Ordine dello Speron d'oro: differenze tra le versioni

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Versione delle 22:12, 14 giu 2017

Ordine dello Speron d'oro
Ordine della Milizia Aurata o dello Speron d'oro
Le insegne dell'ordine prima delle riforme del 1905

Santa Sede
TipologiaOrdine statale
Statusquiescente
CapoPapa Francesco
IstituzioneRoma, 1539
GradiCavaliere (classe unica)
Precedenza
Ordine più altoOrdine Supremo del Cristo
Ordine più bassoOrdine Piano
Nastro dell'ordine
Wolfgang Amadeus Mozart con la medaglia dell'Ordine dello Speron d'oro. Egli fu uno dei più famosi decorati dell'Ordine.

L'Ordine della Milizia Aurata, meglio conosciuto con il nome di Ordine dello Speron d'oro, è un ordine cavalleresco pontificio conferito a coloro che si siano prodigati per diffondere il messaggio della Chiesa, o a coloro che abbiano contribuito alla gloria della Chiesa con le armi, gli scritti, o con altri atti illustri.

Storia

Precedentemente alle riforme di Gregorio XVI e Pio X, la Milizia Aurata non era un Ordine Cavalleresco, bensì un titolo nobiliare, più precisamente di dignità gentilizia e di pertinenza pontificia, concesso per collazione diretta o subcollazione, grazie al quale si accedeva alla nobiltà ereditaria derivante da tale conferimento pontificio.[1] Il titolo era conferito previo "esame" del candidato e del suo genus (vi è un documento che lo comprova presso l'archivio Sforza-Cesarini, Milano), in quanto era conferito a nobili (diversamente dal Palatinato, privo di tale condizione iniziale), preferibilmente di nobiltà generosa, eventualmente per riconoscimento di maturata condizione gentilizia (more nobilium). Nei rari casi in cui fu concessa a geni di tutti i tempi, nell'ambito delle arti, soprattutto, era necessario riconoscerne prima, per sovrane prerogative pontificie, la maturata condizione di nobiltà gentilizia della famiglia, altrimenti il titolo, essendo di rango, non poteva essere conferito. La Milizia Aurata concedeva, per tradizione, anche il privilegio del titolo di Conte Palatino, mentre il palatinato (Conte Palatino) riceveva il privilegio della Milizia, ovviamente (in tal caso, senza presupposti né effetti del titolo equestre aurato realmente conferito). Come ogni titolo di rango, risultava essere "certificazione" dello status gentilizio della famiglia, quale presupposto, e concedere la nobiltà ereditaria, quale effetto (analogamente al Cavalierato di Gran Croce dell'Ordine Piano fino alla de-nobilitazione avvenuta nel 1939 per volere di Pio XII).

Il titolo non era ereditario, ma conferiva la nobiltà generica ereditaria, almeno da Paolo III alle riforme ottocentesche. Di primaria importanza storica le subcollazioni di Paolo III e Sisto V alle università di Macerata e Fermo (vedere le cronache del conferimento al Dominus Angelo Palombi), affinché potessero concedere a nome del pontefice Milizia Aurata e Palatinato. Il Sovrano Ordine di Malta, considera il Palatinato di nobiltà generosa solo se in presenza della Milizia Aurata.

Esso viene ritenuto il più antico ordine cavalleresco della Santa Sede e, al tempo presente, i suoi membri sarebbero ristretti ad una classe di Cavalieri composti da un centinaio di elementi sparsi in tutto il mondo. L'onorificenza viene conferita motu proprio dal Papa. Esso viene conferito solo per merito, non tenendo conto perciò della nobiltà di nascita, come era caratteristica del vecchio titolo.

Tra 1803 e 1815, Pio VII riconduce il titolo nell'ambito di un ordine statutario, ma nel mantenimento delle prerogative di nobilitazione legate al rango; diversamente, con Gregorio XVI e Pio X, verrà a perdere valore nobiliare sia nei presupposti pretesi che negli effetti, divenendo un titolo onorifico e mantenendo l'assetto di ordine equestre. Sempre nel 1841 venne assorbito nell'Ordine di San Silvestro con la dicitura Ordine di San Silvestro e della Milizia Aurata. Papa Pio X, però, decise di restaurarlo nel proprio status separato con decreto del 7 febbraio 1905, in commemorazione del giubileo d'oro della definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione, ponendolo sotto il patronato della Beata Vergine Maria.

Esso viene comunemente considerato il secondo ordine della Chiesa cattolica in merito d'importanza dopo l'Ordine Supremo del Cristo e al momento l'unico insignito in vita è S.A.R. Giovanni di Lussemburgo.

Nel maggio del 1827, Niccolò Paganini ricevette l'onorificenza da Papa Leone XII a Roma.

La Milizia Aurata e i Titoli di rango e nobilitazione della Santa Sede

La Santa Sede ha avuto due soli Ordini di rango e nobilitazione: l'Ordine Piano di Pio IX (dalla Fondazione alla denobilitazione del 1939) con nobiltà ereditaria (Titolo di Prima Classe, poi di Gran Croce) e, per secoli, la Milizia Aurata o Speron d'oro, la quale è stata giuridicamente "usata" quale titolo di rango e nobilitazione fino al 1841, unico conferimento della Santa Sede a riconoscere nobiltà gentilizia e a concedere nobiltà ereditaria, sostituito poi, con analogo valore, dall'Ordine Piano.[2][3] L'istituto di nomina scelto dai Pontefici, la collazione diretta o la subcollazione, era ed è potenzialmente "variabile", ovvero dipende dalla sola volontà del Pontefice regnante e non ha (non aveva) influenza alcuna sulle caratteristiche giuridiche del titolo, il quale, se di rango e nobilitazione, restava tale. Le modifiche giuridiche del titolo, invece, dipesero e dipendono da atti pubblici del sovrano pontefice, ovvero da decreti (Bolle) specifici; atti analoghi denobilitarono la Milizia Aurata nel 1841 e l'Ordine Piano nel 1939.

Le insegne

L'emblema dell'Ordine, dopo la riforma del 1905, consiste in:

  • Insegne: una croce ad otto punte smaltata d'oro al cui centro si trova un piccolo medaglione smaltato di bianco sul quale si trova il nome Maria circondato da un cerchio d'oro, mentre sul recto si trova la data di rifondazione MDCCCCV, circondata dalle parole "Pius X Restituit". Pendente dai piedi della croce, si trova un piccolo sperone dorato. La decorazione viene portata sospesa da un nastro rosso bordato di bianco su entrambi i lati.
  • Placca: portata sul lato sinistro del petto, consiste nella stessa croce della medaglia, e completata da raggi argentati.

L'uniforme ufficiale consiste in una tunica rossa decorata con due file di bottoni, rifinita con un collare nero e una cuffia decorata in oro.

I decorati dell'Ordine potevano circondare il proprio scudo araldico con le insegne dell'Ordine.

Note

  1. ^ Cesare Brancaleone, Legislazione Nobiliare Pontificia, Rivista Araldica
  2. ^ Cesare Brancaleone, Legislazione Nobiliare Pontificia-La Nobiltà Romana, Rivista Araldica, Collegio Araldico Romano, 1903.
  3. ^ Temistocle Bertucci, Titoli Nobiliari e Cavallereschi Pontifici, Collana di Monografie Storico-Genealogico-Cavalleresche "Mentore", Roma, 1925 (Anastatica: Edizioni C.L.D. Libri, 2009)

Collegamenti esterni

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