Carlo Scialoja

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Carlo Scialoja

Ministro dell'aeronautica del Regno d'Italia
Durata mandato12 dicembre 1944 –
14 gennaio 1945
PredecessorePietro Piacentini
SuccessoreLuigi Gasparotto

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico del Lavoro
Professionegiornalista, avvocato
Carlo Scialoja
NascitaRoma, 17 luglio 1887
MorteRoma, 25 maggio 1947
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
CorpoBombardieri
Arditi
Anni di servizio1915-1918
GradoCapitano
ComandantiArnaldo Lambertini
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Luigi Einaudi Diario (1945-1947),[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Carlo Scialoja (Roma, 17 luglio 1886Roma, 25 maggio 1947) è stato un avvocato, politico e giornalista italiano, che nel corso della seconda guerra mondiale fu sottosegretario all'aeronautica nel Governo Bonomi II e successivamente Ministro dell'aeronautica del Regno d'Italia nel Governo Bonomi III (12 dicembre 1944-14 gennaio 1945).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Roma il 17 luglio 1886. Laureatosi in giurisprudenza esercitò la professione di avvocato.[2] Servì nel Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, prestando servizio nel corpo dei bombardieri. Operò dapprima come sottotenente, venendo promosso tenente e poi capitano, assegnato in servizio presso il comando della 53ª Divisione. Partecipò alla battaglia di Vittorio Veneto in forza a un reparto di arditi, e al termine della guerra risultava decorato con due medaglie di bronzo e una croce di guerra al valor militare. Dopo la fine del conflitto si dedicò dedicarsi agli studi giuridici.[2] Militante antifascista, dopo la caduta del regime, avvenuta il 25 luglio 1943, iniziò subito a lavorare per il nuovo governo del Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio. Con la firma dell'armistizio dell'8 settembre, e la successiva occupazione tedesca della Capitale, fu tra gli organizzatori del comitato militare, che con il Comitato di Liberazione Nazionale, fu fra i principali artefici della resistenza romana.[2] Dopo la liberazione di Roma da parte degli Alleati entrò in politica nelle file del Partito Democratico del Lavoro, divenendo membro della Consulta Nazionale, sottosegretario all'aeronautica nel Governo Bonomi II e, su insistenza di Ivanoe Bonomi, ministro dell'aeronautica nel Governo Bonomi III. Già gravemente malato, abbandonò la carica e la politica attiva dopo poco più di un mese, il 14 gennaio 1945.[2]

Minato da un tumore, si spense a Roma il 25 maggio 1947, e fu sepolto, su sua stessa richiesta, in una fossa comune.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una sezione staccata di bombarde, avuto colpito diverse volte l'osservatorio, rimase su di un terreno scoperto ad osservare i suoi tiri, che diresse sempre con massima calma. Inviato con una pattuglia fin presso i reticolati avversari per osservare i risultati del tiro, e non avendo potuto la prima volta completare la ricognizione, vi si recò, di propria iniziativa, una seconda volta, e se ne tornò con utili informazioni, che servirono a lui e agli altri per il proseguimento del tiro. San Grado di Merna, 10 ottobre 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale ufficiale esploratore bombardiere, recavasi di sua iniziativa in una posizione da poco occupata e non ancora totalmente sgombra dal nemico, ed accortosi che mancava tra alcuni nostri reparti il necessario collegamento, ne riferiva subito al comando della brigata più vicina, dal quale riceveva incarico di ritornare sul posto per chiarire a suo nome la situazione ai vari comandanti e ristabilire quindi i collegamenti: incarico che eseguì con grande arditezza ed intelligenza. Ansa di Raccogliano, 21 agosto 1917
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Esempio di alte virtù militari ed efficace incitatore nella lotta, fu coraggioso condottiero volontario in un reparto di arditi e mitraglieri, che condusse in combattimento con slancio ed ardimento, catturando numerosi nemici e mitragliatrici. Procenicco San Gervasio, 4 novembre 1918
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini, Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton, Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
  • Charles Delzel, I nemici di Mussolini: Storia della Resistenza armata al regime fascista, Roma, Lit Edizioni s.r.l., 2013.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
  • Paolo Soddu (a cura di), Luigi Einaudi Diario (1945-1947), Bari, Editori Laterza, 1993.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro dell'aeronautica del Regno d'Italia Successore
Pietro Piacentini 12 dicembre 1944 - 14 gennaio 1945 Luigi Gasparotto