Bulimia: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
amplio incipit e aggiungo qualche note (da en.wiki)
Riga 6: Riga 6:
|Sinonimo1=Bulimia nervosa
|Sinonimo1=Bulimia nervosa
}}
}}

La '''bulimia''' (dal [[lingua greca|greco]], ''boulimía'', composto di (''bôus'') "bue" e (''limós'') "fame"; propr. 'fame da bue') è, insieme all'[[anoressia nervosa]], un [[Disturbi del comportamento alimentare|disturbo del comportamento alimentare]], detti anche ''Disturbi Alimentari Psicogeni'' (DAP). La bulimia è un disturbo dell'[[alimentazione]] per cui una persona affetta ingurgita una quantità di [[cibo]] eccessiva per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, non ingrassare ([[vomito]] autoindotto, utilizzo di [[lassativo|lassativi]], [[digiuno|digiuni]] e intenso [[attività fisica|esercizio fisico]]).
La '''bulimia''' (dal [[lingua greca|greco]], ''boulimía'', composto di (''bôus'') "bue" e (''limós'') "fame"; propr. 'fame da bue') o '''bulimia nervosa'' è un [[Disturbi del comportamento alimentare|disturbo del comportamento alimentare]] per cui una persona affetta ingurgita una quantità di [[cibo]] eccessiva per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, non ingrassare ([[vomito]] autoindotto, utilizzo di [[lassativo|lassativi]], [[digiuno|digiuni]] e intenso [[attività fisica|esercizio fisico]] eccessivo).<ref name=Women2012>{{cite web|title=Bulimia nervosa fact sheet|url=http://www.womenshealth.gov/publications/our-publications/fact-sheet/bulimia-nervosa.html?from=AtoZ|website=Office on Women's Health|accessdate=27 June 2015|date=July 16, 2012}}</ref> La maggior parte delle persone con la bulimia presentano un peso corporeo normale.<ref>{{cite journal|last1=Bulik|first1=CM|last2=Marcus|first2=MD|last3=Zerwas|first3=S|last4=Levine|first4=MD|last5=La Via|first5=M|title=The changing "weightscape" of bulimia nervosa.|journal=The American Journal of Psychiatry|date=October 2012|volume=169|issue=10|pages=1031–6|pmid=23032383|doi=10.1176/appi.ajp.2012.12010147}}</ref> La forzatura di vomito può provocare [[Segno di Russell|pelle ispessita sulle nocche]] e danni ai [[denti]]. La bulimia è spesso associata ad altri [[malattia mentale|disturbi mentali]] come la [[disturbo depressivo|depressione]], l'[[ansia]] e a problemi come la tossicodipendenza o l'[[alcolismo]].<ref name=Women2012/> Si riscontra anche un elevato rischio di [[suicidio]] e di pratiche [[autolesionismo|autolesionistiche]].<ref name=Sm2012/>

La bulimia è più comune tra coloro che hanno un parente stretto che ha sofferto o soffre della condizione.<ref name=Women2012/> La percentuale del rischio stimato atrtibuibile a [[genetica|fattori genetici]] è compresa tra il 30% e l'80%.<ref name=Hay2010>{{cite journal | author = Hay PJ, Claudino AM | title = Bulimia nervosa | journal = Clinical Evidence | volume = 2010 | pages = 1009 | year = 2010 | pmid = 21418667 | pmc = 3275326 | last2 = Claudino }}</ref> Altri fattori di rischio per la malattia includono lo [[stress (medicina)|stress psicologico]], una pressione culturale per un certo tipo di corpo, scarsa autostima e l'[[obesità]].<ref name=Women2012/><ref name=Hay2010/> Vivere in un ambiente famigliare in cui i genitori promuovono la [[dieta (alimentazione)|dieta]] e che si preoccupano del peso, è un fattore di rischio.<ref name=Hay2010/> La [[diagnosi]] si basa sulla storia clinica di una persona,<ref name=DSM5/> tuttavia è difficile da scoprire in quanto chi ne è affetto tende ad essere molto riservato su queste abitudini.<ref name=Hay2010/> Inoltre, la diagnosi di [[anoressia nervosa]] ha la precedenza su quella della bulimia.<ref name=Hay2010/> Altri disturbi simili includono il [[disturbo da alimentazione incontrollata]], la [[sindrome di Kleine-Levin]] e il [[disturbo borderline della personalità]].<ref name=DSM5/>

