Giardini Napoleonici

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Giardini Napoleonici
I Giardini Napoleonici dal bacino di San Marco
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàVenezia
IndirizzoCastello
Caratteristiche
TipoParco pubblico
Superficie60 000
GestoreComune di Venezia
Realizzazione
ArchitettoGiannantonio Selva
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 45°25′45″N 12°21′25″E / 45.429167°N 12.356944°E45.429167; 12.356944

I Giardini Napoleonici o della Biennale sono dei giardini pubblici di Venezia, ubicati nel sestiere di Castello. Costituiscono l'area verde più estesa del centro storico e, come suggerisce il nome, sono sede della Esposizione internazionale d'arte di Venezia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'origine del parco risale al secondo periodo napoleonico quando nel 1807 con il Decreto portante varj provvedimenti a favore della città di Venezia (nº 261 del 7 dicembre 1807) si stabilì che la città di Venezia dovesse essere dotata anche di aree adibite a verde pubblico.

La progettazione fu affidata a Giannantonio Selva. I lavori si protrassero dal 1808 al 1812: per ricavare lo spazio necessario allo scopo furono abbattute le chiese e i conventi di San Domenico, San Nicolò di Castello, delle Cappuccine Concette, di Sant'Antonio e l'Ospitale dei Marinai e con le macerie ottenute dalla demolizione si provvide a consolidare il terreno, a creare una collinetta sulla quale trovò posto un caffè e alla copertura del vicino canale di Sant'Anna per realizzare la Via Eugenia (l'attuale via Garibaldi); per quanto riguarda la scelta delle piante, ci si servì della collaborazione di Pietro Antonio Zorzi, pur con qualche difficoltà date le particolarità climatiche di Venezia.

I giardini vennero aperti al pubblico il 20 agosto 1810.[1]

Da fine Ottocento, a partire dalla costruzione del primo padiglione della Biennale, il Pro Arte nel 1894, i giardini sono stati divisi in due parti: la prima, di circa 42 000 m² venne concessa all'Ente Biennale dove furono allestiti i vari spazi espositivi della rassegna d'arte (30 padiglioni per altrettante nazioni partecipanti), l'altra, di 18 000 m², è rimasta adibita a giardino pubblico.

Padiglioni della Biennale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Padiglioni Nazionali (Biennale di Venezia).
Ex padiglione Italia, ora padiglione Centrale

I giardini contengono una florida vegetazione, tra la quale si organizzano, perlopiù intorno a un viale centrale da cui si dipanano sentieri minori, le diverse architetture novecentesche dei padiglioni, caratteristiche per la forma e ciascuna effigiata dal nome della nazione ospitata.

Di seguito si riporta l'elenco dei padiglioni per le esposizioni dedicati a ciascuna nazione partecipante, in ordine cronologico di costruzione con i corrispettivi architetti:

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

All'interno dei Giardini sono posti numerosi monumenti, la maggior parte dei quali trovano posto nell'area adiacente al bacino di San Marco.

Elenco parziale:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Zorzi 2001, p. 68.
  2. ^ Padiglione USA, su guggenheim-venice.it.
  3. ^ Francesco Querini, su difesa.it. URL consultato il 28 settembre 2018.
  4. ^ Filmato audio Istituto Luce Cinecittà, Il monumento all'aviatore Penzo, su YouTube.
  5. ^ Beltrami, p. 557.
  6. ^ Beltrami, p. 556.
  7. ^ Carlo Scarpa e il monumento alla Partigiana ai Giardini della Biennale di Venezia, su gdltrace.blogspot.com. URL consultato il 29 settembre 2018.
  8. ^ Enrico Tantucci, Il leone dell'Accademia abbandonato tra i cespugli, in la Nuova di Venezia, 28 gennaio 2009. URL consultato il 20 novembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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