Marco Rizzo: differenze tra le versioni
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* Delegazione all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana dal 23 maggio 2007 al 13 luglio 2009 |
* Delegazione all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana dal 23 maggio 2007 al 13 luglio 2009 |
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|sito3 = https://www.europarl.europa.eu/meps/it/28410/MARCO_RIZZO.html |
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Versione delle 06:03, 5 lug 2022
Marco Rizzo | |
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![]() | |
Segretario generale del Partito Comunista | |
In carica | |
Inizio mandato | 3 luglio 2009 |
Predecessore | carica creata |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 15 aprile 1994 – 19 luglio 2004 |
Legislatura | XII, XIII, XIV |
Gruppo parlamentare | Rifondazione Comunista - Progressisti (XII) Comunista (XIII) Misto (XIV) Misto - Comunisti Italiani (XIV) |
Collegio | Torino 3 (XII), Firenze - Pontassieve (XIII) (XIV) |
Sito istituzionale | |
Europarlamentare | |
Durata mandato | 20 luglio 2004 – 13 luglio 2009 |
Legislatura | VI |
Gruppo parlamentare | Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica |
Incarichi parlamentari | |
Vicepresidente
Membro
Membro sostituto
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Casapound (dal 2022) Precedenti: Partito Comunista (2009-2022) Lotta Continua PCI (1981-1991) PRC (1991-1998) PdCI (1998-2009) |
Titolo di studio | Laurea in scienze politiche |
Università | Università degli Studi di Torino |
Professione | Docente, giornalista |
Marco Rizzo (Torino, 12 ottobre 1959) è un politico italiano, dal 2009 segretario generale del Partito Comunista.
Biografia
Nel Partito Comunista Italiano
Figlio di Armando, operaio di Fiat Mirafiori, e di Maria Angelica, ha conseguito il diploma di perito capotecnico in elettronica industriale presso l'Istituto Tecnico Industriale Giuseppe Peano di Torino[1] Nel 1981 a Torino si è tesserato al Partito Comunista Italiano, seppur rimanendo critico verso i "cedimenti ideologici ed anche concreti della linea del PCI"[2]. Iniziò poco dopo a svolgere attività presso il centro culturale marxista "Mondo Nuovo" di Torino, luogo di riunioni e seminari politici e culturali che riuniva membri del Partito Comunista Italiano, di Democrazia Proletaria ed altri esponenti provenienti dall'estrema sinistra[2].
Nel 1982 entrò in contatto con Armando Cossutta, allora dirigente del partito e conobbe anche gli ex comandanti partigiani Giovanni Pesce e Alessandro Vaia. Aderì all'area cossuttiana di cui fu esponente fino allo scioglimento del PCI. È stato componente della Direzione Provinciale del Partito Comunista Italiano di Torino dal 1986 al 1991; inoltre è stato consigliere provinciale di Torino nel quadriennio 1991/1995.
Si è laureato da studente-lavoratore in Scienze politiche presso l'Università di Torino nel 1988 con tesi sull'innovazione tecnologica in FIAT. Ha lavorato come magazziniere e giornalista pubblicista[3]. Diviene poi docente presso il Centro Orientamento Scolastico professionale di Torino, rimanendovi sino al 1994.
Da Rifondazione ai Comunisti Italiani
È tra i fondatori di Rifondazione Comunista, legato all'area cossuttiana[2]. Dal 1994 è il primo coordinatore nazionale dell'organizzazione giovanile del partito, i Giovani Comunisti, carica che copre per circa un anno. Dal 1995 al 1998 ricopre il ruolo di coordinatore della segreteria nazionale. Nel 1998, durante la rottura definitiva fra Armando Cossutta e Fausto Bertinotti, Rizzo sostiene la linea contraria al ritiro del sostegno del PRC al Governo Prodi I propugnata da Cossutta[4] e contribuisce a fondare il Partito dei Comunisti Italiani, di cui ricopre la carica di coordinatore della segreteria nazionale sino al 2004.
In quegli anni è stato eletto alla Camera (dal 1994 al 2004), diventando nel 2001 anche presidente del gruppo parlamentare.
Durante il Governo D'Alema I Rizzo[5] sostiene la linea ufficiale del PdCI che tenta senza successo, pur rifiutando di ritirare la fiducia al governo, di opporsi all'intervento militare italiano nella guerra del Kosovo nell'ambito dell'operazione Allied Force della NATO[6].
