Bernardino Cirillo

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Bernardino Cirillo

Bernardino Cirillo (L'Aquila, 20 maggio 1500Roma, 19 giugno 1575) è stato uno scrittore, storico e religioso italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque all'Aquila nel 1500 da Pietro Sarti de' Cirilli e Gemma Bucci,[1] di estrazione popolare, primogenito di sette figli.[2]

Alla morte prematura del padre poté proseguire gli studi grazie all'aiuto economico di un mecenate locale ma, nel 1519, alla morte della madre, fu costretto temporaneamente ad abbandonare gli studi.[2] Riuscì in seguito a terminarli sotto l'egida di Giovan Battista Lepidi e si trasferì a Roma dove si laureò nel 1526.[3] L'anno seguente tornò all'Aquila dove divenne cancelliere del comune, in un contesto sociale molto difficile, con la città provata dalla guerra e dall'epidemia di peste.[3] Successivamente fu vicario di Cittaducale.

Nel 1529 fu nominato ambasciatore aquilano presso la corte di Carlo V a Napoli, dove tentò inutilmente di rinegoziare le terre del contado tolte dagli Asburgo alla città.[2][3] Tornò quindi alla vecchia carica di vicario a Cittaducale e Rieti.[4] Quindi fu nominato arciprete alla basilica della Santa Casa di Loreto dove rimase fino al 1553.[4] Nei due anni successivi fu vicario a Fermo.[2]

Nelle Marche il Cirillo poté finalmente dedicarsi alla passione per la letteratura, riuscendo a scrivere nel 1540 gli Annali della città dell'Aqvila con l'historie del svo tempo, pubblicati poi nel 1570.[2] La monumentale opera narra la storia dell'Aquila a partire dalla sua fondazione, ove la ricerca storica e l'esercizio mnemonico – secondo l'autore, che illustra la sua concezione nell'introduzione all'opera – sono concepite come madri della sapienza.[2] La narrazione degli Annali giunge fino al 1535; un anonimo proseguì poi il racconto fino al 1585.[5] Il disegno di copertina fu affidato al pittore di scuola raffaellesca Pompeo Cesura con incisione a cura di Orazio De Santis.[6]

Nel 1555, con l'elezione di papa Paolo IV, figlio dell'aquilana Vittoria Camponeschi, fu chiamato a Roma dal cardinale Carlo Carafa (nipote della Camponeschi) ed ottenne un posto nella cancelleria apostolica.[2] Negli anni seguenti successe a Giovanni Francesco Bini nel canonicato della basilica di Santa Maria Maggiore, quindi fu nominato commendatore dell'arcispedale di Santo Spirito in Saxia,[4] facendovi realizzare il Palazzo del Commendatore. Durante il periodo romano il Cirillo acquisì un notevole prestigio e fu in procinto d'essere nominato cardinale, rifiutando in più di una occasione.[2][4] Con l'ascesa di papa Pio IV la sua posizione venne tuttavia messa in discussione.[4]

Morì nel 1575. Venne sepolto nella chiesa di Santo Spirito in Sassia.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alfonso Dragonetti, p. 103.
  2. ^ a b c d e f g h i DBI.
  3. ^ a b c Alfonso Dragonetti, p. 104.
  4. ^ a b c d e Alfonso Dragonetti, p. 105.
  5. ^ Alfonso Dragonetti, p. 106.
  6. ^ Regione Abruzzo, Pompeo Cesura (PDF), su cultura.regione.abruzzo.it. URL consultato il 20 novembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN64345699 · ISNI (EN0000 0000 7243 5813 · SBN SBLV198475 · BAV 495/1386 · GND (DE189573090 · BNE (ESXX4862198 (data) · BNF (FRcb106281793 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-64345699