Teorema di esistenza e unicità per un problema di Cauchy: differenze tra le versioni

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==== Prima dimostrazione ====
==== Prima dimostrazione ====

Sia <math>\delta < \min \left\{a, \tfrac{1}{L}, \tfrac{b}{M} \right\}</math> con <math>M = \max \{ |f(x,y)|: (x,y) \in I \times J\}</math>. Si noti che <math>M \in \mathbb{R}</math> per il [[teorema di Weierstrass]] (poiché <math>I \times J</math> è [[spazio compatto|compatto]]). Nel caso in cui <math>M=0</math>, ovvero qualora <math>f</math> sia identicamente nulla, il sistema ammette come unica soluzione la [[funzione costante]] <math>y(x)=y_0</math>, quindi si può supporre <math>M \ne 0</math>.
Sia <math>\delta < \min \left\{a, \tfrac{1}{L}, \tfrac{b}{M} \right\}</math> con <math>M = \max \{ |f(x,y)|: (x,y) \in I \times J\}</math>. Si noti che <math>M \in \mathbb{R}</math> per il [[teorema di Weierstrass]] (poiché <math>I \times J</math> è [[spazio compatto|compatto]]). Nel caso in cui <math>M=0</math>, ovvero qualora <math>f</math> sia identicamente nulla, il sistema ammette come unica soluzione la [[funzione costante]] <math>y(x)=y_0</math>, quindi si può supporre <math>M \ne 0</math>.


Sia <math>I_\delta =[x_0-\delta,x_0+ \delta]</math>. Possiamo considerare lo [[spazio metrico]] <math>(X,\| \cdot \|_{C^{0}})</math> delle funzioni <math>g: I_\delta \to \R^n</math> continue con la [[norma dell'estremo superiore]], ed una [[palla (matematica)|palla]] al suo interno, definita da <math>B = \{g \in X: \|g - y_0\|_{C^{0}} \leq b\}</math>.
Sia <math>I_\delta =[x_0-\delta,x_0+ \delta]</math>. Si può considerare lo [[spazio metrico]] <math>(X,\| \cdot \|_{C^{0}})</math> delle funzioni <math>g: I_\delta \to \R^n</math> continue con la [[norma dell'estremo superiore]], ed una [[palla (matematica)|palla]] al suo interno, definita da <math>B = \{g \in X: \|g - y_0\|_{C^{0}} \leq b\}</math>.


Essendo lo [[spazio (matematica)|spazio]] <math>X</math> [[Spazio completo|completo]], e <math>B \subseteq X</math> [[insieme chiuso|chiuso]], allora anche quest'ultimo risulta essere uno [[spazio completo]] rispetto alla [[metrica|metrica indotta]].
Essendo lo [[spazio (matematica)|spazio]] <math>X</math> [[Spazio completo|completo]], e <math>B \subseteq X</math> [[insieme chiuso|chiuso]], allora anche quest'ultimo risulta essere uno [[spazio completo]] rispetto alla [[metrica|metrica indotta]].


Si procede quindi definendo l'[[operatore (matematica)|operatore]] <math>F: B \to B</math> tale che <math>F(y) = \widehat{y}</math>, dove
Si procede quindi definendo l'[[operatore (matematica)|operatore]] <math>F: B \to B</math>, detto "operatore di [[Vito Volterra|Volterra]]", tale che <math>F(y) = \widehat{y}</math>, dove:


:<math>\widehat{y} = y_0 + \int_{x_0}^x f (t,y(t))\mathrm{d}t</math>
:<math>\widehat{y} = y_0 + \int_{x_0}^x f (t,y(t))\mathrm{d}t</math>


Detto "operatore di [[Vito Volterra|Volterra]]". Si nota innanzitutto che <math>F</math> è ben definito, ossia che <math>\forall y \in B</math> si ha <math>F(y) \in B</math>. Infatti
Si nota innanzitutto che <math>F</math> è ben definito, ossia che <math>\forall y \in B</math> si ha <math>F(y) \in B</math>. Infatti:


:<math>|\widehat{y} - y_0| = \left|\int_{x_0}^xf(t,y(t))\mathrm{d}t\right| \leq \left|\int_{x_0}^x|f(t,y(t))\mathrm{d}t| \right|\forall x \in I_\delta</math>
:<math>|\widehat{y} - y_0| = \left|\int_{x_0}^xf(t,y(t))\mathrm{d}t\right| \leq \left|\int_{x_0}^x|f(t,y(t))\mathrm{d}t| \right|\forall x \in I_\delta</math>


