No TAV: differenze tra le versioni

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Il 22 maggio 2011 gli attivisti NO TAV formano un presidio permanente a [[Chiomonte]], nell'area che dovrà essere utilizzata per realizzare un tunnel necessario a sondare il terreno dello scavo<ref>{{Cita news|url=http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/05/22/news/valsusa_i_no_tav_montano_la_guardia_a_chiomonte-16611969/index.html?ref=search|titolo=Valsusa, i No Tav montano la guardia a Chiomonte|pubblicazione=[[la Repubblica]]|data=22 maggio 2011|accesso=18 luglio 2011}}</ref>, per bloccare l'inizio dei lavori fino al 30 giugno impedendo così all'Italia di raggiungere i requisiti necessari per ottenere i finanziamenti europei per la realizzazione della linea ferroviaria<ref>L'Unione Europea si è promessa di dare un contributo economico per la realizzazione dell'opera se i lavori iniziassero entro il 30 giugno 2011</ref>.
Il 22 maggio 2011 gli attivisti NO TAV formano un presidio permanente a [[Chiomonte]], nell'area che dovrà essere utilizzata per realizzare un tunnel necessario a sondare il terreno dello scavo<ref>{{Cita news|url=http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/05/22/news/valsusa_i_no_tav_montano_la_guardia_a_chiomonte-16611969/index.html?ref=search|titolo=Valsusa, i No Tav montano la guardia a Chiomonte|pubblicazione=[[la Repubblica]]|data=22 maggio 2011|accesso=18 luglio 2011}}</ref>, per bloccare l'inizio dei lavori fino al 30 giugno impedendo così all'Italia di raggiungere i requisiti necessari per ottenere i finanziamenti europei per la realizzazione della linea ferroviaria<ref>L'Unione Europea si è promessa di dare un contributo economico per la realizzazione dell'opera se i lavori iniziassero entro il 30 giugno 2011</ref>.


Alle 4.30 del mattino del 27 giungo vennero inviati circa 2500 poliziotti per sgomberare il presidio e consegnare così l'area alla società addetta ai lavori, i NO TAV presenti spararono quindi dei fuochi d'artificio per segnalare l'arrivo delle forze dell'ordine agli abitanti della valle invitandoli così ad arrivare per dar manforte. Ci fu quindi un violento scontro tra forze dell'ordine e i manifestanti che causò anche qualche ferito. Alla fine dello scontro le forze dell'ordine riuscirono ad entrare in possesso della zona e transennarla per impedire una nuova occupazione.<ref>{{Cita news|autore=Marco Imarisio|url=http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_27/imarisio-tav-presidio-chiomonte_faae1812-a072-11e0-b2f7-bc745ffd716f.shtml|titolo=Val di Susa, espugnato il presidio No Tav La polizia mette in fuga i manifestanti|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=27 giugno 2011|accesso=18 luglio 2011}}</ref>
Alle 4.30 del mattino del 27 giugno vennero inviati circa 2500 poliziotti per sgomberare il presidio e consegnare così l'area alla società addetta ai lavori, i NO TAV presenti spararono quindi dei fuochi d'artificio per segnalare l'arrivo delle forze dell'ordine agli abitanti della valle invitandoli così ad arrivare per dar manforte. Ci fu quindi un violento scontro tra forze dell'ordine e i manifestanti che causò anche qualche ferito. Alla fine dello scontro le forze dell'ordine riuscirono ad entrare in possesso della zona e transennarla per impedire una nuova occupazione.<ref>{{Cita news|autore=Marco Imarisio|url=http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_27/imarisio-tav-presidio-chiomonte_faae1812-a072-11e0-b2f7-bc745ffd716f.shtml|titolo=Val di Susa, espugnato il presidio No Tav La polizia mette in fuga i manifestanti|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=27 giugno 2011|accesso=18 luglio 2011}}</ref>


