Roberto Capucci nasce a Roma il 2 dicembre 1930. Frequenta il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti[1] dove studia con i maestri Mazzacurati, Avenali e de Libero. Nel 1950 apre in via Sistina il suo primo atelier[1] e nel 1951 presenta per la prima volta le sue creazioni presso la residenza del marchese Giovanni Battista Giorgini a Firenze, imprenditore e inventore della moda italiana.
A soli 26 anni è un designer della moda italiana, particolarmente apprezzato da Christian Dior, che lo definì pubblicamente in un'intervista a Vogue «il miglior creatore della moda italiana»[1], per l'assoluta originalità delle sue creazioni.
Nel 1958 crea la Linea a scatola, autentica rivoluzione dal punto di vista tecnico e stilistico. Per questa proposta innovativa il 17 settembre 1958 riceve a Boston l'Oscar della Moda - Filene's Young Talent Design Award - quale migliore creatore di moda insieme a Pierre Cardin e James Galanos,
Nel 1961 viene accolto in modo entusiastico della critica francese per le sfilate parigine nel calendario della Chambre Syndacale de la Mode che lo portano ad aprire nel 1962 un suo atelier al n. 4 di Rue Cambon a Parigi, ricevendo critiche positive da parte della stampa e l'onore di essere il primo artista italiano a cui sia stato chiesto di "firmare" un prodotto.
Mostra In difesa della bellezza al Palazzo Farnese di Parma, 1996
Nel luglio del 1970 presenta per la prima volta il suo lavoro in un museo, a Roma nel ninfeo del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, con una collezione che rivoluziona la tradizione delle sfilate, con modelle che indossano stivali con tacco basso, senza trucco e con i capelli al naturale. Inizia in questi anni la grande sperimentazione del Maestro, con l'inserimento nelle collezioni di elementi decorativi rigidi e strutturali, materia ricca e povera, tessuti pregiati, sassi e paglia.
Nel 1980 Capucci si dimette dalla Camera nazionale della moda italiana e decide di presentare le sue collezioni come personali d'artista, realizzandole senza seguire né scadenze né calendari.
Nel 1986 l'Arena di Verona lo chiama a ideare i costumi per le 'sacerdotesse' della Norma, in omaggio alla Callas.
Nel 1995 viene invitato a presentare le sue creazioni all'Esposizione Internazionale di Arti Visive alla Biennale di Venezia, nell'edizione del Centenario della Biennale (1895-1995). Per l'occasione presenta 12 ‘Architetture in Tessuto’ ispirate alle pietre semipreziose e realizzate appositamente per quest'occasione.
Nel 1996 l'Enel produce una gigantesca esibizione di tutte le sue opere al palazzo Farnese di Parma col titolo In difesa della bellezza.
Nel 2005, con l'Associazione Civita, crea la Fondazione Roberto Capucci con lo scopo di preservare il suo archivio che consta di 439 abiti storici, 500 illustrazioni firmate, 22.000 disegni originali, una rassegna stampa completa e una vasta fototeca e mediateca.
Nel 2007 apre nella Villa Bardini di Firenze il Museo della Fondazione Roberto Capucci, all'interno del quale vengono organizzate mostre e un'intensa attività didattica.
Nell'aprile 2012, in collaborazione con l'Associazione Moda e Modi di Milano, viene lanciato il Concorso “Roberto Capucci per i giovani designer. Oltre agli abiti, l'omaggio dei giovani designer riguarda l'oggettistica e l'arredamento. Si conclude nell'aprile 2013 con la premiazione a Palazzo Reale di Milano dei 3 vincitori e con la mostra/evento presso Palazzo Morando.
Prendendo spunto da otto abiti-scultura di uno dei maestri della moda italiana, ed in particolare dalle sue ben note tecniche sartoriali del plissé e delle linee architettoniche delle sue creazioni, designers freelance e studenti delle scuole di moda tra i 18 e 35 anni, sono stati invitati con questo bando a proporre le proprie idee, riunendo così in un progetto unico talenti da diversi rami della creatività italiana ed internazionale: da oggetti di design ad accessori moda, da gioielli ad abiti-scultura in materiale non convenzionale(come carta, plastica e simili) e pattern di tessuti, il concorso ha visto più di 600 iscritti, oltre all'Italia, dagli USA, dal Sud America, Asia, Europa Centrale e dell’Est[4].
Con Silvia Ferino alla mostra su Arcimboldo (Roma 2019)
Roberto Capucci è considerato e riconosciuto a livello internazionale come uno dei più grandi designer del XX secolo. Ha vestito personaggi del mondo dello spettacolo, dell'aristocrazia e del jet set internazionale. Tra i suoi abiti più famosi, quello di velluto viola scuro, ispirato ai colori di Caravaggio, indossato da Rita Levi-Montalcini in occasione del conferimento del Premio Nobel per la medicina del 1986. Pare che la scienziata fosse un po' a disagio per la coda ma Capucci le disse: "Lei professoressa, sarà l'unica donna a ritirare il premio e dovrà essere la regina della serata". Il vestito riscosse i complimenti della regina. Nel suo libro Bauzano ricorda che in seguito la Montalcini divenne cliente di Capucci commissionandogli numerosi abiti, tutti simili tra loro.
Capucci ama sperimentare con diversi materiali, anche non convenzionali. Apprezza molto l'India, il Nepal e la Cambogia, dove va spesso e la Cina, per cui ha anche realizzato, su invito delle autorità, una serie di abiti per la celebrazione della riapertura del sito storico del Daming Palace di Xian nel 2010, dopo 60 di chiusura del complesso.