La [[terapia cognitivo-comportamentale]] è il trattamento primario per la bulimia.<ref name=Women2012/><ref>{{cite journal|last1=Hay|first1=P|title=A systematic review of evidence for psychological treatments in eating disorders: 2005–2012.|journal=The International Journal of Eating Disorders|date=July 2013|volume=46|issue=5|pages=462–9|pmid=23658093|doi=10.1002/eat.22103}}</ref> L'assunzione di [[antidepressivi]], come gli [[inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina]] (SSRI) o gli [[antidepressivi triciclici]] possono portare un modesto beneficio.<ref name=Hay2010/><ref name=Mc2012>{{cite journal|last1=McElroy|first1=SL|last2=Guerdjikova|first2=AI|last3=Mori|first3=N|last4=O'Melia|first4=AM|title=Current pharmacotherapy options for bulimia nervosa and binge eating disorder.|journal=Expert opinion on pharmacotherapy|date=October 2012|volume=13|issue=14|pages=2015–26|pmid=22946772|doi=10.1517/14656566.2012.721781}}</ref> Anche se la [[prognosi]] della bulimia è in genere migliore di quella dell'anoressia, il rischio di morte tra le persone colpite è superiore a quella della popolazione generale.<ref name=Sm2012/> A 10 anni dopo aver iniziato il il trattamento, circa il 50% delle persone hanno ottenuto una completa guarigione.<ref name=Hay2010/>

A livello globale, si stima che nel 2013 la bulimia interessasse 6,5 milioni di persone.<ref>{{cite journal|last1=Global Burden of Disease Study 2013|first1=Collaborators|title=Global, regional, and national incidence, prevalence, and years lived with disability for 301 acute and chronic diseases and injuries in 188 countries, 1990–2013: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2013.|journal=Lancet (London, England)|date=5 June 2015|pmid=26063472|doi=10.1016/S0140-6736(15)60692-4}}</ref> Circa l'1% delle giovani donne soffrono di bulimia per un certo periodo di tempo ecirca il 2% e il 3% delle donne hanno sperimentato la condizione in un momento della loro vita.<ref name=Sm2012>{{cite journal|last1=Smink|first1=FR|last2=van Hoeken|first2=D|last3=Hoek|first3=HW|title=Epidemiology of eating disorders: incidence, prevalence and mortality rates.|journal=Current psychiatry reports|date=August 2012|volume=14|issue=4|pages=406–14|pmid=22644309|doi=10.1007/s11920-012-0282-y|pmc=3409365}}</ref> La condizione si presenta meno comunemente nei [[paesi in via di sviluppo]].<ref name=Hay2010/> C'è un rischio di circa nove volte superiore che la bulimia si presenti nelle donne risepetto ai maschi. Tra le donne, la maggior parte dei casi si riscontra nelle adolescenti.<ref name=DSM5>{{Cite book | last= American Psychiatric Association | year= 2013 | title=Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders | edition=Fifth | publisher=American Psychiatric Publishing | location=Arlington, VA | pages=345–349 | isbn= 978-0-89042-555-8 }}</ref> La bulimia è stato nominata e descritta per la prima volta, nel 1979, dallo [[psichiatra]] [[Britannici|britannico]] [[Gerald Russell]].<ref name = Russell1979>{{cite journal | author = Russell G | title = Bulimia nervosa: An ominous variant of anorexia nervosa | journal = Psychological Medicine | volume = 9 | issue = 3 | pages = 429–48 | year = 1979 | pmid = 482466 | doi = 10.1017/S0033291700031974 }}</ref><ref>{{cite journal | author = Palmer R | title = Bulimia nervosa: 25 years on | journal = The British Journal of Psychiatry : the Journal of Mental Science | volume = 185 | issue = 6 | pages = 447–8 | year = 2004 | pmid = 15572732 | doi = 10.1192/bjp.185.6.447 }}</ref>