I comitati NO TAV organizzarono quindi una manifestazione di protesta il 3 luglio 2011 sempre a [[Chiomonte]], secondo gli organizzatori, parteciparono circa 60.000 persone. Al corteo fecero parte anche alcuni sindaci dei comuni della Val di Susa. Nel pomeriggio, dal corteo autorizzato, si distaccò una parte di manifestanti che decise di andare ad assediare la zona presidiata dalle forze dell'ordine per tentare di rioccuparla. Ci fu quindi un violento scontro che causò alcuni feriti tra i manifestanti, circa 200 fra Polizia e carabinieri e 5 arresti. Comunque alla fine della giornata le forze dell'ordine riuscirono a mantenere il possesso dell'area adibita al cantiere.<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_03/val-di-susa-i-cortei-dei-no-tav_75266e96-a546-11e0-980c-35d723c25df8.shtml|titolo=Tav, battaglia al cantiere: feriti e arresti Dopo i cortei dei residenti, la guerriglia|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=3 luglio 2011|accesso=18 luglio 2011}}</ref>
I comitati NO TAV organizzarono quindi una manifestazione di protesta il 3 luglio 2011 sempre a [[Chiomonte]], secondo gli organizzatori, parteciparono circa 60.000 persone. Al corteo fecero parte anche alcuni sindaci dei comuni della Val di Susa. Nel pomeriggio, dal corteo autorizzato, si distaccò una parte di manifestanti che decise di andare ad assediare la zona presidiata dalle forze dell'ordine per tentare di rioccuparla. Ci fu quindi un violento scontro che causò alcuni feriti tra i manifestanti, circa 200 fra Polizia e carabinieri e 5 arresti. Comunque alla fine della giornata le forze dell'ordine riuscirono a mantenere il possesso dell'area adibita al cantiere.<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_03/val-di-susa-i-cortei-dei-no-tav_75266e96-a546-11e0-980c-35d723c25df8.shtml|titolo=Tav, battaglia al cantiere: feriti e arresti Dopo i cortei dei residenti, la guerriglia|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=3 luglio 2011|accesso=18 luglio 2011}}</ref>

Versione delle 14:41, 22 ago 2011

Nella foto: un momento della manifestazione del 6 novembre 2005

NO TAV è un movimento attivo nella Val di Susa contrario alla realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, parte del Progetto Prioritario 6 pianificato dall'Unione europea per collegare Lione a Budapest e successivamente arrivare fino al confine ucraino. L'attuale leader è Alberto Perino[1][2].

Analoghi movimenti di contestazione erano sorti nei primi anni novanta tra Firenze, Bologna e Roma.[senza fonte]

Le motivazioni

L'idea alla base della protesta è che la linea ad alta velocità progettata in Val di Susa sia un'opera inutile alla popolazione italiana ed europea, ma spinta da varie lobby che intravedono la possibilità di ingenti profitti. In particolare i No TAV evidenziano che la linea attuale (Ferrovia del Frejus) è ben sotto la saturazione e non ci sono studi imparziali che prevedano un aumento del traffico sulla direttrice Torino - Lione.

Argomenti portati dal movimento

Vi sono diverse ragioni per cui sono nate le contestazioni contro la costruzione di una linea ad alta velocità e capacità in val di Susa:

  • L'opera, a causa dell'elevato costo e tenendo conto dei possibili ricavi sarebbe economicamente sconveniente.[3][4]
Numero di autoveicoli che annualmente attraversano, nei due sensi, il traforo del Frejus
  • Il traffico sulla direttrice Torino-Lione sarebbe in continua diminuzione, specialmente quello passante attraverso il traforo del Frejus e quindi la TAV diverrebbe sottoutilizzata.[5][6]
  • I lavori di cantiere durerebbero molti anni e comporterebbero inquinamento acustico, polveri e disturbi per gli abitanti della valle.
  • Le montagne valsusine, che in base ai progetti dovranno essere attraversate da gallerie dell'ordine delle decine di chilometri, avrebbero al loro interno ingenti quantità di amianto ed uranio le quali, durante gli scavi ed il trasporto, potrebbero diffondersi fino alla periferia della vicina Torino a causa dei forti venti caratteristici della valle.[7][8][9]
  • L' attuale Ferrovia del Frejus sarebbe sottoutilizzata e il suo potenziamento comporterebbe costi minori rispetto alla realizzazione di una nuova doppia linea.[10]
  • Con la realizzazione del tunnel ci sarebbe il rischio di causare importanti dissesti idrici nelle zone limitrofe come è già avvenuto per il tunnel del Mugello[11].
  • Secondo i sostenitori del progetto il TAV dovrebbe favorire lo spostamento su rotaia delle merci che viaggiano sui TIR contribuendo quindi a ridurre l'inquinamento. Il movimento NO TAV ed alcuni studi sostengono che ciò non è affatto vero.[12]

Molti di questi argomenti sono stati riassunti in un documento redatto dall'associazione Pro Natura Torino nel quale vengono elencate 150 ragioni del movimento NO TAV. Gran parte di questi argomenti sono trattati in uno studio della (EN) COWI A/S.[13]

Storia del movimento NO TAV

Il movimento NO TAV non ha una vera e propria data di inizio in quanto è nato spontaneamente in seguito alle prime assemblee pubbliche sull'argomento tenutesi fin dai primi anni novanta.

Le prime manifestazioni

Ci sono state numerose manifestazioni contro il TAV, le più importanti si sono tenute il 31 maggio 2003 con una marcia da Borgone Susa a Bussoleno, il 4 giugno 2005 con un'altra marcia da Susa a Venaus, il 5 novembre 2005 con una fiaccolata da Susa a Mompantero (più di 15.000 partecipanti)[14], il 16 novembre 2005 con un'altra marcia da Bussoleno a Susa (ca. 50.000 partecipanti secondo gli organizzatori[15]), il 6 dicembre e l'8 dicembre.

31 ottobre 2005 Ponte torrente Ganduja

Sono stati organizzati tre presidi permanenti a Bruzolo e Borgone Susa, luoghi in cui dovevano iniziare i primi sondaggi del 2005 e Venaus dove dovrebbero iniziare la galleria geognostica (che diventerà in seguito di servizio) del tunnel di base.

30 nov 2005 Presidio Venaus
6 dicembre 2005 Blocco della Val di Susa
8 dicembre 2005 ritorno a Venaus

Alla fine dell'ottobre 2005 le autorità hanno deciso di sistemare una trivella nel territorio di Mompantero per fare dei sondaggi del terreno. Per l'esproprio dei terreni si è reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine, a causa della ferma opposizione di membri del movimento NO TAV, dei sindaci e dei cittadini.

Le forze dell'ordine hanno poi disposto dei posti di blocco nell'intero paese di Mompantero[16] dove solo i residenti, dopo verifica dei documenti, possono passare[17][18]; inoltre la tensione è tale per cui anche gli alunni per recarsi a scuola sono costretti a mostrare i documenti ai carabinieri.

Nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre 2005 le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel presidio di Venaus per porre fine all'occupazione dei terreni su cui andrebbe costituito il futuro cantiere. Una ventina i manifestanti feriti e corsi in ospedale.[19][20] L'8 dicembre 2005 si è tenuta una manifestazione di protesta contro i fatti riguardanti il 5-6 dicembre a Venaus: una marcia formata, da circa 30.000 persone[21][22], è partita Susa con destinazione Venaus. Durante la manifestazione, in località Passeggeri, si sono verificati alcuni contatti con le forze dell'ordine che non consentivano l'ingresso sulla provinciale che porta a Venaus, ma la manifestazione ha proseguito la sua marcia salendo lungo la statale che porta a Giaglione, deviando poi per una vecchio sentiero di montagna. Giunti a Venaus, la popolazione ha divelto le reti di recinzione del cantiere e invaso i prati, bloccando così l'inizio lavori. Il movimento NO TAV ha costituito un nuovo presidio, situato di fronte al precedente, che servirà anche da osservatorio nel caso dovessero iniziare i lavori.

