CEAT

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CEAT Ltd.
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StatoBandiera dell'India India
Fondazione1924 a Torino
Fondata daVirginio Tedeschi
Sede principaleMumbai
Persone chiaveR. P. Goenka
H. V. Goenka
Paras K. Chowdhary
SettoreGomma
ProdottiPneumatici
Tubi
Fatturato434 milioni di USD
Dipendenti~5.384 (2006)
Sito webwww.ceat.in/

La CEAT (acronimo di Cavi Elettrici e Affini Torino) è una società indiana produttrice di pneumatici. In origine la società era italiana, con sede a Torino; produttrice di cavi e di pneumatici, era la seconda industria della gomma in Italia dopo la Pirelli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Venne fondata nel 1924[1] da Virginio Tedeschi, nonno della regista e attrice Valeria Bruni Tedeschi, della modella e cantante Carla Bruni e del medico Martine Tedeschi.

Alberto Bruni Tedeschi, figlio di Virginio, fu a capo della CEAT dal 1938 sviluppandone l'attività su scala mondiale, aprendo filiali e consociate. Nel 1939, nel quadrilatero compreso tra Via Ruggero Leoncavallo, via Bioglio, via Ternego e via Giovanni Pacini in Barriera di Milano a Torino, aprì la fabbrica di pneumatici, inizialmente utilizzata per la produzione di maschere antigas.

Nel 1958 fondò la CEAT Tyres of India Ltd in collaborazione con il gruppo Tata.

Nel 1972, nel pieno degli anni di piombo, la famiglia Bruni Tedeschi si trasferì a Parigi per paura di attentati terroristici e dei rapimenti delle Brigate Rosse. La CEAT venne venduta da Alberto, che preferì dedicarsi all'attività di compositore e direttore artistico del Teatro Regio di Torino piuttosto che continuare l'attività imprenditoriale[2].

La fabbrica di pneumatici di Torino venne chiusa nel 1979; parte dell'area venne acquisita dal Comune per costruire abitazioni e servizi e il marchio CEAT divenne di proprietà della Pirelli.

Originale logo della CEAT, presente in Via Leoncavallo a Torino

Il gruppo CEAT ebbe in seguito delle traversìe finanziarie e nel 1983 fu posto in amministrazione straordinaria (Legge Prodi).

Nel 1982 il Gruppo RPG di proprietà del miliardario indiano Rama Prasad Goenka ha acquisito la CEAT Tyres of India Ltd e nel 1990 ha cambiato la denominazione della società in CEAT Ltd[3].

Oggi CEAT è leader indiano nella produzione di pneumatici; gli impianti di produzione si trovano a Mumbai e Nasik. CEAT esporta i propri pneumatici in oltre 140 paesi con un fatturato annuo di 434 milioni di dollari americani.

Impianti produttivi[modifica | modifica wikitesto]

Italia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzina uffici CEAT in Via Ruggero Leoncavallo
  • Ex stabilimento CEAT-Cavi in corso Palermo a Torino[4]
  • Ex stabilimento CEAT in via Ruggero Leoncavallo nel quartiere Barriera di Milano, parzialmente aperto nel 1946 e completato ad inizio anni sessanta del Novecento, espressamente dedicato alla lavorazione della gomma, situato in un’area di oltre 65.000 metri quadrati[5]
  • Ex stabilimento CEAT di Settimo Torinese completato nel 1959, dove si fabbricavano cavi e pneumatici
  • Stabilimento CEAT di Anagni completato nel 1962, adibito alla fabbricazione di pneumatici, proprietà della Marangoni
  • Stabilimento CEAT di Ascoli Piceno completato nel 1967, specializzato nella fabbricazione di cavi. Ex proprietà di Prysmian, chiuso nel 2015[6]

India[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CEAT (Cavi Elettrici e Affini Torino) nel sito museoTorino
  2. ^ Alberto Bruni Tedeschi è stato un grande collezionista italiano di opere d'arte; la sua collezione che arredava il castello di Castagneto Po a 25 km da Torino è stata venduta all'asta da Sotheby's per 18,7 milioni di euro. Il ricavato è stato devoluto alla Fondazione Virginio Bruni Tedeschi, creata dalla famiglia per finanziare la ricerca medica sulla leucemia
  3. ^ Tyre | Tyres | Tire | Tires | Tyres Manufacturers in India | Indian Tyre Manufacturers, su ceattyres.in. URL consultato il 29 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2010).
  4. ^ Ex stabilimento CEAT-Cavi nel sito museoTorino
  5. ^ Ex stabilimento CEAT-Gomme nel sito museoTorino
  6. ^ Chiude la Prysmian, l’ad: “Ricollochiamo gli operai”. Castelli: “Se ne occuperà Renzi”, su ilrestodelcarlino.it.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su ceat.in. Modifica su Wikidata
  • CEAT Tyres (canale), su YouTube. Modifica su Wikidata
  • Giuseppe Beraudo, Angelo Castrovilli, Carmelo Seminara, La CEAT, una fabbrica particolare (PDF), in Storia della Barriera di Milano dal 1946, Torino, Associazione Culturale "Officine della Memoria", 2006, p. 109. URL consultato il 29 aprile 2011.
  • Alberto Bruni Tedeschi, su brunitedeschi.com. URL consultato l'11 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2017).