Chlamydites prainii

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Chlamydites prainii
Immagine di Chlamydites prainii mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae

Aster lineage

Sottotribù Asterinae
Genere Chlamydites
J.R.Drumm, 1907
Specie C. prainii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae
Sottotribù Asterinae
Genere Chlamydites
Specie C. prainii
Nomenclatura binomiale
Chlamydites prainii
J.R.Drumm, 1907

Chlamydites prainii J.R.Drumm, 1907 è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Aster lineage) e sottotribù Asterinae. Chlamydites prainii è anche l'unica specie del genere Chlamydites J.R.Drumm, 1907.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere (Chlamydites) deriva dal greco "chlámys", e significa "mantello" o "ammantato" e fa riferimento all'indumento tipico di questa pianta.[3]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico James Ramsay Drummond (1851-1921) nella pubblicazione " Bulletin of Miscellaneous Information, Royal Gardens, Kew. Kew" (Bull. Misc. Inform. Kew 1907(3): 91) del 1907.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne cespitoso e forma dei tappeti erbacei. Tutta la pianta varia da tomentosa a bianco-lanata; inoltre sotto il tomento è ghiandolosa.[5][6][7][8][9][10]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta, e ramosa (in basso). La parte sotterranea forma un sistema di rizomi ramificati, non legnosi. Altezza media: 3 - 15 cm.

Foglie. Le foglie in genere sono disposte in modo alternato, picciolate o sessili. Si distinguono in basali (possono formare una rosetta basale) e in cauline (in genere di minori dimensioni). La lamina delle foglie basali è semplice da spatolata a oblanceolata con margini interi, di dimensioni ridotte con forme da lanceolate a oblanceolate, non abbraccianti quelle cauline. Sulla superficie possono essere presenti dei punti ghiandolari. Le rosette sono persistenti.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose (capolini solitari). Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato con fiori eterogami. I capolini sono formati da un involucro, con forme largamente campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme lineari-oblunghe e apicalmente acute, più lunghe delle corolle del disco, e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato su 1 - 2 serie. Il ricettacolo, alveolato, in genere è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta o da convessa a conica. Dimensione degli involucri: 24 - 28 mm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni) da 20 a 50 per capolino: sono femminili e sono disposti su una sola serie; la forma è lungamente ligulata terminante con alcuni denti; le ligule sono lunghe 10 –16 mm, più o meno spiralate;
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme tubulose terminanti con lobi triangolari ed eretti; il tubo è sparsamente villoso, mentre i lobi sono lanosi; le corolle sono lunghe 6 – 7 mm.
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Corolla: i colori della corolla sono giallo, e dal blu al rosato, viola o violaceo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[9][12]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[5] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate.[13] I due bracci dello stilo hanno una forma da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli. Lo stilo dei fiori del raggio è supinato.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo; in alcune specie è presente un certo dimorfismo (gli acheni dei fiori del raggio differiscono dagli acheni dei fiori del disco);

  • achenio: gli acheni, con forme strettamente obovoidi, sono lateralmente compressi con due-quattro nervature laterali; la superficie, strigosa, normalmente è cosparsa da setole; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; le setole con punte a forma di ancora non sono presenti; dimensione degli acheni: 3 mm;
  • pappo: il pappo è formato da 2 serie di setole finemente barbate o (più raramente) piumose; le setole sono persistenti; esternamente alle serie di setole può essere presente una coroncina di scaglie.[9]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce è distribuita in Himalaya e Cina. L'habitat preferito sono i pendii rocciosi sopra il limite delle nevi; quote praticate: da 4.200 a 5.400 metri sul livello del mare.[10]

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere della specie di questa voce è descritto nella sottotribù Asterinae, una delle quasi 40 sottotribù della tribù Astereae. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]

  • Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
  • Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
  • Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
  • Baccharis lineage: include alcuni gruppi sudamericani.
  • North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.

Il genere Chlamydites (insieme alla sottotribù Asterinae) è incluso nel Aster lineage i cui caratteri principali sono: la base delle antere sono prive di code e non sono calcarate (speronate); le linee stigmatiche dei bracci dello stilo sono totalmente separate; i due bracci dello stilo hanno una forma breve o allungata da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli (all'esterno, mentre all'interno sono glabri). La distribuzione della maggior parte delle specie di questo gruppo è nelle regioni temperate nord e sud.[8]

La sottotribù Asterinae comprende una trentina di generi suddivisi in 4 rami principali:Psychrogeton - Hersileoides - Asterothamnus - Aster. Il genere di questa voce in realtà pur appartenendo al ramo denominato "Psychrogeton branch" non è incluso in nessun sottogruppo e insieme al genere Iteroloba è quindi considerato "Incertae sedis" (per mancanza di campioni molecolari).[2] Si fa tuttavia l'ipotesi che Chlamydites prainii sia derivato evolutivamente dagli antenati di Aster flaccidus e Aster batangensis.[10] Tuttavia non tutte le checklist si sono aggiornate e mantengono la specie di questa voce come sinonimo di Aster prainii (J.R.Drumm.) Y.L.Chen.[17]

I caratteri distintivi della specie Chlamydites prainii sono:[10]

  • si tratta di una specie alpina:
  • tutto l'indumento della pianta è densamente lanoso-villoso;
  • il pappo è disposto su 2 - 4 serie.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c Nesom 2020.
  3. ^ David Gledhill 2008, p. 104.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'11 novembre 2023.
  5. ^ a b Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ a b Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b c Funk & Susanna 2009, p. 589.
  9. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, p. 284.
  10. ^ a b c d Nesom Chlamydites 2020.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 15 febbraio 2012.
  13. ^ Judd 2007, pag. 522.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 novembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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