2010|editore=festival-cannes.fr|accesso=13 luglio 2011|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120204152623/http://www.festival-cannes.fr/en/archives/2010/allAward.html|dataarchivio=4 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
'''''Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti''''' (in [[Lingua thailandese|thai]]: ลุงบุญมีระลึกชาติ; [[RTGS]]: Lung Bunmi Raluek Chat) è un [[film]] del [[2010]] scritto e diretto da [[Apichatpong Weerasethakul]], vincitore della [[Palma d'oro]] al [[Festival di Cannes 2010|63º Festival di Cannes]].<ref>{{cita web|url=http://www.festival-cannes.fr/en/archives/2010/allAward.html|titolo=Awards 2010|editore=festival-cannes.fr|accesso=13 luglio 2011|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120204152623/http://www.festival-cannes.fr/en/archives/2010/allAward.html|dataarchivio=4 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref>


== Trama ==
== Trama ==

Versione delle 19:40, 1 gen 2020

Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti
Una scena del film
Titolo originaleลุงบุญมีระลึกชาติ
Lingua originaleisan, thailandese
Paese di produzioneThailandia, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna
Anno
Durata113 min
Generedrammatico, commedia, fantastico
RegiaApichatpong Weerasethakul
SceneggiaturaApichatpong Weerasethakul
ProduttoreSimon Field, Keith Grifith, Charles de Meaux, Apichatpong Weerasethakul
Casa di produzioneKick the Machine
Distribuzione in italianoBiM Distribuzione
FotografiaYukontorn Mingmongkon
Sayombhu Mukdeeprom
MontaggioLee Chatametikool
ScenografiaAkekarat Homlaor
Interpreti e personaggi
  • Thanapat Saisaymar: Boonmee
  • Jenjira Pongpas: Jen
  • Sakda Kaewbuadee: Thong
  • Natthakarn Aphaiwong: Huay, moglie di Boonmee
  • Jeerasak Kulhong: Boonsong, figlio di Boonmee
  • Kanokporn Thongaram: Roong, amico di Jen
  • Samud Kugasang: Jai
  • Wallapa Mongkolprasert: la principessa
  • Sumit Suebsee: soldato
  • Vien Pimdee: contadino
Doppiatori italiani

[[Categoria:Film thailandesi del 2010]][[Categoria:Film britannici del 2010]][[Categoria:Film francesi del 2010]][[Categoria:Film tedeschi del 2010]][[Categoria:Film spagnoli del 2010]]

Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti (in thai: ลุงบุญมีระลึกชาติ; RTGS: Lung Bunmi Raluek Chat) è un film del 2010 scritto e diretto da Apichatpong Weerasethakul, vincitore della Palma d'oro al 63º Festival di Cannes.[1]

Trama

Il prologo del film è costituito dall'immagine di un bufalo domestico che, dopo aver rotto il laccio che lo legava a un albero, vaga gemendo nella savana brumosa e notturna, finché si lascia guidare docilmente da un uomo che gli è andato incontro e lo ha invitato a seguirlo.

Segue poi la figura del protagonista, lo zio Boonmee, un piccolo proprietario terriero thailandese malato di insufficienza renale, che passa i suoi ultimi giorni in campagna con Jai, un immigrato laotiano suo dipendente che si prende cura di lui, e con la cognata Jen e il figlio di questa, Thong, che sono appena giunti in visita dalla città.

In una calma sera, mentre cenano nella veranda della casa all'interno del suo podere dove crescono grandi alberi di tamarindo, appaiono alla loro tavola i fantasmi della moglie Huay morta 19 anni prima e del figlio, scomparso da qualche tempo, che ora ha assunto la forma di una grande scimmia semi-umana dagli occhi rossi e fosforescenti. Non vi è nulla di terrorizzante nella loro apparizione: essi parlano con i viventi con malinconica serenità, sono da loro interrogati e rappresentano la prova che la vita non cessa con la morte ma si trasforma in un incessante ciclo di forme umane, animali e vegetali.

«Il paradiso è sopravvalutato - dice la moglie a Boonmee - non c'è niente là. I fantasmi non sono legati ai luoghi, sono legati alle persone»: l'apparizione dei due morti significa anche che Boonmee sta per morire ed essi lo condurranno - attraverso un lungo cammino notturno nella foresta ricca di suoni e di apparizioni fantastiche - fino a una grotta che rappresenta anche l'utero dove egli morirà per rinascere.

Nel centro del film è la scena, che si svolge in un ambiente naturale d'incontaminata bellezza, dell'accoppiamento di una principessa dal volto sfigurato con un pesce gatto in un lago alimentato da una cascata, sia rievocazione fantastica di una vita precedente dello zio Boonmee, sia leggenda mitologica, che ancora ricorda l'inscindibile legame di tutti gli esseri nella natura: «di fronte alla giungla, alle colline e alle valli - dice Boonmee - le mie vite passate, come animale o altro essere, emergono davanti a me».

Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti è un film «misterioso, allucinatorio, di una lentezza cerimoniale, che fa appello alla mistica e a emozioni sensuali». Il regista Apichatpong Weerasethakul, adepto delle più strane e ancestrali fantasmagorie, «è artista imbevuto dai racconti e dalle leggende del suo paese, un creatore buddista che crede nella reincarnazione e tesse legami permanenti tra i vivi e i morti, il naturale e il soprannaturale, il passato e il presente».[2]

Note

  1. ^ (EN) Awards 2010, su festival-cannes.fr. URL consultato il 13 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2012).
  2. ^ Jean-Luc Douin, Le Monde, 1º settembre 2010.

Collegamenti esterni

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