Cripto-armeni

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I Cripto-armeni (in armeno Ծպտյալ հայեր?, tsptyal hayer; in turco Kripto Ermeniler) o Armeni nascosti (in turco Gizli Ermeniler)[1] è un termine generico per descrivere il popolo turco di origine etnica armena in tutto o in parte, il quale generalmente nasconde la propria identità armena alla più ampia società turca.[2] Sono per lo più i discendenti degli armeni ottomani che, almeno esternamente, furono islamizzati (e turchificati o curdificati) "sotto la minaccia dello sterminio fisico" durante il genocidio armeno.[3][4]

Il giornalista turco Erhan Başyurt[5] descrive gli armeni nascosti come "famiglie (e in alcuni casi interi villaggi o quartieri) [...] che si convertirono all'Islam per sfuggire alle deportazioni e alle marce della morte [del 1915], ma che continuarono le loro vite nascoste come armeni, sposandosi tra loro e, in alcuni casi, tornando clandestinamente al Cristianesimo".[6] Secondo il rapporto della Commissione europea del 2012 sulla Turchia, "un certo numero di cripto-armeni ha iniziato a usare il loro nome e la loro religione originali".[7] The Economist suggerisce che il numero di turchi che rivelano la loro origine armena è in crescita.[8] In turco, a volte vengono indicati con il termine dispregiativo di "avanzi della spada"(in turco kılıç artıkları).[9][10][11]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sfondo[modifica | modifica wikitesto]

Gli armeni sono originari dall'altopiano armeno.[12] Le parti occidentali dei cosiddetti sei vilayet passarono sotto il controllo dell'Impero ottomano nel XVI secolo, con la pace di Amasya.[13][14] Gli armeni rimasero la stragrande maggioranza della popolazione dell'area fino al XVII secolo, ma il loro numero diminuì gradualmente e all'inizio del XX secolo costituivano fino al 38% della popolazione dell'Armenia occidentale, stabilita all'epoca nei sei vilayet. I curdi costituivano una parte significativa della popolazione.[15]

Genocidio armeno[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Genocidio armeno.
Orfani armeni all'Anatolia College di Merzifon

Nel 1915 e negli anni successivi, gli armeni che vivevano nelle loro terre ancestrali nell'Impero ottomano furono sistematicamente sterminati dal governo dei Giovani turchi durante gli eventi noti come genocidio armeno. Gli ittihadisti che hanno perpetrato il genocidio non avevano la stessa comprensione sull'etnia e nazionalità dei nazisti e la nazionalità poteva essere modificata dalla conversione religiosa all'Islam. Allo stesso modo, gli armeni protestanti e i cattolici potevano essere esentati dalla deportazione.[16] Lo storico Daniel Jonah Goldhagen spiega che i turchi hanno adottato una politica formale di "lasciare che le ragazze e i bambini venissero islamizzati". Sebbene molti bambini siano stati uccisi, alcuni sono stati risparmiati avendo il permesso di vivere come turchi.[17] Lo storico del genocidio Norman Naimark scrive:

"Migliaia di bambini armeni sono stati cresciuti come musulmani e turchi, mentre donne e ragazze venivano regolarmente convertite, prese nell'harem e sposate con mariti turchi, curdi e circassi. Nel periodo 1918-1922, alcune di queste donne e bambini, incoraggiati dalle potenze occidentali e dai funzionari ottomani anti-ittihadisti, si ricollegarono alle loro famiglie e comunità armene. Ma le donne di diciassette anni o più, o quelle sposate con musulmani potevano scegliere di rimanere con le loro nuove famiglie, e molte lo fecero. Sotto l'occupazione francese, molti bambini armeni sono stati consegnati dalle famiglie turche alla comunità armena, ma, ha scritto un ufficiale armeno, "molti di loro vogliono tornare"

Quando i soccorritori e gli armeni sopravvissuti iniziarono a cercare e rivendicare questi orfani armeni dopo la prima guerra mondiale, solo una piccola percentuale venne trovata e riunita, mentre molti altri continuarono a vivere come musulmani. Inoltre, ci sono stati casi di intere famiglie che si sono convertite all'Islam per sopravvivere al genocidio.[18]

Periodo repubblicano[modifica | modifica wikitesto]

"Dopo essersi convertiti all'Islam, molti dei cripto-armeni hanno affermato di subire ancora un trattamento ingiusto: la loro terra è stata spesso confiscata, gli uomini sono stati umiliati con "controlli di circoncisione" nell'esercito e alcuni sono stati torturati".[19] Tra gli anni '30 e '80, il governo turco ha condotto un'indagine segreta sugli armeni nascosti.[20]

Il termine "cripto-armeni" appare già nel 1956.[21]

Recenti sviluppi[modifica | modifica wikitesto]

Gli armeni nascosti in Turchia non sentono più di dover mantenere segreta la loro identità armena. Alcuni sono stati battezzati (in turco vaftiz) in Chiesa e hanno iniziato a usare nomi armeni.[22]

Nel 2010, per la prima volta in 95 anni, si è svolta la messa presso la Cattedrale della Santa Croce ad Aghtamar (chiamata Akdamar Kilisesi in turco). Dopo un restauro da un milione di dollari, la chiesa è stata riaperta come museo nel 2007. Il 2010 ha segnato il primo servizio di preghiera cristiano ad Aghtamar dal genocidio.[23] Nel settembre 2010, 2.000 armeni hanno partecipato a una messa nella cattedrale.[24]

Quando la chiesa di San Ciriaco di Diyarbakır è stata riaperta nel 2011, dozzine di armeni cresciuti come musulmani hanno partecipato a una cerimonia di battesimo nella chiesa restaurata. I nomi di coloro che hanno partecipato alla cerimonia battesimale, condotta dal Vice Patriarca Arcivescovo Aram Ateşyan, non sono stati rilasciati pubblicamente per motivi di sicurezza. I turco-armeni che desiderano convertirsi devono prima presentare in tribunale un formale "cambio di religione" per poi andare in chiesa dove apprendono gli insegnamenti fondamentali della fede cristiana. Quando si decide che il richiedente abbia compreso questi insegnamenti, è autorizzato a prepararsi per la cerimonia del battesimo.[25][26]

Nel maggio 2015 sono stati battezzati 12 armeni a Tunceli[27] in una cerimonia collettiva dopo un'istruzione di sei mesi sulla fede cristiana.[28]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei primi libri ad attirare l'attenzione internazionale sugli armeni nascosti è stato "Heranush, mia nonna. Il destino di una donna armena" scritto dalla scrittrice armeno-turca Fethiye Çetin. Insieme a Çetin, Ayse Gul Altinay, Gerard Libaridian e Maureen Freely hanno curato un'antologia di testimonianze di armeni islamizzati chiamata The Grandchildren (I nipoti).[29]

Il libro dal titolo Una nazione segreta: gli armeni nascosti di Turchia di Avedis Hadjian è un'indagine esaustiva sugli armeni islamizzati o nascosti che vivono nelle ex province armene della Turchia e in altre parti del Paese.[30]

Regioni[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte dei cripto-armeni risiede nelle province orientali della Turchia, dove era concentrata la popolazione armena precedente al genocidio.[31][32]

Famiglie cripto-armene in Turchia per province nel 2007, per un numero totale di 36.000.
Regione di Dersim, ribattezzata Tunceli negli anni '30.

Armeni di Tunceli (Dersim)[modifica | modifica wikitesto]

Durante il XX secolo, un numero imprecisato di armeni che vivevano nella regione montuosa di Tunceli (Dersim) si era convertito all'alevismo.[33] Durante il genocidio armeno, molti degli armeni nella regione furono salvati dai loro vicini curdi.[34] Secondo Mihran Prgiç Gültekin, capo dell'Unione degli armeni di Dersim, circa il 75% della popolazione di Dersim sono "armeni convertiti".[35][36] Nel 2012 ha riferito che oltre 200 famiglie a Tunceli hanno dichiarato la loro discendenza armena, ma altre hanno paura di farlo.[37] Nell'aprile 2013, Aram Ateşyan, il patriarca armeno di Costantinopoli ad interim, ha dichiarato che il 90% della popolazione di Tunceli è di origine armena.[38]

Diyarbakır[modifica | modifica wikitesto]

Prima del genocidio, Diyarbakır era una città armena. Ci sono ancora alcune torri sopravvissute della chiesa nella città oggi prevalentemente musulmana, ma la maggior parte delle chiese sono in condizioni fatiscenti. In passato gli armeni cristiani dovevano rimanere nascosti ma la situazione è migliorata. La comunità armena ha restaurato una delle chiese e sono disponibili lezioni di lingua armena.[39]

Numero[modifica | modifica wikitesto]

Vari studiosi e autori hanno stimato il numero di individui di discendenza armena totale o parziale che vivono in Turchia. La gamma delle stime è ampia a causa dei diversi criteri utilizzati. La maggior parte di questi numeri non fa distinzione tra armeni nascosti e armeni islamizzati. Secondo il giornalista Erhan Başyurt la principale differenza tra i due gruppi è la loro identità. Gli armeni islamizzati, nelle sue parole, sono "figli di donne che sono state salvate da famiglie musulmane e hanno continuato la loro vita in mezzo a loro", mentre gli armeni nascosti "hanno continuato le loro vite nascoste come armeni".[5]

Numero Autore Descrizione Anno
30.000–40.000 Tessa Hofmann, studiosa tedesca di studi armeni "I musulmani 'criptoarmeni' [...] che si sono adattati alla maggioranza curda o turca" 2002[40]
100.000 Mesrob II, patriarca armeno di Costantinopoli "almeno 100mila armeni convertiti all'Islam" 2007[41]
100.000 Erhan Başyurt, giornalista turco da 40.000 a 60.000 ulteriori armeni islamizzati 2006[5]
100.000 Salim Cöhce, professore di storia all'Università di İnönü 2005
300.000 Hrant Dink, giornalista turco-armeno della Malatya 2005[42]
300.000 Yervand Baret Manuk, armenologo turco-armeno da 1.000.000 a 2.000.000 di armeni islamizzati 2010[43]
500.000 Yusuf Halaçoğlu, storico turco 2009[44][45]
700.000 Karen Khanlaryan, giornalista e parlamentare armeno iraniano 700.000 armeni nascosti e 1.300.000 armeni islamizzati 2005[3]
2.000.000 Keith David Watenpaugh, storico "Due milioni di turchi contemporanei possono avere almeno un nonno armeno..." 2013[46]
3.000.000 Haykazun Alvrtsyan, ricercatore armeno "Nella sola Germania c'erano 300.000 armeni musulmani. Ha insistito sul fatto che oggi nella parte orientale della Turchia, in varie zone dell'Armenia storica, vivono almeno 2,5 milioni di armeni musulmani, metà dei quali si nascondono". 2014[47]
3.000.000–5.000.000 Aziz Dagcı, il presidente della ONG "Union of Social Solidarity and Culture for Bitlis, Batman, Van, Mush and Sasun Armenians" Armeni islamizzati 2011[48][49]
4.000.000–5.000.000 Sarkis Seropyan, l'editore della sezione armena del giornale Agos Armeni islamizzati, più della metà dei quali "confessano che i loro antenati erano armeni" 2013[50]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vercihan Ziflioğlu, Hidden Armenians in Turkey expose their identities, in Hürriyet Daily News, 24 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2013).
  2. ^ Vercihan Ziflioğlu, Elective courses may be ice-breaker for all, in Hürriyet Daily News, 19 giugno 2012. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2013).
  3. ^ a b noravank.am, http://www.noravank.am/eng/issues/detail.php?ELEMENT_ID=3724. URL consultato il 16 giugno 2013.
  4. ^ Ayşe Gül Altınay e Fethiye Çetin, The Grandchildren: The Hidden Legacy of 'Lost' Armenians in Turkey, Transaction Publishers, 2014, p. xxxi, ISBN 978-1412853910.
  5. ^ Başyurt è autore deli libro (''Ermeni Evlatlıklar, Saklı Kalmış Hayatlar''), un libro sui Cripto-armeni pubblicato nel 2006.
  6. ^ Altınay, Turkyilmaz, 2011, p. 41.
  7. ^ ec.europa.eu, http://ec.europa.eu/enlargement/pdf/key_documents/2012/package/tr_rapport_2012_en.pdf. URL consultato il 21 ottobre 2013.
  8. ^ The cost of reconstruction, in The Economist, 11 marzo 2010. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2013).
    «Although today's inhabitants of Geben hesitate to call themselves Armenians, a growing number of "crypto-Armenians" (people forced to change identity) do just that.»
  9. ^ (EN) Avedis Hadjian, Secret Nation: The Hidden Armenians of Turkey, Bloomsbury Publishing, 30 aprile 2018, p. viii, ISBN 978-1-78673-371-9.
  10. ^ Keith David Watenpaugh, "Are There Any Children for Sale?": Genocide and the Transfer of Armenian Children (1915–1922), in Journal of Human Rights, vol. 12, n. 3, 2013, pp. 283–295, DOI:10.1080/14754835.2013.812410.
  11. ^ (EN) Uzay Bulut, Turkey: Erdogan uses "Leftovers of the Sword" anti-Christian hate speech, in genocidewatch, 11 maggio 2020. URL consultato il 20 febbraio 2021.
  12. ^ Facts On File Incorporated, Encyclopedia of the Peoples of Africa and the Middle East, Infobase Publishing, 2009, ISBN 978-1-4381-2676-0.
  13. ^ Barbara A. West, Encyclopedia of the Peoples of Asia and Oceania, New York, Infobase Publishing, 2009, p. 47, ISBN 9781438119137.
  14. ^ Rudolph P. Matthee, The Politics of Trade in Safavid Iran: Silk for Silver, 1600-1730, Cambridge University Press, 9 dicembre 1999, p. 18, ISBN 978-0-521-64131-9.
  15. ^ (HY) H. Ghazarian, Soviet Armenian Encyclopedia Volume 2, a cura di Hambardzumyan, Viktor, Yerevan, Armenian Encyclopedia Publishing, 1976, p. 43.
  16. ^ Norman M. Naimark, Fires of Hatred: Ethnic Cleansing in Twentieth-century Europe, Cambridge, Massachusetts, Harvard University Press, 2002, p. 42, ISBN 9780674009943.
  17. ^ Daniel Jonah Goldhagen, Worse Than War: Genocide, Eliminationism, and the Ongoing Assault on Humanity, 1stª ed., New York, PublicAffairs, 2010, ISBN 9781586489007.
  18. ^ Altınay, Turkyilmaz, 2011, p. 25.
  19. ^ Nicholas Cheviron, Turkey's Muslim Armenians come out of hiding, 24 aprile 2013. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2013).
  20. ^ Ayse Hur, Turks cannot be without Armenians, Armenians cannot be without Turks! (PDF), in Taraf, 1º settembre 2008. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2013).
  21. ^ unknown, in The Armenian Review, vol. 9, Hairenik Association, 1956, p. 125.
    «Letters which have reached relatives in America at various times indicate that at least some of the Armenian Islamized persons are in fact "crypto-Armenians", in public completely loyal and nationalistic Turks, but privately waiting for the day...»
  22. ^ agos.com.tr, http://www.agos.com.tr/tr/yazi/555/gizli-ermeniler-gercek-kimliklerine-donuyor. URL consultato il 14 maggio 2018.
  23. ^ cnn.com, http://www.cnn.com/2010/WORLD/europe/09/17/turkey.akhtamar.armenian.church/index.html. URL consultato il 30 dicembre 2017.
  24. ^ 2,000 Armenians Flock to Mass in Ancient Restored Church, in Times of Oman (Muscat, Oman), 9 settembre 2012. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017). Ospitato su HighBeam.
  25. ^ theorthodoxchurch.info, http://theorthodoxchurch.info/blog/news/armenians-claim-roots-in-diyarbakir/. URL consultato il 30 dicembre 2017.
  26. ^ (TR) Ermeni kimliğine dönenler artıyor [The return to Armenian identity increases], in Radikal, 20 novembre 2011. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2013).
  27. ^ al-monitor.com, http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2015/06/turkey-armenians-disguised-muslims-recover-true-identity.html. URL consultato il 30 dicembre 2017.
  28. ^ agos.com.tr, http://www.agos.com.tr/tr/yazi/11579/12-dersimli-ermeni-vaftizle-kimligine-dondu. URL consultato il 30 dicembre 2017.
  29. ^ Alexis Demirdjian, The Armenian Genocide Legacy, Springer, 4 aprile 2016, ISBN 978-1-137-56163-3.
  30. ^ (EN) In the land of the massacres, the very last Armenians have been finally been found, in The Independent. URL consultato il 9 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2018).
  31. ^ (TR) Haşim Söylemez, Türkiye'de, Araplaşan binlerce Ermeni de var, in Aksiyon, 27 agosto 2007. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2013).
  32. ^ (TR) noravank.am, http://noravank.am/arm/issues/detail.php?ELEMENT_ID=2368. URL consultato il 16 giugno 2013.
  33. ^ Armenian Elements in the Beliefs of the Kizilbash Kurds, in İnternet Haber, 27 aprile 2013. URL consultato il 28 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2012).
  34. ^ Leslie A. Davis, The slaughterhouse province: an American diplomat's report on the Armenian genocide, 1915–1917, a cura di Blair, Susan K., 2. print.ª ed., New Rochelle, New York, A.D. Caratzas, 1990, ISBN 9780892414581.
  35. ^ Mihran Gultekin: Dersim Armenians Re-Discovering Their Ancestral Roots, in Massis Post, Yerevan, 7 febbraio 2011. URL consultato il 30 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2013).
  36. ^ (TR) Ali Adamhasan, Dersimin Nobel adayları..., in Adana Medya, 5 dicembre 2011. URL consultato il 20 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2013).
  37. ^ Dersim Armenians back to their roots, in PanARMENIAN.Net, 7 febbraio 2011. URL consultato il 31 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2012).
  38. ^ (TR) Tunceli'nin yüzde 90'ı dönme Ermeni'dir, in İnternet Haber, 27 aprile 2013. URL consultato il 28 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2013).
  39. ^ Filmato audio https://www.youtube.com/watch?v=fKg_BWUA0sA.
  40. ^ Copia archiviata (PDF), su armenian.ch. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2014).
  41. ^ (DE) Anna Reimann, Armenischer Patriarch in der Türkei: "Die Armenier sind wieder allein" [Armenian Patriarch in Turkey: "The Armenians are alone again"], in Spiegel Online, 1º giugno 2007. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2013).
    «Patriarch Mesrob II: Heute leben ungefähr 80.000 christliche Armenier in der Türkei. Mindestens 100.000 weitere Armenier seien zum Islam konvertiert.»
  42. ^ (TR) Erhan Basyurt, Anneannem bir Ermeni'ymiş! [My Grandmother is Armenian], in Aksiyon, 26 dicembre 2005. URL consultato il 10 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
    «300 bin rakamının abartılı olduğunu düşünmüyorum. Bence daha da fazladır. Ama, bu konu maalesef akademik bir çabaya dönüşmemiş. Keşke akademisyen olsaydım ve sırf bu konu üzerinde bir çalışma yapsaydım.»
  43. ^ (HY) "Իսլամացուած եւ գաղտնի հայերը միատարր չեն", ըստ Երուանդ Մանուկի [Ervand Manuk: "The Islamized Armenians are not homogeneous"], in Aztag, 7 ottobre 2010. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
    «Մահմետական հայերու համար 1–2 միլիոն, գաղտնի հայերու համար 300 հազարէն 1 միլիոն թիւերը կը տրուին: Բնականաբար այս թիւերը գիտական եւ ստոյգ չեն:»
  44. ^ (TR) 500 Bi̇n Kri̇pto Ermeni̇ Var, in Odatv, 23 settembre 2009. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
  45. ^ (TR) Prof. Dr. Halaçoğlu: Ermeniler Anadolu'da 500 Bine Yakın Türk'ü Katletti, 2 marzo 2011. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2015).
  46. ^ Keith David Watenpaugh, "Are There Any Children for Sale?": Genocide and the Transfer of Armenian Children (1915–1922), in Journal of Human Rights, vol. 12, n. 3, 2013, pp. 283–295 [291], DOI:10.1080/14754835.2013.812410.
  47. ^ Gayane Mkrtchyan, The "Armenian Question": Specialist says political changes bring chance for reclaiming ethnic roots for Armenians in Turkey, in ArmeniaNow, 28 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  48. ^ Diana Danielyan, Հնարավո՞ր է արթացնել Թուրքիայի մուսուլմանացած հայերին [Is the awakening of Islamized Armenians in Turkey possible?], in Azg Daily, 1º luglio 2011. URL consultato il 24 giugno 2013.
    «Դաղչը զարմանալի թիվ է մատնանշում. տարբեր հաշվարկների համաձայնՙ Թուրքիայում 3–5 մլն մուսուլմանացած հայեր կան:»
  49. ^ Diana Danielyan, "Azg": Is the awakening of Islamized Armenians in Turkey possible?, in Hayern Aysor, 1º luglio 2011. URL consultato il 24 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
    «Dagch says according to different calculations, there are 3–5 million Islamized Armenians in Turkey»
  50. ^ More than half of 4–5 million Islamized Armenians confess that their ancestors have been Armenian, 5 novembre 2013. URL consultato il 10 novembre 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]