Ma per ipotesi <math>|f(t,y(t))|\leq M</math>, da cui si deduce che
Ma per ipotesi <math>|f(t,y(t))|\leq M</math>, da cui si deduce che:


:<math>|\widehat{y}-y_0|\leq \left|\int_{x_0}^x |f(t,y(t))\mathrm{d}t|\right|\leq M |x-x_0|\le M \delta \le b</math>
:<math>|\widehat{y}-y_0|\leq \left|\int_{x_0}^x |f(t,y(t))\mathrm{d}t|\right|\leq M |x-x_0|\le M \delta \le b</math>
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Una volta assicurata la buona definizione di <math>F</math> è sufficiente dimostrare che questa è una [[contrazione (spazio metrico)|contrazione]] su <math>B</math> per completare il teorema. Il [[teorema delle contrazioni]] infatti ci assicura l'esistenza di un unico [[punto fisso]] (o punto unito) di <math>F</math> in <math>B</math>, quindi nel nostro caso di una funzione <math>y = y(x)</math> tale che <math>F(y) = y</math>, cioè
Una volta assicurata la buona definizione di <math>F</math> è sufficiente dimostrare che questa è una [[contrazione (spazio metrico)|contrazione]] su <math>B</math> per completare il teorema. Il [[teorema delle contrazioni]] infatti ci assicura l'esistenza di un unico [[punto fisso]] (o punto unito) di <math>F</math> in <math>B</math>, quindi nel nostro caso di una funzione <math>y = y(x)</math> tale che <math>F(y) = y</math>, cioè
:<math>y(x)=y_0+\int_{x_0}^xf(t,y(t))\mathrm{d}t</math>
:<math>y(x)=y_0+\int_{x_0}^xf(t,y(t))\mathrm{d}t</math>
definita sull'intervallo <math>I_\delta</math>, e risolvente dunque il [[sistema]] <math>\Theta</math>. Tenendo conto delle [[ipotesi]] su f (in particolare la [[Funzione lipschitziana|lipschitzianità]]) possiamo scrivere:
definita sull'intervallo <math>I_\delta</math>, e risolvente dunque il [[sistema]] <math>\Theta</math>. Tenendo conto delle [[ipotesi]] su <math>f</math> (in particolare la [[Funzione lipschitziana|lipschitzianità]]) si può scrivere:


:<math>\begin{align}|F(y_1)-F(y_2)| &= \left|\int_{x_0}^x[f(t,y_1(t))-f(t,y_2(t))\mathrm{d}t]\right|\le \left|\int_{x_0}^x|f(t,y_1(t))-f(t,y_2(t))|\mathrm{d}t\right| \\
:<math>\begin{align}|F(y_1)-F(y_2)| &= \left|\int_{x_0}^x[f(t,y_1(t))-f(t,y_2(t))\mathrm{d}t]\right|\le \left|\int_{x_0}^x|f(t,y_1(t))-f(t,y_2(t))|\mathrm{d}t\right| \\
& \le \left|\int_{x_0}^x L|y_1(t)-y_2(t)|\mathrm{d}t\right| \le L \delta \|y_1-y_2\|_{C^{0}}\end{align}</math>
& \le \left|\int_{x_0}^x L|y_1(t)-y_2(t)|\mathrm{d}t\right| \le L \delta \|y_1-y_2\|_{C^{0}}\end{align}</math>

e prendendo il "sup" tra le <math>x \in {I_\delta}</math> si ottiene
e prendendo il "sup" tra le <math>x \in {I_\delta}</math> si ottiene:


:<math>\|F(y_1)-F(y_2)\|_{C^{0}}\le L\delta \|y_1-y_2\|_{C^{0}}</math>
:<math>\|F(y_1)-F(y_2)\|_{C^{0}}\le L\delta \|y_1-y_2\|_{C^{0}}</math>

e poiché <math>L \delta < 1</math> <math>F</math> è una [[contrazione]].
e poiché <math>L \delta < 1</math> <math>F</math> è una contrazione.