L'elezione all'Europarlamento
Nel 2004 viene eletto deputato del Parlamento europeo nella circoscrizione Nord-Ovest, ricevendo oltre 10 000 preferenze[7]. Il PdCI aveva dato indicazione di voto per eleggere europarlamentari Armando Cossutta e Iacopo Venier, ma le preferenze li videro piazzarsi: Cossutta secondo nel Nord-Ovest, e Venier terzo nel Centro. Rizzo non rinunciò al seggio guadagnato a favore del Presidente del partito, cosa che fece Diliberto rinunciando a favore del secondo, Umberto Guidoni[8]. Rizzo si dimette quindi dalla Camera e si iscrive al gruppo parlamentare della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica.
Rizzo emerge come voce critica nei confronti del Governo Prodi II, rivendicando la necessità di rivedere il rapporto con il centrosinistra e di lavorare per l'unità delle forze comuniste e anticapitaliste, e criticando tra l'altro il referendum sul protocollo del welfare svoltosi fra l'8 e il 10 ottobre 2007, parlando di "referendum finto". Il referendum sarà vinto dai favorevoli all'accordo, con l'81,6% dei 5 041 810 voti validi.
Rizzo è inoltre contrario alla costruzione de La Sinistra l'Arcobaleno, l'alleanza nata nel 2007 tra i partiti della sinistra radicale, esprimendo nettamente la propria contrarietà alla scelta di presentare un simbolo elettorale privo della falce e martello.[9] Il 19 dicembre 2007, infine, con una lettera aperta a Diliberto scritta insieme ad altri dirigenti locali, chiede di ritirare la delegazione del PdCI dal Governo Prodi.
Le elezioni del 2008, con il mancato superamento dello sbarramento del 4% da parte de La Sinistra l'Arcobaleno, sono la conferma, per Rizzo, dell'esigenza di un nuovo partito comunista,[10] fortemente alternativo al PD. Alla Direzione nazionale del PdCI del 18 aprile 2008, con Diliberto che si presenta dimissionario, Rizzo in polemica non partecipa al voto.
Il fallimento della Lista Anticapitalista e l'espulsione dal PdCI
In vista delle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009 nasce la Lista Anticapitalista che racchiude Rifondazione, Comunisti Italiani, Socialismo 2000 e, in un primo momento, i Consumatori Uniti. L'esito delle elezioni vedrà la seconda sconfitta, anche per questa nuova lista, ancora una volta sotto la soglia di sbarramento del 4%. Dopo la sconfitta del 7 giugno, il PdCI convoca l'Ufficio Politico il 9, dove Diliberto si presenta dimissionario. Alla fine della riunione l'UP vota contro le dimissioni con l'eccezione proprio di Marco Rizzo che vota a favore.
Alcuni dirigenti del partito invocano allora misure disciplinari contro Rizzo perché in campagna elettorale non avrebbe sostenuto la lista del partito, nonostante Rizzo fosse candidato alle amministrative come sindaco di Collegno (dove aveva ottenuto il 2.8% delle preferenze) e presidente della provincia di Grosseto (1.48% delle preferenze).
Il 22 giugno, dopo un'audizione alla Commissione Nazionale di Garanzia, Rizzo viene espulso con l'accusa di aver fatto campagna elettorale per le europee a favore dell'Italia dei Valori e in particolare di un suo candidato, Gianni Vattimo (filosofo ed ex esponente dei Comunisti Italiani). Rizzo contestò l'espulsione, accusando Diliberto di essere in rapporti con un ex iscritto alla P2 di Licio Gelli, Giancarlo Elia Valori. Per queste accuse Oliviero Diliberto annunciò una querela contro Marco Rizzo, che però non vi è stata; viene invece richiesta dal professore sardo una citazione danni per un milione di euro.
Comunisti Sinistra Popolare - Partito Comunista
Il 3 luglio 2009 Rizzo annuncia la fondazione del movimento politico "Comunisti Sinistra Popolare"[11][12] che si rifà ai principi del marxismo-leninismo, che diventerà poi nel gennaio 2012 "Comunisti Sinistra Popolare - Partito Comunista", e infine, dal gennaio 2014, semplicemente "Partito Comunista".
In occasione delle elezioni amministrative italiane del 2016 si candida a sindaco di Torino appoggiato solo dal suo partito e ottiene 3323 voti pari allo 0,86%.[13]
Alle elezioni politiche del 2018 si candida nel collegio uninominale di Firenze-Scandicci per la Camera dei deputati, raccogliendo l'1% dei voti, senza quindi essere eletto.
