La caduta di Troia (film 1911)

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La caduta di Troia
Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1911
Durata33 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,20:1
film muto
Generestorico
RegiaGiovanni Pastrone, Luigi Romano Borgnetto
SceneggiaturaOreste Mentasti e Giovanni Pastrone
Casa di produzioneItala Film
FotografiaGiovanni Tomatis
ScenografiaLuigi Borgogno
Interpreti e personaggi

La caduta di Troia è un film muto italiano del 1911 diretto da Giovanni Pastrone e Luigi Romano Borgnetto.

È il primo adattamento cinematografico a noi pervenuto dell'Iliade omerica. Il film è stato prodotto dalla Itala Film di Torino[1] ed è stato il primo vero successo internazionale del regista di Cabiria. Dal punto di vista tecnico, era ancora composto da inquadrature fisse; non era, quindi, ancora presente l'innovazione del carrello, sperimentata da Pastrone solo a partire dal 1914.[2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Mentre si accompagna con una lira, Omero, racconta la storia della distruzione della città di Troia a causa della rivalità d'amore tra Paride e Menelao per Elena. Dopo essersi congedato dalla moglie Elena, il re Menelao a bordo di un cocchio attraversa le strade di Sparta. Nel frattempo giunge alla reggia un ambasciatore di nome Paride che alla visione di Elena se ne innamora perdutamente.In un primo tempo Elena non cede alle lusinghe del giovane ma a seguito dell'intervento di Venere si abbandona all'amore venendo trasportata su di un cocchio volante, insieme all'amato, a Troia. Non appena Menelao viene a conoscenza della cosa, raduna un gruppo di eroi greci i quali sono pronti ad aiutarlo a vendicarsi dell'oltraggio subito.

Mentre Elena e Paride si godono il loro amore e i relativi festeggiamenti all'interno di Troia, nella baia vicina alla città, approdano le navi greche con a bordo gli uomini di Menelao pronti per sferrare il loro attacco a Troia. Nonostante l'impetuoso assedio portato a termine dai greci, i troiani riescono a resistere. A questo punto i greci decidono di costruire un gigantesco cavallo di legno e lo abbandonano davanti alle mura della città fingendo di ritirarsi.

I troiani, a seguito della ritirata degli uomini di Menelao, decidono di trascinare il cavallo all'interno della città proseguendo con i loro festeggiamenti. Durante la notte, però, dal cavallo gigante escono alcuni greci che, approfittando del sonno dei troiani, saccheggiano e danno alle fiamme la città. Elena e Paride si svegliano di soprassalto e fuggono da una finestra ma non appena arrivano nel salone del palazzo si trovano di fronte Menelao che uccide Paride e rapisce Elena mentre sullo sfondo si vede la città di troia distrutta.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Oltre 800 attori sono stati coinvolti nelle riprese per quello che veniva definito come il progetto più ambizioso che nessuno aveva ancora tentato nel mondo del cinema.[3]

Promozione[modifica | modifica wikitesto]

Come testimoniano alcuni manifesti pubblicitari dell'epoca, il film ha goduto di una promozione a livello internazionale.[3]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola è stata distribuita a partire dal 1911 ed è conosciuta anche con i seguenti titoli:

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Pubblico[modifica | modifica wikitesto]

Lungo 600 metri e proiettato senza interruzione in mezz'ora di spettacolo,[4][5][6] non impiegò troppo tempo per farsi apprezzare specialmente a livello internazionale.

Il successo ottenuto dalla pellicola, infatti, fu determinante nel portare ai massimi livelli la Itala Film in quegli anni.[7] In Italia non riscosse un consenso particolarmente rilevante, ma nel resto d'Europa[3][8][9] e negli Stati Uniti venne accolta con molto entusiasmo.[10][11] Facendo conoscere ed apprezzare, ad un pubblico straniero, le prodezze del nascente cinema italiano.[12][13]

Il successo ottenuto dalla pellicola negli USA permise anche l'apertura nel 1913 di una succursale dell'Itala Film a New York.[7]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Un critico del New York Dramatic Mirror, nell'aprile del 1911 scriveva: «questo spettacolare ed interessantissimo film dimostra, dal punto di vista drammatico, a quali altezze può pervenire l’arte cinematografica. Le scenografie abbracciano una vera città e in tutto il film viene mantenuta una incantevole profondità di prospettiva, attraverso la quale si ammira un’intera armata di cittadini e di soldati brulicare in fitte schiere. Nelle scene della distruzione di Troia uno s’accorge di trovarsi di fronte ad una incomparabile produzione di grande bellezza e di molteplici meriti artistici.»[14]

Un critico del Moving Picture World, un altro giornale di New York, una decina di giorni dopo sciveva: «La domanda che si ode da ogni parte: Hai visto La Caduta di Troia?, conferisce a questa grande e spettacolare produzione il sigillo del film della settimana.»[15]

Restauro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2005 il film è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con il Museo nazionale del cinema di Torino e la Cineteca del Friuli.[16][17] Il restauro è stato effettuato dal Laboratorio "L'Immagine Ritrovata" ed ha avuto inizio a partire dai nitrati conservati presso la Cineteca di Bologna, il Filmmuseum di Amsterdam, la Cineteca di Milano e l'Archive Film Agency di Bob Geoghegan. Le didascalie italiane mancanti, invece, sono state ricostruite basandosi su quelle del visto di censura conservato presso il Museo Nazionale del Cinema.[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La caduta di Troia, su torinocittadelcinema.it, www.torinocittadelcinema.it. URL consultato il 19 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2018).
  2. ^ Giovanni Pastrone, su treccani.it, www.treccani.it. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2018).
  3. ^ a b c (EN) Pantelis Michelakis e Maria Wyke, The Ancient World in Silent Cinema, Cambridge University Press, 2013, p. 115, ISBN 9781107016101.
  4. ^ (EN) Peter Bondanella e Federico Pacchioni, A History of Italian Cinema, Bloomsbury Publishing USA, 2017, p. 8, ISBN 9781501307645.
  5. ^ Fra tutti spicca Giovanni Pastrone, industriale e regista, in Torino Sette, n. 356, 1995, p. 3.
  6. ^ Osvaldo Guerrieri, I Torinesi, Neri Pozza Editore, 2015, ISBN 9788854509757.
  7. ^ a b (EN) Gino Moliterno, The A to Z of Italian Cinema - Volume 109, Scarecrow Press, 2009, p. 165, ISBN 9780810870598.
  8. ^ (EN) Geoffrey Nowell-Smith, The Oxford History of World Cinema, Oxford University Press, 1997, p. 125, ISBN 9780198742425.
  9. ^ (FR) Éditions Chronique, Chronique du cinéma, Éditions Chronique, 2013, ISBN 9782366020311.
  10. ^ (EN) Gino Moliterno, The A to Z of Italian Cinema - Volume 109, Scarecrow Press, 2009, p. 243, ISBN 9780810870598.
  11. ^ (EN) Brian Robb, Quicklook at Movies, Quicklook Books Limited, 2012, p. 20, ISBN 9781908926654.
  12. ^ (EN) Edward Wagenknecht, The Movies in the Age of Innocence, 3d ed., McFarland, 2014, p. 47, ISBN 9781476617640.
  13. ^ (EN) Sheldon Hall, Epics, Spectacles, and Blockbusters: A Hollywood History, Wayne State University Press, 2010, p. 22, ISBN 9780814336977.
  14. ^ Reviews of Independent Films, in New York Dramatic Mirror, LXV, n. 1687, 1911, p. 34.
  15. ^ The Film of the Week, in The Moving Picture World, vol. 8, n. 17, 1911.
  16. ^ «Cabiria», il film che visse due volte, in La Stampa, n. 73, 2005, p. 33.
  17. ^ «La caduta di Troia»: e il colossal fu, in La Stampa, n. 179, 2005, p. 29.
  18. ^ La caduta di Troia - Scheda del film, su cinematografo.it, www.cinematografo.it. URL consultato il 19 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2018).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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