Officine Pellizzari e figli

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Officine Pellizzari e figli
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1901 a Arzignano
Fondata daAntonio Pellizzari
Chiusura1971 crisi economica
Sede principaleVicenza
SettoreMetalmeccanica
Prodottimotori e pompe
Dipendenti2.564 (1950)

Azienda fondata da Antonio Pellizzari nel 1901 a Calavena Bassa di Arzignano Vicenza[1]. I primi fabbricati furono edificati in Via Regina Margherita, oggi Via 4 martiri. L'azienda mantenne questo nome fino al 1945 quando il figlio, Giacomo, cambiò la ragione sociale in Società per azioni, di cui lui rimase il maggior azionario, rinnovando la struttura e il logo aziendale. La sede originale è oggi ancora visibile ad Arzignano, con la fabbrica e la casa padronale accanto.

Storia delle Officine ed evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Avviate nel 1901, le Officine Pellizzari e figli, producevano applicazioni per mulini da zolfo, con processo di ventilazione e macinazione, segatrici per legno, essiccatoi per bossoli con pompe e turbine (che videro una grossa crescita dopo il 1905 grazie alle scoperte tecnologiche dell'epoca)[1]. L'attrezzatura iniziale era modesta, un motore Oerlikon da mezzo cavallo e un tornio. Nel 1902 i capannoni esistenti erano destinati alla produzione di motori piccoli, alla produzione di pompe e di ventilatori, come testimoniano le piantine degli stabilimenti conservati presso la Biblioteca Giulio Bedeschi di Arzignano. Dal 1902 Giacomo, figlio di Antonio, diplomato al Regio Istituto Alessandro Rossi di Vicenza, gestisce l'azienda e imposta la costruzione dei mulini per zolfo secondo un nuovo processo con ventilazione.

Nel 1904 nascono le prime turbine di tipo Francis e Girard[2], ad asse verticale, per il comando di un molino, della portata di 20 litri al secondo con 5 metri di caduta; le altre del tipo Francis, della portata di 400 litri al secondo con 4 metri di caduta.

1905 Nasce in Italia la pompa centrifuga per acquedotti, la prima viene fornita all'acquedotto di Vicenza (Capacità: litri 85 per minuto, metri 45 di prevalenza, funzionata per 60 anni).[3]

Nel 1912 Antonio Pellizzari viene a mancare lasciando ai figli, Giuseppe e Giacomo (detto ‘il Barba’), l'azienda.

1909-1918 la Pellizzari fu una della 29 aziende meccaniche italiane che si convertirono alla produzione di ordini bellici grazie a rapporti diretti con la Mobilitazione industriale italiana. L'azienda si associò alla Cooperativa proiettili di Padova per le pratiche militari e la manodopera, garantendosi il controllo delle proprie maestranze. In seguito ai fatti di Caporetto le officine venete dovevano chiudere o trasferire le sedi oltre il fiume Po. Lo stabilimento si trasferì a Castellammare di Stabia lavorando in accordo con i Cantieri Metallurgici Italiani di Napoli. (per approfondire le vicende storiche Fronte italiano (1915-1918)#La disfatta di Caporetto ) Giacomo Pellizzari mette a disposizione le sue conoscenze aziendali per la costruzione di aeroplani in collaborazione con l'istituto Alessandro Rossi sin dal 1917 quando, per soddisfare gli impegni con l'aeronautica di Torino, la scuola appaltò la produzione all'Officina stessa.[3]

1919 Costruito e venduto il primo motore elettrico Pellizzari al Signor Ugo Braccini di Firenze. Viene ampliato lo stabilimento principale e costruite nuove aree produttive per la produzione dei motori elettrici per pompe idrauliche.

Nell'immediato Dopoguerra la fabbrica viene notevolmente ampliata creando nuove filiali e succursali in Italia e all'estero, alcune di queste oggi ancora esistenti con nuove ragioni sociali. Le zone interessate dall'espansione Pellizzari sono Montecchio Maggiore, Vicenza, Lonigo, Montebello Vicentino: queste costruzioni hanno costituito la terza forza lavoro di Vicenza (assieme alla famiglia Marzotto di Valdagno e i lanifici di Schio Lanerossi). Dai 600 m² iniziali, tra il 1918 e il 1919 si passò ai 1.500 di superficie produttiva.

1920 È attrezzata una nuova sala prove per motori e trasformatori in Pellizzari, installato un nuovo forno Cubilot per la fonderia e un reparto di elettroventilatori, elettropompe ed elettromulini. Giungono commesse dalla marina militare per allestire navi prestigiose civili e militari (si veda per esempio Ettore Fieramosca (sommergibile) ) mentre Giuseppe Pellizzari continua e perfeziona gli impianti di irrigazioni a pioggia che sono premiati alla fiera di Verona e a Roma.

1922 Depositato il brevetto del Prof. Sartori per i Motori auto compensati ad elevato rendimento con Fattore di Potenza1

1923 Giacomo Pellizzari è protagonista di numerose iniziative a carattere sociale dedicate ai dipendenti delle Officine e allo sviluppo del contesto urbano/sociale di Vicenza. Una delle prime iniziative è la costruzione delle case popolari di Arzignano. Successivamente sono istituiti il cinema sociale e una scuola per i dipendenti che saranno impiegati presso l'Azienda.

Nasce Antonio Pellizzari, erede delle Officine.

1926 Anni di grandi innovazione nel settore nell'idraulica degli impianti in Italia. Le Officine iniziano anche la produzione di motori nuove pompe con elico-centirfuga.

1929 Umberto di Savoia è in visita a Vicenza per apprendere il funzionamento degli innovativi impianti di irrigazione di Giuseppe Pellizzari, premiati per l'innovazione tecnologica. Il 1 settembre del 1929 proprio il fratello Giuseppe, muore prematuramente.

1930 Nonostante sia un anno di forte crisi nelle vendite, a causa della Grande depressione americana la fabbrica si consolida nella produzione impiegando 1300 operai specializzati. In cinque stabilimenti a Vicenza si producono macchine elettriche, alternatori, trasformatori, generatori, macchine varie per l'industria, turboventilatori e turbocompressori. Viene creata la Mutua aziendale con visite gratuite dirette ai malati secondo una nuova legislazione di assistenza e tutela del cittadino e del lavoratore. Si istituisce anche uno spaccio alimentare e una mensa per operai e impiegati per aiutare la popolazione stremata dai recenti avvenimenti bellici (si veda per esempio Evento in ricordo dell'impatto sociale e industriale nel territorio vicentino. Archiviato il 26 ottobre 2018 in Internet Archive. ).

1935 L'azienda ammoderna la rete commerciale espandendosi in Cina, Egitto e Manciuria. Prima della guerra Giacomo avvia la Elettra (poi fabbrica di accumulatori Pellizzari di Montecchio Maggiore che produce accumulatori per batterie stazionarie per avviamento o trazione, veicoli a trazione elettronica e accumulatori, oggi ancora esistente con diversa ragione sociale) e le Industrie Meccaniche di Lonigo (che producono trapani di precisione. È annessa allo stabilimento una scuola di meccanici per l'alta formazione dei giovani tecnici).

1940-45 Moltissimi operai sono mandati a combattere in guerra, le Officine Pellizzari assumono donne e giovanissimi per continuare la produzione e garantire uno stipendio alle famiglie impiegate in azienda, convertendo la produzione in materiale bellico. Antonio Pellizzari rifiuta di andare in guerra e nel 1943 mentre Giacomo, in conflitto con la Repubblica Sociale Italiana per non essere arrestato per la renitenza militare del figlio, si rifugia in Lombardia, ospite segreto di un amico.[4] Ad Arzignano 1943 si creano numerosi gruppi antitedeschi operai e il giorno 30 marzo 1944 avviene una fucilazione esemplare da parte dei fascisti a causa di moti aziendali, alla Officine. Vengono fucilati quattro operai Pellizzari ai Castelli di Giulietta e Romeo di Montecchio Maggiore (evento ancora oggi ricordato nella Valle del Chiampo a Vicenza nelle scuole e presso le istituzioni civiche http://www.vicenzatoday.it/eventi/74-manifestazione-commemorativa-dei-quattro-martiri-ad-arzignano.html).

Nel 1945 Pellizzari cambia la ragione sociale in Società per azioni, di cui lui rimase il maggior azionario, e fonda un nuovo logo. Furono create 15000 azioni di cui: 14998 azioni nelle mani di Giacomo, 1 all'Avvocato Angelo Valenti e 1 all'Avvocato Gino Rogai. In seguito a questo cambiamento sono accorpati gli stabilimenti di Vicenza, Lonigo e Montebello Vicentino ad Arzignano. Inizia la produzione di raddrizzatori a vapori di mercurio in cassa metallica con aree di sperimentazione con consulenza del dottor Walter Dallenbach di Zurigo. Si perfeziona la rete commerciale aprendo due filiali, la Pellizzari Argentina e la Pellizzari Brasiliera a Buenos Ayres e San Paolo, consolidando le esportazioni in Jugoslavia, in Turchia, in Egitto, in India e altri Paesi.[1] Archiviato il 10 luglio 2018 in Internet Archive.

1951 Alluvione nel Polesine, Pellizzari è subito attivo per bonificare la zona.[5] Il Polesine ricevette gli aiuti di tutta Europa e grazie anche a 200 pompe Pellizzari con una capacità di pompeggio pari a 500 litri al secondo. Alcune sono tuttora in funzione negli impianti di bonifica di Rovigo. Si veda Alluvione del Polesine del novembre 1951 per i dettagli.

1953 L'azienda conta 2.800 dipendenti e 5 stabilimenti. Per l'aiuto dato durante l'alluvione in Olanda riceve l'alta onorificenza dalla regina Giuliana di Olanda con medaglia dell'ordine di Orange Nassau. Era stato istituito il “treno Pellizzari” che partì il 28 febbraio con 150 vigili del fuoco italiani accompagnati personalmente da Antonio Pellizzari. A Giacomo, il barba, il ministero della pubblica istruzione, su proposta del 29 settembre 1952 del Senato Accademico della L'Università di Padova, conferisce il 24 marzo la laurea H.C. in Ingegneria Elettrotecnica a riconoscimento dell'evoluzione della tecnica e all'incremento della produzione elettromeccanica nel Paese. Sono a questa data 150.000 le pompe e 800.000 i motori funzionanti in tutto il mondo provenienti da questa azienda.[1][6]

Giacomo, il barba, lascia le redini dell'azienda nel 1955 ad Antonio, unico erede.[7] A distanza di pochi anni anche Antonio scompare, a causa di un ictus, il giorno 11 luglio 1958 Eventi in ricordo di Pellizzari Antonio. Archiviato il 12 luglio 2018 in Internet Archive. .[8]

Nel 1961 l'azienda mantiene il nome Pellizzari grazie a un governo tecnico che continua la produzione elettrica.

1958 Per qualche mese è l'ingegnere milanese, Dottor Antonio Cova a guidare l'azienda. Dal novembre dello stesso anno subentra l'Ingegnere Lossa (dal novembre 1958 al 4 luglio dal 1970). Sta nascendo la nuova fonderia di Montorso che risolve dei problemi nell'esecuzione di alcune commesse grazie alla realizzazione dei corpi delle pompe.(si veda anche i figli della pellizzari Archiviato il 12 luglio 2018 in Internet Archive. )

1963 Anno di rottura della diga del Vajont. Le Officine Pellizzari e gli Alpini di Arzignano collaborano con Enel per una centrale di pompaggio d'urgenza.[1]

1968 Viene patrocinata la mostra itinerante italiana su Achille Beltrame, illustratore delle testate giornalistiche dell'epoca.

Negli anni Settanta la Società cambia gestione, con un nuovo consiglio di amministrazione.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d V. Nori, Pellizzari di tre generazioni (1901-1958) al servizio del lavoro e della cultura nella patria di Arzignano e nel vicentino; Arzignano, 1987 (SL 338.4 NOR Biblioteca Bedeschi)
  2. ^ Pellizzari. Cinquant'anni di lavoro; Arzignano MCM, Ist. Editt. Lombardo, 14 ottobre 1951 (SL 338.4 PEL Biblioteca Bedeschi)
  3. ^ a b A. Dal Molin - A. Lora, Giacomo Pellizzari: il suo tempo, la sua gente: officine, produzioni, testimonianze, eredità: nuove ricerche; Arzignano, 2007
  4. ^ V. Nori, Arzignano nel vortice della guerra 1940-1945; Arzignano, 1989
  5. ^ A. Dal Molin - A. Lora, Giacomo Pellizzari: il suo tempo, la sua gente: officine, produzioni, testimonianze, eredità: nuove ricerche; Arzignano, 2007, pag 98
  6. ^ Pellizzari industrie elettromeccaniche. Cataloghi di vendita
  7. ^ V. Nori, Arzignano attività culturale 1945-1990; Arzignano, 1991
  8. ^ V. Nori, Arzignano protagonisti maggiori 1945-1990; Arzignano, 1992
  9. ^ L. Zarantonello e Antonio Fracasso, La Pellizzari. Settanta anni dopo; Arzignano, 1972 (SL 338.4 PEL Biblioteca Bedeschi)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Dal Molin - A. Lora, Giacomo Pellizzari: il suo tempo, la sua gente: officine, produzioni, testimonianze, eredità: nuove ricerche; Arzignano, 2007
  • Giacomo Pellizzari: il suo tempo, la sua gente: le celebrazioni (DVD) a cura delComitato del Cinquantenario 1955-2005; Arzignano, 2007 (SL 338.762 1 GIA Biblioteca Bedeschi)
  • La Pellizzari nella storia; Il Chiampo, 1972
  • V. Nori, Un nuovo stabilimento per la ex Pellizzari; Il Chiampo, 1973 (biblioteca MM e Biblioteca Bedeschi)
  • V. Nori, Dalla Pellizzari alla Eletar; Arzignano, 1973
  • N. Sartori, L'industria elettromeccanica vicentina: analisi storica; Tesi di Laurea, 1998-1999
  • E.M. Cavagna, La successione generazionale nell'impresa familiare; Tesi di Laurea, 1999
  • S. Poli, I manifesti pubblicitari della ditta Pellizzari & figli di Arzignano: un'esperienza di graphic design fra arte, cultura e industria nell'Italia del secondo dopoguerra; Tesi di Laurea, 2011
  • V. Nori, Giacomo Pellizzari; Arzignano, 1973 (338.4 GIA Biblioteca Bedeschi e Marelli Motori)
  • Biblioteca Bedeschi di Arzignano - FONDO PELLIZZARI raccolta di 296 schede
  • V. Nori, Pellizzari di tre generazioni (1901-1958) al servizio del lavoro e della cultura nella patria di Arzignano e nel vicentino; Arzignano, 1987 (SL 338.4 NOR Biblioteca Bedeschi)
  • Pellizzari. Cinquant'anni di lavoro; Arzignano MCM, Ist. Editt. Lombardo, 14 ottobre 1951 (SL 338.4 PEL Biblioteca Bedeschi)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]