Alle elezioni europee del 2019 è candidato come capolista per il suo partito in tutte le circoscrizioni, ma non è eletto a causa del mancato raggiungimento della soglia di sbarramento. Ottiene complessivamente 22.406 preferenze personali.
Nel 2020 si candida alle elezioni suppletive per il collegio uninominale Lazio 1 - 01 della Camera dei Deputati ottenendo 855 voti pari al 2,62%. L'anno seguente ci riprova candidandosi nel Collegio Toscana - 12. Raccoglie il 4,69% dei consensi pari a 3135 voti, giungendo terzo dietro a Enrico Letta e Tommaso Marrocchesi Marzi.[14]
Vita personale
Marco Rizzo si è dichiarato non credente.[15] Figlio di un operaio FIAT, padre di tre figli e tifoso del Torino.[16]
Opere
- Perché ancora comunisti. Le ragioni di una scelta, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2007, ISBN 978-88-6073-329-0.
- Il golpe europeo. I comunisti contro l'Unione, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2012, ISBN 978-88-6762-087-6.
- URSS. A 100 anni dalla Rivoluzione Sovietica, i perché della caduta, Male Edizioni, 2017, ISBN 978-88-85439-46-7.
Note
- ^ INTERVISTA A Marco Rizzo, su collaudo.webmagazine.terna.it. URL consultato il 5 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2018).
- ^ a b c Perché ancora comunisti: le ragioni di una scelta, Baldini Castoldi Dalai (2007)
- ^ Pubblicisti M Z - ELENCO GENERATO A PARTIRE DAI DATI S.I.Ge.F. (PDF), su Odg.it. URL consultato il 28 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2017).
- ^ Radio Radicale, Direzione nazionale del PRC, su Radio Radicale, 21 settembre 1998. URL consultato il 9 gennaio 2020.
- ^ Roberto Iezzi, Il ruolo dell'Italia nella guerra in Kosovo e in Serbia con particolare riferimento al documento "pacifista" firmato da 170 parlamentari, su radioradicale.it, 28 aprile 1999. URL consultato il 26 ottobre 2018.
- ^ Cossutta: Milosevic pronto a trattare - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 9 gennaio 2020.
- ^ Europee del 12/06/2004 | Area ITALIA + ESTERO | Circoscrizione ITALIA NORD-OCCIDENTALE | COMUNISTI ITALIANI
- ^ Cfr. dibattito al Comitato Centrale del PdCI del 19 e 20 giugno 2004 su la Rinascita della Sinistra dell'epoca.
- ^ Una cosa rossa color arcobaleno Senza la falce né il martello, su repubblica.it. URL consultato il 17 febbraio 2018.
- ^ BOCCIATO L'ARCOBALENO, ORA LA PAROLA TOCCA AI COMUNISTI!, su unitacomunista.blogspot.it. URL consultato il 17 febbraio 2018.
- ^ E Marco Rizzo fonda il suo partito: nasce Comunisti-Sinistra popolare
- ^ Presentazione di Comunisti-Sinistra Popolare
- ^ AL VIA LA CORSA PER LA POLTRONA DI SINDACO DELLE GRANDI CITTÀ, in rainews.it, 7 maggio 2016.
- ^ La Nazione, 4 ottobre 2021), https://www.lanazione.it/siena/politica/elezioni-suppletive-siena-vince-letta-che-sfiora-il-50-battuto-il-centrodestra-1.6878796 . URL consultato il 2 gennaio 2022.
- ^ Informazioni, su Facebook.com. URL consultato il 12 gennaio 2019.
- ^ Rizzo: "Con il Milan sarà una battaglia", su toronews.net, 8 dicembre 2006. URL consultato il 27 ottobre 2019.
Voci correlate
Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Marco Rizzo
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marco Rizzo
Collegamenti esterni
- Marco Rizzo, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
- Marco Rizzo, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Marco Rizzo, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Marco Rizzo, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Marco Rizzo, su Camera.it - XII legislatura, Parlamento italiano.
- Marco Rizzo, su Camera.it - XIII legislatura, Parlamento italiano.
- Dichiarazione di interessi finanziari (PDF), su europarl.europa.eu.
- Pagina Facebook ufficiale, su facebook.com.
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