Chiesa dei Santi Tommaso e Andrea Apostoli

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Chiesa dei Santi Tommaso e Andrea Apostoli
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàPontevico
Coordinate45°16′11.56″N 10°05′12.42″E / 45.269877°N 10.086782°E45.269877; 10.086782
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSanti Tommaso e Andrea
Diocesi Brescia
ArchitettoGiuseppe Dattaro
Completamento1886

La chiesa dei Santi Tommaso e Andrea è la parrocchiale di Pontevico, in provincia e diocesi di Brescia[1]; fa parte della zona pastorale della Bassa Centrale Ovest.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La conferma della presenza di una chiesa a Pontevico risale all'Alto Medioevo ed è contenuta nel diploma imperiale di Ludovico II il Giovane che cita nel territorio la presenza di monaci dell'abbazia di San Zeno di Verona[1].

Nel 1196 pre' Andrea viene menzionato come pievano e in quel periodo la pieve di Pontevico, che sorgeva presso il camposanto, aveva come filiali le chiese di Alfianello, di Seniga e di San Gervasio Bresciano[1].

Nel Liber Poteris si riporta che a Pontevico, oltre alla pieve, esisteva una seconda chiesa, intitolata a San Tommaso Apostolo. In questa seconda chiesa il 28 aprile 1643 Pasino de Storis, su concessione di papa Pio II, attuò il Beneficio di San Bernardino[1].

Nel 1565 il vescovo Domenico Bollani, compiendo la sua visita pastorale, giunse a Pontevico; preso atto della situazione, il presule ordinò al parroco Silvestro Valier, che dimorava in un altro comune, di trasferire la sua residenza in paese, stabilendo che se ciò non fosse stato fatto il suddetto sarebbe stato sollevato. In questa occasione i maggiorenti del paese e i capi della scuola del Santissimo Sacramento chiesero al vescovo di convincere il già nominato parroco don Valier a provvedere alla ricostruzione della parrocchiale, che non era sufficientemente capiente[1].
Nel 1570 i cittadini pontevichesi chiesero che la parrocchialità venisse trasferita presso la summenzionata chiesa di San Tommaso, ma il Valier si oppose fermamente alla richiesta e, in più, rifiutò di stanziare la somma necessaria all'ampliamento dell'edificio. Quattro anni dopo, nel 1574, il vescovo traslò la parrocchialità nella chiesa di San Tommaso, contestualmente ridedicata anche a sant'Andrea, e, finalmente, don Valier fornì i fondi per il rifacimento della chiesa; tuttavia, a causa di un'epidemia di peste i lavori vennero interrotti[1].

Nel 1580 l'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo arrivò in paese accompagnato dal conte Nicolò Gambara, suo cugino, e prescrisse che la chiesa venisse ampliata di tre campate e che l'antistante cimitero fosse chiuso da un muro[1].

Nel 1583 la chiesa fu demolita per far posto alla nuova, la prima pietra della quale venne posta il 3 agosto 1584; la parrocchiale, disegnato dal cremonese Giuseppe Dattaro, fu descritta dal vescovo Marco Morosini ben fatta et ricca de ornamenti e nel 1610 venne eretta ad abbaziale e consacrata[1].

Dalla relazione della visita pastorale del 1703 del vescovo Marco Dolfin, si apprende che a servizio della cura d'anime vi erano il parroco-abate, ventisette altri sacerdoti e cinque chierici, che i fedeli erano 5000 e che nella parrocchiale, la quale aveva alle sue dipendenze chiese di Santa Maria Maddalena, in località Bestegni, e di Santa Maria del Suffragio, gli oratori dei Disciplini di san Francesco, di San Rocco, della Beata Maria Vergine, della Beata Vergine in contrada Strono, di San Vitale, della Beata Maria Vergine, dei Santi Ignazio e Filippo Neri presso il borgo di Torchiera, della Beata Vergine del Parto, in località Chiesiole, della Beata Maria Vergine delle Grazie, nella frazione Dossi e di Santa Barbara e il convento della Natività della Beata Maria Vergine, avevano sede la scuola della Santissima Vergine del Rosario e la cappellania di san Bernardino[2]. Nel XVIII secolo il campanile fu gravemente danneggiato da un incendio e tra il 1743 e il 1747 venne riedificata[1]; nella seconda metà del XVIII secolo la chiesa fu ampliata e abbellita su disegno dell'ingegnere veronese Luigi Tadini[1].

Il 18 gennaio 1959 parte dell'edificio fu devastata da un incendio; la chiesa dovette venir restaurata e nel 1960 fu riaperta al culto, con la benedizione di papa Giovanni XXIII e la consacrazione dell'altare maggiore, celebrata dal vescovo Giacinto Tredici[1].

Nel 1989 la chiesa, già sede del vicariato di Pontevico, in seguito alla riorganizzazione territoriale della diocesi, passò alla neo-costituita zona pastorale della Bassa Centrale Ovest[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

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Vista del campanile della chiesa.

Facciata[modifica | modifica wikitesto]

La facciata a capanna della chiesa è tripartita da quattro semicolonne, che sorreggono il frontone di forma triangolare, mentre al centro si apre il portale d'ingresso sovrastato da un timpano semicircolare e da una serliana; ai lati e sulla sommità del timpano triangolare che corona la facciata ospita la statua del Cristo Re affiancata da due statue raffiguranti angeli.[1]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

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Il presbiterio della chiesa.

L'interno, abbellito da affreschi e da rilievi, si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano quattro cappelle laterali voltate a botte e le cui pareti sono scandite da semicolonne sorreggenti la cornice aggettante, sopra la quale si imposta la volta a botte, caratterizzata da lunette; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio a pianta quadrangolare e coperto da volta a crociera e da volta a botte, nel quale è ospitato l'altare maggiore, la cui pala raffigura la Professione della fede di San Tommaso.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Chiesa dei Santi Tommaso e Andrea Apostoli <Pontevico>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 21 gennaio 2021.
  2. ^ a b Parrocchia dei Santi Tommaso e Andrea apostoli, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 22 gennaio 2021.

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