==== Seconda dimostrazione (Picard-Lindelöf) ====
==== Seconda dimostrazione (Picard-Lindelöf) ====

Versione delle 22:15, 23 feb 2014

In matematica, il teorema di esistenza e unicità per un problema di Cauchy, detto anche teorema di Peano-Picard, teorema di Picard-Lindelöf o teorema di Cauchy-Lipschitz, stabilisce le condizioni di esistenza e unicità della soluzione di un'equazione differenziale ordinaria.

Si tratta di una generalizzazione del teorema di Peano, il quale stabilisce che, dato un problema di Cauchy della forma:

con e , se la funzione è continua e limitata in una regione del suo dominio allora esiste almeno una curva-soluzione differenziabile con continuità passante per ogni punto interno a che soddisfa il sistema .[1] La funzione può essere sia scalare che vettoriale.

Il teorema di esistenza e unicità per un problema di Cauchy generalizza il risultato di Peano considerando una funzione lipschitziana, ed ottenendo che in tal caso la soluzione è unica.

Il teorema

Sia una funzione definita in un intorno del punto della forma:

con , reali positivi, e si ponga che è almeno di classe in tale intorno. Si supponga inoltre lipschitziana rispetto alla variabile e uniformemente rispetto alla variabile :

con costante di Lipschitz.

Allora il problema di Cauchy:

possiede una soluzione unica.[2]

Sotto l'ipotesi di continuità della funzione è possibile dimostrare l'equivalenza tra il problema di Cauchy e la seguente equazione integrale, detta equazione di Volterra:

dove:

è un intorno di , con valore opportuno. L'esistenza di una funzione che soddisfa al sistema si verifica se e solo se tale equazione ammette soluzione.

Dimostrazioni

Nel seguito sono elencate due diverse dimostrazioni del teorema. La prima sfrutta concetti basilari di analisi funzionale, mentre la seconda utilizza argomenti di analisi reale e ha il pregio di mostrare come costruire operativamente una soluzione attraverso approssimazioni successive, e di dare una stima generalmente più accurata dell'ampiezza dell'intervallo di definizione della soluzione.

Prima dimostrazione

Sia con . Si noti che per il teorema di Weierstrass (poiché è compatto). Nel caso in cui , ovvero qualora sia identicamente nulla, il sistema ammette come unica soluzione la funzione costante , quindi si può supporre .

Sia . Si può considerare lo spazio metrico delle funzioni continue con la norma dell'estremo superiore, ed una palla al suo interno, definita da .

Essendo lo spazio completo, e chiuso, allora anche quest'ultimo risulta essere uno spazio completo rispetto alla metrica indotta.

Si procede quindi definendo l'operatore , detto "operatore di Volterra", tale che , dove:

Si nota innanzitutto che è ben definito, ossia che si ha . Infatti:

Ma per ipotesi , da cui si deduce che:

Una volta assicurata la buona definizione di è sufficiente dimostrare che questa è una contrazione su per completare il teorema. Il teorema delle contrazioni infatti ci assicura l'esistenza di un unico punto fisso (o punto unito) di in , quindi nel nostro caso di una funzione tale che , cioè

definita sull'intervallo , e risolvente dunque il sistema . Tenendo conto delle ipotesi su (in particolare la lipschitzianità) si può scrivere:

e prendendo il "sup" tra le si ottiene:

e poiché è una contrazione.

Seconda dimostrazione (Picard-Lindelöf)

Nel corso di questa dimostrazione alternativa giungeremo ad una stima generalmente più accurata del numero reale . Inizialmente poniamo . Il passo successivo consiste nel definire per ricorrenza una successione di funzioni come

È necessaria quindi una verifica della buona definizione della successione, più precisamente bisogna mostrare (ad esempio tramite induzione) che ; il passo base è immediato per come è stato definito , mentre per il passo induttivo supponiamo , da cui banalmente . Per le ipotesi preliminarmente fatte su possiamo quindi maggiorare il valore assoluto di con . È dunque di immediata verifica che

.

Si procede nella dimostrazione stimando ricorsivamente la distanza tra due termini consecutivi della successione puntualmente in con un metodo analogo a quello induttivo appena usato.

