Girolamo Fabrici d'Acquapendente: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+img
Riga 35: Riga 35:


==== L'attività di insegnante ====
==== L'attività di insegnante ====
Nel [[1565]] succedette al maestro, dopo averlo supplito, divenendo professore di [[anatomia]] e [[chirurgia]].Nel [[1584]], già affermato chirurgo e anatomista, viene ammesso al [[Sacro Collegio dei Filosofi e dei Medici]]. Girolamo resterà per cinquanta anni nello studio di Padova come professore sia d'[[Anatomia]] che di [[Chirurgia]], riconfermato con nomine ducali una delle quali, a vita, firmata da [[Marino Grimani (doge)|Marino Grimani]], datata 24 settembre [[1600]], che gli conferiva il titolo di Sopraordinario nella lettura di [[Anatomia]]. Nel 1603 fu reso Sopraordinario anche per la [[Chirurgia]]<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 23</ref>. Questa nomina portò lo stipendio dell'acquesiano, già piuttosto alto per il tempo, a mille [[Scudo (moneta)|scudi]]<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 55</ref>. Durante il periodo di reggenza volle fortemente la costruzione del [[Teatro anatomico di Padova|Teatro Anatomico]] stabile, inaugurato nel [[1594]]<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 25</ref> e visitabile ancora oggi all'interno del [[Palazzo del Bo]].
Nel [[1565]] succedette al maestro, dopo averlo supplito, divenendo professore di [[anatomia]] e [[chirurgia]].Nel [[1584]], già affermato chirurgo e anatomista, viene ammesso al [[Sacro Collegio dei Filosofi e dei Medici]]. Girolamo resterà per cinquanta anni nello studio di Padova come professore sia d'[[Anatomia]] che di [[Chirurgia]], riconfermato con nomine ducali una delle quali, a vita, firmata da [[Marino Grimani (doge)|Marino Grimani]], datata 24 settembre [[1600]], che gli conferiva il titolo di Sopraordinario nella lettura di [[Anatomia]].
Nel 1603 fu reso Sopraordinario anche per la [[Chirurgia]]<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 23</ref>. Questa nomina portò lo stipendio dell'acquesiano, già piuttosto alto per il tempo, a mille [[Scudo (moneta)|scudi]]<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 55</ref>. Durante il periodo di reggenza volle fortemente la costruzione del [[Teatro anatomico di Padova|Teatro Anatomico]] stabile, inaugurato nel [[1594]]<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 25</ref> e visitabile ancora oggi all'interno del [[Palazzo del Bo]].

Prima della costruzione del [[Teatro Anatomico]], le sue lezioni di anatomia si svolgevano all'aperto per attenuare l'odore dei cadaveri, anche se ciò comportava il condizionamento del tempo. La dissezione dei corpi fu l'altro problema per Fabrici in quanto la disponibilità era scarsa nonostante fossero nominati dei massari per la ricerca del materiale<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag.24-25</ref>.
Prima della costruzione del [[Teatro Anatomico]], le sue lezioni di anatomia si svolgevano all'aperto per attenuare l'odore dei cadaveri, anche se ciò comportava il condizionamento del tempo. La dissezione dei corpi fu l'altro problema per Fabrici in quanto la disponibilità era scarsa nonostante fossero nominati dei massari per la ricerca del materiale<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag.24-25</ref>.

Inoltre, anche se le sue lezioni erano di un elevato livello didattico, non ebbe buona fama di insegnante; molti lo descrivono come scontroso, insofferente e piuttosto pigro nelle lezioni e spesso non riusciva a farsi intendere perché obbligato a parlare sommessamenete a causa di una affezione laringea cronica<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 75</ref>. Per questi motivi molte furono le critiche, in particolare quelle della comunità studentesca tedesca che studiava a [[Padova]]. Quest'ultima lo accusava di non attendere completamente ai suoi doveri; in effetti molte volte si fingeva malato e spesso ritardava l'inizio delle lezioni. Sempre con la comunità tedesca ebbe problemi perché derideva spesso la parlata teutonica, ma nella vecchiaia ebbe una così spiccata predilezione per la "Nazione Germanica", che non volle utilizzare il corpo di un tedesco per una lezione, ritenendo l'atto offensivo, e molte volte intervenne per difenderla, in particolare nel [[1612]], dopo che i tedeschi erano stati esclusi dalla elezione dei consiglieri anatomici. La comunità tedesca ricambiò definendolo "communem nostrum patronum"<ref>Rosario Scipio, Op. cit., Pag.25-26</ref>.
Inoltre, anche se le sue lezioni erano di un elevato livello didattico, non ebbe buona fama di insegnante; molti lo descrivono come scontroso, insofferente e piuttosto pigro nelle lezioni e spesso non riusciva a farsi intendere perché obbligato a parlare sommessamenete a causa di una affezione laringea cronica<ref>Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 75</ref>. Per questi motivi molte furono le critiche, in particolare quelle della comunità studentesca tedesca che studiava a [[Padova]]. Quest'ultima lo accusava di non attendere completamente ai suoi doveri; in effetti molte volte si fingeva malato e spesso ritardava l'inizio delle lezioni.

Sempre con la comunità tedesca ebbe problemi perché derideva spesso la parlata teutonica, ma nella vecchiaia ebbe una così spiccata predilezione per la "Nazione Germanica", che non volle utilizzare il corpo di un tedesco per una lezione, ritenendo l'atto offensivo, e molte volte intervenne per difenderla, in particolare nel [[1612]], dopo che i tedeschi erano stati esclusi dalla elezione dei consiglieri anatomici. La comunità tedesca ricambiò definendolo "communem nostrum patronum"<ref>Rosario Scipio, Op. cit., Pag.25-26</ref>.


L'anatomista ebbe il grande merito di aver dato vita ad una scuola di famosi medici e anatomisti tra cui [[Giulio Cesare Casseri]], [[Adriaan van den Spieghel]], [[Olaus Wormius]], [[Caspar Bartholin il Vecchio|Caspar Bartholin]] e il più celebre di tutti, [[William Harvey]], scopritore della circolazione del sangue<ref>Comune di Acquapendente, Op.cit., Pag.15</ref>.
L'anatomista ebbe il grande merito di aver dato vita ad una scuola di famosi medici e anatomisti tra cui [[Giulio Cesare Casseri]], [[Adriaan van den Spieghel]], [[Olaus Wormius]], [[Caspar Bartholin il Vecchio|Caspar Bartholin]] e il più celebre di tutti, [[William Harvey]], scopritore della circolazione del sangue<ref>Comune di Acquapendente, Op.cit., Pag.15</ref>.

Versione delle 21:39, 28 ott 2015

Girolamo Fabrici

Girolamo Fabrici d'Acquapendente (Acquapendente, 1533Padova, 21 maggio 1619) è stato un anatomista, chirurgo e fisiologo italiano.

È conosciuto anche come Girolamo Fabrizio o col nome latino Hieronymus Fabricius.

Biografia

Le origini

Girolamo Fabrici o Fabrizi, anche detto l'Acquapendente, nacque nel 1533, anche se tale data è incerta perché non esistono documenti che lo testimonino direttamente. Alcuni biografi datano la sua nascita al 1537, ma l'atto di morte, che riporta la data del 21 maggio 1619 e che lo indica come avente ottantasei anni conferma l'anno 1533[1]. La discussione sulla data può essere dovuta al fatto che lo stesso Girolamo, per una strana abitudine, condivisa anche da altre importanti personalità, si faceva credere più giovane di tre o quattro anni[2]. L'anatomista apparteneva ad una antica e nobile famiglia di Acquapendente, iscritta nel grado del Gonfalonierato[3].

Girolamo Fabrici fu sepolto nella Chiesa di San Francesco, senza nessuna effigie di riconoscimento, insieme alla moglie morta l'anno precedente.

Gli studi

A diciassette anni circa si recò a Padova dove iniziò i suoi studi sotto la protezione di nobili famiglie venete (i Lipamano, i Foscarini, i Cavalli, i Priuli, i Donà e i Loredan, anche se questi ultimi non sono mai citati nei documenti dell'anatomista, nemmeno nel testamento definitivo del 1615)[4].

Compì gli studi di medicina tra il 1554 e il 1559. Fu allievo di Gabriele Falloppio. Si laureò Dottore in Filosofia e Medicina presumibilmente nel 1559[5].

Teatro anatomico di Padova

L'attività di insegnante

Nel 1565 succedette al maestro, dopo averlo supplito, divenendo professore di anatomia e chirurgia.Nel 1584, già affermato chirurgo e anatomista, viene ammesso al Sacro Collegio dei Filosofi e dei Medici. Girolamo resterà per cinquanta anni nello studio di Padova come professore sia d'Anatomia che di Chirurgia, riconfermato con nomine ducali una delle quali, a vita, firmata da Marino Grimani, datata 24 settembre 1600, che gli conferiva il titolo di Sopraordinario nella lettura di Anatomia.

Nel 1603 fu reso Sopraordinario anche per la Chirurgia[6]. Questa nomina portò lo stipendio dell'acquesiano, già piuttosto alto per il tempo, a mille scudi[7]. Durante il periodo di reggenza volle fortemente la costruzione del Teatro Anatomico stabile, inaugurato nel 1594[8] e visitabile ancora oggi all'interno del Palazzo del Bo.

Prima della costruzione del Teatro Anatomico, le sue lezioni di anatomia si svolgevano all'aperto per attenuare l'odore dei cadaveri, anche se ciò comportava il condizionamento del tempo. La dissezione dei corpi fu l'altro problema per Fabrici in quanto la disponibilità era scarsa nonostante fossero nominati dei massari per la ricerca del materiale[9].

Inoltre, anche se le sue lezioni erano di un elevato livello didattico, non ebbe buona fama di insegnante; molti lo descrivono come scontroso, insofferente e piuttosto pigro nelle lezioni e spesso non riusciva a farsi intendere perché obbligato a parlare sommessamenete a causa di una affezione laringea cronica[10]. Per questi motivi molte furono le critiche, in particolare quelle della comunità studentesca tedesca che studiava a Padova. Quest'ultima lo accusava di non attendere completamente ai suoi doveri; in effetti molte volte si fingeva malato e spesso ritardava l'inizio delle lezioni.

Sempre con la comunità tedesca ebbe problemi perché derideva spesso la parlata teutonica, ma nella vecchiaia ebbe una così spiccata predilezione per la "Nazione Germanica", che non volle utilizzare il corpo di un tedesco per una lezione, ritenendo l'atto offensivo, e molte volte intervenne per difenderla, in particolare nel 1612, dopo che i tedeschi erano stati esclusi dalla elezione dei consiglieri anatomici. La comunità tedesca ricambiò definendolo "communem nostrum patronum"[11].

L'anatomista ebbe il grande merito di aver dato vita ad una scuola di famosi medici e anatomisti tra cui Giulio Cesare Casseri, Adriaan van den Spieghel, Olaus Wormius, Caspar Bartholin e il più celebre di tutti, William Harvey, scopritore della circolazione del sangue[12].

L'attività medica

Operationes chirurgicae, 1685 (Template:Cita BEIC)

Esercitò anche la medicina pratica, con grande successo e grandi profitti economici. In effetti l'aquesiano fu soprattutto, oltre che un esperto anatomista e fisiologo, un abile chirurgo.Fu chiamato per consulti medici da illustri potenti e principi del tempo. Nel 1581 fu chiamato per le nozze di Margherita Farnese con Vincenzo Gonzaga[13]. Nel 1604 curò Carlo de' Medici, figlio del Granduca Ferdinando I de' Medici e Cristina di Lorena. Nel 1608 fu nominato Cavaliere di San Marco per aver curato Paolo Sarpi. Nel 1615 ricevette una medaglia d'oro con collana in oro massiccio da Sigismondo III Vasa, Re di Polonia. Ebbe tra i suoi pazienti anche l'amico e collega Galileo Galilei[14]. Nonostante il suo carattere difficile e la negligenza come insegnante, come medico e ricercatore fu instancabile, benché affetto da una senilità precoce[15], e curava gratuitamente i poveri[16].

Girolamo Fabrici d'Acquapendente, Tabulae Picae 1600

Gli studi scientifici e gli scritti

Sotto il profilo scientifico, l'aquesiano, diede numerosi contributi originali e fondamentali in anatomia, embriologia, anatomia comparata, chirurgia e le sue lezioni e le ricerche si concretizzarono in numerose pubblicazioni. Egli descrisse le valvole delle vene (De venarum ostiolis del 1603), offrendo un contributo fondamentale al problema della circolazione sanguigna, poi risolto dallo stesso Harvey[17]. Apportò un notevole sviluppo allo studio dell'occhio, dell'orecchio (De visione voce auditu) e del meccanismo della voce (De locutione)[16]. Nel De Tumoribus analizzò oltre ai tumori, di cui viene trattata anche la cura, l'herpes, i vari tipi di ernie, la gangrena, i bubboni e altre infezioni e patologie[18]. Condusse originali ricerche embriologiche descritte nel De formato foetu del 1600. L'opera è il primo trattato di embriologia comparata, completato da un accurato corredo di tavole anatomiche. Per opere come questa ed il De formatione oui, et pulli è considerato il padre dell'embriologia moderna[17]. In alcuni manoscritti sono anche sviluppati argomenti di carattere metodologico, come il De anatomica methodo.

Di notevole importanza sono le Tabulae anatomicae conservate nella Biblioteca Marciana a Venezia. Le tavole, dipinte ad olio su carta, sono 167 divise in otto volumi. Furono rinvenute alla Marciana solo nel 1909. Sempre nella biblioteca veneziana sono conservati tre codici de L'Acquapendente al cui interno sono presenti altre 44 tavole[19].

La vita privata

Girolamo Fabrici si sposò a Padova con Violante Vidal, o Vitali, ma non si conosce la data precisa. Da questo matrimonio non nacquero eredi. La famiglia Fabrici risiedeva a Padova in via S.Francesco; l'abitazione era vicina alla Chiesa di San Francesco. Fabrici ebbe un figlio naturale di nome Francesco, nato probabilmente già prima del matrimonio, del quale si conosce l'esistenza per una citazione legale contro il padre. L'eredità del medico, valutata intorno ai 200.000 scudi, fu da egli destinata quasi interamente a Semidea, figlia del nipote Fabrizio, giunta da Acquapendente, dove aveva sempre vissuto[20]. Il testamento diceva anche che in caso di morte prematura e senza eredi di quest'ultima, l'eredità doveva essere destinata alla nipote Laudomia Fabrici Benci, da passare poi alla sua morte al figlio Francesco[21]. La risoluzione dell'eredità non fu però così semplice, in quanto, dopo che Semidea aveva sposato il veneziano Daniele Dolfin e aveva lasciato la casa del prozio, questi ebbe un crollo fisico e psicologico e altri nipoti si gettarono sul cospicuo capitale dello zio. Alcuni pensano che furono proprio dei nipoti ad affrettare la morte dell'anatomista con il veleno[22]. La ricostruzione di una genealogia precisa della famiglia de L'Acquapendente risulta piuttosto difficile per la frequente ricorrenza dei nomi Girolamo e Fabrizio[23].

Monumento di Girolamo Fabrizio ad Acquapendente.

"Borsa di Fabrici"[24]

A Girolamo Fabrici si deve la scoperta della cosiddetta "borsa di Fabrici", l'unica formulazione anatomica che sia ricordata sotto il suo nome. È un organo sacciforme, presente probabilmente in tutti gli uccelli, di entrambi i sessi, annessa alla parete dorsale della parte posteriore dell'intestino. Le sue funzioni sono state conosciute solamente nel 1956. Si tratta di un organo linfoide centrale responsabile delle cellule immunocompetenti, deputate alla sintesi di immunoglobuline[25]. Lo stesso Girolamo aveva avanzato delle prime ipotesi secondo le quali questa "vescicula" doveva servire alle femmine per ricevere e conservare il seme. Infatti egli credeva che l'organo fosse presente solo negli esemplari femmine, cosa che fu poi rivista da Harvey[24].

