Antiquarium Turritano: differenze tra le versioni

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Inaugurato nel 1984, presenta materiali archeologici che documentano le diverse fasi di vita della città romana di ''Turris Libisonis'', secondo [[Plinio il Vecchio]] l'unica colonia romana della Sardegna. L'appellativo di Colonia Iulia indica che essa fu fondata su iniziativa di [[Giulio Cesare]] o del figlio adottivo [[Ottaviano Augusto|Ottaviano]], intorno al 46 a.C.
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Versione delle 11:56, 13 giu 2020

Antiquarium Turritano
Museu archeologiggu naziunari turritanu
Museu natzìonale archeologicu turritanu
L'interno
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàPorto Torres
IndirizzoVia Ponte Romano, 99
Coordinate40°50′19″N 8°23′50″E / 40.838611°N 8.397222°E40.838611; 8.397222
Caratteristiche
TipoMuseo archeologico nazionale
FondatoriMinistero dei beni, delle attività culturali e del turismo
Apertura1984
GestioneMinistero della Cultura
DirettoreMaria Letizia Pulcini
Visitatori12 727 (2015)[1]
Sito web

L'Antiquarium Turritano (in sassarese Museu archeologiggu naziunari turritanu, in sardo Museu natzìonale archeologicu turritanu) è il museo archeologico nazionale di Porto Torres; è gestito dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ed è uno dei 13 Istituti e Luoghi della cultura del Polo Museale della Sardegna .

Inaugurato nel 1984, presenta materiali archeologici che documentano le diverse fasi di vita della città romana di Turris Libisonis, secondo Plinio il Vecchio l'unica colonia romana della Sardegna. L'appellativo di Colonia Iulia indica che essa fu fondata su iniziativa di Giulio Cesare o del figlio adottivo Ottaviano, intorno al 46 a.C.

La città moderna di Porto Torres si è sviluppata sovrapponendosi parzialmente a quella antica ed alle sue aree funerarie. Gli scavi, effettuati nel corso degli anni, hanno messo in luce lunghi tratti di strade urbane e resti, talvolta monumentali, di edifici pubblici e privati, consentendo il recupero di numerosi reperti, riguardanti diversi aspetti della vita dei cittadini turritani. Alcuni di notevole interesse sono qui esposti: la maschera del Satiro, l'ara di Bubastis, la statuetta di Cautopates, attestanti la presenza di varie ideologie religiose; i gioielli e i sarcofagi, pertinenti alla sfera funeraria; manufatti ceramici e vitrei, relativi alla quotidianità.

Ciò testimonia la grande importanza, in epoca romana, della città, la quale rivestì sicuramente un ruolo di primo piano sia da un punto di vista economico, per la presenza del porto, sia in ambito politico.

Il museo include una vasta area archeologica che comprende diversi siti: terme centrali, Domus di Orfeo, terme Maetzke, Domus dei mosaici, terme Pallottino, peristilio Pallottino.

Un bronzetto nuragico

La collezione

Il percorso espositivo è articolato su due piani: al piano terra sono esposti principalmente materiali provenienti dalle necropoli messe in luce in area urbana, una sezione dedicata alla statuaria e una subacquea. Al piano superiore sono invece esposti i reperti provenienti dalle terme centrali, la sezione dei marmi e inoltre la collezione comunale, messa insieme dal signor Emilio Paglietti tra Ottocento e Novecento. Questa comprende reperti che coprono un arco cronologico molto vario, non tutti provenienti dal territorio di Porto Torres.

Area archeologica di Turris Libisonis

Le terme centrali dell'antica Turris Libisonis sono conosciute come "palazzo di Re Barbaro", poiché identificate dalla tradizione popolare come residenza di Barbarus, governatore della Sardegna nel IV sec. d.C., che martirizzò Gavino, Proto e Gianuario, santi tuttora venerati a Porto Torres. In realtà le strutture sono pertinenti ad un complesso termale a carattere pubblico, datato tra la fine del III e gli inizi del IV secolo d. C.

Lo schema è quello delle grandi terme imperiali, con ambienti per i bagni caldi, freddi, vani di passaggio, stanze per la sauna, per massaggi e spogliatoi.

Il palazzo di re Barbaro

Le terme sono state edificate sopra un quartiere abitativo più antico. Attualmente sono visitabili entrambe le fasi: quella delle terme e quella più antica. Di questa rimane una domus privata patrizia datata tra il II-III secolo d.C., riccamente decorata con intonaci dipinti (attualmente in restauro) e mosaici policromi, geometrici e figurati. Il più prezioso di questi, che dà il nome alla domus, è il mosaico di Orfeo, ritratto mentre suona la lira, seduto su una roccia, circondato da animali.

Le terme Maetzke, anche queste impostate su un quartiere abitativo più antico, prendono il nome dall'archeologo Guglielmo Maetzke che le portò alla luce negli anni sessanta. Dell'edificio termale, pubblico, di dimensioni modeste e datato tra il III e il IV secolo d.C., rimangono però pochissime tracce. Sono stati scavati alcuni ambienti di una delle domus precedenti, dotata di un impianto termale privato, nella quale è stata ritrovata la maschera in marmo del satiro, oggi esposta all'Antiquarium.

La Domus dei mosaici, costruita sul pendio che si affaccia sul rio Mannu e sul mare, era un'abitazione privata, dotata probabilmente di piccole terme. Si conservano diversi ambienti, riccamente decorati con mosaici con soggetti marini, elementi architettonici e intonaci. Resta anche un vano pertinente al piano superiore della domus, raggiungibile per mezzo di una scala, perfettamente conservata.

Le terme Pallottino, che derivano il nome dall'archeologo Massimo Pallottino che le scavò negli anni quaranta, comprendono i consueti ambienti per i bagni caldi e freddi, impreziositi da mosaici policromi. Durante interventi di scavo recenti sono state messe in luce delle strutture legate all'approvvigionamento idrico. Anche questo impianto termale è stato costruito tra il III e il IV secolo d.C.

In prossimità delle terme Pallottino sono visibili i resti del cosiddetto peristilio Pallottino, con colonne, non pertinente all'impianto termale.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Visitatori e introiti dei musei

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Collegamenti esterni

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