Il condominio

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Il condominio
Titolo originaleHigh Rise
Altri titoliCondominium
AutoreJ. G. Ballard
1ª ed. originale1975
1ª ed. italiana1976
Genereromanzo
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese
Ambientazionegrattacielo a Londra
PersonaggiRobert Laing, Richard Wilder, Anthony Royal

Il condominio, pubblicato anche come Condominium (High Rise nell'originale inglese) è un romanzo di fantascienza di J. G. Ballard pubblicato nel 1975.

La storia è interamente ambientata in un grattacielo-condominio di nuova generazione costruito in una zona residenziale di Londra. I suoi abitanti, a causa di una serie di piccoli blackout e dissidi fra vicini, in breve tempo regrediscono sia nei comportamenti che nello stile di vita alla condizione di uomini primitivi.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Le vicende del romanzo si sviluppano nell'arco di tre mesi all'interno di un grattacielo londinese di lusso, «il primo a essere terminato e abitato di cinque unità identiche, facenti parte di un unico progetto immobiliare. [...] Di fatto, quella struttura abitativa era una piccola città verticale, con i suoi duemila abitanti inscatolati nel cielo».

L'edificio sembra offrire ai condomini tutte le comodità della vita moderna: piscine, scuola materna, banca, parrucchiere, sauna, ristorante, palestra, supermercato e ascensori ad alta velocità. Gli appartamenti sono strutturati in modo differente a seconda del piano di appartenenza: quelli ai piani più bassi sono più piccoli e, quindi, più economici; per contro, man mano che si sale verso i piani più alti, gli appartamenti diventano sempre più grandi e costosi, fino ad arrivare all'attico: il più spazioso appartamento di tutto l'edificio, abitato da uno degli architetti del grattacielo, Anthony Royal. Di fatto, l'edificio rispecchia al suo interno la stessa suddivisione di classe della società: i semplici lavoratori ai piani bassi, la media borghesia ai piani intermedi, e i ricchi professionisti nei lussuosi appartamenti in cima.

Duemila, in tutto, gli abitanti del grattacielo, i quali «formavano una collezione sostanzialmente omogenea di ricchi professionisti: avvocati, medici, fiscalisti, docenti universitari e pubblicitari, insieme a un piccolo gruppo di piloti d'aereo, tecnici cinematografici e terzetti di hostess che si dividevano l'appartamento. Secondo il metro consueto del livello finanziario e del grado d'istruzione erano probabilmente più simili gli uni agli altri dei membri di qualsiasi altro agglomerato sociale immaginabile; avevano gli stessi gusti e gli stessi atteggiamenti, gli stessi pallini e lo stesso stile, che si rifletteva chiaramente nella scelta delle automobili parcheggiate attorno al grattacielo, nella maniera elegante ma in qualche modo standardizzata di arredare gli appartamenti, nella selezione di vivande sofisticate del reparto Delikatessen al supermarket, nel tono delle loro voci sicure».

Il convivere tutti in un unico edificio (sebbene delle dimensioni di un grattacielo), scatena ben presto una serie di screzi e rivalità:

«Laing [...] già poco tempo dopo il suo arrivo nel condominio, aveva comunque dovuto notare attorno a lui una straordinaria quantità di antagonismi appena velati. Il grattacielo aveva una seconda vita tutta sua. [...] poco sotto la schiuma del pettegolezzo professionale si stendeva una dura cappa di rivalità personali. A volte aveva la sensazione che tutti stessero aspettando che qualcuno facesse un grosso errore [...]

I sei mesi precedenti erano stati un periodo di litigi continui fra i suoi vicini, di scontri volgari per gli ascensori difettosi e l'aria condizionata mal funzionante, per gli inspiegabili guasti elettrici, per il rumore e le contese sugli spazi di parcheggio [...] Le tensioni sotterranee fra gli inquilini erano decisamente forti, e solo in parte smorzate dal tono civilizzato del palazzo e dall'ovvia esigenza di rendere l'immenso condominio un successo.»

