Vino spumante

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Calice a tulipano per spumante

Il vino spumante è un vino caratterizzato da rilevante effervescenza, dovuta ad anidride carbonica disciolta. Il termine "spumante" si riferisce allo sviluppo di spuma, che è una manifestazione dell'effervescenza. Lo spumante è un vino speciale come i liquorosi e gli aromatizzati.

Generalità[modifica | modifica wikitesto]

Il vino spumante appartiene alla categoria del vino effervescente, che comprende anche il vino frizzante, che però non va confuso con lo spumante e viceversa (il vino frizzante non è un vino speciale)[1]. La differenza è la minore effervescenza del frizzante rispetto allo spumante (data la minore sovrappressione e la minore quantità di anidride carbonica disciolta).

Secondo le definizioni dell'UE[2], all'atto dell'apertura della bottiglia di VSQ (Vino Spumante di Qualità) il prodotto all'interno deve avere una sovrappressione non inferiore a 3,5 bar ad una temperatura ambiente di 20 °C, per gli spumanti "generici" (VS) deve avere 3 bar minimi, come anche per un VSQA (Vino Spumante di Qualità Aromatico).

Spumante e champagne[modifica | modifica wikitesto]

Il termine generico "spumante" designa (in relazione al processo produttivo e alla conseguente categoria merceologica) una tipologia complessiva di vino, definita per legge (vedi sopra). Tale tipologia è formata da molti prodotti diversi[3].

Anche se a volte i termini "spumante" e "champagne" vengono usati per definire prodotti distinti[4], lo champagne, una particolare DOP francese, è di fatto uno specifico vino spumante (certamente il più famoso e rinomato al mondo). Ad esempio, usare i due termini dicendo in modo errato "spumante e champagne" equivale a dire "formaggio erborinato e gorgonzola".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni scritti di epoca romana riportano dei vini con effervescenza naturale, ma con molta probabilità i romani bevevano il mosto che ancora doveva diventare vino;[5] in effetti per poter mettere in pratica la tecnica di spumantizzazione vi è bisogno di un contenitore a tenuta stagna, come la bottiglia, che permetta di mantenere una sovrappressione di 6 atmosfere a 20 °C.

Tracce storiche di nascita del vino spumante si trovano nel XVII secolo in Italia e in Francia.

Il primo spumante italiano nacque nel 1865 frutto del lavoro sinergico tra i fratelli Gancia e il conte Augusto di Vistarino. I primi esempi d'oltralpe, invece, si attribuiscono a Dom Pierre Pérignon, dal quale ha preso il nome una famosa varietà di champagne; tale attribuzione, seppur popolare, è poco documentata.

Metodologie di produzione e tipologie[modifica | modifica wikitesto]

Un flûte, bicchiere tradizionalmente usato per consumare i vini spumanti, riempito di Prosecco, uno spumante italiano molto famoso in tutto il mondo.

Vini spumanti naturali[modifica | modifica wikitesto]

Nei vini spumanti naturali l'anidride carbonica (CO2) si forma per rifermentazione del vino. Si possono utilizzare due differenti metodi:

  • il metodo classico o metodo champenoise[6] o metodo tradizionale o metodo della rifermentazione in bottiglia;
  • il metodo Martinotti o metodo Charmat, conosciuto anche con il nome del processo produttivo "metodo della rifermentazione in autoclave" detto anche metodo Italiano.

Per la produzione degli spumanti metodo classico si usano i vitigni neutri (cioè né tendenti al colore bianco né al colore rosso, o più semplicemente "rosati"), sia a bacca bianca che a bacca nera.

I principali sono gli internazionali soprattutto lo Chardonnay, il Pinot nero e il Pinot bianco, oltre al Pinot Meunier, il Pinot grigio e il Riesling. In Italia, altri vitigni nazionali che danno ottimi risultati sono il verdicchio nelle Marche, il torbato in Sardegna, l'inzolia in Sicilia. Nel resto del mondo si produce spumante metodo classico utilizzando un gran numero di varietà locali o le altre internazionali.

Nel metodo Martinotti si preferiscono uve aromatiche (moscato bianco, malvasia e brachetto sono le principali); oppure si possono usare altri vitigni con profumi più sfumati come il moscato giallo, la glera (da cui si ottiene il Prosecco) e l'aleatico nero (uve semi aromatiche). I tre principali vitigni in Italia per produrre spumante Martinotti sono: glera (Veneto e Friuli-Venezia Giulia), lambrusco (Emilia-Romagna) e moscato Bianco (tutta Italia). Ancor più che del metodo classico, con la spumantizzazione charmat si può elaborare un vino base ottenuto da qualsiasi varietà.

Un'elevata escursione termica tra giorno e notte, una buona esposizione luminosa, terreni ben drenati e calcarei sono condizioni ottimali per ottenere uve adatte alla spumantizzazione, con buona acidità ed ottimi profumi; terra di vocazione alla spumantizzazione italiana è l'Oltrepò Pavese oltre alla Franciacorta e al Trentino, ma anche a Sud, nella terra del San Severo DOC vengono prodotti spumanti da uve autoctone Bombino bianco con caratteristiche particolari.

Ad ogni modo la stragrande maggioranza della produzione di spumante (sia in Italia che nel mondo) è realizzata con il metodo Martinotti, utilizzando le più svariate uve, bianche e nere. Anche se la quota è minoritaria, esiste anche spumante rosso (basti pensare al caso italiano del lambrusco[7]).

Vini spumanti gassificati[modifica | modifica wikitesto]

Oltre allo spumante "naturale" (ovvero quello definito sopra), esiste anche lo spumante "gassificato". Negli spumanti gassificati (detti anche "artificiali") l'anidride carbonica (CO2) viene addizionata artificialmente a basse temperature. Questi prodotti, per la scarsa finezza dei profumi ed il perlage grossolano, sono di qualità mediocre, si possono considerare spumanti solo legalmente ed hanno, ovviamente, prezzi molto minori rispetto agli spumanti naturali.

Legislazione[modifica | modifica wikitesto]

La legislazione europea (reg. CE 491/2009), recepita ovviamente anche in Italia, distingue gli spumanti in:

  • Vino Spumante (VS), detto anche vino spumante "generico";
  • Vino Spumante di Qualità (VSQ);
  • Vino Spumante di Qualità Aromatico (VSQA); è un VSQ prodotto con uve di tipo aromatiche;
  • Vino spumante gassificato (VSG).

La vecchia sigla VSQPRD e quella VSAQPRD è stata abolita con l'entrata in vigore della OCM "Vino" (cioè le revisione della legislazione UE in materia vitivinicola nel 2009). Naturalmente, come per tutti gli altri vini, lo spumante rientra nella classificazione generale relativa alle indicazioni o denominazioni.

La classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dolcezza del vino.

La UE, con il regolamento (ce) n. 607/2009-allegato XIV, prevede la classificazione dello spumante in base al suo residuo zuccherino.[8]

Denominazione Residuo zuccherino (g/l)
Pas dosé o Dosaggio zero (ultra secco, solo "dolcezza" originaria dell'uva) < 3
Extra brut (molto secco) ≤ 6
Brut (secco) < 12
Extra dry (gusto secco arrotondato da lieve nota dolce → secco/morbido) 12-17
Dry o Sec (abboccato che significa "appena/poco dolce") 17-32
Demi sec (gusto amabile ovvero con nota dolce nettamente percebile) 32-50
Dolce o Doux (la dolcezza è predominante) > 50

Da notare che, generalmente, per gli spumanti metodo classico (es. Franciacorta oppure Oltrepò Pavese), le versioni più diffuse sono brut ed extra brut mentre per gli spumanti charmat (es. Prosecco) sono extra dry e brut. Il pas dosé (piuttosto diffuso tra appassionati ed esperti, in quanto prodotto "estremo") è tipico del metodo classico e il dry è presente quasi esclusivamente negli charmat. Ultimamente, visto il gusto prevalente e la diffusione del rito dell'aperitivo, qualche produttore di metodo classico inserisce nella gamma anche una versione extra dry. Il demi sec ha una buona versatilità visto che può essere servito sia con un dessert sia con le altre portate (quando abbinabili). Gli spumanti dolci sono molto spesso ottenuti da vitigni aromatici (moscati, malvasie, brachetto, etc.): tipico esempio l'Asti spumante.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il vino frizzante non è uno spumante "diverso", è una specifica tipologia di vino. Vini frizzanti e vini spumanti sono diversi per legge, per procedimento produttivo e per caratteristiche sensoriali.
  2. ^ Reg. CE 491/09, Reg. UE 1308/13.
  3. ^ Prima di tutto diversi per nazione di provenienza dato che si produce spumante in qualsiasi paese produttore di vino. Successivamente diversi in funzione di: tipologia metodo di spumantizzazione, tipologia legale di spumante, espressione o meno di una denominazione di origine/indicazione geografica, uvaggio, versione zuccherina e tanti altri fattori.
  4. ^ Ancora peggiore, anche se a volte presente, è l'uso del termine champagne per indicare un qualsiasi spumante.
  5. ^ Dove e quando nasce lo spumante? La storia di un metodo e di un vino, su agoravox.it. URL consultato il 10 giugno 2022.
  6. ^ Questo termine, da molti anni, può essere utilizzato unicamente dai produttori di champagne, essendo tutelato internazionalmente.
  7. ^ Data la netta prevalenza del lambrusco versione frizzante, a volte sfugge che esiste anche il tipo spumante.
  8. ^ È diffusa l'abitudine di utilizzare il termine "brut" come sinonimo di "spumante": niente di più errato. Brut è certamente la versione (insieme a "dolce") più diffusa, ma è solo una delle 7 tipologie di spumante (in base al grado di "dolcezza").

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