Maria Schell

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Maria Schell nel 1958

Maria Margarete Anna Schell (Vienna, 15 gennaio 1926Preitenegg, 26 aprile 2005) è stata un'attrice austriaca naturalizzata svizzera.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Maria Schell fa parte delle più grandi dive cinematografiche degli anni '50 e '60; dal suo collega Oskar Werner ricevette l'appellativo di Seelchen ('anima candida'), che a lei comunque non piacque.

Austriaca di nascita ma svizzera di adozione, fu attiva sui palcoscenici di Zurigo, Vienna e Berlino nell'immediato periodo postbellico; passò al cinema nel 1948 interpretando numerose pellicole in Germania e in Gran Bretagna, ottenendo la sua prima affermazione in campo internazionale con L'ultimo ponte (1954) di Helmut Käutner.

Dotata di un sensibile temperamento drammatico e di un'eccezionale mobilità espressiva del volto[senza fonte], la Schell diede prove convincenti sotto la guida di registi che seppero valorizzare queste sue doti a vantaggio dell'approfondimento dei personaggi, quali René Clément in Gervaise (1956), Luchino Visconti in Le notti bianche (1957), e Alexandre Astruc in Una vita - Il dramma di una sposa (1958). Partecipò, da protagonista, anche a diversi film hollywoodiani, tra i quali Karamazov (1958) di Richard Brooks, L'albero degli impiccati (1959) di Delmer Daves e Cimarron (1960) di Anthony Mann, ed in seguito da caratterista, come La nave dei dannati (1976) di Stuart Rosenberg e Superman (1978) di Richard Donner.

Per il piccolo schermo lavorò in serie di successo tra cui Der Kommissar e L'ispettore Derrick.

Nel 1991 fece scalpore un suo tentativo di suicidio; in seguito fu anche vittima di due colpi apoplettici (ictus); nel 2002 fu protagonista di un toccante documentario dal titolo Meine Schwester Maria (Mia sorella Maria) realizzato dal fratello, l'attore Maximilian Schell, che ritrasse gli ultimi anni di vita dell'attrice, ormai malata di demenza e di un grave disturbo polmonare. Nel febbraio dello stesso anno, alla prima della pellicola, che ricevette un Bambi, l'attrice fece la sua ultima apparizione in pubblico[1].

Negli ultimi tempi Maria Schell si ritirò a vita privata sulle Alpi della Carinzia, in una proprietà ereditata dai suoi genitori.

Nel 2005, prima di Pasqua, fu ricoverata in ospedale per difficoltà respiratorie; morì poco dopo per un infarto, in seguito a una grave infiammazione dei polmoni; la sua tomba si trova allo Zentralfriedhof di Vienna, accanto a quella del fratello Maximilian.

Maria Schell si sposò due volte, dal 1957 al 1965 con il regista Horst Hächler e dal 1966 al 1986 con il regista Veit Relin. Entrambi i matrimoni finirono con un divorzio. Dal primo matrimonio nacque il figlio Oliver, mentre dal secondo la figlia Marie-Theres Relin, divenuta attrice.

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Le notti bianche di Luchino Visconti (1957).

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatrici italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Fiorella Betti in Karamazov, L'albero degli impiccati, Cimarron, La grande ruota

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1951–57, 1987, 2002: Bambi
  • 1954: Nomination per il film Die letzte Brücke al festival internazionale di Cannes
  • 1956: Coppa Volpi per il film Gervaise al festival internazionale di Venezia
  • 1957 und 1958: Oro e Argento Premio Bravo Otto
  • 1977: Filmband in Gold alla carriera
  • 1983: Goldene Kamera
  • 2008: A Vienna è stata intitolata la Maria-Schell-Straße

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze austriache[modifica | modifica wikitesto]

Croce d'onore per le scienze e per le arti - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Croce al Merito al Nastro dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce al Merito dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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