==Storia e osservazioni==
==Storia e osservazioni==

Versione delle 03:02, 8 feb 2016

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Bulimia nervosa
Perdita di smalto dall'interno dei denti frontali superiori, dovuto alla bulimia
Specialitàpsichiatria
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM307.5307.5 e 307.51
ICD-10F50.2
OMIM607499
MeSHD052018 e D002032
MedlinePlus000341
eMedicine806548 e 286485
Sinonimi
Bulimia nervosa

La bulimia' (dal greco, boulimía, composto di (bôus) "bue" e (limós) "fame"; propr. 'fame da bue') o bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare per cui una persona affetta ingurgita una quantità di cibo eccessiva per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, non ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, digiuni e intenso esercizio fisico eccessivo).[1] La maggior parte delle persone con la bulimia presentano un peso corporeo normale.[2] La forzatura di vomito può provocare pelle ispessita sulle nocche e danni ai denti. La bulimia è spesso associata ad altri disturbi mentali come la depressione, l'ansia e a problemi come la tossicodipendenza o l'alcolismo.[1] Si riscontra anche un elevato rischio di suicidio e di pratiche autolesionistiche.[3]

La bulimia è più comune tra coloro che hanno un parente stretto che ha sofferto o soffre della condizione.[1] La percentuale del rischio stimato atrtibuibile a fattori genetici è compresa tra il 30% e l'80%.[4] Altri fattori di rischio per la malattia includono lo stress psicologico, una pressione culturale per un certo tipo di corpo, scarsa autostima e l'obesità.[1][4] Vivere in un ambiente famigliare in cui i genitori promuovono la dieta e che si preoccupano del peso, è un fattore di rischio.[4] La diagnosi si basa sulla storia clinica di una persona,[5] tuttavia è difficile da scoprire in quanto chi ne è affetto tende ad essere molto riservato su queste abitudini.[4] Inoltre, la diagnosi di anoressia nervosa ha la precedenza su quella della bulimia.[4] Altri disturbi simili includono il disturbo da alimentazione incontrollata, la sindrome di Kleine-Levin e il disturbo borderline della personalità.[5]

La terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento primario per la bulimia.[1][6] L'assunzione di antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o gli antidepressivi triciclici possono portare un modesto beneficio.[4][7] Anche se la prognosi della bulimia è in genere migliore di quella dell'anoressia, il rischio di morte tra le persone colpite è superiore a quella della popolazione generale.[3] A 10 anni dopo aver iniziato il il trattamento, circa il 50% delle persone hanno ottenuto una completa guarigione.[4]

A livello globale, si stima che nel 2013 la bulimia interessasse 6,5 milioni di persone.[8] Circa l'1% delle giovani donne soffrono di bulimia per un certo periodo di tempo ecirca il 2% e il 3% delle donne hanno sperimentato la condizione in un momento della loro vita.[3] La condizione si presenta meno comunemente nei paesi in via di sviluppo.[4] C'è un rischio di circa nove volte superiore che la bulimia si presenti nelle donne risepetto ai maschi. Tra le donne, la maggior parte dei casi si riscontra nelle adolescenti.[5] La bulimia è stato nominata e descritta per la prima volta, nel 1979, dallo psichiatra britannico Gerald Russell.[9][10]

Storia e osservazioni

Tale disturbo fu per la prima volta descritto nel 1979 dallo psichiatra Gerald Russell, il quale ne diede una definizione nell'articolo intitolato Bulimia nervosa: an ominous variant of anorexia.