Ma una sera, in seguito ad un guasto elettrico, tre piani rimangono completamente al buio. Il blackout dura solo quindici minuti, ma tanto basta per gettare nella confusione chi si trova lì:

«Nella galleria del decimo piano erano presenti circa duecento persone e molte erano rimaste ferite nel fuggi fuggi verso gli ascensori e le scale. Al buio era scoppiato un gran numero di assurdi e spiacevoli litigi, fra quelli che volevano scendere ai loro appartamenti ai piani più bassi e gli inquilini dei piani alti che insistevano per scappare di sopra, verso le più fresche altitudini dell'edificio. Durante il guasto due dei venti ascensori erano stati messi fuori uso. L'aria condizionata si era spenta e una donna, rimasta chiusa in un ascensore fra il decimo e l'undicesimo piano, aveva avuto una crisi isterica, forse per essere stata vittima di molestie sessuali. Il ritorno della luce aveva svelato un mucchio di relazioni illecite, fiorite col favore della totale oscurità come una specie di pianta carnivora.»

Una reiterata serie di piccoli blackout e i dissidi sempre più frequenti tra vicini incrinano definitivamente i rapporti fra i condomini, risvegliando pian piano la violenza repressa e l'odio di classe delle persone. I condomini iniziano ben presto ad organizzarsi in clan rivali, a seconda della classe sociale e del piano dell'appartamento.

Dopo le prime schermaglie la situazione degenera velocemente fino a trasformarsi in un'orgia di violenza: sabotaggi di ascensori, barricate, uccisioni, rappresaglie, il tutto ambientato in un edificio oramai abbandonato a se stesso, dove nessun servizio funziona più, sia per mancata manutenzione, sia per deliberata violenza dei suoi inquilini (per i quali il grattacielo rimane comunque l'unico vero mondo in cui vale la pena vivere, tanto da non uscire nemmeno più fuori, troncando così ogni contatto con il mondo esterno). Presto le battaglie coinvolgono l'intero palazzo. Tutti i condomini vengono coinvolti in un mondo di violenza primordiale, nel quale cessano di aver valore le leggi della società civile in favore della primitiva legge del più forte.

In questo clima di rabbia e violenza generale, un regista televisivo di nome Richard Wilder, abitante ai piani bassi del condominio che si era proposto di girare un documentario televisivo sulla tipica vita all'interno di un grattacielo, incolpa la struttura stessa del disfacimento generale. Incomincia così una lunga, dura e pericolosa scalata ai piani alti, con l'obiettivo di raggiungere l'attico e con esso l'architetto del grattacielo, Royal, principale responsabile della degenerazione verificatasi. Si tratta, in realtà, di una vera e propria scalata sociale per Wilder: arrivare in cima al palazzo significa scalzare di fatto Royal dal ruolo di padrone assoluto del grattacielo. Regredito allo stadio primitivo (gira infatti quasi completamente nudo, sul petto si traccia con un rossetto segni tribali di cui va fiero e si limita a soddisfare solo i suoi impulsi primari), riesce a raggiungere la cima del grattacielo, superando barricate e ostilità, dove incontra l'architetto in persona.

A questo punto gli punta, per gioco, una pistola, ma Royal equivoca il gesto: temendo di essere colpito, sferza il suo bastone cromato su Wilder che, per contro, gli spara e lo uccide (si nota che prima di allora mai un colpo d'arma da fuoco era stato esploso durante gli scontri, e questo semplicemente per una primordiale esigenza dello scontro fisico). Soddisfatto per il suo trionfo, Wilder si ritrova nel giardino delle sculture dove, "contagiato" dall'allegria e dalla spensieratezza dei bambini che giocano lì, si unisce ai loro giochi. Solo in un secondo momento si accorge anche della presenza di alcune donne, le quali dapprima lo osservano per poi accerchiarlo, armate ciascuna di coltello. Invece di scappare o difendersi, Wilder (al limite della consapevolezza) va loro incontro, come un bambino che si getta tra le braccia di sua madre.

L'unico dei tre protagonisti del romanzo che sopravvive è il dottor Laing, un medico che non si decide a praticare la professione, ma si limita ad insegnare all'università. Questo atteggiamento apatico e negletto che ha nella vita quotidiana lo riversa anche all'interno del grattacielo durante tutti i mesi di ostilità, dove si limita al ruolo passivo di affascinato spettatore, senza mai partecipare attivamente agli scontri. Inoltre dimostra una naturale abilità nell'adattarsi alla nuova situazione, ma senza lasciarsi contagiare dalla follia comune.

Il libro si chiude con l'inquietante immagine del dottor Laing che osserva il grattacielo di fronte, in quel momento alle prese con un blackout, segnale dell'inizio della follia che si scatenerà di lì a poco anche in quell'edificio:

«Già si vedevano i raggi luminosi delle torce elettriche che scrutavano il buio, e gli inquilini facevano i primi, confusi tentativi di capire dove si trovavano. Laing li guardava soddisfatto, pronto a dargli il benvenuto nel loro nuovo mondo.»

Protagonisti[modifica | modifica wikitesto]

I tre protagonisti Royal, Laing e Wilder sono tre tipici esemplari delle classi sociali a cui appartengono:

  • Anthony Royal è il ricco architetto che ha creato il palazzo. Vive nell'attico e disprezza il comportamento delle classi inferiori.
  • Robert Laing è un giovane medico appartenente alla ricca borghesia che non ha mai curato un paziente. Cerca solo la tranquilla sopravvivenza sua e delle sue donne, senza interessarsi a quello che succede nel resto del condominio.
  • Richard Wilder è un regista televisivo ansioso di riscattare le sue umili condizioni. Sfida Royal per la supremazia nel palazzo.

Il condominio come metafora dell'età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il concetto di fondo che lo scrittore Ballard espone nel romanzo (poi ripreso come leitmotiv in altri suoi libri, come Il mondo sommerso) è quello della regressione dell'uomo - di fronte a particolari circostanze - ad uno stadio primitivo. L'uomo, in fondo, nasce come animale. Nel corso della sua evoluzione ha imparato a dominare i propri impulsi grazie al raziocinio, ma più questi vengono tenuti a freno e più si corre il rischio che esplodano - quasi senza preavviso - al verificarsi di particolari condizioni, annullando in un solo colpo tutte le conquiste tecnologiche e sociali per ritornare allo stato animalesco:

«Ora che tutto era tornato alla normalità, si rendeva conto con sorpresa che non c'era stato un inizio evidente, un momento al di là del quale le loro vite erano entrate in una dimensione chiaramente più sinistra.»

Non c'è mai un unico elemento responsabile dell'esplosione, bensì piuttosto una serie di concause che portano all'esasperazione un individuo (come i continui litigi e le rivalità mal celate tra gli abitanti di un grattacielo di mille appartamenti). Raggiunto questo punto, basta un solo evento per provocare l'esplosione, che può essere il più disparato quanto il più banale, come un semplice blackout. All'inizio la nuova situazione getta gli abitanti del condominio-grattacielo nel panico più totale, ma poi l'assenza di luce dà loro il pretesto immediato di dare libero sfogo a quegli impulsi così a lungo repressi, esplodendo così in atteggiamenti irrazionali, comportamenti deprecabili, violenza, perfino omicidio e cannibalismo:

«Al sicuro nella conchiglia del grattacielo, come passeggeri a bordo di un aereo con il pilota automatico, erano liberi di comportarsi in qualsiasi modo volessero, di esplorare le pieghe più oscure della propria personalità. Per molti versi il grattacielo era il perfetto modello di tutto ciò che la tecnologia aveva fatto per rendere possibile l'espressione di una psicopatologia autenticamente libera»

«Senza saperlo, [Royal] aveva costruito un gigantesco zoo verticale, con centinaia di gabbie accatastate l'una sull'altra. E allora, per cogliere il senso di tutti i fatti avvenuti nei mesi precedenti, bastava capire che quelle creature brillanti ed esotiche avevano imparato ad aprire gli sportelli.»

Ma quella della violenza è soltanto una fase verso una nuova normalità. Una volta raggiunto il culmine, la violenza è destinata a smorzarsi pian piano, per tornare necessariamente alla quotidianità, questa volta però non più fatta di regole, doveri e severa moralità, ma dove si è liberi di essere se stessi mostrando apertamente la propria natura, nel bene e nel male:

«Ogni nuovo episodio [di violenza] li avvicinava alla meta finale a cui tutto il grattacielo puntava, la costituzione di un regno in cui i loro impulsi più devianti fossero finalmente liberi di manifestarsi, in qualsiasi modo. A quel punto la violenza fisica sarebbe finalmente cessata.»

Trasposizione cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: High-Rise - La rivolta.

Dal romanzo è stato tratto il film High-Rise - La rivolta del 2015 diretto da Ben Wheatley, con protagonista Tom Hiddleston.[1] La colonna sonora è realizzata da Clint Mansell.[2]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]