Gaetano Devitofrancesco

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Gaetano Devitofrancesco
NascitaGrumo Appula, 17 marzo 1912
MorteRadama, 8 novembre 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Cirenaica
Anni di servizio1918-1936
GradoTenente osservatore d'aeroplano
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Gaetano Devitofrancesco (Grumo Appula, 17 marzo 1912Radama, 8 novembre 1936) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle operazioni di controguerriglia in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Grumo Appula, provincia di Bari, il 17 marzo 1912.[3] All'età di diciotto anni si arruolò volontario nel Regio Esercito, assegnato in servizio al 10º Reggimento fanteria "Regina" e il 21 febbraio 1918 era mandato in zona di operazioni.[1] Munito del titolo richiesto volle frequentare, nell'aprile successivo, il corso allievi piloti nella Scuola aeronautica di Caserta.[1] Rimandato per inidoneità fisica, nel mese di agosto si presentò ai corsi allievi ufficiali di complemento di Modena e nel gennaio 1919 era nominato sottotenente.[1] Posto in congedo il 15 giugno 1919, fu richiamato in servizio a domanda l'anno seguente e il 12 luglio 1920 era promosso tenente. Nel luglio 1923, entrato per concorso alla Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, ne usciva dopo pochi mesi con il grado di tenente in servizio permanente effettivo, assegnato al 79º Reggimento fanteria "Roma".[1] Dietro sua domanda nel 1927 fu poi trasferito nel Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica dove rimase per circa due anni.[1] Al suo rientro in Patria fu destinato alla Accademia militare di Modena in qualità di aggiunto.[1] Nel gennaio 1932 passò alla Scuola di osservazione aerea di Grottaglie frequentandovi il corso di osservatore dall'aeroplano.[1] Veniva poi trasferito al 29º Stormo e nel febbraio 1933 era comandato in servizio di volo quale osservatore presso la 87ª Squadriglia.[1] Il 16 ottobre 1935 partiva da Napoli al seguito della 6ª Divisione CC.NN. "Tevere" sbarcando a Mogadiscio quattordici giorni dopo.[1] Partecipò alle operazioni belliche durante il corso della guerra d'Etiopia, venendo insignito della medaglia d'argento al valor militare.[1]

Su ordine del generale di brigata Ettore Faccenda, lui e il tenente osservatore Fortunato Cesari decollarono alle ore 9 dell'8 novembre 1936 con un velivolo IMAM Ro.37 della 108ª Squadriglia per aiutare le truppe della colonna Geloso dirette al centro di Gimma (allora contava circa 5.000 abitanti). Un nucleo di ribelli aprì il fuoco contro il velivolo che, forse perché colpito al serbatoio del carburante, dovette fare un atterraggio di fortuna fra alcuni nuclei ribelli.[2] I resti dei corpi dei due aviatori e di alcuni frammenti dell'aereo vengono recuperati dalla colonna Geloso ed in seguito collocati in un piccolo monumento ai piedi dell’alzabandiera del campo di Irgalem. Alla loro memoria fu concessa la medaglia d'oro al valor militare.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Bella figura di soldato e di osservatore di guerra, costretto ad atterrare fra nuclei ribelli, durante un volo di ricognizione a grande raggio, non si preoccupava della propria integrità personale nell'immancabile rovescio del velivolo a terra, solo intento a colpire duramente il nemico, azionando fino all'ultimo barlume di coscienza la mitragliatrice di bordo contro una turba selvaggia già pronta allo scempio. Proiettato fuori dell'apparecchio nell'urto contro il terreno, offriva al martirio il corpo inanimato solo quando lo spirito invitto aveva raggiunto il cielo degli eroi. Luminoso esempio di dedizione al dovere. Cielo di Uassa, 8 novembre 1936.[4]»
— Regio Decreto 24 maggio 1937.[3]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Osservatore da ricognizione strategica, appassionato, competente, si prodigava in lunghi voli al limite dell'autonomia per assicurare importanti collegamenti e per fornire importanti notizie circa gli apprestamenti difensivi del nemico, abbassandosi sovente nell'interesse del servizio, nonostante la violenta reazione antiaerea. Partecipava agli importanti bombardamenti di Neghelli e Giggiga e mitragliava più volte a volo rasente a 200 km dalla base, gruppi di armati e autocolonne. Durante una ricognizione, colpito l'apparecchio da venticinque proiettili e costretto ad un atterraggio di fortuna in vicinanza del nemico, solo preoccupato di fornire notizie utili alle operazioni in corso, percorreva a piedi alcuni chilometri nella boscaglia per portare le sue comunicazioni al comandante della colonna. Magnifico esempio di sereno coraggio e grande attaccamento al dovere. Cielo di Borama e dell'Harrar, 10 gennaio-24 aprile 1936

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1924-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 201.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]