Dorcus parallelipipedus

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Dorcus parallelipipedus
Esemplare maschio
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Coleopteroidea
Ordine Coleoptera
Sottordine Polyphaga
Infraordine Scarabaeiformia
Superfamiglia Scarabaeoidea
Famiglia Lucanidae
Sottofamiglia Lucaninae
Genere Dorcus
Specie D. parallelipipedus
Nomenclatura binomiale
Dorcus parallelipipedus
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi

Dorcus leuthneri
Ganglbauer, 1886
Dorcus mexicanus
Benesh, 1944
Dorcus parallelipipedus immaturus
Mulsant, 1842
Dorcus parallelipipedus minor
Seabra, 1905
Dorcus truquii
Mulsant, 1855
Dorcus tuberculatus
MacLeay, 1819
Lucanus capra
Panzer, 1798
Lucanus dama
Müller, 1776
Lucanus infractus
Bergsträsser, 1778
Scarabaeus punctatus
Pontoppidan, 1765[1]

Dorcus parallelipipedus (Linnaeus, 1758) è un coleottero della famiglia dei Lucanidi[1][2][3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Larva

Si tratta di un coleottero di colore nero, piuttosto opaco, lungo dai 15 ai 35 mm[3][4]. Lo scutello, le elitre e il torace sono punteggiati; sulle elitre la punteggiatura è disposta a strie parallele, mentre sul torace è sparsa[4]. Presenta un leggero dimorfismo sessuale: nel maschio, la testa è piuttosto grossa e presenta mandibole grandi e ben distanziate; nella femmina, la testa è un po' più stretta, e le mandibole molto più piccole[3][4].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Depone le uova preferibilmente nel legno di faggio marcescente (ad esempio in rami o tronchi caduti al suolo)[3]. L'adulto appare da fine aprile a inizio luglio, generalmente nelle ore notturne o al crepuscolo[4].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare femmina

Predilige i boschi di latifoglie umidi, come quelli di golena[3]; è presente in quasi tutta Europa (con l'eccezione della Sardegna), nel Vicino Oriente, in Algeria, Tunisia e Marocco nordoccidentale, ed è stato introdotto anche in Messico[1][4].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

D. parallelepipedus è classificato dalla IUCN come specie a rischio minimo.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Catalogue of Life: Dorcus parallelipipedus (Linnaeus, 1758), su catalogueoflife.org, 2018. URL consultato il 3 gennaio 2019.
  2. ^ (EN) Taxon details: Dorcus parallelipipedus (Linnaeus, 1758), in Fauna Europaea version 2.6.2, Fauna Europaea Web Service, 2013. URL consultato il 22 giugno 2017.
  3. ^ a b c d e Bellmann, p. 129.
  4. ^ a b c d e Dorcus parallelipipedus (Linnaeus, 1758), su Scarabeidi.it. URL consultato il 22 giugno 2017.
  5. ^ Audisio P., Baviera C., Carpaneto G.M., Biscaccianti A.B., Battistoni A., Teofili C., Rondinini C., Lista rossa dei coleotteri saproxilofagi italiani (PDF), su iucn.it, Comitato Italiano IUCN e Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma, 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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