Giulio Fiastri

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Giulio Fiastri
NascitaReggio Emilia, 20 aprile 1829
MortePalermo, 3 ottobre 1866
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servito Ducato di Modena e Reggio
Bandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataArmata Sarda
Regio Esercito
ArmaGenio militare
Fanteria
SpecialitàGranatieri
Anni di servizio1848 - 1866
GradoMaggiore
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Guerra di Crimea
Seconda guerra d'indipendenza italiana
Terza guerra d'indipendenza italiana
CampagneCampagna piemontese in Italia centrale
BattaglieAssedio di Peschiera
Battaglia di Novara
Battaglia di San Martino
Assedio di Perugia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valore Militare dal 1848 al 1870 [1]
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Giulio Fiastri (Reggio Emilia, 20 aprile 1829Palermo, 3 ottobre 1866) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Reggio Emilia il 20 aprile 1829, figlio di Gaspare e di Clotilde Grassi.[2] Discendente da famiglia patrizia reggiana, frequentò il Collegio Militare di Parma e nell'autunno del 1846 passò all'Istituto dei Cadetti Pionieri di Modena, dal quale fu espulso il 20 gennaio 1848 per i suoi sentimenti favorevoli all'unità d'Italia.[2] Ammesso a studiare presso la Facoltà di matematica dell'Università di Pisa, e con l'inizio della prima guerra d'indipendenza italiana si arruolò volontario nella colonna Torres al servizio del Governo provvisorio della Lombardia.[2] Impaziente di prendere parte ai combattimenti, nel mese di aprile entrò nella Guardia mobile modenese e prese parte ai combattimenti a Castellaro e Governolo. Divenuto sottotenente nella compagnia zappatori, sotto il comando delle truppe dell'Armata sarda, partecipò all'assedio di Peschiera.[2]

Nel dicembre successivo ottenne l'ammissione nell'Armata sarda conservando lo stesso grado, e venne assegnato alla 2ª Compagnia del 1º Battaglione zappatori. Prese parte alla campagna del 1849 distinguendosi nei combattimenti alla Sforzesca (21 marzo) e nella battaglia di Novara (23 marzo), ottenendo una menzione onorevole.[2] Trasferito all'arma di fanteria nel 1852 fu assegnato all'8º Reggimento fanteria della brigata Cuneo.[2] Si distinse nella guerra di Crimea, assegnato in servizio al Corpo di spedizione sardo, dal 1855 al 1856.[2] Nella seconda guerra d'indipendenza italiana con il grado di tenente, conseguito nell'agosto 1847, fu ufficiale d'ordinanza del generale Enrico Cerale comandante la brigata Aosta, distinguendosi nella battaglia di San Martino il 24 giugno, dove fu decorato con una medaglia d'argento al valor militare. Promosso capitano nell'ottobre 1859, passò al 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna" partecipando l'anno dopo alla campagna piemontese in Italia centrale per l'annessione delle Marche e dell'Umbria.[2] Nell'assedio di Perugia, il 24 settembre, ottenne la seconda medaglia d'argento al valor militare.[2] Promosso maggiore nel giugno 1866, assunse il comando del 5º Battaglione del 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna" con il quale partecipò alla terza guerra d'indipendenza italiana.[2] Era arrivato a Palermo da qualche giorno, quando nel corso della notte del 16 settembre 1866 scoppiò la rivolta nella città. Al comando delle reclute del battaglione, partecipò alle operazioni di repressione dei moti rimanendo ferito nella stessa mattina del 16 settembre ad una gamba.[2] Il giorno dopo durante l'assalto ad una seconda barricata, venne nuovamente colpito, decedendo presso l'ospedale militare della città il 3 ottobre 1866 per le ferite riportate.[2] Con Regio Decreto del 31 gennaio 1867 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2][3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Perché caricò con slancio a Porta S. Antonino e Porta Termini ove rimase ferito. Il giorno seguente quantunque fosse ferito, messosi alla testa di due compagnie, prese d’assalto due barricate. Colpito mortalmente fu ritirato dal combattimento. Morì iri seguito per le ferite riportate. Palermo, dal 16 al 23 settembre 1866.[4]»
— Regio Decreto 31 gennaio 1867.
Medaglia d'oro al valor militare (2) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carolei, Greganti 1950, p.230.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Combattenti Liberazione.
  3. ^ MOVM.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei e Guido Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870, Roma, Tipografia regionale, 1950, p. 238.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]