Gaio Lutazio Catulo

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Gaio Lutazio Catulo
Console della Repubblica romana
Nome originaleGaius Lutatius Catulus
Nascitaca. 291 a.C.
Morte220 a.C.
GensLutatia
Consolato242 a.C.
Gaio Lutazio Catulo
Nascitaattorno al 291 a.C.
Morte220 a.C.
Dati militari
Paese servitoRepubblica romana
Forza armataFlotta romana
GuerrePrima guerra punica
BattaglieAssedio di Lilibeo
Battaglia delle Isole Egadi
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Gaio Lutazio Catulo (in latino Gaius Lutatius Catulus; attorno al 291 a.C.220 a.C.) è stato un ammiraglio e politico romano, console e comandante navale romano nella prima guerra punica. Lutazio Catulo era un homo novus quando, nel 242 a.C., fu eletto console assieme a Aulo Postumio Albino.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Tempio di Giuturna nel Campo Marzio ora Largo di Torre Argentina per celebrare la vittoria nella Battaglia delle Isole Egadi.

A partire dall'estate del 242 a.C. con la flotta di duecento quinqueremi, armata da Roma con il finanziamento di privati perché l'Erario era dissanguato da oltre vent'anni di guerra, sbarcò inaspettato in Sicilia, rinforzò le legioni che assediavano Lilibeo, occupò il Drepana e mise la città sotto assedio.

Il 10 marzo 241 a.C. guidò la flotta romana contro quella cartaginese comandata da Annone nella battaglia delle Isole Egadi, lo scontro decisivo della prima guerra punica. Nei giorni seguenti la battaglia Catulo non fermò le operazioni militari; gestito il bottino di settanta navi e diecimila prigionieri riprese l'assedio di Lilibeo.

Amilcare da anni combatteva una guerriglia sul Monte Erice. Fu nominato plenipotenziario da Cartagine. Rendendosi conto che con la sconfitta delle Isole Egadi non poteva reggere l'urto delle legioni e tantomeno riconquistare le posizioni Cartaginesi in Sicilia offrì la resa cartaginese.

«Avendo Lutazio accolto di buon animo le richieste, poiché era conscio che la condizione dei suoi fosse ormai logorata ed estenuata dalla guerra, pose fine alla contesa [...].»

Catulo accettò la resa e ne dettò le condizioni con la clausola che queste dovevano essere ratificate dal popolo romano. Le richieste romane erano: ritiro di Cartagine da tutta la Sicilia; nessun attacco a Siracusa e suoi alleati, restituzione senza riscatto dei prigionieri, 2.200 talenti euboici d'argento in vent'anni. Per celebrare la sua vittoria costruì il tempio di Iuturna nel Campo Marzio, nell'attuale zona di Largo di Torre Argentina.

Era fratello di quel Quinto Lutazio Cercone, che con Aulo Manlio Torquato Attico fu console l'anno dopo e poi censore nel 236 a.C.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Gaio Fundanio Fundulo
e
Gaio Sulpicio Gallo
242 a.C.
con Aulo Postumio Albino
Aulo Manlio Torquato Attico II
e
Quinto Lutazio Cercone