Obiettivo del suo studio era attribuire un'identità autonoma ad una patologia che si differenziava dall'anoressia nervosa per alcune caratteristiche determinate, pur mantenendosi all'interno del continuo dei disturbi del comportamento alimentare. Tale distinzione si rivelò importante ai fini dell'inquadramento di una patologia la quale richiede in parte un diverso trattamento e approccio terapeutico rispetto all'anoressia nervosa. I criteri diagnostici attuali della bulimia nervosa sono essenzialmente rimasti quelli proposti da Russell, seppur essi siano state in parte rivisti ed ampliati attraverso vari contributi nel corso degli anni sino ad arrivare ai nostri giorni. Tuttavia, è sempre più discussa la necessità di rivedere i criteri diagnostici proposti per la bulimia nervosa e per l'anoressia nervosa. Infatti, i criteri diagnostici proposti per entrambi i disturbi spesso falliscono, e una percentuale consistente di pazienti (circa il 30%) affetti da un disturbo alimentare di rilevanza clinica, riceve una diagnosi di Disturbo dell'Alimentazione Non Altrimenti Specificato (EDNOS). In Italia il disturbo colpisce circa l'1% delle giovani donne, secondo le seguenti stime: Italia del Nord 0,5-1%; Italia Centrale 1-0,7%; Italia del Sud 1,7%. L'età d'esordio è indicativamente compresa fra i 12 e i 25 anni, anche se il picco di maggior frequenza è a 16-18 anni.

Descrizione e generalità

Clinicamente la bulimia è denotata da episodi in cui il soggetto sente un bisogno compulsivo di ingerire spropositate quantità di cibo, correlati da una spiacevole sensazione di non essere capace di controllare il proprio comportamento.

L'episodio bulimico è caratterizzato dall'atteggiamento compulsivo con cui il cibo è ingerito e non dal desiderio di mangiare un determinato alimento.

È frequente negli adolescenti e nei giovani adulti. Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile (90%).[11] Generalmente compare attorno ai 12-14 anni (tarda preadolescenza) o nella prima età adulta (18-19 anni).

Si distinguono due tipi di bulimia:

  • con condotte di eliminazione, che vede il soggetto ricorrere regolarmente a vomito autoindotto oppure all'uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.
  • senza condotte di eliminazione, che vede il soggetto bulimico adottare regolarmente comportamenti compensatori inappropriati (digiuni o/e intensa attività fisica), ma non dedicarsi al vomito autoindotto o all'uso di lassativi, diuretici o enteroclismi.

Gli episodi bulimici sono scatenati da alterazioni dell'umore, stati d'ansia o stress. Gli episodi bulimici sono nella maggior parte dei casi programmati anticipatamente.

Non vengono considerati episodi bulimici quei casi in cui vi è un'elevata assunzione di cibo saltuariamente e in contesti e situazioni particolari, né il continuo "spiluccare" durante la giornata.

Diagnosi differenziale

Capire se si soffre di bulimia nervosa non è semplice e palese come nel caso dell'anoressia nervosa. Le persone colpite sono generalmente normopeso, alcune in lieve sottopeso o sovrappeso e una piccolissima parte in grave sovrappeso.

Il DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) ne trova le caratteristiche in:

  • Ricorrenti abbuffate: le caratteristiche che devono essere presenti per un'abbuffata sono:
  1. Il consumo di una grande quantità di cibo;
  2. La sensazione della perdita di controllo. (le abbuffate, in alcuni casi, quando il disturbo dura da molto, sono programmate e si può perdere così il senso di perdita del controllo).
Le abbuffate, in riferimento a questa definizione, possono essere sia oggettive che soggettive. Oggettive quando si mangia in un determinato periodo di tempo, una quantità di cibo decisamente maggiore a quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. Soggettive quando si consumano quantità corrette di cibo reputandole eccessive ed inadatte. Causa di una percezione errata nei confronti del cibo.
  • Comportamenti compensatori: la seconda componente importante della bulimia nervosa sono le condotte compensatorie conseguenti alle abbuffate, quali: il vomito autoindotto (che può essere provocato anche dopo un qualsiasi cibo), l'assunzione di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci tiroidei, il digiuno ed eccessivo esercizio fisico.
  • Frequenza: perché si possa diagnosticare la bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie devono manifestarsi almeno due volte la settimana per tre mesi. Ciò implica una dipendenza.
  • Preoccupazione smisurata per le forme corporee e il peso: l'autostima viene decisamente influenzata dalle forme e dal peso corporeo,si sente l'esigenza di seguire sempre una dieta ma si ha nonostante ciò il terrore perenne di ingrassare e se questo accade si fa di tutto per dimagrire: frequentemente è proprio questo che spinge le persone che ne soffrono a cercare una cura.

Terapie

Per quanto concerne le terapie consigliate per la bulimia si fa riferimento a quelle impiegate per l'anoressia, tranne ovviamente per il regime alimentare. L'approccio terapeutico pluridisciplinare con l'ausilio dello psicoterapeuta, del neuropsichiatra, del nutrizionista, e spesso di altre figure diverse da caso a caso, è attualmente consigliato per contrastare tale patologia. Come farmaci si utilizzano la fluoxetina e in casi particolari la sibutramina.

D'ausilio alle varie forme terapeutiche elencate si evidenzia spesso il ricorso ai gruppi di auto-mutuo-aiuto presenti attualmente anche all'interno di alcune strutture ospedaliere.

Prognosi

In caso di trattamento della patologia si registrano migliorie anche nel 50% dei casi, di casi studiati anche a distanza di anni dall'avvenuta "guarigione". Da notare che il disturbo è molto incline a essere recidivo. Il 25% dei casi mostra il fallimento delle terapie in quanto molti soggetti bulimici abusano soventemente anche di alcool o droghe. Inoltre la maggior parte dei soggetti affetti da bulimia dimostrano anche disturbi di personalità (ad es., disturbo borderline e disturbo bipolare) che ne complicano la prognosi.

Bibliografia

  • Franco Giberti, Rossi Romolo, Manuale di Psichiatria, Milano, Piccin, 2007, ISBN 978-88-299-1851-5.
  • Giordano Invernizzi, Manuale di Psichiatria e Psicologia clinica, terza edizione, Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 88-386-2393-7.

Note

  1. ^ a b c d e Bulimia nervosa fact sheet, su womenshealth.gov, July 16, 2012. URL consultato il 27 June 2015.
  2. ^ The changing "weightscape" of bulimia nervosa., in The American Journal of Psychiatry, vol. 169, n. 10, October 2012, pp. 1031–6, DOI:10.1176/appi.ajp.2012.12010147.
  3. ^ a b c Epidemiology of eating disorders: incidence, prevalence and mortality rates., in Current psychiatry reports, vol. 14, n. 4, August 2012, pp. 406–14, DOI:10.1007/s11920-012-0282-y.
  4. ^ a b c d e f g h Hay PJ, Claudino AM, Bulimia nervosa, in Clinical Evidence, vol. 2010, 2010, p. 1009.
  5. ^ a b c American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth, Arlington, VA, American Psychiatric Publishing, 2013, pp. 345–349, ISBN 978-0-89042-555-8.
  6. ^ A systematic review of evidence for psychological treatments in eating disorders: 2005–2012., in The International Journal of Eating Disorders, vol. 46, n. 5, July 2013, pp. 462–9, DOI:10.1002/eat.22103.
  7. ^ Current pharmacotherapy options for bulimia nervosa and binge eating disorder., in Expert opinion on pharmacotherapy, vol. 13, n. 14, October 2012, pp. 2015–26, DOI:10.1517/14656566.2012.721781.
  8. ^ Global, regional, and national incidence, prevalence, and years lived with disability for 301 acute and chronic diseases and injuries in 188 countries, 1990–2013: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2013., in Lancet (London, England), 5 June 2015, DOI:10.1016/S0140-6736(15)60692-4.
  9. ^ Russell G, Bulimia nervosa: An ominous variant of anorexia nervosa, in Psychological Medicine, vol. 9, n. 3, 1979, pp. 429–48, DOI:10.1017/S0033291700031974.
  10. ^ Palmer R, Bulimia nervosa: 25 years on, in The British Journal of Psychiatry : the Journal of Mental Science, vol. 185, n. 6, 2004, pp. 447–8, DOI:10.1192/bjp.185.6.447.
  11. ^ AdnKRONOS

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni