Cheratocono: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
RolloBot (discussione | contributi)
m Bot: Correzione di uno o più errori comuni
Voxfax (discussione | contributi)
+ 5 (6) foto
Riga 2: Riga 2:
{{Infobox malattia
{{Infobox malattia
|RaraIT=RF0280
|RaraIT=RF0280
|Immagine=Keratoconus eye.jpg
|Immagine=Kc simulation.jpg
|Didascalia=La ''cornea conica'' caratteristica del cheratocono.
|Didascalia=La ''cornea conica'' simulazione della vista erranea
}}
}}


Riga 9: Riga 9:


== Caratteristiche ==
== Caratteristiche ==
[[Immagine:Keratoconus eye.jpg|thumb|left|150px|L'occhio con la ''cornea conica'']]

A causa di questa malattia la [[cornea]] si deforma allungandosi in avanti, distorcendo le immagini (una distrofia corneale detta [[ectasia]]), facendo in modo che la superficie oculare trasparente tenda ad assumere una forma di cono.
A causa di questa malattia la [[cornea]] si deforma allungandosi in avanti, distorcendo le immagini (una distrofia corneale detta [[ectasia]]), facendo in modo che la superficie oculare trasparente tenda ad assumere una forma di cono.


Riga 21: Riga 23:
Utilizzando il [[biomicroscopio]], si nota una diminuzione notevole dello spessore sulla sommità della cornea misurabile con la pachimetria corneale. Col tempo la cornea può mostrare alcune opacità.<br />
Utilizzando il [[biomicroscopio]], si nota una diminuzione notevole dello spessore sulla sommità della cornea misurabile con la pachimetria corneale. Col tempo la cornea può mostrare alcune opacità.<br />
I cambiamenti della cornea producono infatti un'alterazione nella disposizione delle proteine corneali, causando delle microcicatrici che distorcono ulteriormente le immagini e - in taluni casi - riducono il passaggio della luce, dando un fastidioso senso di abbagliamento.
I cambiamenti della cornea producono infatti un'alterazione nella disposizione delle proteine corneali, causando delle microcicatrici che distorcono ulteriormente le immagini e - in taluni casi - riducono il passaggio della luce, dando un fastidioso senso di abbagliamento.
Altro strumento per la diagnosi di questa patologia è la topografia corneale: consente una "mappatura" che mette in evidenza la deformazione della cornea.
Altro strumento per la diagnosi di questa patologia è la [[topografia corneale]]: consente una "mappatura" che mette in evidenza la deformazione della cornea.
Il cheratocono è classificato come [[malattia rara]] e quindi esentabile da [[ticket]] per prestazioni mediche ed esami con codice di esenzione RF0280.
Il cheratocono è classificato come [[malattia rara]] e quindi esentabile da [[ticket]] per prestazioni mediche ed esami con codice di esenzione RF0280.


== Diagnosi ==
== Diagnosi ==
[[Immagine:Corneal topography right ax.jpg|thumb|[[Topografia corneale]] di un'occhio conato]]
Le tecniche diagnostiche si avvalgono di:
Le tecniche diagnostiche si avvalgono di:


Riga 43: Riga 46:


== Terapia ==
== Terapia ==
[[Immagine:KC-lens.jpg|thumb|Rigido lente a contatto traspirante pazienti di cheratocono]]
Nelle forme lievi si utilizzano occhiali o lenti a contatto rigide o semirigide per correggere il difetto visivo.
Nelle forme lievi si utilizzano occhiali o lenti a contatto rigide o semirigide per correggere il difetto visivo.
[[Immagine:Cornea transplant.jpg||thumb|La cornea trasplantata dopo una settimana. La lucentezza indica la posizione di cuciture]]

<!--[[Immagine:Ramon Castroviejo.jpg|thumb|200px||[[Ramón Castroviejo]] chirurgo oculista spagnolo che ha fatto la prima cheratiplastica con successo nel 1936]]-->
Un trattamento chirurgico relativamente recente è rappresentato dagli [[inserti intracorneali (ICRS)]]. La tecnica, che migliora sensibilmente l'acuità visiva dei pazienti (visus), consiste nell'impianto di microscopici inserti in materiale sintetico trasparente appena sotto la superficie dell'occhio, alla periferia della cornea. Un'ulteriore opzione è la [[Mini cheratotomia radiale asimmetrica|Mini Cheratotomia Radiale Asimmetrica (M.A.R.K.)]], tecnica chirurgica incisionale che provoca una cicatrizzazione controllata della cornea, la quale cambia forma e spessore secondo il bisogno dell'occhio affetto da cheratocono.<ref>[http://www.centronazionalelaser.com/sito%20dentro/mini%20cheratotomia.htm Da centronazionalelaser.com]</ref><ref>[http://www.ilgiornale.it/medicina/la_curva_pericolosa__cornea/24-05-2008/articolo-id=263900-page=0-comments=1 Da ilgiornale.it]</ref><ref>[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1453657 Da ncbi.nlm.nih.gov]</ref><ref>[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9183763 Asymmetric radial keratotomy for the ... [J Refract Surg. 1997 May-Jun&#93; - PubMed - NCBI<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.mediaset.it/quimediaset/comunicati/comunicato_3124.shtml Come curare il cheratocono a "Vivere meglio" - Comunicato - Qui Mediaset - Mediaset.it]</ref>. Questa tecnica può essere combinata con il [[cross-linking]] al fine di rinforzare ulteriormente la cornea<ref>[http://bmctoday.net/crstodayeurope/2009/08/article.asp?f=0709_12.php CRSTodayEurope.com August 2009 : Refractive Changes Following CXL]</ref>
Un trattamento chirurgico relativamente recente è rappresentato dagli [[inserti intracorneali (ICRS)]]. La tecnica, che migliora sensibilmente l'acuità visiva dei pazienti (visus), consiste nell'impianto di microscopici inserti in materiale sintetico trasparente appena sotto la superficie dell'occhio, alla periferia della cornea. Un'ulteriore opzione è la [[Mini cheratotomia radiale asimmetrica|Mini Cheratotomia Radiale Asimmetrica (M.A.R.K.)]], tecnica chirurgica incisionale che provoca una cicatrizzazione controllata della cornea, la quale cambia forma e spessore secondo il bisogno dell'occhio affetto da cheratocono.<ref>[http://www.centronazionalelaser.com/sito%20dentro/mini%20cheratotomia.htm Da centronazionalelaser.com]</ref><ref>[http://www.ilgiornale.it/medicina/la_curva_pericolosa__cornea/24-05-2008/articolo-id=263900-page=0-comments=1 Da ilgiornale.it]</ref><ref>[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1453657 Da ncbi.nlm.nih.gov]</ref><ref>[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9183763 Asymmetric radial keratotomy for the ... [J Refract Surg. 1997 May-Jun&#93; - PubMed - NCBI<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.mediaset.it/quimediaset/comunicati/comunicato_3124.shtml Come curare il cheratocono a "Vivere meglio" - Comunicato - Qui Mediaset - Mediaset.it]</ref>. Questa tecnica può essere combinata con il [[cross-linking]] al fine di rinforzare ulteriormente la cornea<ref>[http://bmctoday.net/crstodayeurope/2009/08/article.asp?f=0709_12.php CRSTodayEurope.com August 2009 : Refractive Changes Following CXL]</ref>


Riga 50: Riga 55:


=== Il ''cross-linking'' corneale ===
=== Il ''cross-linking'' corneale ===
[[Immagine:Intraoperative pachymetric-guided corneal epithelium removal during corneal collagen cross linking in patient with post-LASIK corneal ectasia and inferior corneal thinning.jpg|240px|thumb|Dopo un'operazione ''cross-linking''. Kymionis et al., 2009<ref name="Kymionis09">{{cite journal |author=Kymionis GD, Diakonis VF, Coskunseven E, Jankov M, Yoo SH, Pallikaris IG |title=Customized pachymetric guided epithelial debridement for corneal collagen cross linking |journal=BMC Ophthalmology |volume=9|page=10 |year=2009 |pmid=19715585 |pmc=2744909 |doi=10.1186/1471-2415-9-10}}</ref>]]
Nel 1997 viene inventato, presso l'università di [[Dresda]] in Germania, il [[cross-linking]] corneale. In Italia viene applicato dal 2005, oggi viene utilizzato in molti Paesi del mondo.
Nel 1997 viene inventato, presso l'università di [[Dresda]] in Germania, il [[cross-linking]] corneale. In Italia viene applicato dal 2005, oggi viene utilizzato in molti Paesi del mondo.


Riga 58: Riga 64:
La metodica è esente da rischi utilizzando il protocollo ideato, e ampiamente sperimentato, a [[Dresda]].
La metodica è esente da rischi utilizzando il protocollo ideato, e ampiamente sperimentato, a [[Dresda]].


