Il ballo di Sceaux

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il ballo di Sceaux
Titolo originaleLe Bal de Sceaux, ou le Pair de France
AutoreHonoré de Balzac
1ª ed. originale1830
Genereromanzo
Lingua originalefrancese
ProtagonistiEmilia Fontaine
CoprotagonistiMassimiliano Longueville
SerieLa Commedia umana
Preceduto daLa casa del gatto che gioca
Seguito daMemorie di due giovani spose

Il ballo di Sceaux (Le Bal de Sceaux) è un romanzo di Honoré de Balzac, pubblicato nel 1830. È la seconda opera delle Scènes de la vie privée (Scene di Vita Privata), il primo dei vari cicli narrativi che compongono La Comédie humaine, un'ambiziosa serie di romanzi, racconti, saggi d'argomento vario e novelle miranti tutti a descrivere ed analizzare la società francese, tanto nella sua sfera economico-sociale quanto in quella ideologico-valoriale, contemporanea all'autore.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Emilia Fontaine è l'ultimogenita di una famiglia nobile ma con le sostanze limitate. Suo padre, il conte Fontaine, grazie al favore del sovrano riesce a sistemare tutti i suoi figli. Al momento di maritare Emilia, quest'ultima oppone il rifiuto a tutti i partiti proposti dalla sua famiglia. Impertinente e viziata, annuncia che sposerà solo un pari di Francia. Durante le vacanze estive, al ballo del paese "Il ballo di Sceaux", incontra un giovane, Massimiliano Longueville, del quale si innamora. La ragazza è convinta che il suo innamorato sia di nobili origini. I due giovani si scambiano le reciproche promesse d'amore. Una volta tornata a Parigi, Emilia lo vede in un negozio di stoffe, dietro al bancone. La ragazza abbandona l'innamorato e sposa l'anziano zio, il conte Kergarouët. Dopo parecchio tempo Emilia incontra Massimiliano in un salotto di Parigi; egli, a causa della morte del padre e del fratello, è diventato pari di Francia.

Incipit[modifica | modifica wikitesto]

Il conte di Fontaine, capo di una delle più antiche famiglie del Poitou, aveva servito con intelligenza e coraggio la causa dei Borboni durante la guerra che i Vandeani fecero alla Repubblica. Avendo avuta tanta fortuna da sfuggire a tutti i pericoli che minacciarono i capi realisti durante quella tempestosa epoca della storia contemporanea, era solito dire amenamente: Son uno di quelli che si son fatti uccidere sui gradini del trono!

Finale[modifica | modifica wikitesto]

Ella gettò uno sguardo all'ammiraglio che, secondo la sua espressione familiare, pareva dovesse tener ancora a lungo il mare, e maledisse gli errori della giovinezza. In quel momento, il vescovo di Persepoli le disse con grazia episcopale: Mia bella signora, avete scartato il re di cuori, ed io ho vinto. Ma non rimpiangete il vostro denaro, lo riservo per i miei cari seminaristi.

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàBNF (FRcb136142052 (data)
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Letteratura