Dopo il blitz di Venaus

Dopo le tensioni tra i cittadini della Val di Susa e il Governo, tensioni prodotte dal blitz della polizia, la magistratura ha messo sotto sequestro i cantieri di Venaus[23], abbandonati subito dopo questa decisione dagli occupanti e dalla stessa azienda incaricata per i lavori di scavo. Parallelamente il governo, sull'onda dell'impatto mediatico dell'evento, ha promesso di istituire un tavolo di confronto, tecnico e politico, con i sindaci dei comuni coinvolti e esperti nominati da entrambe le parti. Nonostante le amministrazioni locali della Val di Susa continuino a chiedere di essere ascoltate, della commissione politica non si è più parlato. Il presidente della commissione, Mario Virano, nominato direttamente dal governo, è contestato dal movimento NO TAV per conflitto di interessi, in quanto riveste ruoli rilevanti all'interno di aziende coinvolte a vario titolo nel progetto del TAV: amministratore delegato uscente della Sitaf (che gestisce l'autostrada A32 e il Traforo stradale del Frejus), e consigliere di amministrazione ANAS. Il tavolo di confronto è stato realizzato sotto il nome di "Osservatorio", presieduto da Mario Virano. Fino al 2011 ci sono stati diversi incontri tra i sindaci e la commissione, ma sono stati esclusi dalla partecipazione la maggior parte dei sindaci NO TAV. Degli 8 sindaci convocati all'Osservatorio, hanno potuto partecipare solo 3 sindaci contrari all'opera, rispetto alla maggioranza di 5 favorevoli.[24]. Il movimento NO TAV e le popolazioni della Val di Susa si sono sentiti presi in giro, per cui ripudiano fortemente l'Osservatorio.[24] Inoltre, il movimento NO TAV ritiene che in 5 anni, non siano state fatte discussioni ed incontri direttamente con le popolazioni per spiegare il Progetto, piuttosto molta propaganda da parte dei proponenti dell'opera.

Contestazioni per le Olimpiadi Invernali Torino 2006

Con il percorso verso il Piemonte della fiaccola olimpica il movimento NO TAV si fa presente lungo il percorso del tedoforo per sfruttare la vetrina mondiale offerta dall'evento olimpico. A Susa qualcuno nella folla tenta simbolicamente di calare una bandiera NO TAV sulla fiaccola. Il percorso originario doveva includere l'intera Val di Susa, ma la fiamma fu deviata, per precauzione, senza raggiungere molti paesi tra cui Avigliana.

Bisogna rilevare che non è stato effettuato nessun atto di boicottaggio verso le Olimpiadi Invernali, come invece si era paventato nei giorni precedenti.

Inverno 2006-2007

Con le elezioni e il governo di Centro-Sinistra, è in atto un tentativo di coniugare la necessità di creare il nuovo percorso ferroviario con le esigenze della popolazione della valle. Alla fine di febbraio 2007, I tre partiti di centrosinistra che più avevano appoggiato il movimento NO TAV (i Verdi, i Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista) accettano i 12 punti imposti per ricostituire il proprio governo dimissionario dal Presidente del consiglio Romano Prodi. Immediatamente vengono ammainate le bandiere di questi partiti dal presidio No Tav di Borgone (Val Susa). A livello locale (provincia di Torino) invece i partiti sovracitati continuano ad appoggiare il Movimento.

I sondaggi propedeutici

Nel 2009 vengono annunciati una serie di sondaggi propedeutici alla progettazione del nuovo tracciato. Il movimento NOTAV ha contestato e contrastato tali azioni, non solo perché funzionali all'opera, ma perché ritenute inutili dal punto di vista tecnico.

Durante l'inverno 2009-2010 si registrarono diversi momenti di tensione che riportano l'attenzione internazionale sulla vicenda. In un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica il noto attore francese Gérard Depardieu si schiera dalla parte del popolo NOTAV.[25]

Il 19 dicembre un incendio doloso distrugge il presidio NOTAV di Bruzolo.

Il 19 gennaio 2010 alle 3 del mattino, con un ingente dispiegamento di forze dell'ordine, iniziano i lavori per il sondaggio geognostico presso l'autoporto di Susa. Il movimento reagisce occupando l'autostrada del Fréjus.

Per rispondere al tentativo di realizzare i 91 sondaggi previsti dal progetto il movimento NOTAV organizza a Susa una manifestazione il 23 gennaio 2010 alla quale parteciperanno circa 40.000 persone secondo gli organizzatori e 20.000 secondo le forze dell'ordine[26].

Proteste del 27 giugno e del 3 luglio

Il 22 maggio 2011 gli attivisti NO TAV formano un presidio permanente a Chiomonte, nell'area che dovrà essere utilizzata per realizzare un tunnel necessario a sondare il terreno dello scavo[27], per bloccare l'inizio dei lavori fino al 30 giugno impedendo così all'Italia di raggiungere i requisiti necessari per ottenere i finanziamenti europei per la realizzazione della linea ferroviaria[28].

Alle 4.30 del mattino del 27 giugno vennero inviati circa 2500 poliziotti per sgomberare il presidio e consegnare così l'area alla società addetta ai lavori, i NO TAV presenti spararono quindi dei fuochi d'artificio per segnalare l'arrivo delle forze dell'ordine agli abitanti della valle invitandoli così ad arrivare per dar manforte. Ci fu quindi un violento scontro tra forze dell'ordine e i manifestanti che causò anche qualche ferito. Alla fine dello scontro le forze dell'ordine riuscirono ad entrare in possesso della zona e transennarla per impedire una nuova occupazione.[29]

I comitati NO TAV organizzarono quindi una manifestazione di protesta il 3 luglio 2011 sempre a Chiomonte, secondo gli organizzatori, parteciparono circa 60.000 persone. Al corteo fecero parte anche alcuni sindaci dei comuni della Val di Susa. Nel pomeriggio, dal corteo autorizzato, si distaccò una parte di manifestanti che decise di andare ad assediare la zona presidiata dalle forze dell'ordine per tentare di rioccuparla. Ci fu quindi un violento scontro che causò alcuni feriti tra i manifestanti, circa 200 fra Polizia e carabinieri e 5 arresti. Comunque alla fine della giornata le forze dell'ordine riuscirono a mantenere il possesso dell'area adibita al cantiere.[30]

Il movimento NO TAV ha denunciato il lancio di pietre e lacrimogeni ad altezza uomo contro i manifestanti da parte delle Forze dell'ordine. Tali affermazioni sono state supportate da alcuni filmati e fotografie amatoriali diffuse su siti e social network. [31]

Illegalità commesse

A Chiomonte, alcune proteste sono degenerate e parte dei manifestanti ha fatto uso di violenze contro le forze dell'ordine lanciando loro dei sassi o altri oggetti contundenti.[32]

A Bologna, verso la conclusione di una manifestazione No Tav, la protesta dei militanti del movimento è degenerata in un'aggressione ai danni dell'esponente della Lega Nord (già candidato sindaco per il centrodestra alle elezioni amministrative del 16 e 17 maggio 2011) Manes Bernardini, il quale, insieme ad altri consiglieri, si trovava presso il gazebo di un bar. Dopo aver individuato l'esponente della Lega, i militanti No Tav hanno lanciato al suo indirizzo monetine, un accendino, lattine di birra vuote e, secondo le dichiarazioni del consigliere Mirka Cocconcelli, anche un sasso, che tuttavia non è stato rinvenuto dalla polizia accorsa in assetto in antisommossa[33][34].

Il 18 agosto 2011 si apprende che cinquanta attivisti del movimento No Tav sono stati denunciati per interruzione di servizio pubblico. L'incriminazione ha fatto seguito alla protesta di circa trecento militanti No Tav (presenti anche alcune decine di militanti anarco-insurrezionisti)[35] che hanno occupato i binari della Stazione di Avigliana[36] bloccando il treno in arrivo per due ore. La Questura ha rilevato l'assenza "delle condizioni di sicurezza per il passaggio del convoglio"[35] e, visionando le immagini, ha potuto denunciare cinquanta militanti.

Filmografia

  • Le meraviglie del mondo! di Nicola Palmeri (2006). Produzione: MizzicaFilm. Durata: 14 minuti. Musica: Uccellacci - Etnagigante. Cortometraggio.
  • NO TAV, gli indiani di valle di Adonella Marena (2005). Produzione: Overfilm. Durata: 54 minuti. Fotografia: Alberto Airola Montaggio: Massimo Cellerino. Musiche: Davide Belistreri ed Emmanuele de Paoli.
  • NO TAV, fermarlo è possibile a cura del Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare (2006). Durata: 75 minuti.
  • Valle di Susa, le ragioni di un NO di Franca Verda Hunziker e Francesco Chiesa (2006). Produzione: Televisione svizzera di lingua italiana. Durata: 33 minuti. Fotografia: Alberto Moccia. Montaggio: Marianne Quarti. Sonoro: Nino Maranesi e Renato Soldini.
  • Il vento che fermò il treno a cura di Riccardo Pavia e Oscar Margaira (2008). Produzione: Pronatura Piemonte. Durata: 126 minuti. Documentario.
  • Il cartun d'le ribelliun di Adonella Marena (2008). Produzione: Don Quixote / Djanetfilm. Fotografia: Fabio Colazzo Adonella Marena. Montaggio: Dario Castelli Marco Duretti. Musiche: Davide Balistreri. Durata: 85 minuti. Film-documentario.

Bibliografia

  • Alleanza per l'opposizione a tutte le nocività. Treni ad alta nocività. Perché il treno ad alta velocità è un danno individuale e un flagello collettivo. Nautilus edizioni.
  • Antonio G. Calafati, Dove sono le ragioni del si? La "Tav in Val di Susa" nella società della conoscenza, Torino, Edizioni SEB 27, 2006, ISBN 88-86618-51-4.
  • Virgilio Bettini, TAV: i perché del NO, Torino, UTET Libreria, 2006, ISBN 978-88-02-07404-7.
  • Claudio Cancelli; Giuseppe Sergi; Massimo Zucchetti. Travolti dall'alta voracità. Odradek Edizioni.
  • Marco Cedolin, T.A.V. in Val di Susa: un buio nel tunnel della democrazia, Casalecchio, Arianna Editrice, 2006, ISBN 88-87307-54-7.
  • Centro Sociale Askatasuna e Comitato di lotta popolare. NO TAV, la valle che resiste. Editrice Velleità Alternative.
  • Ivan Cicconi, Le grandi opere del cavaliere, prefazione di Marco Travaglio, Roma, Koine nuove edizioni, 2004, ISBN 88-87509-37-9.
  • Tobia Imperato, Le scarpe dei suicidi (PDF), Torino, Autoproduzioni Fenix, 2003. URL consultato il 7 agosto2011.
  • Ferdinando Imposimato, Giuseppe Pisauro; Sandro Provvisionato, Corruzione ad alta velocita: viaggio nel governo invisibile, prefazione di Emanuele Macaluso, Roma, Koine nuove edizioni, 1999, ISBN 88-87509-03-4.
  • Oscar Margaira, Adesso o mai più: diario della formazione di una coscienza ambientalista e di un impegno civile contro il progetto di alta velocita ferroviaria in Valle di Susa, Borgone Susa, Edizioni del Graffio, 2005.
  • Chiara Sasso, No tav: cronache dalla Val di Susa, Intra Moenia, Napoli, 2006, ISBN 88-7421-062-0.
  • Chiara Sasso, Canto per la nostra valle. Diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità, Condove, Editrice Morra, 2002.
  • Luca Mercalli, Chiara Sasso, Le mucche non mangiano cemento. Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l'avanzata del calcestruzzo, Torino, Società Meteorologica Subalpina, 2004, ISBN 88-900099-5-0.
  • Donatella Della Porta, Gianni Piazza, Le ragioni del no. Le campagne contro la Tav in Val di Susa e il ponte sullo Stretto, Milano, Feltrinelli, 2008, ISBN 978-88-07-71030-8.
  • Spinta dal Bass e Takuma FUOCHI NELLA NOTTE Un inverno in movimento. Schegge di resistenza alla follia ad alta velocità. Edizioni Centro di documentazione sulle Resistenze, 2010
  • Alessandra Agostino, DEMOCRAZIA, RAPPRESENTANZA, PARTECIPAZIONE Il caso del movimento No Tav, Napoli, Jovene editore, 2011, ISBN 978-88-243-2009-2.

