Proteste dell'opposizione albanese del 2017

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Protesta dell'opposizione albanese del 2017
La tenda della libertà, dove l'opposizione ha tenuto incontri quotidiani con i sostenitori durante la protesta
Data18 febbraio 2017 - 13 maggio 2017
LuogoBandiera dell'Albania Albania
Causa
  • Autocrazia e corruzione del governo
  • Denunce di brogli elettorali
  • Traffico illegale di droga
Esito
  • Rinvio delle elezioni
  • Creazione della posizione di Vice primo ministro
  • L'opposizione ha ricevuto la nuova carica di vice primo ministro e sei ministeri
Schieramenti
Comandanti
Voci di crisi presenti su Wikipedia

Le proteste dell'opposizione albanese del 2017 sono state una serie di proteste antigovernative, in gran parte a Tirana, che hanno riguardato la corruzione del governo, la situazione delle droghe in Albania, il timore di brogli elettorali nelle elezioni parlamentari in Albania del 2017 e la presunta manipolazione del processo elettorale da parte del governo socialista.[1][2]

Il 18 febbraio 2017 migliaia di manifestanti dell'opposizione si sono riuniti sul viale principale di Tirana per chiedere libere elezioni e un governo tecnico.[1] Successivamente i manifestanti hanno montato una tenda, la "Tenda della libertà"[3], in cui l'opposizione ha tenuto incontri quotidiani con i sostenitori. L'opposizione ha annunciato che avrebbe boicottato il Parlamento fino a quando il governo non avesse accettato il dialogo sulla formazione di un governo tecnico.[1][2]

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Prima delle proteste dell'opposizione, la situazione del traffico di droga in Albania e la successiva guerra al narcotraffico erano diventati problemi importanti nel paese, causando preoccupazioni a livello internazionale.[4][5] L'opposizione politica ha accusato il governo, specialmente l'allora ministro degli affari interni albanese Saimir Tahiri, di essere coinvolto nella produzione di cannabis.[6]

Protesta[modifica | modifica wikitesto]

Durante le proteste migliaia di persone si sono radunate davanti all'ufficio del Primo Ministro, accusando il governo di cercare di manipolare il processo di voto.[7]

Il Partito Democratico d'Albania ha espresso preoccupazione per il vicino processo elettorale, richiedendo un sistema di voto elettronico per le elezioni parlamentari del 2017 per evitare manipolazioni del voto.[8] Tuttavia il governo ha ritenuto impossibile l'implementazione di un sistema di voto elettronico a causa dei limiti di tempo[8] e ha accusato l'opposizione di bloccare l'integrazione dell'Albania nell'Unione europea e l'approvazione della riforma giudiziaria.[9]

Dopo la manifestazione, l'opposizione ha annunciato che sarà allestita una grande tenda e che le manifestazioni continueranno fino a quando la coalizione di governo non accetterà le condizioni dell'opposizione per formare un governo tecnico[1][3] per portare il paese ad elezioni libere ed eque.[1][8][10]

Il 12 marzo, quattro ministri, tra cui il ministro degli Interni Saimir Tahiri, si sono dimessi. Rama si è rifiutato di dimettersi, accusando l'opposizione di usare le proteste per ritardando le riforme giudiziarie del Paese e i negoziati di adesione all'UE.[11]

Dal 4 aprile le proteste si sono intensificate quando il leader del Partito democratico Lulzim Basha ha minacciato che i partiti dell'opposizione avrebbero potuto boicottare le elezioni parlamentari di giugno se le loro richieste non fossero state soddisfatte.[1]

Il 9 aprile è stato il termine ultimo per la presentazione delle liste di candidati per il voto del 18 giugno da parte di tutti i partiti, e nessuno dei partiti dell'opposizione si è iscritto.[12] Il boicottaggio doveva anche coprire le elezioni locali che si sarebbero tenute nel comune di Kavajë il 7 maggio a causa del licenziamento dell'ex sindaco Elvis Rroshi per aver nascosto le sue precedenti condanne penali.[13]

Dopo che Rama ha respinto la richiesta dell'opposizione di destra di creare un governo provvisorio, il Movimento Socialista per l'Integrazione, un partito importante della coalizione di governo, ha annunciato che non avrebbe partecipato alle elezioni senza l'opposizione.[14]

Il 25 aprile, due rappresentanti del Parlamento europeo, Knut Fleckenstein e David McAllister, sono giunti a Tirana per negoziare una soluzione all'attuale situazione di stallo.[15] A quel punto la tensione era già aumentata dopo che, il giorno prima, i manifestanti, raggiunti da Basha, avevano bloccato diverse strade a Tirana e dintorni.[16]

Il 5 maggio, il primo ministro Rama ha annunciato che il suo partito ritirerà il suo candidato alle elezioni di Kavajë, che sono state annullate fino ad ulteriori colloqui con l'opposizione.[17]

Il 13 maggio, un'altra protesta è stata indetta a Tirana dal Partito Democratico e dalla coalizione dell'opposizione per richiamare l'attenzione su quella che Basha ha definito una "Nuova Repubblica"[18], annunciando una proficua fine della loro protesta di 83 giorni.[19]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Il 17 maggio i partiti politici presenti in Parlamento hanno organizzato una riunione in cui tutti i leader di partito hanno partecipato all'incontro, che è continuato fino alle prime ore del 18 maggio con Lulzim Basha e Rama che hanno discusso il pacchetto di soluzioni offerte da David McAllister.[20] La risoluzione è arrivata dopo la visita in Albania di Hoyt Brian Yee del Dipartimento di Stato statunitense e l'ambasciatore statunitense Donald Lu, che ha fissato una scadenza per i leader per trovare una soluzione alla crisi politica.[18][20]

