Screaming Lord Sutch

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David Edward Sutch

Leader di Official Monster Raving Loony Party
Durata mandato1983 –
1999

Dati generali
Partito politicoOfficial Monster Raving Loony Party
Screaming Lord Sutch
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereGarage rock
Rock and roll
Periodo di attività musicaleanni 1960 – anni 1990
EtichettaDecca

Screaming Lord Sutch, pseudonimo di David Edward Sutch (Hampstead, 10 novembre 1940Londra, 16 giugno 1999), è stato un musicista e politico britannico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Insegna dedicata a Screaming Lord Sutch

David Edward Sutch nacque nel quartiere londinese di Hampstead il 10 novembre 1940 (secondo altre fonti nel 1942).[1][2] Dopo aver formato nel 1958 i Savages, nel cui organico entreranno a far parte oltre duecento musicisti come Nicky Hopkins, Ritchie Blackmore, Matthew Fisher, e Danny McCulloch, Sutch pubblicò diversi singoli solisti prodotti da Joe Meek durante i primi anni sessanta adottando il nome "Screaming Lord Sutch" (un omaggio a Screamin' Jay Hawkins), e fece parlare di sé grazie ai suoi stravaganti concerti durante i quali indossava abiti ispirati al mondo dell'orrore.[1][2] Nel 1963, Sutch si candidò alle elezioni per il parlamento inglese di Stratford in qualità di leader del National Teenage Party, partito goliardico che ottenne soltanto 209 voti.[1] Durante l'anno seguente, l'artista fondò l'emittente pirata Radio Sutch, situata sull'estuario del Tamigi (che verrà poi venduta e diventerà Radio City).[1] Nel 1966 si ripresentò alle elezioni e sfidò in dibattito Harold Wilson.[1] La stampa e la critica non apprezzano la musica del rocker britannico:[1][2] nel 1970 egli pubblicò Lord Sutch and Heavy Friends, che, nonostante la presenza di celebri musicisti come Jeff Beck e Jimmy Page, viene considerato da Colin Larkin il peggior album in assoluto.[3] Durante la fine degli anni settanta, Sutch riformò i Savages e si sposò.[1] Nel 1983 fondò un nuovo partito politico nato sulla falsariga del precedente National Teenage Party che prende il nome di Official Monster Raving Loony Party.[4] Nel 1991 venne pubblicata la sua autobiografia.[2] Otto anni dopo l'artista prese parte a uno spot della Coco Pops.[5] Dopo una lunga battaglia contro la depressione, Sutch si tolse la vita impiccandosi il 16 giugno del 1999.[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Life as Sutch: The Official Autobiography of a Raving Loony, 1991

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Da solista[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

  • 1972 – Hands of Jack the Ripper
  • 1980 – Alive and Well
  • 1982 – Rock & Horror

Singoli ed extended play[modifica | modifica wikitesto]

  • 1961 – Good Golly Miss Molly
  • 1963 – I'm a Hog For You
  • 1963 – Jack the Ripper
  • 1964 – She's Fallen in Love with the Monster Man
  • 1964 – Dracula's Daughter
  • 1965 – The Train Kept a' Rollin'
  • 1966 – The Cheat

Nei gruppi[modifica | modifica wikitesto]

Con gli Heavy Friends[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

  • 1970 – Lord Sutch and Heavy Friends
  • 1971 – Hands of Jack the Ripper

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Eddy Cilìa, Enciclopedia Rock - '60 (secondo volume), Arcana, 2001, "Screaming Lord Sutch".
  2. ^ a b c d (EN) Screaming Lord Sutch, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata
  3. ^ (EN) The Virgin All-Time Album Top 1000 List - 2000, su rocklistmusic.co.uk. URL consultato il 27 maggio 2021.
  4. ^ (EN) Obituaries - Screaming Lord Sutch, su The Telegraph, 18 giugno 1999. URL consultato il 27 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2016).
  5. ^ (EN) Coco Pops back after vote, su campaignlive.co.uk. URL consultato il 27 maggio 2021.
  6. ^ (EN) Stuart Millar, Madcap maverick of politics hid his life of despair, su The Guardian, 1º settembre 1999. URL consultato il 18 aprile 2023.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN74038920 · ISNI (EN0000 0000 6311 2430 · Europeana agent/base/146931 · LCCN (ENn93056037 · GND (DE13162606X · BNF (FRcb139001937 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n93056037