Note

  1. ^ Perquisita la casa del leader No Tav Gli avvisi di garanzia sono 65, in Il Corriere della Sera, 17 giugno 2011. URL consultato il 19 luglio 2011.
  2. ^ No Tav, perquisita abitazione di Perino, in la Repubblica, 17 giugno 2011. URL consultato il 19 luglio 2011.
  3. ^ (FR) Lyon Turin Ferroviaire, Coût des travaux, su ltf-sas.com. URL consultato il 6 luglio 2011.
  4. ^ Corte dei conti, Relazione della Corte dei conti (PDF), su corteconti.it, 25 gennaio 2008. URL consultato il 6 luglio 2011.
  5. ^ Andrea Boitani, Marco Ponti; Francesco Ramella, TAV: le ragioni liberali del no (PDF), su brunoleonimedia.servingfreedom.net, IBL, 16 aprile 2007, p. 2. URL consultato il 15 luglio 2011.
  6. ^ Mario Cavargna, Diminuisce il traffico merci sulla direttrice Torino-Lione, su pro-natura.it, 29 settembre 2009. URL consultato il 6 luglio 2011.
  7. ^ http://www.spintadalbass.org/images/sienaamianto.pdf
  8. ^ Prof. Luca Mercalli, Osservazioni al secondo progetto RFI tratta TAC/TAV Settimo-Bruzolo (PDF), su spintadalbass.org, 29 dicembre 2003. URL consultato il 6 luglio 2011.
  9. ^ Prof. Luca Mercalli, Climatologia della Bassa Valle di Susa e dei Laghi di Avigliana (PDF), su e-valsusa.it, 2002. URL consultato il 6 luglio 2011.
  10. ^ Argomentazioni portate dal Prof. Angelo Tartaglia membro dell'Osservatorio
  11. ^ Simone Innocenti, Danni Tav, l’elenco (oltre Martini e Chiti), in Corriere Fiorentino, 11 novembre 2009. URL consultato il 15 luglio 2007.
  12. ^ Andrea Boitani, Marco Ponti; Francesco Ramella, TAV: le ragioni liberali del no (PDF), su brunoleonimedia.servingfreedom.net, IBL, 16 aprile 2007, 3-4. URL consultato il 6 luglio 2011.
  13. ^ COWI A/S, Analisi degli studi condotti da LTF in merito al progetto Lione-Torino (PDF), su ec.europa.eu, 12 aprile 2006. URL consultato il 6 luglio 2011.
  14. ^ Manifestazioni bloccano Tgv, in Il Corriere della Sera, 6 novembre 2005. URL consultato il 7 luglio 2011.
  15. ^ Protesta anti-Tav, in migliaia in val di Susa, in Il Corriere della Sera, 17 novembre 2005. URL consultato il 7 luglio 2011.
  16. ^ Blitz notturno della polizia Recintati i terreni della Tav, in la Repubblica, 1º novembre 2005. URL consultato l'8 luglioo 2011.
  17. ^ Lodovico Poletto, La protesta anche i sindaci in prima fila contro il progetto della linea che dovrebbe collegare l'Italia a Lione, in La Stampa, 1º novembre 2005. URL consultato l'8 luglio 2011.
  18. ^ Orsola Casagrande, Tra i check point della Val di Susa, in il Manifesto, 29 novembre 2005. URL consultato l'8 luglio 2011.
  19. ^ Tav, blitz notturno della polizia: venti i feriti, in Corriere della Sera, 6 dicembre 2005. URL consultato l'8 luglio 2011.