Inizialmente si ha

mentre per i passi seguenti bisogna usare anche l'ipotesi di lipschitzianità di cui gode :

Per avere una migliore comprensione della formula generale per la stima che verrà data tra poco è consigliabile sviluppare almeno un altro passo dell'induzione:

Risulta a questo punto chiara la seguente stima generale, alla quale si può giungere tramite processo induttivo:

da cui possiamo dedurre la convergenza uniforme di questa successione di funzioni nell'intervallo , dato che maggiorando ulteriormente con si ottiene chiaramente la ridotta della serie esponenziale numerica

.

Passando al limite per e sfruttando nuovamente la lipschitzianità di rispetto a , otteniamo la convergenza uniforme di a , ove indica il limite della successione precedentemente analizzata.

Si può a questo punto utilizzare il teorema di passaggio al limite sotto il segno di integrale per ottenere

.

Ma questa è la formulazione integrale (ed equivalente) del problema di Cauchy, quindi per concludere la dimostrazione non resta altro che mostrare l'unicità di tale soluzione. Il modo migliore è procedere per assurdo: supponiamo esista un'altra funzione definita in un intorno (la notazione rimane coerente con quanto esposto in precedenza) della condizione iniziale e tale che esiste per cui . Detto si consideri la relazione (valida per ipotesi di assurdo)

Con un procedimento completamente analogo al precedente si giunge però alla stima

Dato che il secondo membro della disuguaglianza tende a 0 al tendere di all'infinito, possiamo dedurre che

che contraddice l'ipotesi.

Risolubilità globale e prolungabilità delle soluzioni

Il teorema è un valido strumento nello studio delle equazioni differenziali, ma a priori garantisce unicamente l'esistenza della soluzione localmente, ossia in un intorno delle condizioni iniziali. Il teorema di esistenza e unicità globale assicura invece l'esistenza di un'unica funzione risolvente in un intervallo arbitrario (eventualmente tutto ), sotto ipotesi più strette (ad esempio la sublinearità rispetto a di ) rispetto a quelle richieste per la versione locale.

Se soddisfa queste ulteriori richieste si può dimostrare inoltre che la soluzione ammette un prolungamento massimale sul suo intervallo di definizione.

Riconducibilità di sistemi di grado arbitrario al primo

Questo teorema è di grande utilità, soprattutto se si considera che si può ricondurre un'equazione differenziale ordinaria di grado ad un sistema equivalente di equazioni differenziali di primo grado in forma normale tramite sostituzioni. Lo stesso vale per un sistema di equazioni in forma normale di grado arbitrario, come si può vedere nel terzo esempio a fine articolo.

Esempi

Sia dato il problema di Cauchy

soddisfa tutte le ipotesi, quindi localmente la soluzione è unica (in realtà si potrebbe osservare che poiché per una certa costante reale la soluzione è globalmente unica al variare di ).

La soluzione è quindi (tenendo conto della condizione iniziale ) la funzione


Vediamo invece un tipico esempio di un problema che non rispetta le ipotesi:

La funzione non è localmente lipschitziana rispetto a in nessun intorno dell'origine e infatti non si ha un'unica soluzione con questa condizione iniziale (anzi, se ne possono trovare infinite: è il fenomeno del pennello di Peano), quali ad esempio o .


Si consideri l'equazione differenziale del secondo ordine che descrive il moto armonico:

riconducibile mediante sostituzione al sistema

Aggiungendo le condizioni iniziali (la scelta è arbitraria) e si ottiene come unica soluzione

.

Note

  1. ^ Encyclopedia of Mathematics - Peano theorem, su encyclopediaofmath.org. URL consultato il 06-01-2013.
  2. ^ Mathworld - Picard's Existence Theorem, su mathworld.wolfram.com. URL consultato il 07-01-2013.

Bibliografia

  • (EN) Vladimir Igorevich Arnold (1988): Geometrical Methods in the Theory of Ordinary Differential Equations, 2nd ed., Springer, ISBN 0-387-96649-8
  • (EN) Vladimir Igorevich Arnold (1992): Ordinary Differential Equations, Springer, ISBN 3-540-54813-0
  • (FR) G. Peano, Démonstration de l'intégrabilité des équations différentielles ordinaires Math. Ann. , 37 (1890) pp. 182–228
  • (EN) I.G. Petrovskii, Ordinary differential equations , Prentice-Hall (1966) (Translated from Russian)
  • (EN) P. Hartman, "Ordinary differential equations" , Birkhäuser (1982)

Voci correlate

Collegamenti esterni

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