Tra le decine di cataloghi e libri dedicati a Capucci, "Lo scultore della Seta" di Gian Luca Bauzano (Marsilio, 2019) è quello che traccia in modo sintetico ed efficace il percorso della sua vita e del suo lavoro.
Roberto Capucci ha un fratello più giovane, l'attore Fabrizio Capucci, che si sposò con l'attrice Catherine Spaak e da cui ebbe la figlia Sabrina, ed una sorella, Marcella, che con Silvana Mangano il maestro considerò quale sua musa e che fu sempre al suo fianco nell'azienda. Fabrizio Capucci è padre anche di un giovane regista, Roberto Capucci, omonimo dello zio. Alcuni social, forse per scherzo, dichiarano che il regista non abbia nessun rapporto di parentela col celebre couturier dando così origine a qualche confusione[5].
La madre inizialmente osteggiò il figlio nel suo percorso nella moda, poiché non credeva fosse un mestiere consono, mentre il patrigno lo incoraggiò[6].
Dichiara di avere un solo vizio: spendere denaro in abbigliamento: possiede 42 cappotti in lana del Casentino di tutti i colori[7].
Ottavio Rosati, Roberto Capucci e Alessandro Cecchi Paone allo IED di Roma (2020)“Roberto Capucci L’Arte nella Moda. Volume, Colore, Metodo” - Palazzo Strozzi Firenze - Italia - A.A.V.V. - Fabbri Edizioni d’Arte Milano – 1990
“Roberto Capucci Mode und Kunst. Volume, Farbe, Methode” - MunchnerStadt Museum Monaco di Baviera - Italia - A.A.V.V. - Fabbri Edizioni d’Arte Milano – 1990
“Roberto Capucci Roben wie Rustungen Mode in Stahl und Seide Einst und Heute“ - Kunsthistorisches Museum Vienna - Austria - A.A.V.V. - Kunstlerhaus Ed. Vienna - 1991
“Luxe, calme et volupté” - Patrick Mauriés - Italia - Franco Maria Ricci Milano - 1993
“Roberto Capucci - I Percorsi della Creatività” - Palazzo delle Esposizioni Roma - Italia - Fabbri Editori Milano - 1994
“Roberto Capucci al Teatro Farnese - In difesa della bellezza” - Palazzo della Pilotta Teatro Farnese Parma - Lucia Fornari Schianchi, Anna Coliva, Alvar Gonzàles-Palacios, Laura Lilli - ENEL Progetti Museali - Roma - Italia - 1996
“Davanti alle Opere di Roberto Capucci. Una lettura psicologica” - Maria Armezzani, Adele Cavedon, Osvaldo Da Pos, Mariselda Tessarolo, Gianni Tibaldi, Mario Zanforlin - Edizioni Impremitur - Università di Padova - Italia - 1999
“L’Elogio della Bellezza Roberto Capucci a Palazzo Colonna” - Galleria di Palazzo Colonna Roma - A.A.V.V. - De Luca Editore Roma - Italia - 2000
“Roberto Capucci Creatività al di là del tempo" - Tese Cinquecentesche dell’Arsenale Venezia - Gianluca Bauzano, A.A.V.V. - Skira Milano - Italia - 2001
“Roberto Capucci Timeless Creativity” - Park Hyatt Ozone Hall Tokyo - Gianluca Bauzano, A.A.V.V. - Skira Milano - Italia (inglese e giapponese) - 2002
“Vestidos y armaduras - Roberto Capucci moda de ayer y hoy en seda y acero” - Sala Esposiciòn Santander Madrid - A.A.V.V. - Ed. Fundación Santander - Madrid - Spagna - 2002
“Roberto Capucci Arte e creatività oltre i confini della moda” - Palazzo Attems Petzenstein Borgo Castello Gorizia - Raffaella Sgubin, A.A.V.V. - Ed. Musei Provinciali Gorizia - Italia - 2004
“Roberto Capucci Vestire l’Arte” - Palazzo della Borsa Genova - Gianluca Bauzano, A.A.V.V. - Skira Milano - Italia - 2006
“Roberto Capucci Ritorno alle Origini Omaggio a Firenze” - Museo Roberto Capucci Villa Bardini Firenze - Fondazione Roberto Capucci - ScalaGroup Firenze - Italia - 2007
“Fantasie Guerriere. Una storia di seta fra Roberto Capucci e i Samurai” - Filatoio di Caraglio - Associazione Marcovaldo - Cinisello Balsamo Milano - Kirsten Aschengreen Piacenti, A.A.V.V. - Silvana Editoriale - Italia - 2008
“Roberto Capucci a Palazzo Fortuny” Edizioni Skira Milano 2009 - Fondazione Musei Civici di Venezia Italia - A.A.V.V.
“Sovrana Eleganza. Roberto Capucci al Castello Odescalchi di Bracciano” Umberto Allemandi Milano 2009 - Italia - Castello Odescalchi di Bracciano - Maurizio Conte, Priscilla Ippolito
"Roberto Capucci: Art into Fashion". Filadelfia, Philadelphia Museum of Art - Dilys Blum - Philadelphia Museum of Art, Yale University Press Filadefia - USA - 2010
“Roberto Capucci e l'Antico: Omaggio alla Vittoria Alata” - Santa Giulia Museo della Città, Brescia - Massimiliano Capella, Francesca Morandini - Umberto Allemandi & C.Torino - Italia - 2011
“Roberto Capucci. La ricerca della regalità” - Sale delle Arti della Reggia di Venaria, Torino Massimiliano Capella - Umberto Allemandi & C. - Torino - Italia - 2013
"Lo Scultore della seta. Roberto Capucci, il sublime nella moda" - Gian Luca Bauzano - Fondazione Cologni - Mestieri d'Arte - Marsilio - Venezia - Italia - 2018