Guala de Roniis

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Guala de Roniis, O.P.
vescovo della Chiesa cattolica
Bernardino Poccetti, Guala de Roniis
 
Incarichi ricopertiVescovo di Brescia
(1230-1244)
 
Nato1180 a Bergamo
Nominato vescovoagosto 1230 da papa Gregorio IX
Consacrato vescovo1230
Deceduto3 settembre 1244 nel Monastero di Astino
 
Beato Guala de Roniis, O.P.

Vescovo

 
Nascita1180 a Bergamo
Morte3 settembre 1244 nel Monastero di Astino
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione1º ottobre 1868 da papa Pio IX
Ricorrenza4 settembre
Attributiparamenti vescovili

Guala de Roniis (Bergamo, 1180[1]Monastero di Astino, Bergamo, 3 settembre 1244[1]) è stato un domenicano e vescovo di Brescia, venerato come beato dalla Chiesa cattolica che lo ricorda il 4 settembre.

Alfonso Lombardi, Visione di frate Guala che assiste all'ascesa al cielo di san Domenico, part. dell'Arca di San Domenico, basilica di San Domenico, Bologna

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Proveniente dalla nobile famiglia dei de Roniis[2], nel 1218 entrò nell'Ordine dei frati predicatori (domenicani) fondato da Domenico di Guzmán, del quale fu uno dei primi discepoli. Da Bologna, Domenico lo inviò a Brescia quale priore del convento ivi fondato, ed inquisitore della Fede. Alla morte di san Domenico, il Guala ebbe in sogno la visione della gloria del paradiso del padre fondatore dei frati predicatori:

"Fra Guala, priore di Brescia, che poi sarà anche vescovo di quella città, messosi a sedere nel campanile dei frati di Brescia, vi si era appisolato. Ad un tratto vide una apertura nel cielo, attraverso la quale scendevano due candide scale. La sommità dell'una era tenuta da Cristo, l'altra da sua Madre; l'una e l'altra gli angeli percorrevano salendo e discendendo. In fondo alle due scale, nel mezzo, era posta una sedia e sulla sedia c'era uno seduto che sembrava un frate dell'ordine, con la faccia coperta dal cappuccio, come è costume di seppellire i nostri morti. Cristo Signore e sua madre tiravano su poco a poco le scale fino a che colui che era in basso non giunse in cima. Allora fu ricevuto in cielo in un nimbo di luce al canto degli angeli; e quella splendente apertura nel cielo fu chiusa. Non apparve più altro. Quel frate che aveva avuto questa visione, che era molto debole e ammalato, si accorse di avere recuperate d'improvviso le forze, e in tutta fretta si mise in viaggio per Bologna, dove sentì dire che in quello stesso giorno ed alla stessa ora era morto il servo di Cristo Domenico. Questo fatto lo conosco perché me lo ha narrato lui in persona". (testimonianza del beato Giordano di Sassonia, in Libellus de Principiis Ordinis Praedicatorum).

Condusse delicate missioni come legato pontificio di papa Gregorio IX presso l'imperatore Federico II di Svevia. In questa veste, si guadagnò fama di abile diplomatico e pacificatore. A ciò forse contribuiva una speciale sintonia e affinità fra le personalità del frate e dell'eclettico imperatore[3]. Il principale successo del legato Guala fu la stipula della Pace di San Germano, a Cassino, il 23 luglio 1230, che assicurerà un periodo di relativa tranquillità in Europa, seppur breve (8 anni) e instabile. Nel conflitto fra papato e impero, il Guala sosteneva una linea politica moderata, tesa alla mediazione e al bilanciamento dei poteri, scontrandosi spesso con la linea intransigente e combattiva portata avanti dal legato pontificio Gregorio da Montelongo. Quest'ultima linea, infine, avrà la meglio e il Guala non riceverà ulteriori incarichi diplomatici.

Nel 1229 fu nominato vescovo di Brescia per intervento pontificio.

Nel 1234 richiese la stesura dei possedimenti vescovili in Val Camonica e il giuramento di fedeltà di numerose vicinie. Intraprese un'avversata azione di riforma del clero bresciano, corrotto nei costumi morali e spirituali. La piaga principale era la corsa spregiudicata all'investitura dei benefici ecclesiastici da parte di famiglie nobili, il depauperamento e l'usurpazione dei benefici e della mensa vescovile, la disgregazione delle antiche pievi sotto la pressione secessionista di cappelle a loro soggette, miranti all'autonomia. Il duro scontro con i potentati locali, gelosi delle proprie prerogative e dei propri interessi economici, portò alla cacciata del vescovo dalla città nel 1239, con la complicità del Comune, che emise il bando con atti di accusa appositamente costruiti: (a) la codardia del vescovo che non aveva nemmeno tentato la difesa del territorio dall'avanzata delle truppe imperiali di Ezzelino III da Romano nel 1238 (fatto reale, ma in linea con il carattere pacifico del vescovo); (b) il presunto furto di beni, avendo fatto trasportare in segreto e depositare denaro e documenti presso il tesoriere della chiesa di Sant'Alessandro a Bergamo, prima dell'assedio di Brescia (in realtà, il deposito fu compiuto dal Guala per mettere al sicuro i beni dai rischi connessi all'imminente guerra)[4]. Il vescovo Guala fu sostituito da tal Elia Roberto, anch'esso religioso dei frati predicatori (non è chiaro se il sostituto fu indicato dal Guala stesso), la cui nomina non fu mai accettata dalla Santa Sede (infatti Elia Roberto, in seguito divenuto patriarca di Antiochia, non compare nella cronotassi ufficiale dei vescovi di Brescia).

Il Guala, esiliato, passò quindi gli ultimi cinque anni della sua vita poveramente, abitando in un'ala appositamente costruita nel monastero di Astino presso Bergamo.

In seguito a molteplici interventi di papa Innocenzo IV, fu infine reintegrato nei suoi diritti di vescovo di Brescia nel 1244, ed accolto trionfalmente in Val Camonica, dove fu acclamato podestà dal popolo. Tornò però ad Astino, forse per congedarsi dai confratelli. L'11 agosto del medesimo anno, forse già gravemente ammalato, benedisse la posa della prima pietra della nuova chiesa di Santo Stefano di Bergamo[5]. Morì ad Astino in quei locali con la piccola cappella che aveva fatto costruire, nel settembre 1244 (la data di morte è indicata da alcuni storici al 3 settembre, da altri al 5 settembre)[6].

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Fu proclamato beato "per equipollenza" (ovvero mediante riconoscimento del culto prestato spontaneamente dalla pietà popolare sin da tempo molto antico) da papa Pio IX nel 1868[7].

Le reliquie del beato Guala sono conservate e venerate presso le cattedrali di Bergamo e di Brescia, presso la cattedrale di Cagli (pastorale, anello e alcuni paramenti liturgici), sotto l'altare laterale dedicato nel monastero di clausura "Matris Domini" delle Domenicane di Bergamo (teschio e femori, ivi traslati dal soppresso monastero di Astino), e nella pieve di Rogno (vertebre).

La memoria liturgica si celebra il 4 settembre, ed è obbligatoria nella diocesi di Bergamo, facoltativa nella diocesi di Brescia.

Al Beato Guala de Roniis è oggi intitolata una residenza per studenti universitari in Brescia e una via in Rogno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Giancarlo Andenna, «Guala», in Dizionario biografico degli italiani, Vol. LX, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, Roma (on-line)
  2. ^ Il nome Guala (Wala) è di antica origine barbarica (longobarda) e significa "custode". Il nome della famiglia, indicato diversamente nei documenti come "de Roniis", "Ronia", "Rogna", induce il Guerrini a credere che Guala sia appartenuto al ramo camuni dei Martinengo, signori di Rogno.
  3. ^ Joseph Kuczynski, Le Bienheureux Guala de Bergame de l'Ordre des Freres Precheurs eveque de Brescia paciaire et legat pontifical (+1244). These presentee a la Faculte de Theologie de l'Universite de Fribourg, Estavayer, H Butty & Cie, 1916, xiv+207.
  4. ^ Salvini Merotti, Il Beato Guala, breve biografia, Rogno, associazione amici coren pagà, 2000, p. 32.
  5. ^ P. Venturino Alce O.P., Ferrari Grafiche Clusone, p. 20.
  6. ^ Il monastero nella storia, su fondazionemia.it, Monastero di Astino. URL consultato il 27 novembre 2018.
  7. ^ Alessandro Augusto Monti Della Corte, Armerista bresciano, camuno, benacense e di Valsabbia, Brescia, Tipolitografia Geroldi, 1974, p. 256.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Brescia Successore
Alberto da Reggio agosto 1230 - 3 settembre 1244 Azzone da Torbiato
Controllo di autoritàVIAF (EN2953151778211918130002 · CERL cnp02150491 · GND (DE1089740247 · WorldCat Identities (ENviaf-2953151778211918130002