Guglielmo I di Provenza

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Guglielmo I
Guglielmo I di Provenza
Conte di Provenza
In carica968 - 993
PredecessoreBosone II
SuccessoreGuglielmo II
Marchese di Provenza
In carica979 –
993
Predecessoretitolo creato
SuccessoreRotboldo II
Nascitaca. 950
Morte993
DinastiaBosonidi
PadreBosone II di Provenza
MadreCostanza di Provenza
ConiugiArsenda di Comminges
Adelaide d'Angiò
FigliDi primo letto:
Odile
Guglielmo
Toda
Di secondo letto:
Costanza
Ermengarda

Guglielmo detto Guglielmo il Liberatore o il Padre della Patria (950 circa – 993) fu conte d'Avignone dal 962, conte di Provenza dal 968, e poi marchese di Provenza dal 979, sino alla sua morte.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del conte d'Arles, conte di Avignone e conte di Provenza, Bosone II di Provenza (come ci viene confermato dal documento nº 29 del Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille[1] e di Costanza (come ci conferma il monaco e storico benedettino dell'Abbazia di Montmajour, Dom Chantelou, nel suo Histoire de Monmajour, Revue Historique de Provence, 1ère année, a pag. 37[2]), che per numerosi storici era Constanza di Provenza (920/30-dopo il 963), la figlia del conte di Vienne, Carlo Costantino. Che Costanza sia la figlia di Carlo Costantino non v'è certezza.

Secondo alcuni storici che sia la figlia di Carlo Costantino solo per il fatto di avere tale nome che in precedenza nella Provenza non era usato, mentre per altri che hanno confutato tale tesi in quanto in vari documento dell'abbazia di Cluny, si trovano donne con tale nome (il nº 45[3], il nº 390[4], il nº 530[5], il nº 582[6] e il nº 683[7]), Costanza era sorellastra di Carlo Costantino, figlia di suo padre Ludovico e la seconda moglie Adelaide[2].

Bosone II era figlio del conte in Provenza (forse conte d'Avignone), Rotboldo I di Provenza (come ci viene confermato dal documento nº 29 del Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, tome I[8]?- ca. 950), e della moglie di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti, ma secondo alcuni era Ermengarda d'Aquitania[9], figlia del duca d'Aquitania Guglielmo il Pio e di Engelberga di Provenza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Guglielmo compare, come firmatario, in un documento del 963 dell'Histoire de Monmajour, Revue Historique de Provence, 1ère année, assieme ai genitori, Bosone II e Costanza ed ai fratelli, Rotboldo e Ponzio; da questo documento si deduce che Guglielmo fosse il fratello maggiore in quanto citato per primo[10]. Ma nel documento nº 29 del Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, del 965, Rotboldo viene citato prima del fratello[1]. Nel 968, alla morte del padre, Guglielmo[11] gli subentrò nel titolo di conte di Avignone, mentre il fratello, Rotboldo, in quello di conte di Arles, ed assieme assunsero il titolo di conte di Provenza. Guglielmo è considerato il fondatore della contea di Provenza.

Prima del 970 (come risulta dal documento nº 598 del Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, tome I, dell'aprile 970, in cui, Guglielmo e la moglie, la contessa Arsinda, fanno congiuntamente una donazione all'abbazia stessa[12]), sposò Arsenda di Comminges (ca.950- dopo il 979, anno in cui compare per l'ultima volta citata in un documento[13]), che secondo lo storico Szabolcs de Vajay era figlia del conte Arnaldo di Comminges e della contessa Arsenda di Carcassonne. Sempre secondo Szabolcs de Vajay era anche la sorella della viscontessa di Narbonne, Adelaide, che la cita nel suo testamento del 978 (documento nº 130 dell'Histoire Générale de Languedoc, Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes[14].

Nel 972, col fratello Rotboldo II si mise alla testa di una coalizione di nobili provenzali[15] per cacciare definitivamente i Saraceni dal sud della Provenza e, nel corso del 973, con l'apporto delle truppe del marchese di Torino, Arduino il Glabro a Tourtour, ottennero una schiacciante vittoria, che permise di conquistare la fortezza di Frassineto (oggi identificata con La Garde-Freinet) e di liberare la Provenza dalla presenza dei Saraceni[16].
Questa vittoria, ottenuta senza l'aiuto del suo signore, il re di Arles, Corrado il Pacifico, gli permise di avere il controllo effettivo sulla Provenza e di distribuire le terre riconquistate ai suoi vassalli.

Nel 979 assunse anche il titolo di marchese di Provenza, come risulta dal documento di donazione nº 1042 del Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, tome II, una donazione all'abbazia stessa, in cui Guglielmo si definisce marchese (anno da cui si data la costituzione del marchesato di Provenza), viene controfirmata anche dalla moglie, la contessa Arsinda[13], che fu redatta ad Arles[12], e, nel 980, Guglielmo si trasferì ad Arles.

Essendo rimasto vedovo nel 983 circa, tra il 984 ed il 986 sposò (come viene confermato nel Chronica de Gesta Consulum Andegavorum[17] e nel Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Francorum continet Actus 9[18]), contro il volere del papa, Giovanni XV[19], Adelaide d'Angiò (947-1026), figlia del Conte d'Angiò e poi, conte di Nantes e duca di Bretagna, Folco II e di Gerberga (secondo lo storico Maurice Chaume era figlia del Visconte Goffredo d'Orleans); infatti Adelaide, secondo il Cartulaire de l'abbaye de Saint-Chaffre du Monastier et Chronique de Saint-Pierre du Puy', era la sorella del conte d'Angiò, Goffredo detto Grisegonelle[20][21] (figlio di Folco II secondo la Chronica de Gesta Consulum Andegavorum, Chroniques d'Anjou[22]). Folco II d'Angiò era figlio del conte d'Angiò, Folco il Rosso[23] e di Rosalia di Loches, figlia di Garnier (Warnerius), signore di Loches. Adelaide era al suo quarto matrimonio, avendo sposato:

Il matrimonio tra Guglielmo e Adelaide, non più ostacolato da papa, Giovanni XV, dopo la morte di Luigi V, avvenuta, nel 987, causa avvelenamento (secondo il Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d´Anjou[28]) fece un grande scalpore, come riportato dalle Richeri Historiarum[29].

Negli ultimi anni di vita divenne molto pio e la sua politica fu molto favorevole alle richieste degli uomini di chiesa e dei conventi.
Nell'agosto del 990, assieme al fratello, Rotboldo II, alla moglie, Adelaide, ed al figlio, Guglielmo, fecero una donazione all'abbazia di Cluny[30], mentre, nel 992, secondo il documento nº 153 dell'Histoire Générale de Languedoc, Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes, Guglielmo fece una donazione all'abbazia di san Cesare di Arles, controfirmata dal fratello Rotboldo II, dalla moglie, Adelaide, e dal figlio, Guglielmo II[31].

Guglielmo morì, dopo il 29 agosto 993, ad Avignone, dopo essersi fatto monaco ed essersi ritirato in convento presso Avignone[21], lasciando al fratello Rotbaldo, il marchesato di Provenza, mentre la contea veniva governata dal figlio, Guglielmo II, affiancato da Rotbaldo.
La vedova, Adelaide, rimase in Provenza, accanto alle figlie, nate dal matrimonio con Guglielmo, e solo dopo una ventina d'anni, verso il 1015, contrasse un ultimo matrimonio con Ottone I Guglielmo di Borgogna (962 – 21 settembre 1026), a cui non diede figli[21].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Guglielmo ebbe tre figli da Arsenda:

e due da Adelaide:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Bosone d'Arles Tebaldo d'Arles  
 
Berta di Lotaringia  
Rotboldo I di Provenza  
 
 
 
Bosone II di Provenza  
 
 
 
 
 
 
 
Guglielmo I di Provenza  
Ludovico il Cieco Bosone I di Provenza  
 
Ermengarda d'Italia  
Carlo Costantino di Vienne  
Anna di Costantinopoli Leone VI il Saggio  
 
Zoe Zautsina  
Costanza di Provenza  
Guarniero di Sens  
 
 
Teuberga  
Teuberga d'Arles  
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (LA) Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, documento 29, pag. 41
  2. ^ a b (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: nobiltà di Provenza - BOSON
  3. ^ (EN) Recueil des Chartes de l'Abbaye de Cluny, tome I, pag. 53
  4. ^ (EN) Recueil des Chartes de l'Abbaye de Cluny, tome I, pag. 371
  5. ^ (EN) Recueil des Chartes de l'Abbaye de Cluny, tome I, pag. 515
  6. ^ (EN) Recueil des Chartes de l'Abbaye de Cluny, tome I, pag. 556
  7. ^ (EN) Recueil des Chartes de l'Abbaye de Cluny, tome I, pag. 636
  8. ^ (LA) Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, tome 1, documento 29, pag. 40
  9. ^ (EN) #ES Genealogy: Bosonidi - Rotbald
  10. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy :nobiltà di Provenza - GUILLAUME (II)
  11. ^ A volte Guglielmo è indicato coll'ordinale II, anziché I, per via di un fratello di suo padre, anche lui di nome Guglielmo.
  12. ^ a b (LA) Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, tome 1, documento 598, pag. 590
  13. ^ a b (LA) Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille, tome 2, documento 1042, pag. 509
  14. ^ (LA) Histoire Générale de Languedoc, Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes, doc. 130, col. 284-288
  15. ^ La coalizione di nobili provenzali fu una spontanea reazione all'indignazione sollevata dalla cattura, da parte dei Saraceni di Frassineto, di San Maiolo ed altri pellegrini che attraversavano il passo del Gran San Bernardo
  16. ^ C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", pagg. 686 e 687
  17. ^ (LA) Chronica de Gesta Consulum Andegavorum, pagina 110
  18. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus IX, Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Francorum continet Actus 9, anno 996 pagina 385 e note Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive.
  19. ^ Adelaide d'Angiò da poco si era separata dal precedente marito, l'erede al trono e futuro re di Francia, Luigi.
  20. ^ (LA) Cartulaire de l'abbaye de Saint-Chaffre du Monastier et Chronique de Saint-Pierre du Puy, Chronicon Sancti Petri Aniciensis, paragrafo CCCCXII pagine 151 e 152
  21. ^ a b c Detlev Schwennicke, Europäische Stammtafeln: Stammtafeln zur Geschichte der Europäischen Staaten, Neue Folge, Band III Teilband 1 (Verlag von J. A. Stargardt, Marburg, Germany, 1984)
  22. ^ (LA) Chronica de Gesta Consulum Andegavorum, pagina 75
  23. ^ (LA) Chronica de Gesta Consulum Andegavorum, pagina 67
  24. ^ (LA) Cartulaire de l'abbaye de Saint-Chaffre du Monastier et Chronique de Saint-Pierre du Puy, Cartularium S. Theofredi, paragrafo CXLIV pagina 70
  25. ^ a b (LA) Richeri Historiarum libro III, paragrafo 92, pagina 120
  26. ^ (LA) Richeri Historiarum libro III, paragrafo 94, pagina 121
  27. ^ (LA) Rodulfi Glabri Historiarum Libri Quinque, liber I, caput III, pagine 617 e 618
  28. ^ (LA) Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d´Anjou, anno 986, pagina 382
  29. ^ (LA) Richeri Historiarum libro III, paragrafo 95, pagina 121
  30. ^ a b (LA) Recueil des Chartes de l'Abbaye de Cluny, tome III, doc. 1837, pag. 81
  31. ^ (LA) Histoire Générale de Languedoc, Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes, doc. 153, col. 326
  32. ^ a b (EN) #ES Genealogy: Bosonidi - Guillaume II
  33. ^ Guglielmo Bertrando, insieme al fratello Goffredo, vengono citati, senza essere nominati, nel documento nº 659 del Cartoulaire de l'abbaye de Saint-Victor de Marseille tome II, del 1144, inerente ad una donazione fatta in favore dell'abbazia di San Vittorio di Marsiglia da suo padre, Folco Bertrando I, che si proclama proprietario di Forqualquier mentre le contee di Gap ed Embrun passarono per qualche tempo ai discendenti di Toda, per poi passare alla Casa Sabran e per poi ridividersi ancora. Quella di Gap ritornò agli eredi di Adelaide ed Ermengol IV, e quella di Embrun rimase ai Sabran.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • C. W. Previté-Orton, "L'Italia nel X secolo", cap. XXI, vol. II (L'espansione islamica e la nascita dell'Europa feudale) della Storia del Mondo Medievale, 1979, pp. 662–701.
  • Louis Halphen, La Francia nell'XI secolo, in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 770–806
  • (FR) Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc, tome III.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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