L'accordo prevedeva cambiamenti nella composizione del governo, con l'assegnazione all'opposizione di una carica di vice primo ministro, il rinvio della data delle elezioni, un esame dei candidati alle elezioni e l'inclusione della opposizione nella task force del governo nella lotta contro il traffico di droga.[20] Il governo ha anche accettato di assegnare all'opposizione la carica di vice primo ministro e sei ministeri, incluso il Ministero degli affari interni, Ministero della giustizia, Ministero dell'istruzione e il Ministero delle finanze e dell'economia.[20][21]

Reazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Internazionali[modifica | modifica wikitesto]

  • Bandiera dell'Europa Europa: L'UE ha condannato le proteste e ha sottolineato l'importanza di elezioni libere e regolari, soprattutto se l'Albania desideri aderire all'UE.[24] Il Commissario europeo per l'Allargamento Johannes Hahn ha dichiarato di essere rammaricato per il boicottaggio parlamentare annunciato dall'opposizione e che la collaborazione tra governo e opposizione è cruciale per l'ambizione del paese di aderire all'Unione Europea.[9][25]
  • Bandiera dell'Austria Austria: L'ambasciatore austriaco in Albania Johann Sattler ha dichiarato: "La cosa più importante è che i partiti politici si siedano e dialoghino tra loro perché il dialogo è l'essenza della democrazia. [...] La cosa più importante è che i partiti politici partecipino al processo elettorale. Le elezioni sono la base della democrazia".[26]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) Albanian protesters rally, pitch tent to demand free elections, in Reuters, 18 febbraio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 12 luglio 2018).
  2. ^ a b (EN) Albania Opposition Ignores EU Call to End Protests, su Balkan Insight, 23 febbraio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 30 novembre 2020).
  3. ^ a b Edlira Kola, L’Albania al voto, su Geopolitica.info, 6 luglio 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato il 30 novembre 2020).
  4. ^ (EN) Albania: Europe's cannabis paradise, su DW, 2 gennaio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 12 novembre 2020).
  5. ^ (EN) Luke Coffey, Albania's Deep-Rooted Drug Problem Touches All Of Europe, su HuffPost, 6 ottobre 2016. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 23 settembre 2020).
  6. ^ (EN) Igor Spaic, Albania: Opposition Accuses Interior Minister of Protecting “Balkan Escobar”, su Organized Crime and Corruption Reporting Project, 17 maggio 2016. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 17 maggio 2017).
  7. ^ (EN) Basha: We'll Stay on the Streets, su Exit - Explaining Albania, 18 febbraio 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato l'8 gennaio 2018).
  8. ^ a b c (EN) Albania opposition protests for free elections and end to corruption, su DW, 18 febbraio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 12 novembre 2020).
  9. ^ a b (EN) Benet Koleka, Albanian opposition to boycott parliament, defying EU appeal, in Reuters, 22 febbraio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 12 novembre 2020).
  10. ^ Marco Buemi, L'Albania: un paese in transizione tra passato e futuro, su Obiettivo sostenibile, 18 maggio 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato il 5 ottobre 2020).
  11. ^ Valentina Dimitrievska, Albanian PM reshuffles cabinet as opposition threatens to boycott election, su bne IntelliNews, 12 marzo 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 16 aprile 2017).
  12. ^ (EN) Albanian opposition threatens to boycott elections, su EURACTIV, 5 aprile 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 16 aprile 2017).
  13. ^ (EN) Fatjona Mejdin, Albania Opposition Parties to Boycott June Elections, su Balkan Insight, 11 aprile 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 5 novembre 2019).
  14. ^ (EN) Our Political Crisis – The State of Play, su Exit - Explaining Albania, 4 aprile 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato il 5 agosto 2018).
  15. ^ (EN) McAllister and Fleckenstein meet Albanian political leaders, su European Western Balkans, 25 aprile 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 28 aprile 2017).
  16. ^ (EN) Albania opposition blocks roads, wants technocrat government, in Reuters, 24 aprile 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 12 novembre 2020).
  17. ^ (SQ) Edi Rama anullon zgjedhjet në Kavajë: I sugjerova kandidatit të tërhiqet nga gara, su Gazeta Shqiptare Online, 5 maggio 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato il 30 novembre 2020).
  18. ^ a b Accordo raggiunto, l’Albania al voto il 25 giugno, su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, 1º giugno 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato il 27 settembre 2020).
  19. ^ (EN) Basha: May 13 opposition protest to institutionalize “New Republic”, su European Western Balkans, 12 maggio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 12 maggio 2017).
  20. ^ a b c d Llazar Semini, Albanian politicians postpone parliamentary vote to June 25, su Associated Press News, 18 maggio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 30 novembre 2020).
  21. ^ Opposition's Posts in the Caretaker Government, su Albanian Daily News, 18 maggio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 18 maggio 2017).
  22. ^ Albania president calls for dialogue to end political crisis, su Associated Press News, 2 maggio 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato il 30 novembre 2020).
  23. ^ Meta Disappointed by the Lack of Dialogue, su Albania News, 14 aprile 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2017).
  24. ^ (EN) Four ministers resign in Albania as tensions rise ahead of June elections, su European Forum. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 16 aprile 2017).
  25. ^ (EN) EU Commissioner Hahn: The boycott is regretful, the elections must be held, su Independent Balkan News Agency, 11 maggio 2017. URL consultato il 29 novembre 2020 (archiviato il 16 luglio 2017).
  26. ^ Austrian ambassador on elections, Johan Sattler: All parties should participate in elections, su Ora News, 6 marzo 2017. URL consultato il 30 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2017).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]