Utente:Threecharlie/Sandbox2
Voce ibrida, non attendibile: ossatura e testo del Polikarpov R-5, sto adattando per l'R-1/R-2
Polikarpov R-1 | |
---|---|
L'R-1 in russo Искра?, Iskra che nel 1926 volò da Mosca a Teheran. | |
Descrizione | |
Tipo | ricognitore/bombardiere leggero |
Equipaggio | 2 |
Progettista | KB 1 |
Costruttore | GAZ N.1[N 1] GAZ N.10 |
Data primo volo | estate 1924 |
Data entrata in servizio | 1924 |
Data ritiro dal servizio | 1936 |
Utilizzatore principale Utente | VVS |
Altri utilizzatori | [[File:Template:Naz/AFG 1919-1928|class=noviewer|Template:Naz/AFG 1919-1928 (bandiera)|20x16px]] Afghan Military Air Arm Niru-ye Havayi-ye Shahanshahiy-e Iran |
Esemplari | 2 457[N 2] |
Sviluppato dal | Airco DH.9A |
Altre varianti | Polikarpov MR-1 Polikarpov R-2 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 9,24 m |
Apertura alare | 14,02 m |
Superficie alare | 45,0 m² |
Peso a vuoto | 1 441 kg |
Peso carico | 2 191 kg |
Capacità combustibile | 360 kg |
Propulsione | |
Motore | un M-5 12 cilindri a V raffreddato a liquido |
Potenza | 400 hp (298 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 202 km/h al livello de mare |
Velocità di salita | a 2 000 m (6 562 ft) in 10 min 12 s |
Autonomia | 700 km (378 nmi) |
Tangenza | 4 800 m (15 748 ft) |
Armamento | |
Mitragliatrici | una PV-1 calibro 7,62 mm una DA-2 binata calibro 7,62 mm brandeggiabile posteriore o Lewis paricalibro |
Bombe | fino a 400 kg |
Note | dati riferiti alla versione R-1 del 1930 |
i dati sono estratti da The Osprey Encyclopedia of Russian Aircraft from 1875 - 1995[1] | |
voci di aerei militari presenti su Wikipedia |
Il Polikarpov R-1 (in russo Поликарпов Р-1?) fu un aereo militare multiruolo monomotore, biposto e biplano, progettato da Nikolaj Nikolaevič Polikarpov nel KB 1, diretto da Vitaly Shabanov e sviluppato in Unione Sovietica nei primi anni venti.
Impiegato principalmente dalla Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'aeronautica militare sovietica, soprattutto nei ruoli di aereo da ricognizione/bombardiere leggero, rimase operativo fino agli anni trenta. Fu il primo modello di aeroplano avviato alla produzione di massa in Unione Sovietica.
Storia del progetto
[modifica | modifica wikitesto]Le origini del futuro Polikarpov R-1 risalgono all'esigenza di dotare i reparti dell'Imperatorskij voenno-vozdušnyj flot, l'aeronautica militare dell'Impero russo di un modello in grado di ricoprire una serie di missioni che andavano dal bombardamento tattico alla ricognizione aerea, nonché missioni di cooperazione con l'esercito come l'attacco a terra e il controllo del puntamento dell'artiglieria. L'industria bellica nazionale, tecnologicamente meno avanzata degli alleati dell'originaria Triplice intesa, non era però in grado di sviluppare autonomamente un modello realmente efficace in grado di essere schierato sul fronte orientale, così che le autorità russe dovettero importare modelli di aerei militare dall'estero o acquisire licenze di produzione per velivoli o altra tecnologia aeronautica. In base agli accordi di collaborazione tra il governo del Regno Unito e l'Impero russo si concretizzò una fornitura di tecnologia per produrre l'Airco DH.4 negli stabilimenti Dux di Mosca.
In quel periodo l'azienda aeronautica britannica Aircraft Manufacturing Company (Airco) aveva deciso di avviare lo sviluppo di un suo modello di successo, l'Airco (poi de Havilland) DH.9, in una variante equipaggiata con un motore di maggiore potenza, lo statunitense Liberty L-12 al fine di incrementarne le prestazioni complessive.
Le vicende legate alla rivoluzione russa e alla conseguente guerra civile bloccarono le attività imprenditoriali e la Dux non ebbe modo di avviare alcuna produzione locale del modello, tuttavia dato che furono gli aeroplani ex imperiali sopravvissuti a costituire la prima ossatura delle futura aviazione militare russa sia i DH.4 che i DH.9, questi anche prede di guerra delle forze di intervento britanniche a fianco dell'Armata Bianca, furono molto apprezzati per versatilità e facilità di utilizzo dai loro nuovi equipaggi. Dal 1918 la loro manutenzione fu affidata alla neocostituita Fabbrica statale di aerei numero 1, o abbreviato GAZ N.1 (in russo Государственный авиационный завод № 1 [ГАЗ № 1]?), che utilizzava le strutture della precedente Dux e la cui direzione era stata affidata all'allora ventiseienne Nikolaj Nikolaevič Polikarpov, incaricato anche di svilupparne dei modelli derivati. Gli studi intrapresi da Polikarpov sfociarono, tra il 1920 ed il 1921, in un modello basato sul DH.4, venti esemplari motorizzati con l'italiano Fiat A.12 6 cilindri in linea, più altri sperimentali che differivano nella motorizzazione, un esemplare equipaggiato nel 1923 con un motore Maybach da 260 CV, o in particolri della velatura, un esemplare dotato nel 1924 di profilo alare più spesso e un altro di montanti interalari in tubo d'acciaio.
Un'estrapolazione del progetto del DH.9 fu elaborata qualche tempo dopo...
Negli anni venti in Unione Sovietica si ritenne di dover sostituire i bombardieri leggeri con incarichi anche di ricognizione Polikarpov R-1 e R-2, copie prodotte su licenza del britannico Airco DH.9A, un velivolo che era diventato l'ossatura dal bombardamento leggero della forza aerea sovietica ma che risalendo al periodo della prima guerra mondiale risentiva dell'età progettuale. L'OKB 84 diretto da Polikarpov iniziò su propria iniziativa il progetto di un pari ruolo che si concretizzò nel prototipo portato in volo per la prima volta nell'autunno 1928[2]. Realizzato con struttura in legno, il nuovo velivolo era caratterizzato dalla configurazione alare biplana e dall'adozione come unità motrice di un motore V12 BMW VI.
Alla fine di un intensivo sviluppo il nuovo modello, designato R-1, venne avviato alla produzione in serie nel 1930 dotato di motorizzazione Mikulin M-17, copia su licenza del BMW VI, e destinato al ruolo di bombardiere/ricognitore.[1] Successivamente venne prodotto anche in numerose altre versioni, sia civili che militari, tra le quali la versione P-5 realizzata in 1 000 esemplari destinati all'Aeroflot; altre vennero dotate di galleggianti come idrovolante a scarponi o ottimizzate per la cooperazione con le truppe di terra e l'attacco al suolo.
Un ulteriore sviluppo produsse una versione migliorata, la R-1SSS, versione che servirà da base al successivo modello Polikarpov R-Z.
Tecnica
[modifica | modifica wikitesto]L'R-1 aveva un'impostazione classica per l'epoca; monomotore, biplano, carrello fisso.
La fusoliera era dotata di due abitacoli aperti posti in tandem, l'anteriore per il pilota ed il posteriore per l'osservatore/puntatore, che posteriormente terminava in una coda dall'impennaggio classico monoderiva dotato di piani orizzontali controventati.
La configurazione alare era biplana, dotata di un'ala inferiore montata bassa ed una superiore, caratterizzata da un rilevabile angolo di diedro, collegata all'inferiore tramite una serie di montanti in tubo d'acciaio ed alla fusoliera da montanti trasversali ed una struttura anch'essa in tubo d'acciaio.
Il carrello d'atterraggio era semplice, fisso ed ammortizzato, dotato di ruote gommate di grande diametro per meglio operare su terreni non preparati ed integrato posteriormente da un semplice pattino d'appoggio. La propulsione era affidata ad un Mikulin M-17B, un motore aeronautico 12 cilindri a V raffreddato a liquido capace di erogare una potenza di 680 CV (500 kW). Poteva disporre di un carico utile di circa 400-500 kg e due mitragliatrici, una PV-1 da 7,62 mm in caccia ed una DA da 7,62 mm brandeggiabile posteriore.
Impiego operativo
[modifica | modifica wikitesto]Militare
[modifica | modifica wikitesto]Guerra civile spagnola
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni trenta la Spagna acquistò 31 esemplari di R-1 che fornì alla propria aeronautica militare, la Fuerzas Aéreas de la República Española (FARE), per utilizzarli nelle operazioni contro le forze franchiste durante la guerra civile spagnola.[3] Gli R-1, soprannominati "Rasante" dalle forze repubblicane, entrarono in servizio nel novembre 1936 venendo immediatamente assegnati ai reparti in combattimento, ma a causa della loro vulnerabilità legata alla bassa velocità raggiungibile vennero ben presto relegati a compiti di bombardamento notturno.[4] Alla fine del conflitto, nel marzo 1939, ne rimanevano ancora 7 esemplari in buone condizioni.
Seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]La versione R-1 fu quella militare, prodotta in 5 000 esemplari, che cominciò ad equipaggiare la V-VS dal 1931 diventando il ricognitore ed aereo da attacco al suolo standard per oltre 100 reggimenti.[1] Il battesimo in combattimento degli R-1 fu ad opera dell'aeronautica militare mongola che li utilizzò nel 1939 durante le operazioni durante la battaglia di Khalkhin Gol per reprimere il tentativo di invasione giapponese. In seguito la V-VS lo utilizzò intensamente prima durante l'invasione sovietica della Polonia del 1939 e poi, nel periodo 1939-1940, contro le forze finlandesi durante la guerra d'inverno e dove si conquistò il soprannome hermosaha (nervo scoperto (?)). I finlandesi riuscirono ad abbattere e catturare numerosi R-1 ma nessuno di essi, al contrario di altri modelli sovietici, venne riutilizzato dalla Suomen ilmavoimat. Con i sovietici rimasero in servizio sul fronte orientale, principalmente usati come in operazioni di bombardamento notturno di disturbo e come aereo da collegamento, rimanendo operativi fino al 1944.[5]
Civile
[modifica | modifica wikitesto]Le versioni civili del R-1 sono state utilizzate in gran numero, principalmente con la compagnia di bandiera sovietica Aeroflot. Utilizzato come aereo da trasporto era impiegato per trasportare carichi fino a 40 kg e, con una modifica all'abitacolo posteriore, fino a 2 passeggeri, alcuni dei quali dotati di cabine passeggeri completamente chiuse per migliorare il comfort di viaggio.
Alcuni P-5 potevano inoltre essere equipaggiati con dei contenitori supplementari posizionati tra le ali, chiamati kasseta, utilizzati sia per il trasporto merci che, opportunamente modificati, per il trasporto passeggeri, portando la capacità dei P-5 fino a 16 adulti, 2 nella fusoliera e 7 per parte nelle sezioni interalari.[1][6] Un esemplare dotato di kasseta ed equipaggiato con pattini da neve fu fondamentale nel 1934 per le operazioni di salvataggio dell'equipaggio del piroscafo sovietico Čeljuskin rimasto incagliato nel mare ghiacciato.[1]. Gli esemplari civili di R-1 rimasero in servizio fin dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale.[5]
Varianti
[modifica | modifica wikitesto]Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]- Componente aerea dell'Esercito popolare mongolo
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Gunston 1995.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatoredonald world
- ^ Polikarpov R-1 in Virtual Aircraft Museum.
- ^ (ES) Aviones de la Fuerza Aérea de la República Española - Aviones de asalto y bombardero, su S.B.H.A.C. - Sociedad Benéfica de Historiadores Aficionados y Creadores, http://www.sbhac.net/. URL consultato il 17 lug 2010.
- ^ a b (EN) Polikarpov Nikolai Nikolaevich, su WWW.AVIATION.RU, http://www.aviation.ru/, 30 marzo 2004. URL consultato il 17 lug 2010.
- ^ (EN) People Pods: Early Soviet Experiments, su Russian Aviation Page, http://aeroweb.lucia.it/rap/RAP.html, 17 lug 1997. URL consultato il 17 lug 2010.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) David Donald (ed), The Encyclopedia of World Aircraft, 1st Edition, Bookmart Ltd, 1997, ISBN 1-85605-375-X.
- (EN) Bill Gunston, The Osprey Encyclopedia of Russian Aircraft 1875–1995, London, Osprey, 1995, ISBN 1-85532-405-9.
- (RU) Vadim Borisovič Šavrov, History of aircraft construction in the USSR (Istoriya Konstruktsij Samoletov v SSSR.), Vol 1-2, Moskva, Mashinostroenie, 1994, ISBN 5-217-02528-X.
Riviste
[modifica | modifica wikitesto]- (RU) М. А. Маслов, Разведчик Р-1, in Моделист-конструктор, n. 3, 2004.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) John Rickard, Polikarpov R-1, su Military History Encyclopedia on the Web, http://www.historyofwar.org/mainindexframe.html, 21 aprile 2011. URL consultato il 22 aprile 2016.
- (EN) Alexandre Savine, R-1, N.N.Polikarpov, su Russian Aviation Museum, http://www.ctrl-c.liu.se/MISC/RAM/index.html, 5 gennaio 1997. URL consultato il 22 aprile 2016.
- (EN) Maksim Starostin, Polikarpov R-1/R-2, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 22 aprile 2016.
- (RU) Поликарпов Р-1, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 22 aprile 2016.