Chenopodium vulvaria

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Farinello puzzolente
Chenopodium vulvaria
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
Ordine Caryophyllales
Famiglia Amaranthaceae
Sottofamiglia Chenopodioideae
Genere Chenopodium
Specie C. vulvaria
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Caryophyllidae
Ordine Caryophyllales
Famiglia Chenopodiaceae
Genere Chenopodium
Specie C. vulvaria
Nomenclatura binomiale
Chenopodium vulvaria
L.

Il farinello puzzolente (Chenopodium vulvaria L.) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Amarantacee[1], diffusa in tutta la penisola italiana. La pianta emana un caratteristico odore di pesce marcio in grado di permanere a lungo su mani e vestiti.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'epiteto specifico deriva dal termine latino vulva, in riferimento al caratteristico odore delle foglie schiacciate [2] che ricorda l'odore di pesce[3].

Il farinello puzzolente ha diversi nomi regionali:

  • Èrba canén'na (EGL);
  • Èrba mèrda (LMO);
  • Èrba pota (PMS).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il farinello puzzolente ha un fusto molto ramificato, che può raggiungere un'altezza di 40 cm, e una radice fittonante molto sottile. Le foglie sono di forma romboidale, picciolate e, come quelle di Chenopodium album, sono bianco-polverulente su entrambe le pagine.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale di questa specie si estende dall'Europa ad est sino alla Siberia sud-occidentale e al Pakistan, e a sud sino alla Macaronesia e al Nord Africa.[1].

Nell'Italia meridionale è diffuso sino a 1800 m d'altitudine, mentre in quella settentrionale difficilmente può essere avvistato oltre gli 800 m.[senza fonte]

È un'erba annuale che mal sopporta la competizione con altre specie e pertanto si ritrova negli incolti aridi e sassosi, tra le macerie e al margine delle strade.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Chenopodium vulvaria, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 12 settembre 2023.
  2. ^ "Botanical Latin" William T. Stearn
  3. ^ "Flora silvestre y ornamental del Campus de la Universidad Pablo de Olavide" M. Luceño & al. (2005)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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