  20. ^ accesso 8 luglio 2011, Ore 3.20: il blitz contro i No-Tav La lunga notte della Val di Susa, in la Repubblica, 6 dicembre 2005.
  21. ^ Tav. I manifestanti hanno raggiunto Venaus. Scontri con la polizia. Berlusconi: opera irrinunciabile, in Rai News, 8 dicembre 2005. URL consultato il 7 luglio 2011.
  22. ^ In 30mila al corteo anti-Tav. Scontri e feriti, in Il Corriere della Sera, 8 dicembre 2005. URL consultato il 7 luglio 2011.
  23. ^ Tav. Sotto sequestro cantiere di Venaus. Fini: opera irrinunciabile. Fassino: ora il dialogo, in Rai News, 12 dicembre 2005. URL consultato il 7 luglio 2011.
  24. ^ a b Maria Chiara Giacosa; Marco Trabucco, Alta velocità, al tavolo col governo solo i comuni pro-Tav cari alla maggioranza, in Il Fatto Quotidiano, 3 maggio 2011. URL consultato il 1º agosto 2011.
  25. ^ Guido Andruetto, Depardieu contro la Tav "Rischiosa per la natura", in la Repubblica, 6 novembre 2009. URL consultato il 7 luglio 2011.
  26. ^ Torino-Lione, migliaia a Susa per la manifestazione no-Tav, in Il Corriere della Sera, 23 gennaio 2010. URL consultato il 7 luglio 2011.
  27. ^ Valsusa, i No Tav montano la guardia a Chiomonte, in la Repubblica, 22 maggio 2011. URL consultato il 18 luglio 2011.
  28. ^ L'Unione Europea si è promessa di dare un contributo economico per la realizzazione dell'opera se i lavori iniziassero entro il 30 giugno 2011
  29. ^ Marco Imarisio, Val di Susa, espugnato il presidio No Tav La polizia mette in fuga i manifestanti, in Corriere della Sera, 27 giugno 2011. URL consultato il 18 luglio 2011.
  30. ^ Tav, battaglia al cantiere: feriti e arresti Dopo i cortei dei residenti, la guerriglia, in Corriere della Sera, 3 luglio 2011. URL consultato il 18 luglio 2011.
  31. ^ Marco Ferini, Gli scontri in Val di Susa. Non si placano le polemiche, su tg.la7.it. URL consultato il 19 agosto 2011.
  32. ^ Val di Susa, scontri polizia-no Tav, 50 feriti, in Reuters Italia, 27 giugno 2011. URL consultato il 5 agosto 2011.
  33. ^ Al corteo No Tav oggetti contro Bernardini Lui: "Sono fascisti", in il Resto del Carlino, 27 giugno 2011. URL consultato il 19 agosto 2011.
  34. ^ Lanci di monetine dai No Tav, i Leghisti si rifugiano in un bar, in la Repubblica, 27 giugno 2011. URL consultato il 19 agosto 2011.
  35. ^ a b Mariachiara Giacosa, Denunciati 50 NO Tav per il blocco del Tgv, in la Repubblica, 18 agosto 2011. URL consultato il 19 agosto 2011.
  36. ^ Mariachiara Giacosa, Avigliana, i NoTav bloccano un Tgv, in la Repubblica, 18 agosto 2011. URL consultato il 19 agosto 2011.

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