Pleurocarpaea

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Pleurocarpaea
Immagine di Pleurocarpaea mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Vernonieae
Sottotribù Linziinae
Genere Pleurocarpaea
Benth., 1867
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Vernonieae
Genere Pleurocarpaea
Specie
(Vedi testo)

Pleurocarpaea Benth., 1867 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico George Bentham (1800-1884) nella pubblicazione " Flora Australiensis: a description of the plants of the Australian territory" ( Fl. Austral. 3: 460) del 1867.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le piante di questa voce hanno un habitus prevalentemente erbaceo arbustivo (suffruticoso) con cicli biologici perenni. La superficie può essere ricoperta da peli semplici, submoniliformi o a forma di "L".[4][5][6][7][8][9]

Le foglie lungo il fusto sono disposte normalmente in modo alterno; sono sessili o brevemente picciolate. La lamina è intera e in genere ha la forma strettamente lanceolata con apici acuti e base attenuata. I margini sono più o meno continui. Le venature sono pennate. Lunghezza delle foglie: 3 cm.

Le infiorescenze sono formate da pochi capolini omogami, discoidi e peduncolati. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da circa 12 brattee disposte su 2 - 3 serie embricate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro sono persistenti e di tipo fogliaceo con superficie ghiandolosa. Il ricettacolo, piatto, normalmente è provvisto di pagliette (raramente è nudo).

I fiori, da 8 a 13 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: il colore delle corolle è porpora, rosa o bianco; la superficie è pubescente o ghiandolosa; la forma in genere è tubulosa (un tubo filiforme che improvvisamente si apre a campana) con 5 lobi finali;.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere, sagittate e sprovviste di ghiandole, spesso hanno delle piccole code più o meno arrotondate; le appendici apicali sono acute. Il polline è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro), echinato (con punte) e "lophato" (la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni)[12]; in altri casi possono essere presenti delle lacune in posizione polare.
  • Gineceo: lo stilo è filiforme e privo di nodi (o eventualmente con un anello basale) con un nettario allungato o tubolare. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base). La pubescenza è del tipo a spazzola con peli appuntiti.[13] L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, a forma più o meno cilindrica, hanno 10 coste con la superficie sericea con ghiandole. All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto; i rafidi sono assenti e non è neppure presente il tessuto tipo fitomelanina. Il pappo è formato da poche corte decidue setole (quelle più esterne sono fimbriate e persistenti); a volte il pappo è assente.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle piante di questa voce è relativa al nord dell'Australia.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Linziinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[17] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Linziinae appartengono al subclade relativo all'Africa e Asia (con alcune eccezioni: Cuba e Australia).[18]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[19]

  • le brattee involucrali sono provviste di spicole ai margini;
  • le setole del pappo sono appiattite;
  • il polline è "lophato" e tricolporato e a volte non è echinato;
  • nel polline i tipi "lophati" hanno una organizzazione radialmente simmetrica con disposizione regolare.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Linziinae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[8] La costituzione di questo gruppo è relativamente recente (2009); in precedenza tutti i generi della sottotribù erano descritti all'interno della sottotribù Centrapalinae.[7] Nell'ambito della tribù Linziinae occupa, da un punto di vista filogenetico, una posizione abbastanza "basale" insieme alle sottotribù Erlangeinae e Gymnantheminae.[18]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere ( Pleurocarpaea) sono:[7]

  • il ricettacolo è provvisto di pagliette;
  • il pappo è coroniforme (insieme di piccole scaglie) o è formato da poche corte decidue setole;
  • l'areale di queste pianta è relativo all'Australia.

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere ha 2 specie:[2]

Le due specie si distinguono per i seguenti caratteri:[9]

  • P. denticulata: gli steli hanno un ciclo biologico annuale; la larghezza delle foglie è di 5 - 50 mm; i capolini sono lunghi 8 - 18 mm.
  • P. fasciculata: gli steli hanno un ciclo biologico perenne; la larghezza delle foglie è di 2 - 7 mm; i capolini sono lunghi 6,4 - 8 mm.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 3 novembre 2021.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 novembre 2021.
  4. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  5. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  6. ^ Judd 2007, pag.517.
  7. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 172.
  8. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 444.
  9. ^ a b Dunlop 1991.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  12. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  13. ^ Judd 2007, pag. 523.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ Susanna et al. 2020.
  18. ^ a b Siniscalchi et al. 2019.
  19. ^ Robinson et al. 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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