Alcuni oculisti italiani hanno cominciato ad apportare delle modifiche a tale protocollo ma l'efficacia di queste modifiche è stata messa in dubbio nel corso del congresso tenutosi a Dresda nel dicembre 2008, in occasione del decennale dell'applicazione del cross-linking. L'utilizzo di colliri diversi dall'originale e l'impiego di macchinari diversi da quello ideato a Dresda potrebbe portare a una minore efficacia del trattamento stesso. Alcune innovazioni proposte più recentemente appaiono più promettenti, sulla base delle sperimentazioni effettuate; i dati pubblicati (protocollo Megaride)<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ciro Caruso, Gaetano Barbaro, Robert L. Epstein, Diana Tronino, Carmine Ostacolo, Antonia Sacchi, Luigi Pacente, Antonio Del Prete, Marina Sala, and Salvatore Troisi|titolo=Corneal Cross-Linking: Evaluating the Potential for a Lower Power, Shorter Duration Treatment|rivista=Cornea|volume=|numero=Month 2016}}</ref> confermano una elevata efficacia e sicurezza del trattamento, effettuato senza necessità di disepitelizzare la cornea.
Alcuni oculisti italiani hanno cominciato ad apportare delle modifiche a tale protocollo ma l'efficacia di queste modifiche è stata messa in dubbio nel corso del congresso tenutosi a Dresda nel dicembre 2008, in occasione del decennale dell'applicazione del cross-linking. L'utilizzo di colliri diversi dall'originale e l'impiego di macchinari diversi da quello ideato a Dresda potrebbe portare a una minore efficacia del trattamento stesso. Alcune innovazioni proposte più recentemente appaiono più promettenti, sulla base delle sperimentazioni effettuate; i dati pubblicati (protocollo Megaride)<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ciro Caruso, Gaetano Barbaro, Robert L. Epstein, Diana Tronino, Carmine Ostacolo, Antonia Sacchi, Luigi Pacente, Antonio Del Prete, Marina Sala, and Salvatore Troisi|titolo=Corneal Cross-Linking: Evaluating the Potential for a Lower Power, Shorter Duration Treatment|rivista=Cornea|volume=|numero=Month 2016}}</ref> confermano una elevata efficacia e sicurezza del trattamento, effettuato senza necessità di disepitelizzare la cornea.


Dal 1º gennaio [[2007]], tale terapia è stata riconosciuta a livello sia nazionale che sovranazionale ([[Unione europea]]) come cura ufficiale. Nel corso del 2007, grazie agli eccezionali risultati riconosciuti internazionalmente, si sono moltiplicati i centri che praticano il [[cross-linking]]. Tuttavia non dappertutto viene effettuato in regime di completa gratuità, ma solo in alcune regioni dove viene rimborsato dal Servizio Sanitario Regionale. In [[Toscana]] il costo del trattamento è interamente sostenuto dal [[Servizio sanitario della Toscana|Sistema Sanitario Regionale]] (si paga solo il [[ticket]]). Nel [[Lazio]] il trattamento viene eseguito a totale carico del [[Servizio Sanitario Nazionale (Italia)|Servizio Sanitario Nazionale]] presso l'Ospedale oftalmico regionale di [[Roma]]; in [[Campania]] all'Ospedale Monaldi e presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. In Lombardia è rimborsato dal Servizio Sanitario Regionale solo in casi di rapida progressione che rispondono a specifici criteri . È da tenere, tuttavia, presente che, per poter effettuare tale tecnica, ci sono dei limiti (ad esempio limiti morfologici: il cheratocono non deve essere troppo evoluto, non devono essere presenti opacità significative della cornea nell'area centrale e lo spessore della cornea deve essere sufficiente).
Dal 1º gennaio [[2007]], tale terapia è stata riconosciuta a livello sia nazionale che sovranazionale ([[Unione europea]]) come cura ufficiale. Nel corso del 2007, grazie agli eccezionali risultati riconosciuti internazionalmente, si sono moltiplicati i centri che praticano il [[cross-linking]]. Tuttavia non dappertutto viene effettuato in regime di completa gratuità, ma solo in alcune regioni dove viene rimborsato dal Servizio Sanitario Regionale. In [[Toscana]] il costo del trattamento è interamente sostenuto dal [[Servizio sanitario della Toscana|Sistema Sanitario Regionale]] (si paga solo il [[ticket]]). Nel [[Lazio]] il trattamento viene eseguito a totale carico del [[Servizio Sanitario Nazionale (Italia)|Servizio Sanitario Nazionale]] presso l'Ospedale oftalmico regionale di [[Roma]]; in [[Campania]] all'Ospedale Monaldi e presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. In Lombardia è rimborsato dal Servizio Sanitario Regionale solo in casi di rapida progressione che rispondono a specifici criteri . È da tenere, tuttavia, presente che, per poter effettuare tale tecnica, ci sono dei limiti (ad esempio limiti morfologici: il cheratocono non deve essere troppo evoluto, non devono essere presenti opacità significative della cornea nell'area centrale e lo spessore della cornea deve essere sufficiente).