Opere principali

  • Pentateuchos chirurgicum (1592).
  • De formatu foetu (1600).
  • De visione voce auditu (1600).
  • De locutione et eius instrumenti tractatus (1603)
  • De brutorum loquela (1603).
  • De venarum ostiolis (1603).
  • Tractatus anatomicus triplex quorum primus de oculo, visus organo. Secundus de aure, auditus organo. Tertius de laringe, vociis organo admirandam tradit historiam, actiones, utilitates magno labore ac studio (1613).
  • De musculi artificio: de ossium articolationibus (1614).
  • De respiratione et eius instrumentis, libri duo (1615).
  • De tumoribus (1615)
  • De gula, ventriculo, intestinis tractatus (1618).
  • De motu locali animalium secundum totum, nempe de gressu in genere (1618).
  • De totius animalis integumentis (1618)
  • De formatione oui, et pulli tractatus accuratissimus (1621).
  • Opera chirurgica. Quorum pars prior pentatheucum chirurgicum, posterior operationes chirurgicas continet ... Accesserunt Instrumentorum, quae partim autori, partim alii recens invenere, accurata delineatio. Item, De abusu cucurbitularum in febribus putridis dissertatio, e Musaeo ejusdem (1623).
  • Tractatus De respiratione & eius instrumentis. Ventriculo intestinis, & gula. Motu locali animalium, secundum totum. Musculi artificio, & ossium dearticulationibus (1625).

Bibliografia

  • Comune di Acquapendente, Girolamo Fabrizi da Acquapendente-Medico e Anatomista-La vita e le opere, Acquapendente, 1988.
  • Girolamo Fabrici d'Acquapendente, De tumoribus, traduzione e commento a cura di L.Stroppiana-G.Caminiti-Papa R.N., Arti Grafiche E.Cossidente & F.lli, Roma, 1983.
  • Girolamo Fabrici d'Acquapendente, La formazione dell'Uovo e del Pulcino, a cura e commento di L. Stroppiana, traduzione di G.Caminiti , Arti Grafiche E.Cossidente & F.lli, Roma, 1987.
  • Rosario Scipio, Girolamo Fabrici-L'Acquapendente, Associazione Tuscia, Agnesetti, Viterbo, 1978.
  • Girolamo Fabrici d'Acquapendente, Operationes chirurgicae, In Padoua, per Giacomo Cadorino, 1685. URL consultato il 10 maggio 2015.

Voci correlate

Note

  1. ^ Rosario Scipio, Girolamo Fabrici-L'Acquapendente, Associazione Tuscia, Agnesetti, Viterbo, 1978 , Pag. 21-22
  2. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 96
  3. ^ Comune di Acquapendente, Girolamo Fabrizi da Acquapendente-Medico e Anatomista-La vita e le opere, Acquapendente, 1988 ,Pag. 13
  4. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 22
  5. ^ Comune di Acquapendente, Op.cit., Pag. 13
  6. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 23
  7. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 55
  8. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 25
  9. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag.24-25
  10. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 75
  11. ^ Rosario Scipio, Op. cit., Pag.25-26
  12. ^ Comune di Acquapendente, Op.cit., Pag.15
  13. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag27
  14. ^ Comune di Acquapendente, Op.cit., Pag. 14-15
  15. ^ Rosario Scipio, Op.cit. , Pag. 24
  16. ^ a b Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 56
  17. ^ a b Rosario Scipio, Op.cit., Pag.32
  18. ^ Girolamo Fabrici d'Acquapendente, De tumoribus, traduzione e commento a cura di L.Stroppiana-G.Caminiti-Papa R.N., Arti Grafiche E.Cossidente & F.lli, Roma, 1983, Indice
  19. ^ Comune di Acquapendente, Op.cit., Pag. 35:38
  20. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 27-28
  21. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 123
  22. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag.29
  23. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag.27
  24. ^ a b Girolamo Fabrici d'Acquapendente, La formazione dell'Uovo e del Pulcino, a cura e commento di L. Stroppiana, traduzione di G.Caminiti , Arti Grafiche E. Cossidente & F.lli, Roma, 1987., Pag. 12
  25. ^ Rosario Scipio, Op.cit., Pag. 35:39

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN240356021 · ISNI (EN0000 0001 1810 1967 · SBN BVEV027306 · BAV 495/15526 · CERL cnp01876597 · LCCN (ENn80015451 · GND (DE119215357 · BNF (FRcb12194896h (data) · J9U (ENHE987007300459705171 · CONOR.SI (SL163784803 · WorldCat Identities (ENlccn-n80015451