Giovanni Battista Oxilia

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Giovanni Battista Oxilia

Deputato della Consulta nazionale
Durata mandato25 settembre 1945 –
25 giugno 1946
Capo del governoFerruccio Parri
Alcide De Gasperi

Dati generali
Titolo di studioAccademia militare
UniversitàAccademia militare di Modena
ProfessioneMilitare
Giovanni Battista Oxilia
NascitaTorino, 18 novembre 1887
MorteGrandola ed Uniti, 21 agosto 1953
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Esercito italiano
ArmaGuardia di Finanza
Anni di servizio1910-1947
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneOccupazione italiana dell'Albania
Comandante di
  • Capo di Stato Maggiore al comando della Divisione di Milano
  • Addetto militare presso la Legazione d'Italia a Budapest
  • Capo di Stato Maggiore del contingente italiano nella Saar durante il plebiscito del 1934.
  • 6º Reggimento artiglieria
  • Artiglieria d'Albania
  • Capo di Stato Maggiore dell'VIII Armata
  • Comandante d'Artiglieria della IV Armata
  • Divisione "Brescia"
  • Divisione "Venezia" in Montenegro
  • Divisione Partigiana "Garibaldi"
  • Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito
  • Sottosegretario al Ministero della Guerra
  • Guardia di Finanza
DecorazioniOrdine militare di Savoia
Studi militariAccademia di Artiglieria e Genio
Scuola di guerra dell'esercito
[1]
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Giovanni Battista Oxilia (Torino, 18 novembre 1887Grandola ed Uniti, 21 agosto 1953[1]) è stato un generale italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Battista Oxilia, iniziò la carriera militare nel 1910, dopo aver frequentato il corso ufficiali all'Accademia di Artiglieria e Genio e continuando la sua formazione nella Scuola di guerra dell'esercito con il grado di Maggiore. Diventò poi Capo di Stato Maggiore della Divisione di Milano.

Indossato il grado di generale di brigata il 30 giugno 1939, comandò l'artiglieria del XXVI corpo in Albania partecipando poi all'occupazione italiana del Montenegro. Fu Capo di Stato Maggiore dell'VIII Armata e comandante dell'artiglieria della IV Armata, prima di essere trasferito a capo della Missione Militare Italiana in Croazia.

Qui, grazie alla sua opera di convincimento sul poglavnik Ante Pavelić, rese possibile la creazione della Legione croata come unità straniera del Regio Esercito. Il 13 marzo 1942, mentre da Zagabria si stava spostando verso Lubiana per motivi di servizio fu vittima di un attentato partigiano dal quale il generale ne uscì illeso[2]

Promosso Generale di Divisione dal 31 gennaio 1942, assunse, per poche settimane, nell'agosto 1942, il comando della 27ª Divisione fanteria "Brescia" sul fronte di El Alamein, rientrando infine a Roma, per incarichi speciali, l'11 gennaio 1943 e successivamente, dal 10 giugno seguente, della 19ª Divisione fanteria "Venezia" in Montenegro.

L'8 settembre lo sorprese in Montenegro, dove si rifiutò di sottostare alle imposizioni tedesche, iniziando così la costituzione della Divisione italiana partigiana "Garibaldi", della quale mantenne il comando fino al febbraio 1944, quando fu sostituito dal Generale Lorenzo Vivalda, già comandante della 1ª Divisione alpina "Taurinense".

Rientrato in Italia nel 1944, divenne Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito e Sottosegretario al Ministero della Guerra nel Gabinetto Bonomi. Nel 1946, il 16 marzo, diventò il Comandante della Guardia di Finanza, incarico mantenuto fino al 15 giugno 1947 dopo di che si ritirò a vita privata.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Comandante generale della Guardia di Finanza Successore
Aldo Aymonino 16 marzo 1945 - 15 giugno 1947 Raffaele Pelligra