Versione delle 11:18, 20 gen 2017

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Cheratocono
La cornea conica simulazione della vista erranea
Malattia rara
Cod. esenz. SSNRF0280
Specialitàoftalmologia e optometria
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM614628, 148300, 614622, 614629, 608932, 608586, 614623 e 609271
MeSHD007640
MedlinePlus001013
eMedicine1194693

Il cheratocono è una malattia rara, degenerativa della cornea (distrofia corneale progressiva non infiammatoria) che può colpire uno o entrambi gli occhi.

Caratteristiche

File:Keratoconus eye.jpg
L'occhio con la cornea conica

A causa di questa malattia la cornea si deforma allungandosi in avanti, distorcendo le immagini (una distrofia corneale detta ectasia), facendo in modo che la superficie oculare trasparente tenda ad assumere una forma di cono.

Generalmente colpisce entrambi gli occhi (96% dei casi)[1]. Il problema insorge quando la parte centrale della cornea inizia ad assottigliarsi e a incurvarsi progressivamente verso l'esterno (ossia la superficie oculare trasparente diviene sporgente). Si verifica quindi una curvatura irregolare della cornea, che perde la sua forma sferica, divenendo conica. Ha una lieve predominanza nel sesso maschile (63,4%), secondo uno studio francese dell'Associazione specialisti lenti a contatto, e sembra in relazione a disfunzioni delle ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide).

Secondo il Clek Study (Collaborative Longitudinal Evaluation of Keratoconus), è presente un'atopia nel 53% dei casi. Può esistere anche una predisposizione ereditaria. La malattia insorge di solito durante la pubertà (sono anche descritti rarissimi casi congeniti), progredisce fino ai 30-40 anni per poi arrestarsi spontaneamente, nel 25% dei casi porta al trapianto di cornea e inoltre si può perdere la vista.

Sintomi

La curvatura irregolare creatasi modifica il potere refrattivo della cornea, producendo distorsioni delle immagini e una visione confusa sia da vicino che da lontano. Il paziente lamenta comunque una diminuzione della vista, soprattutto da lontano. La qualità della visione continua a peggiorare irreversibilmente; il rischio è che venga scambiata con una miopia associata ad astigmatismo.
Dopo qualche anno, in caso di marcata evoluzione, l'occhio, se visto di profilo, mostra una sporgenza caratteristica della superficie oculare.

Utilizzando il biomicroscopio, si nota una diminuzione notevole dello spessore sulla sommità della cornea misurabile con la pachimetria corneale. Col tempo la cornea può mostrare alcune opacità.
I cambiamenti della cornea producono infatti un'alterazione nella disposizione delle proteine corneali, causando delle microcicatrici che distorcono ulteriormente le immagini e - in taluni casi - riducono il passaggio della luce, dando un fastidioso senso di abbagliamento. Altro strumento per la diagnosi di questa patologia è la topografia corneale: consente una "mappatura" che mette in evidenza la deformazione della cornea. Il cheratocono è classificato come malattia rara e quindi esentabile da ticket per prestazioni mediche ed esami con codice di esenzione RF0280.

Diagnosi

Topografia corneale di un'occhio conato

Le tecniche diagnostiche si avvalgono di:

  • oftalmoscopia diretta: il riflesso retinico risulta più chiaro nella zona periferica e più scuro dove è posizionato il cono
  • oftalmometro di Javal: con cui valutare l'angolo di Amsler
  • retinoscopio a striscia: evidenzia il riflesso a forbice
  • lampada a fessura o biomicroscopio: permette di ricercare i seguenti reperti:
    • l'anello di Fleischer, da non confondersi con l'anello di Kayser-Fleischer. Tale reperto è patognomonico (presente nel 50% dei KC): è un anello giallo-verdastro dovuto all'accumulo di emosiderina nelle cellule epiteliali basali
    • opacità subepiteliali (che si formano da rotture della membrana di Bowman)
    • assottigliamento stromale: l'assottigliamento in genere è maggiore a livello dell'apice del cono, a meno che questo non sia molto periferico
    • strie di Vogt (tardive): strie stromali che scompaiono alla digitopressione, hanno aspetto verticale
    • segno di Munson (avanzato): deformazione della rima palpebrale inferiore da parte del cono e si visualizza facendo guardare verso il basso il soggetto
  • pachimetria: evidenzIa una riduzione dello spessore della cornea nell'area interessata dal cono; è importante anche conoscere la misura dello spessore nel punto di massimo assottigliamento (thinnest point), perché al di sotto di certi limiti non è possibile eseguire trattamenti conservativi di cross linking ed aumenta il rischio di perforazione
  • topografia corneale (gold standard): studia le immagini riflesse dalla cornea quando le si antepone una serie di anelli luminosi concentrici; L'elaborazione dei dati consente la visualizzazione di una mappa (la parte in rosso corrisponde alla regione sfiancata mentre quella verde-blu le zone piatte) e di una simulazione della qualità della visione consentita da tale cornea. Permette di vedere l'aumento di curvatura negli stadi iniziali ed avanzati e permette la diagnosi precoce (NB inizialmente il cheratocono non si evidenzia alla lampada a fessura)
  • aberrometria: sintomi tipici sono l'aberrazione della coma verticale e l'aberrazione sferica che porta alla percezione di immagini-fantasma, e di aloni intorno alle sorgenti luminose;
  • microscopia confocale (Confoscan di Nidek): una sorta di esame istologico in vivo delle lesioni tipiche del KC
  • immagini della cornea e del segmento anteriore ottenute con l'ecografia ad alta frequenza (UBM : ultrabiomicroscopia)

Terapia

Rigido lente a contatto traspirante pazienti di cheratocono

Nelle forme lievi si utilizzano occhiali o lenti a contatto rigide o semirigide per correggere il difetto visivo.

La cornea trasplantata dopo una settimana. La lucentezza indica la posizione di cuciture

Un trattamento chirurgico relativamente recente è rappresentato dagli inserti intracorneali (ICRS). La tecnica, che migliora sensibilmente l'acuità visiva dei pazienti (visus), consiste nell'impianto di microscopici inserti in materiale sintetico trasparente appena sotto la superficie dell'occhio, alla periferia della cornea. Un'ulteriore opzione è la Mini Cheratotomia Radiale Asimmetrica (M.A.R.K.), tecnica chirurgica incisionale che provoca una cicatrizzazione controllata della cornea, la quale cambia forma e spessore secondo il bisogno dell'occhio affetto da cheratocono.[2][3][4][5][6]. Questa tecnica può essere combinata con il cross-linking al fine di rinforzare ulteriormente la cornea[7]

Le forme più gravi tuttavia, che sono progressive e conducono a uno sfiancamento e assottigliamento della cornea, o il cheratoglobo, necessitano invece di un intervento chirurgico radicale come il trapianto di cornea.

Il cross-linking corneale

Dopo un'operazione cross-linking. Kymionis et al., 2009[8]

Nel 1997 viene inventato, presso l'università di Dresda in Germania, il cross-linking corneale. In Italia viene applicato dal 2005, oggi viene utilizzato in molti Paesi del mondo.

Nel 2005 il Policlinico di Siena ha iniziato in Italia una investigazione sugli effetti che tale tecnica ha sul collagene corneale. Per compiere questa ricerca si è utilizzato uno strumento noto come microscopio confocale.

La tecnica, avviata in Germania nel 1997 ma diffusa solo negli ultimi anni, consiste nell'instillare delle gocce di vitamina B2 (riboflavina) sulla cornea con epitelio rimosso (fase di imbibizione) ed esporre successivamente la cornea a una luce ultravioletta (fase di irradiazione). La reazione chimica dei raggi UV-A che stimolano la riboflavina comporta un rafforzamento dei legami nel collagene corneale con un conseguente indurimento della cornea. Gli studi hanno dimostrato che si riesce a bloccare l'evoluzione della malattia e, in molti casi, si verifica una diminuzione della curvatura della cornea (2 diottrie in media). Successivamente sono state introdotte alcune innovazioni quali l'utilizzo di soluzioni a base di riboflavina ed enhancers in grado di penetrare nello strato stromale della cornea attraverso l'epitelio superficiale, rendendo non necessaria la sua rimozione preventiva (tecnica denominata epi-on)[9].

