Għarb

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Gharb)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Għarb
consiglio locale
L-Għarb
Għarb – Stemma
Għarb – Bandiera
Għarb – Veduta
Għarb – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera di Malta Malta
RegioneGozo
Territorio
Coordinate36°03′35.97″N 14°12′35.85″E / 36.059992°N 14.209958°E36.059992; 14.209958 (Għarb)
Altitudine104 m s.l.m.
Superficie4,6 km²
Abitanti1 298[1] (3-9-2019)
Densità282,17 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2MT-14
Nome abitantiTal-Għarb / Garbin
Cartografia
Għarb – Localizzazione
Għarb – Localizzazione
Sito istituzionale

Għarb[2][3] (in forma estesa maltese L-Għarb, in italiano storico anche Casal Garbo[4]) è un paese dislocato nella parte più a ovest dell'isola di Gozo, Malta.

La città[modifica | modifica wikitesto]

La parte più antica del borgo è visibile al centro della città, dove alcune case mostrano balconi in pietra finemente decorati. Għarb venne fatta parrocchia nel 1679, una mossa che dette impeto per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale barocca. Costruita dal 1699 al 1729, ha un'elegante facciata che è stata paragonata a quella di Francesco Borromini della Chiesa di Sant'Agnese in Agone in Piazza Navona a Roma. La piazza del paese, tipicamente gozitana, è diventata il soggetto di molte cartoline e foto. Su questa si affaccia un Museo del Folklore che ospita un'ampia gamma di memorabilia che raccontano la storia rurale dell'isola. Għarb si trova in uno dei luoghi più panoramici di Gozo: la collina di Dbiegi, il punto più alto dell'isola.

Sempre nelle vicinanze si trova la Basilica di ta' Pinu, principale luogo di pellegrinaggio dell'isola per il culto della Vergine Maria. È qui infatti che nel 1883 una donna del luogo sentì la voce della Madonna.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Santuario di Ta' Pinu[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario di Ta' Pinu.

Il Santuario di Ta' Pinu fu eretto all'inizio degli anni venti dove nella cappella, ora inglobata nel santuario, nel 1883 una donna sentì la voce della Vergine Maria. Oggi è una meta di pellegrinaggio per molti maltesi.

Cappella di San Demetrio[modifica | modifica wikitesto]

Questa cappella è stata costruita per la prima volta nel XV secolo da don Franġisk Depena. La prima volta in cui venne nominata questa cappella fu durante la visita di monsignor Dusina nel 1575, in cui nel suo rapporto dichiara di essere in pessimo stato. Dopo il restauro venne utilizzata fino al XVII secolo. Nel Maggio del 1657 alla visita pastorale del vescovo Balaguer la cappella si trovava nuovamente in pessimo stato. Il 29 aprile 1796 don Mario Vella ordina la ricostruzione della cappella, che fu nel 1800. Essa fu consacrata nel 1809 dall'Arciprete di Għarb, Don Publio Refalo.

La cappella è protagonista di un'antica leggenda, la quale narra la vicenda di un'anziana signora, Natalizja Cauchi, che abitava nei pressi della cappella insieme al figlio unico, Mattew. In quel periodo l'isola era spesso attaccata dai corsari o dagli ottomani, che distruggevano tutto ciò che trovavano schiavizzando la popolazione. Un giorno i turchi arrivarono dalla signora e le portarono via il figlio. Natalizja, disperata, invocava l'aiuto di San Demetrio, promettendo l'accensione di un lume nella cappella. Il Santo la sentì, e uscì in sella al suo cavallo dal quadro della cappella, arrivò cavalcando sul mare alla nave dei turchi e riportò il figlio alla madre. Qualche anno dopo, vi fu una scossa di terremoto e la cappella precipitò in mare ma, nonostante ciò, la cappella rimase intatta e spesso i marinai vedevano nelle profondità del mare la luce del lume dell'anziana signora.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Birbuba
  • Santu Pietru
  • Il-Wilġa

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini di Għarb[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (MT) Gazzetta tal-Gvern ta’ Malta (PDF), su gov.mt, Governo di Malta, 3 settembre 2019, p. 22. URL consultato il 5 aprile 2020.
  2. ^ Lonely Planet 2010, su books.google.it.
  3. ^ TCI 2007, su books.google.be.
  4. ^ Achille Ferris, Descrizione storica delle chiese di Malta e Gozo, 1866. URL consultato l'11 marzo 2017.
  5. ^ (EN) Twinning with Gerano, su gharbnet.com. URL consultato il 5 aprile 2020.
  6. ^ (EN) New twinning agreement, in Times of Malta, 29 ottobre 2006.
  7. ^ Enna: gemellaggio con Gharb, Costa del Sol e Kastoria, su vivienna.it, 11 dicembre 2006. URL consultato il 5 aprile 2020.
  8. ^ (EN) Calabria: Towns Twinning, su en.comuni-italiani.it. URL consultato il 5 aprile 2020.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Malta: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Malta