Confisca di beni armeni in Turchia

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Chiesa armena di Trabzon, usata per la vendita dei beni armeni confiscati dopo il genocidio nel 1918

La confisca dei beni armeni in Turchia da parte dell'Impero ottomano e dei governi turchi, riguardano i beni, le proprietà ed i terreni della comunità armena in Turchia. Partendo dai Massacri hamidiani (1894-1897) e culminando nel corso del cosiddetto genocidio armeno, la confisca delle proprietà armene è durata fino al 1974[1]. Proseguirono ininterrottamente fino al Pogrom d'Istanbul nel 1955 e con rinnovata forza nel 1974.[2] Molte delle confische nel corso del genocidio armeno furono portate avanti in seguito alla deportazione della popolazione armena verso il Deserto siriano con il Governo che ritenne i loro beni e proprietà come "abbandonati". Virtualmente, tutte le proprietà possedute da armeni che vivevano nella loro antica madrepatria nell'Armenia occidentale furono confiscate e successivamente distribuite tra la popolazione locale mussulmana.

Gli storici sostengono che la confisca di massa delle proprietà armene fu un fattore determinante nel formare la base economica della Turchia e al contempo fornendo del capitale all'economia turca. L'appropriazione ha portato alla formazione di una nuova borghesia turca e una classe media.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 maggio 1915, mentre il Genocidio armeno era in corso, è stata promulgata una direttiva segreta intitolata "Istruzioni amministrative riguardo le proprietà mobili e immobili abbandonate dagli Armeni deportati come risultato della guerra e di circostanze politiche inusuali"[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Üngör, Uğur Ümit e Polatel, Mehmet, Confiscation and destruction: The Young Turk Seizure of Armenian Property., New York, Continuum International Publishing Group, 2011, p. p. 11.
    «Sait Çetinoğlu has placed the expropriation of Armenians during the 1915 genocide in a much wider historical context. He argues that from the prism of the longue durée, the period 1895–1955 brought a complete obliteration to the economic life of Ottoman Armenians. This process moved from the 1895 Abdulhamid massacres to the Adana massacre, reached a zenith with the genocide and ultimately in the burning of Smyrna, continued in peacetime during the interwar discriminations, accelerated during the Wealth Tax launched during World War II, and found a conclusion in the 6–7 September 1955 pogrom. Within only sixty years, Ottoman Armenians had been eradicated–economically and in many other ways.»
  2. ^ Metz Yeghérn, 2006.
  3. ^ Toriguian, Shavarsh, The Armenian question and international law (2nd ed.), ISBN 978-0-911707-13-7, ULV Press, La Verne, California, 1988, pp. p. 85.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]