La metodica è esente da rischi utilizzando il protocollo ideato, e ampiamente sperimentato, a Dresda.

Alcuni oculisti italiani hanno cominciato ad apportare delle modifiche a tale protocollo ma l'efficacia di queste modifiche è stata messa in dubbio nel corso del congresso tenutosi a Dresda nel dicembre 2008, in occasione del decennale dell'applicazione del cross-linking. L'utilizzo di colliri diversi dall'originale e l'impiego di macchinari diversi da quello ideato a Dresda potrebbe portare a una minore efficacia del trattamento stesso. Alcune innovazioni proposte più recentemente appaiono più promettenti, sulla base delle sperimentazioni effettuate; i dati pubblicati (protocollo Megaride)[10] confermano una elevata efficacia e sicurezza del trattamento, effettuato senza necessità di disepitelizzare la cornea.

Dal 1º gennaio 2007, tale terapia è stata riconosciuta a livello sia nazionale che sovranazionale (Unione europea) come cura ufficiale. Nel corso del 2007, grazie agli eccezionali risultati riconosciuti internazionalmente, si sono moltiplicati i centri che praticano il cross-linking. Tuttavia non dappertutto viene effettuato in regime di completa gratuità, ma solo in alcune regioni dove viene rimborsato dal Servizio Sanitario Regionale. In Toscana il costo del trattamento è interamente sostenuto dal Sistema Sanitario Regionale (si paga solo il ticket). Nel Lazio il trattamento viene eseguito a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale presso l'Ospedale oftalmico regionale di Roma; in Campania all'Ospedale Monaldi e presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. In Lombardia è rimborsato dal Servizio Sanitario Regionale solo in casi di rapida progressione che rispondono a specifici criteri . È da tenere, tuttavia, presente che, per poter effettuare tale tecnica, ci sono dei limiti (ad esempio limiti morfologici: il cheratocono non deve essere troppo evoluto, non devono essere presenti opacità significative della cornea nell'area centrale e lo spessore della cornea deve essere sufficiente).

Il cross-linking corneale può, in alcuni casi, essere combinato con altre procedure di chirurgia conservativa del cheratocono[11]. Il Medico Oculista consiglia quale paziente è idoneo all'intervento e prima dello stesso esegue un completo esame del bulbo oculare oltre agli approfondimenti diagnostici specifici per il cheratocono. Come ogni altro intervento chirurgico, anche il cross-linking non è scevro da possibili complicanze (es. "haze" corneale).

Cheratoplastica lamellare

Introdotta a partire dal 1998, consente di sostituire non l'intera cornea, ma solo la parte più esterna, quella affetta dalla malattia.

Note

  1. ^ American Academy of Ophtalmology, su aao.org. URL consultato il 16 luglio 2015.
  2. ^ Da centronazionalelaser.com
  3. ^ Da ilgiornale.it
  4. ^ Da ncbi.nlm.nih.gov
  5. ^ Asymmetric radial keratotomy for the ... [J Refract Surg. 1997 May-Jun] - PubMed - NCBI
  6. ^ Come curare il cheratocono a "Vivere meglio" - Comunicato - Qui Mediaset - Mediaset.it
  7. ^ CRSTodayEurope.com August 2009 : Refractive Changes Following CXL
  8. ^ Kymionis GD, Diakonis VF, Coskunseven E, Jankov M, Yoo SH, Pallikaris IG, Customized pachymetric guided epithelial debridement for corneal collagen cross linking, in BMC Ophthalmology, vol. 9, 2009, DOI:10.1186/1471-2415-9-10.
  9. ^ Carmine Ostacolo, Ciro Caruso, Diana Tronino, Salvatore Troisi, Sonia Laneri, Luigi Pacente, Antonio Del Prete, Antonia Sacchi, Enhancement of corneal permeation of riboflavin-5’-phosphate through vitamin E TPGS: A promising approach in corneal trans-epithelial cross linking treatment, in International journal of pharmaceutics, vol. 10, n. 2012.
  10. ^ Ciro Caruso, Gaetano Barbaro, Robert L. Epstein, Diana Tronino, Carmine Ostacolo, Antonia Sacchi, Luigi Pacente, Antonio Del Prete, Marina Sala, and Salvatore Troisi, Corneal Cross-Linking: Evaluating the Potential for a Lower Power, Shorter Duration Treatment, in Cornea, Month 2016.
  11. ^ CRSTodayEurope.com > August 2009 > Refractive Changes Following CXL

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina